EX-LONGINOTTI: AREA DISMESSA?

 

1949 - Nasce la Longinotti, con un capannone per la fabbricazione di macchine per la produzione di mattonelle. Con la ricostruzione del dopoguerra gli affari vanno a gonfie vele.

1960 - Espansione della fabbrica. Palazzina per uffici e altri capannoni per la manutenzione e il collaudo dei macchinari.

1966 - Ingenti danni causati dall’alluvione. L’Azienda decide, anche perchè lo spazio a disposizione è divenuto insufficiente, di spostarsi.

1974 - Trasferimento a Sesto Fiorentino in un’area che consente ulteriori sviluppi futuri.

1985 - Se ne vanno gli ultimi operai della Longinotti. Fino ad allora, comunque, si era continuato a costruire per proteggere i materiali, sì, ma aumentando così anche l’area edificabile.

Difatti per quanto riguarda i progetti sull’area :

1967 - La Longinotti presenta istanza per un nuovo progetto sull’area : un grande insediamento residenziale in una zona già praticamente satura.

1971 - Presentazione degli elaborati di progetto su cui però non ci sarà accordo tra le parti.

L’amministrazione comunale, oltre a criticare l’elevato numero di abitanti nell’insediamento, chiede la cessione di uno spazio di verde pubblico, di un asilo nido, della strada di lottizzazione interna, e un versamento di quasi 50 milioni per le spese di urbanizzazione secondaria.

1974 - Si presenta un progetto simile al precedente ma con un notevole ridimensionamento dei volumi.

1975 - Nulla osta al progetto a condizione che le strade, le opere pubbliche in genere e il verde vengano ceduti al Demanio comunale, e in attesa che l’amministrazione comunale fissi le quote di urbanizzazione secondaria. La Commissione Urbanistica suggerisce un eventuale inserimento dell’area tra le C2, le zone di recupero, invece che mantenerlo nelle Ia, aree per le quali, con una delibera del ’79, si contemplava il mantenimento delle attività produttive, evitando così un’apposita variante in caso di un intervento di ristrutturazione urbanistica.

1988 - L’UNICOOP FIRENZE, per conto della Società Immobiliare "Il Bandino", (alla quale il signor Longinotti, non riuscendo a realizzare i propri interessi, aveva ceduto l’area) presenta il suo primo progetto (arch. Del Bino, arch. Natalini).

1988 - Nello stesso anno, il Consiglio di Quartiere (allora) n.2 parla dell’area ex Longinotti come una grande occasione di politica urbanistica, considerandola strategica come fulcro per la riqualificazione del quartiere stesso. E considerava che in quella fase occorreva meglio precisare quali dovevano essere le attrezzature di interesse comune, qualificandole.

Pari importanza si dava alla valutazione delle funzioni previste dal progetto in relazione alla situazione viaria, al traffico circostante e alla densità delle funzioni esistenti nell’area. In definitiva il Consiglio di Quartiere esprime parere negativo sull’ipotesi di Piano di Recupero così come è stato presentato dalla Coop. Anche l’Ufficio Speciale del P.R.G., in relazione alle richieste della Commissione Urbanistica, esprime un giudizio negativo sul progetto, sia per l’eccesso di volumetrie commerciali, direzionali e residenziali, sia perchÈ l’intervento non risulta integrato con il contesto, soprattutto in relazione al bisogno di spazi pubblici. Si sottolinea inoltre che un intervento di così grande portata dovrebbe essere inserito in una visione più ampia che tenga conto anche delle zone circostanti.

1990 - A nulla valse la variante di progetto presentata dalla UNICOOP FIRENZE.

Nel frattempo :

1989 - L’area ex Longinotti viene occupata da un gruppo di giovani che la trasformano nel Centro Popolare Autogestito.

1992 - Il nuovo P.R.G. di M. Vittorini inserisce l’area ex Longinotti in una delle 14 zone C2,di ristrutturazione urbanistica, destinate a riuso con funzioni residenziali e terziarie. Le indicazioni di piano sull’area sono riportate nelle schede delle Norme Tecniche Attuative e prevedono la costruzione di 74000 mc e la cessione di 13250 mq (la metà della superficie totale ) al Comune per realizzare strade, piazze e parcheggi. Questi numeri possono risultare fuorvianti, perchè si potrebbe pensare che la quota di superficie lasciata al "pubblico" sia abbastanza elevata. La natura dell’intervento, però, comporta che lo spazio gestito dal comune diventi in realtà l’area non coperta della superficie privata, tutta occupata invece dal costruito. Una specie di area di pertinenza in cui i soldi spesi dal Comune per questi spazi vanno a tutto vantaggio del privato proprietario dell’area. Attualmente : Ci troviamo di fronte ad un PRG sovradimensionato per una città come Firenze costruita per 500000 abitanti, che sono in realtà solo 370000, e quindi con un " costruito vuoto" per 100000 abitanti. Nonostante ciò si continua a costruire nuovi volumi anche in aree, come quelle dismesse, in cui non ce ne sarebbe bisogno. Il fatto è, e si sa benissimo, che su aree interne alla città, in cui il valore dei suoli è molto alto, più volume costruisci e più ci guadagni, a causa della rendita fondiaria.

Non è un caso se il piano di Vittorini aveva svincolato tutte le aree dismesse dalle previsioni generali inserendole in apposite schede attuative, che richiedevano solo l’accordo tra il proprietario dell’area e il Comune riguardo sulle percentuali di suoli e volumi da cedere per uso pubblico. Più recentemente si e riconosciuta, con la cosiddetta "Variantona" del P.R.G. Vittorini ( attualmente in discussione in Regione ), la necessità di redigere un Piano Unico per tutte le aree dismesse, che dovrebbe rispondere ai bisogni reali di Firenze. Per esempio : a Firenze c’è bisogno di grande distribuzione ? Se la risposta è no, allora nell’area ex Longinotti non si può prevedere la costruzione di un centro commerciale. Ma siccome non ci si preoccupa dei bisogni reali, si inventano soluzioni che permettono di operare per "pezzi separati" e si stralciano dal Piano Unico cinque delle principali aree dismesse (Gondrand, Gover, Sime, Superpila, Fiat) con apposite varianti. Si approvano così dei progetti area per area, dove la quota di superficie da cedere al Comune da parte dei privati, diminuisce considerevolmente rispetto alle previsioni del P.R.G. Vittorini del 92.L’area ex Longinotti rimane inserita nel Piano Unico, ma sui suoi destini si sa ben poco. L’unica cosa certa è che la Coop, proprietaria dell’area, riproporrà un progetto di Centro Commerciale (con quote di edilizia residenziale sia pubblica che privata, e servizi) di cui ancora non si ha però notizia. Il C.P.A., che attualmente occupa l’area, è stato per il momento tagliato fuori dalla contrattazione tra Coop e Comune, i quali comunque non devono scordare che si tratta di un’area su cui bisogna discutere bene prima di intervenire e con il più ampio fronte di partecipazione possibile. Le scelte fatte incideranno sul futuro del quartiere per molto tempo. Ci domandiamo come mai la Coop, oltre a fare dichiarazioni sull’elettorato che rappresenta, non mostra il suo nuovo progetto sull’area ex Longinotti in modo da potersi confrontare con gli abitanti.

La Coop sei tu ? Nel frattempo il C.P.A. continua a svolgere le proprie attività.