Ecco una serie di volantini prodotti dal DAMM che per celerità di caricamento abbiamo privato delle immagini corrispondenti. Fatevi un'idea ma, un consiglio, se veramente volete sapere di noi chiedete a quanti si definiscono nostri nemici.

 

ALL'OMBRA DEL GIGANTE ROSSO

In quanti sappiamo che cos'è un'occupazione? Sembra cosa fatta, un'occupazione è un posto, un luogo (Officina 99, Il Leonkavallo) dove si fanno concerti, politica, critica spietata per significare la non aderenza a quello che maledicendolo si chiama Sistema. Un posto! L'occupazione è un posto e spesso gli occupanti incentivano questa idea con cose come spazio rivendicato, liberato, occupato, sgombrato etc. Ma le pietre non parlano e i calcinacci stentano a tenersi in piedi. Come può uno spazio vivere senza qualcuno che lo manda avanti, che lo riempia di significati e di vissuto? No, credo che non sia corretto, l'occupazione è un gesto, una serie di gesti, persone, gruppi, storie. Può essere buona, può essere cattiva (e per chi buona e per chi cattiva?), l'occupazione sono i fatti che avvengono in quel posto in quel tempo, gli sforzi, la determinazione, la mancanza di volontà, l'organizzazione, la disorganizzazione. Certo che tutti sono accomunati dal trovarsi in una dimensione dove ogni cosa è da creare: rete, tessuti, cassette degli attrezzi e come si organizza un bar per fare soldi e saldare e mettere su muri e capire quanto chiacchierano i politici e quanto la gente pensi ai cazzi suoi e la delega e il perbenismo e i falsi allarmi e i giudizi facili e la violenza e la nonviolenza. Tutto è da creare, autonomamente, e c'è il peso (per pochi) della libertà di gestirsi, di cercare di rendersi reali. E qui capisci che il Sistema è dentro di te, nella tua mente, che si ciba delle tue insicurezze, dei tuoi veli di Maya, è il riflesso complesso delle tue oscurità. Non è facile orientarsi. Un esempio: sai che "il lavoro" non è il lavoro che si intende comunemente, che quello è assimilazione di stress e di nevrosi, sfruttamento dell'uomo.Invece esiste un lavoro (KHARMA YOGA) che ti libera, ti alimenta, senza padroni, solo amici. Ma è difficile, nessuno ti dice come fare e soprattutto tu sei difficile, ti scopri prigioniero del lavoro comune e stenti e ti dici "Sono nel Sistema, ho occupato ma sono nel Sistema" (non tutti se lo dicono, anche questo è difficile).

Volevo dire che si pensa di sapere che cos'è un'occupazione pensando ad uno spazio, al luogo in cui essa prevalentemente avviene, ma si guarda solo ad una parte, non al tutto. Molti dicono: "Questo è un posto occupato, non dovrei pagare per entrare al concerto". Ahi, ahi, ma come? Rifili i soldi al pusher di fumo e cromatina senza battere ciglio, fai i salti per pagarti l'università e le magliette dada, paghi per inutili marche da bollo e poi qui ti vuoi sfogare di tutti i tuoi lamenti repressi? Certo, se non hai soldi puoi entrare, ma su cosa si basa questa tua considerazione? Ci pensi che c'è gente che sta lavorando per uno scopo che non sta in questa serata? No, questa considerazione che ti sta dentro va in cerca di martiri, di persone che si sacrifichino per dimostrare che il bene esiste, che non tutto si fa per interesse. E la cosa più assurda è che lo deve dimostrare proprio a te che a tutta questa dinamica ci stai aderendo standotene zitto. Ecco, nei Centri Sociali dovrebbero andarci dei martiri, persone che lavorano gratis, che si stressano, che ti servano per i tuoi momenti di bontà e che puoi additarli agli amici come dei terroristi in lattina o nemici dei guardii o intellettuali chissà quanto sfigati. E sto parlando di quelli che nei posti occupati ci vengono, per quelli che non ci vengono, poi, non basterebbero due vite.

Allora, ci siamo chiariti un po? C'era una volta un Centro Occupato che non sapeva di che cosa lui era il Centro, provò a chiederlo in giro e la gente gli rispose quello che più gli pareva e tante cose perverse. Così, il piccolo Centro Occupato si accorse di non poter essere un Centro perchè lui era un insieme di persone alla ricerca del proprio centro e che solo quando l'avessero trovato avrebbero potuto chiamare gli altri per dire: "ecco il Centro". Ma c'era vento e la propria vita privata ! Poiché la città in cui si trovava era triste, i cittadini volevano che qualcuno piangesse per loro, per ricordargli la loro tristezza e scelsero il piccolo Centro Sociale per questo e gli dissero "Fin quando soffrirai per noi, noi ti approveremo, a parte quando non avremo abbastanza soldi per farlo. Se tu smettessi di piangere noi potremmo confonderti con tutto il resto e farti a pezzi, come facciamo sempre". Ma avvenne che, di notte, il piccolo Centro Sociale decise di non chiamarsi più Centro Sociale e fuggì via, facendo perdere le proprie tracce. Andò a nascondersi in un palazzo qualsiasi da dove, in incognito e senza darsi alcun nome, continuò ad essere.

 

LUNGA VITA DI PACE AGLI INDIVIDUI CHE IL VELO DI MAYA NON OSCURA

LA GIOIA SIA L'ESEMPIO DI UNA VITTORIA GIA' SCRITTA

IN COSTANTE CRESCITA E MUTAZIONE

 

PER UN'AUTOGESTIONE TAOISTA

 

 

DAMM ZONE AUTOGESTITE MULTIPLE

 

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DAMM ZONE LIBERATE IL 25 AGOSTO

25 AGOSTO 1995 :UN GRUPPO DI RAGAZZI E RAGAZZE OCCUPAVA UNO SPAZIO ABBANDONATO NEL PIENO CENTRO DELLA CITTA' E LO TRASFORMAVA IN UN CENTRO DI SPERIMENTAZIONE DI ATTIVITA' SOCIALI E CULTURALI.

FONDANDOSI SU PRINCIPI DI SOLIDARIETA' E NON VIOLENZA, IL DAMM E' DIVENTATO UN LUOGO DI INCONTRO E COMUNICAZIONE IN UNA ZONA DI FRONTIERA, DOVE DISOCCUPAZIONE, INCONSAPEVOLEZZA E VIOLENZA LA FANNO DA PADRONE.

PRIMA, LA GENTE DEL QUARTIERE CHIAMAVA QUELLO SPAZIO "DIROCCATO" E SI RIFIUTAVA DI ENTRARCI. OGGI TUTTI LO CHIAMANO DAMM E MOLTI VENGONO AD USUFRUIRE DEL PARCO E DELLE ATTIVITA' CHE LI' SI SVOLGONO.

NELL'APRILE DEL '97, GRAZIE ALLE PRESSIONI DEL DAMM E AL SUO AVER SEGNALATO IL VALORE DEL PARCO, SONO STATI RIPRESI DA PARTE DEL COMUNE I LAVORI INTERROTTI TRE ANNI FA. IL 2 AGOSTO I LAVORI VERRANNO ULTIMATI E L'AMMINISTRAZIONE BASSOLINO HA PROMESSO CHE LASCERA' CHE IL DAMM PROSEGUA IL SUO OPERATO NEL PARCO E NELLE STRUTTURE CHE LO COMPONGONO, RISPETTANDO I SUOI PRINCIPI DI AUTOGESTIONE E NON VIOLENZA. IL PROSSIMO 25 AGOSTO, IL DAMM FESTEGGERA' DUE ANNI DI VITA E DI LAVORO IN UN'AREA DOVE SCARSEGGIANO LE INTELLIGENZE DISPOSTE A TRASFORMARE CONCRETAMENTE I RAPPORTI UMANI.

GIA' ALCUNE FORZE POLITICHE DI DESTRA E SINISTRA E PICCOLI SPECULATORI HANNO PROVATO AD OSTACOLARE QUESTO PROGETTO.

SE L'ESPERIENZA DEL DAMM VERRA' INTERROTTA, CIO' SARA' UNA PROVA CHE NON E' PERMESSO A NESSUNO DI MUTARE LA REALTA' VIOLENTA E INEGUALE DI QUESTA CITTA' E CHE QUI, OGNI INDIVIDUO E' DESTINATO AL PEGGIO SENZA ALCUNA SPERANZA


RAZZISMO A COLORI

Noi del DAMM la Zona Autogestita di Montesanto, denunciamo un pregiudizio ricorrente: il Razzismo a Colori.

Questo razzismo si rivolge contro la parte piu' disagiata della città', contro gli abitanti dei quartieri popolari e delle periferie, che con le loro problematiche disturbano le conquiste sociali dei liberisti e dei benpensanti napoletani.

Chiamati spregevolmente Caf o Tamarri, questi individui compongono quella maggioranza inconsapevole che per anni è servita al mantenimento delle vecchie amministrazioni cittadine e che oggi viene solo inefficacemente raggiunta dai progetti di socializzazione delle istituzioni e delle realtà del volontariato. Portatrice o ladra della Merce imposta dai condizionamenti pubblici, questa Massa a Colori si affaccia sugli spazi comuni con tutte le tensioni e le nevrosi inevitabili di un livello di vita assorbito dalla Sopravvivenza Sociale. Mitizzati e usati dal Folklore gestito da intellettuali ed imprenditori, essi vengono rimandati a casa quando è ora di spartire i guadagni delle vendite di musicassette, telenovelas ed abbonamenti allo stadio che hanno creato con la loro propensione al consumo, che altro non è che il consumo di sé nelle regole dello sfruttamento e dell'apparenza del Sistema Spettacolare. Idealizzata e temuta dai turisti, ignorata dagli attuali rivoluzionari, questa Massa a Colori infastidisce le visite ai musei e le serate nei locali alternativi, tanto da guadagnarsi il rigore della polizia e il pregiudizio dei cittadini. Quando invece è vittima di crolli e disfunzioni sociali ordinarie, la Massa a Colori viene tirata a lucido dai mass media o strumentalizzata da giochi politici proibiti di cui la Destra è una forte scommettitrice. Ma fino all'alba della successiva tragedia i Tamarri vengono evitati e ghettizzati lì dove per ora possono restare.

Vittime principali del Razzismo a Colori sono quei bambini privati di spazi sociali e di sviluppo che elettrizzano le vie con le loro scorribande tra le automobili invadenti, guerreggiando su territori che rivendicano per i propri giochi .

A questo proposito, molte persone criticano il DAMM perche permetterebbe che nel Parco Maradona, spazio pubblico da noi strappato alla speculazione e al vandalismo, passeggino anche i giovani della zona, tra cui ragazzi difficili o bambini scalmanati, i quali, invece di starsene nelle sale giochi o nei vicoli sotto casa, fanno inorridire con la loro parlata e i loro gesti i signori educati del quartiere che li avvistano nel Parco. La "brava" gente (tra cui anche giovani) non li sopporta e non ci perdona di aver stretto amicizia con degli INDIVIDUI da cui stiamo imparando innumerevoli cose sulla vita e sull'amore. Noi pensiamo che solo dal confronto tra le diversita' possa nascere quello spirito di solidarieta' e di amore che regge le cose meravigliose di questo mondo ed abbiamo il coraggio di lavorare con la parte piu' accusata, e spesso anche a torto, di una citta' saccheggiata dagli intellettuali e dagli amministratori che vorrebbero svolgere in santa pace il loro ruolo di oppressori, senza vedersi davanti il frutto delle proprie scelleratezze. Non sappiamo cosa farcene di queste chiacchiere e riteniamo che si possa sempre trarre qualcosa di buono dal male che una societa' ha fatto ad un uomo. Noi parliamo poco e se le brave signore non vogliono portare a passeggiare i loro pregiudizi nel nostro Parco non ci importa. Chi capisce sa che cosa intendiamo con questo Razzismo a Colori, gli altri vadano pure a distruggere il mondo con la loro civilta' dando poi la colpa a chi viene costretto nell'inconsapevolezza e nella sofferenza dalle logiche del potere che non controlla nulla... Accusano loro, accusino anche noi, pur di non guardare se stessi.

DAMM Zone Autogestite

Per contattarci scrivete in posta elettronica a damm@ecn.org

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