tit. originale
Sebastiane
regia
Derek Jarman e Paul Humfress
soggetto e
sceneggiatura D. Jarman,
James Whaley
fotografia
Peter Middleton
musica
Brian Eno
interpr. e pers. Leonardo Treviglio Sebastiane
- Barney James Severus - Neil Kennedy Max - Richard
Warwick Justin
Donald Dunham Claudius - Ken Hicks Adrian - Janusz
Romanov Antony - Stefano Massari
Marius - David Finbar Julian - Lindsay Kemp e la sua troupe
origine
Gran Bretagna, 1976
durata
85'
genere
Storico
qualità ••• tematica •••
erotismo •••
video Polygram Video
L'imperatore romano Diocleziano, autore di una tremenda persecuzione
contro i cristiani, scopre nel 303 d.C. durante una festa dedicata al dio
Sole che il suo favorito Sebastiano, capitano delle guardie pretoriane,
è cristiano. Risparmiandogli la morte, lo confina in una sperduta
guarnigione ai confini dell'impero. Qui Sebastiano ed altri sette
soldati, comandati da Severo, vivono nell'ozio.
La loro principale occupazione è alienarsi a combattere, ma
Sebastiano rifiuta in nome della sua religione. Perciò è
legato e frustato da Severo, che lo punisce anche perché è
innamorato di lui e non ammette che gli resista. Sebastiano, a sua
volta innamorato di Severo, accetta passivamente le torture subite per
punirsi dei suo sentimento che stride con la cristianità.
In breve Sebastiano diventa il capro espiatorio di tutti, in particolare
del perfido Max, che sfogano su di lui le loro energie e le loro pulsioni
represse. Solo Giustino lo spalleggia. Severo tenta più volte
Sebastiano, rivelandogli il suo amore e chiedendogli sesso, ma non ottiene
niente. Così, istigato da Max, decide di metterlo a morte,
dopo aver torturato Giustino.
Sebastiano viene legato a un paio e trafitto a morte dalle frecce scagliate
dai compagni.
È IL FILM CHE HA RESO CELEBRE DEREK JARMAN. GIRATO in Sardegna
con mezzi modesti da una troupe tutta gay, ha la caratteristica di essere
parlato, caso unico nella storia del cinema, in latino, anche se curiosamente
venato da un accento inglese.
Jarman ha riletto il martirio del santo gay per eccellenza in una chiave
sadomasochistica, in cui è facile leggere la prevaricazione del
diverso (che qui paradossalmente è chi non accetta l'omosessualità)
e la forza distruttrice dell'ideologia religiosa. La figura di Sebastiano
viene infatti vista come archetipica della repressione cristiana di una
libera sessualità. Il soldato, che trova solo nel delirio
un momento di sincerità, si autopunisce con voluttuoso masochismo
perché si sente colpevole di amare Severo, che gli appare come «un
dio biondo e solare», mentre costui, non potendo possedere quel corpo
bramato, sublima in sadismo il suo desiderio sessuale.
Sebastiano è sacrificato in nome di tutta la comunità
(si pensi alla scena simbolica della cattura del cinghiale) mentre tutti
i suoi aguzzini concretizzano quell'omosessualità (consumata apertamente
solo dalla coppia Adriano/Antonio, protagonisti di un'efficacissima scena
erotica au ralenti) in discorsi che rimandano in continuazione al sesso.
Il film trova forse un suo limite in un eccessivo estetismo che fa
perdere forza alla provocazione. Molti temi si risolvono su un piano
soprattutto estetico che talvolta può sconfinare nel kitsch, come
nella scena iniziale: una danza fallica (del grande Lindsay Kemp) in cui
vengono mimati accoppiamenti omo che si concludono con un'eiaculazione
collettiva. Il preziosismo formale è però capace di
dare vita ad effetti molto poetici, come nelle estatiche visioni dei corpi
nudi di Sebastiano e dei soldati, o di lui che si specchia nella pozza
d'acqua e declama una poesia al Sole. Il commento musicale di Brian
Eno è eccellente e contribuisce a creare un'atmosfera sospesa, soprattutto
nella straordinaria scena grandangolare del supplizio.
Dello stesso regista:
Jubilee, 1978
Imagining October, 1984
The Angelic Conversation, 1985
Caravaggio, 1986, Polygram Video
The Last of England, 1987
War Requiem, 1988
The Garden, 1990
Edoardo II, 1991, Pentavideo (O p. 148)
Wittgenstein, 1993, Mondadori Video
Blue, 1993, Mondadori Video
Glitterburg. The Director's Cut, 1993