Appunti 3
Più razionale e meglio governato, il sistema delle risposte alle fasi acute della malattia in regime di ospedalizzazione in genere è abbastanza in linea con i bisogni dei cittadini. Ma è ben noto ormai che le malattie croniche, cronico-degenerative, quelle legate all'età anziana, quelle cronicizzabili o cronicizzate impropriamente, quelle legate a grandi questioni sociali, costituiscono di fatto un’immensa area di bisogni e sofferenze a cui si è ben lontani anche solo dall'ipotizzare risposte minimamente adeguate. Né si assume come questione esplicita il problema dei gruppi più vulnerabili di popolazione, l'attenzione elettiva ai cittadini portatori di bisogni speciali.
Che cos’è l'equità se non dare di più a chi ha più bisogno, garantendo risposte diseguali a persone diseguali?
	In sintesi le forme organizzative messe in opera sono tendenzialmente orientate alla confezione di prodotti rigidi, dove la proceduralità è previsionale dell'efficacia degli interventi. Un’operazione chirurgica ad esempio, per risultare efficace richiede una norma standardizzata a procedure che devono essere ripetibili e il più possibile perfette e prevedibili / inerenti procedure rigide / protocollo rigido / massima efficienza efficacia.
	Ma in molti terreni e in molte malattie e laddove sono prevalenti i bisogni riabilitativi o efficaci strategie di prevenzione, la perfetta proceduralità non è previsionale dell'efficacia né dell'efficienza, in quanto entrano in gioco fattori complessi ed aspecifici d'intervento e soprattutto variabili umane, relazionali e sociali che, accettate ed indirizzate come risorse per gli utenti, sono i veri elementi di cambiamento pragmatico da negativo a positivo.
Di questo si parla quando si dice che una strategia di territorio deve ricercare la costruzione di prodotti flessibili. Va da sé che il servizio pubblico non può solo costruire tal prodotto, deve dotarsi di risorse e dedicarle alla revitalizzazione del sociale fino a trasformarsi in un imprenditore dello stesso collaborando con quelle organizzazioni in grado di sostenere concretamente l'integrazione sociale, lavorativa ed abitativa dei propri utenti, la riduzione dei rischi, il raggiungimento di strumenti a difesa (anticorpi sociali, culturali, stili di vita, di lavoro, di risorsa famiglia ecc.)
	Le strategie di salute dovranno essere misurate prevalentemente sugli esiti attraverso procedure flessibili ed integrate sociali-sanitarie e puntando sulla formazione delle risorse umane e relazionali in modo esteso (degli utenti degli operatori, ai gruppi famigliari e sociali). Gli esiti sono misurabili dalla maggiore o minore intensità d'uso della istituzione nella sua versione di modello rigido.
	Il saper costituire una "rete" di condizioni di "offerta" non solo pubbliche: leggendo preliminarmente le possibilità esistenti su di un dato territorio, contattando i "soggetti" terzi e potenzialmente disponibili, coinvolgendoli in una programmazione comune, razionalizzandone la collaborazione, sviluppando la formazione, l’organizzazione, la continuità di impiego delle forze di "volontariato", stimolando la specializzazione e la diversificazione tipologica della cooperazione sociale, favorendo la crescita del "terzo settore" in ogni sua componente, rappresenta certamente una abilità di straordinaria rilevanza. In particolare se si vuole ottenere il risultato della alternativa alla ospedalizzazione ed alla applicazione di modellistica sanitaria rigida a bisogni che richiedono invece flessibilità, integrazione sociosanitaria e valutazione di "outcome" su variabili complesse ed in continuum con le condizioni sociali, familiari, abitative, lavorative, formative dei soggetti portatori di disabilità, guadagnando in qualità e contenendo i costi di gestione al di sotto di quelli richiesti da ogni altra possibile soluzione.
Efficienza ed efficacia in Sanità sono duri obiettivi perseguibili solo:
Probabilmente sarebbe interessante provare a giudicare efficienza e l'efficacia ex-post, sulla base di processi innovativi posti in essere e valutati sui risultati e non, mutuando le pratiche dall'ospedale, sui minutaggi, DRG, tempi, cottimi e divisione del lavoro come in una tardiva fabbrica
"fordista".