Per una modalità operativa di Welfare Comunitario attraverso
un mix pubblico/privato sociale.
L'azione che si vorrebbe veder maturare nell'ambito dei servizi sanitari e sociali pubblici, supportata ed in parte interpretata dalla riforma sanitaria, e di un dimensionamento sulla base del costo/efficacia del servizio sanitario pubblico. Ciò allo scopo di alleggerire gradualmente la struttura burocratica pubblica, con sperabili benefici per la spesa e prospettive di miglioramento in termini di efficacia, efficienza ed economicità dei servizi offerti.
Il 'passo indietro" dell'apparato statale non dovrebbe significare perdita della titolarità del servizio ma semplicemente adozione di modalità gestionali più coerenti, che ottimizzino l'utilizzo delle risorse e realizzino reali miglioramenti della qualità con dislocazione del potere dalle organizzazioni agli utenti/fruitori delle stesse.
La modalità di "privatizzazione della gestione" che qui si propone, prevede che l'ente pubblico affidi ad enti gestori terzi, che si intendono più capaci di sostenere il potere e l'interlocuzione degli utenti, la produzione di parte dei servizi di cui egli mantiene la titolarità, in cui però e rappresentato e di cui detiene gli obiettivi di utilizzo delle risorse.
Linee strategicheLe linee strategiche che le A.S.S. perseguono con la costituzione di un mix pubblico/privato sociale nell'ambito delle attività ad alta integrazione socio - sanitaria per la promozione di un welfare comunitario sono:
Aumento dei livelli qualitativi dei servizi in termini di:
Per raggiungere questi obiettivi strategici per ogni struttura socio - sanitaria vanno promosse e realizzate tutte le possibili condizioni di "offerta" alternative ai ricoveri ospedalieri inappropriati e capaci di garantire ai cittadini una migliore qualità di vita. In particolare queste alternative sono rivolte principalmente alla disabilita adulta, ai malati di mente ed alla popolazione anziana non autosufficiente.
Per la realizzazione di queste alternative ai ricoveri si devono sviluppare tutte le varie possibili forme di domiciliarità e di deistituzionalizzazione attraverso forme e strumenti di assistenza residenziale, semiresidenziale, domiciliare e promozione di concrete possibilità di formazione – lavoro , di relazioni sociali capaci di evitare la cronicità, la deriva sociale e l'aggravamento della disabilita primaria e secondaria.