Ero lontano dalla famiglia, a Treviso. Poi il direttore mi ha mandato qua, più vicino.

Ero sempre seduto vicino agli infermieri,

non mi sentivo niente bene.

Leggevo il Gazzettino, ma dopo non mi ricordavo niente,

passavo il tempo a guardare loro che giocavano a carte.

Poi qua guardavo la televisione.

 

So che dovevo stare qua,

la vita è qua.

Vado a casa una volta al mese.

E' un disturbo per i famigliari venirmi a trovare.

Sono malato cosi' forte.

La vita devo passarla cosi' - recluso - e non vi è più rimedio.

Se vado fuori mi perdo subito.

(Luigi Venturin)