|
Attorno a me vedo una contentezza. Credo che sia da dio che proviene questo. Gli ammalati più gravi sono più chiusi in se stessi, perché è come andassero a una prova. Questo lo vedo in De Mattia: tempo addietro era più affabile e disponibile nel gioco a carte. Adesso penso che sia un'ossessione per lui andare al mare. Perché lui non vuole mai andare fuori di qua: ha il naso troppo grosso e si vergogna. Una volta, quando c'era la Laura caposala, mi ha invitato ad andare fuori con lei. Siamo andati a Colfrancui in un bar, e mentre bevevamo il caffè sentivamo una voce strana parlare che diceva "buongiorno!". Siamo rimasti meravigliati che era un merlo indiano che parlava. Sono andato fuori a giocare a tombola ero teso perché volevo vincere. Quando ho fatto tombolino mi sono rilassato come avessi conquistato un grado in più della mia mente. Quando sono rientrato sono tornato sul mondo dell'ambiente qui dentro. Il mondo fuori è più evasivo per me che sono qui dentro, più rilassante perché parli con persone più umane e che ascoltano, più comunicativo, più sincero. E' come se ci fosse un sipario, è un salto nell'acqua. Perchè andare fuori implica un'esaltazione. E questo perché bisognerebbe andare fuori più frequentemente. Ho speso i soldi della vincita per comprarmi le sigarette e un'accendino, credendo che mi lasciassero ambo le due cose, invece me le hanno ritirate. Gli ho detto "Lasciami almeno tre sigarette di consolazione". E invece no.
Il gioco a carte con i soldi è come una vampata di fuoco che si sviluppa tutto ad un tratto, ma si raffredda se perdi e resti amareggiato. Questo passa con il tempo e sussiste un attimo ben determinato di esauri-mento morale, che ti fa andare su un'altra dimen-sione. L'esaltazione non è una cosa normale perché ti fa andare fuori dalla realtà in tutti e due i casi sia che perdi o che vinci. |
|