Io continuo il giornale con questo scritto dicendo che la mia vita da piccolo era fatta di tante cose. Prima di tutto i miei genitori si sono accorti quando io avevo sei mesi del male caduto o epilessia che avevo, incantavo gli occhi per su. Pensavano che venendo grande il mio male andasse via e invece lo ho ancora, di 50 anni che ho, ho ancora il mio male. Mio padre e mia madre sono morti ed è rimasta solo mia sorella che viene a prendermi. A 16 anni appena morto mio padre sono stato ricoverato a Sant'Artemio. Tanti dicevano che ero una spia, non sapevo che cosa voleva dire, malati e infermieri mi facevano combattere a Treviso. Dopo sette anni a Treviso sono stato mandato ad Oderzo perché erano stanchi di tenermi là. Per scherzare li facevo combattere. Venendo in corriera da Treviso camminavo avanti e indietro. Qui ad Oderzo era un po' meglio, ho imparato a fare i mestieri sono più pacifico. Qualcuno anche qua dice che sono una spia. Io credevo che i preti fossero poco furbi e sono più furbi di me. Io non so - loro sono più furbi di me - io sono meno furbo di loro. Faccio elemosina, mi piace fare elemosina ma mia sorella dice che non sarebbe da dargli neanche un soldo perchè son più furbi di me, non li danno ai poveretti. Il prete mi dice : "fai quello che vuoi, se vuoi me li dai e altrimenti fai a meno" Facevo carretti e casotti. A Treviso ero più piccolo e capivo poco. Qui capisco di più dietro l'età che ho. Bagno i fiori, lavo i gabinetti, preparo le tavole, faccio tanti mestieri, vita serena e per l'età che forse capisco di più, più di qualcun'altro. La terapia va bene, se qualche volta sono agitato prendo le pastiglie e passa tutto. Se faccio qualcosa chiedo scusa agli infermieri. Qualche infermiere qualche volta per scherzo mi fa incazzare. Più vado avanti e più va migliorando il male - viene un po' meno che a Treviso, i dottori fanno di tutto per guarirmi e adesso più avanti che vado e meglio vado - sarà la vecchiaia. Ho accompagnato qualche amico fuori per Oderzo. Tanti mi dicono vai fuori - tanti mi dicono stai dentro - secondo l'estro.