ULSS n. 11 Opitergino-Mottense - Psicologo servizi psichiatrici
La soggettivita emozionale in una comunita in trasformazione
Circa tre anni fa, al mio primo contatto con l'ex V Reparto di Oderzo sez. maschile e cronicario dell'O.P. di Treviso, mi annotai alcune sensazioni avute dall'osservazione di quel luogo in cui dovevo operare, forse anche perche, in certo qual modo, mi aveva quasi colto l'idea dell'incapacita di agire. Feci alcune considerazioni che voglio qui riportare, e scrissi:
"L'ambiente e vuoto, privo di stimoli e di riferimenti personali; mancano segni tangibili e significati dell'esperienza vissuta; il tempo trascorre lento, lo si avverte nel silenzio della comunicazione e si aspetta senza fretta che possa ancora scandire i suoi ritmi inalterati e distribuire pranzi e cene, veglia e sonno, terapie e occupazioni, deliri e ossessioni, lasciando tutto immobile e senza nulla scalfire.
Mi chiedo: forse la morte stessa attraversera indisturbata quegli spazi sempre vuoti, sempre quelli, che nessuna storia, tra le tante presenti, ha mai saputo riempire!
- saremo forse noi operatori, fedeli all'idea di cambiamento o animati da credenze innovative a produrre messaggi, attivita e azioni stimolo che possono scuotere quelle presenze ancora in vita, rompere il silenzio e aprire quei conflitti che ognuno dentro si porta!
- o saremo anche noi assorbiti dal generale clima di apatica presenza, cosi che ogni azione sara effimero segnale che si perde coi tanti fantasmi che hanno nel tempo popolato e posseduto quegli spazi vuoti, di cui in definitiva tutti ci si puo' riempire?".
Con questi interrogativi e su queste considerazioni nasce la mia esperienza presso la Residenza Altinate, e da qui il mio rapporto con la psichiatria.
Ma ricordo ancora come in passato ogni nuova esperienza di vita e ogni relazione professionale abbia sempre suscitato in me emozioni nuove e diverse, lasciando comunque delle tracce, dei segni che ora formano e costituiscono la mia persona, i miei affetti, i miei sentimenti, la mia professionalita.
D' altra parte ogni persona nel corso della sua vita elabora tutte le informazioni che le provengono dal mondo esterno e da situazioni nuove rendendole proprie: adattandole cioe ai propri schemi mentali cosi che ognuno puo sperimentare e apprendere cose sempre nuove e diverse, costruendo un proprio patrimonio culturale e arricchendo la propria conoscenza nel continuo processo dell'assimilazione e accomodamento.
Seguendo queste modalita di apprendimento si formano dentro ognuno di noi delle mappe cognitive che ci orientano verso il nuovo e ci sostengono nel momento in cui dobbiamo o vogliamo relazionarci con gli altri.
Allo stesso modo e in particolare sul piano affettivo - relazionale l'individuo elabora una serie di esperienze di vita, raggiungendo un suo peculiare funzionamento psicologico e una sua precisa forma di comportamento mediando e adattando continuamente le proprie esigenze e i propri bisogni alla realta circostante.
Si passa da una situazione di completa dipendenza e di esclusivo rapporto con la madre, nei primi mesi di vita, ad un ampliamento della rete di comunicazioni e di vissuti emozionali che si estendono verso altre figure parentali e via via al gruppo di appartenenza e al contesto sociale in cui ci si trova.
L'individuo dovra apprendere ed elaborare, nel rapporto con l'esterno, messagg,i e segnali che gli vengono rivolti, in modo da poter riuscire continuamente a rapportarsi con la realta facendo leva sulle strategie mentali che man mano si costruisce e fa proprie, in base anche alle difficolta che deve affrontare tra pulsioni emergenti e loro appagamento.
L'azione umana viene dominata in un primo periodo della vita dal principio del piacere secondo cui e possibile dare sfogo all'energia interna che si muove nell'organismo, cioe alle pulsioni, che tendono sempre verso una determinata meta.
In un momento successivo dello sviluppo, in cui prevale invece il principio della realta, le pulsioni non sempre possono essere soddisfatte e per questo vengono rimosse, negate o in una situazione piu ottimale indirizzate per altra via e in vista di una soddisfazione futura e differenziata, accettata comunque e condivisa dalla realta contingente all'in dividuo.
Questo percorso spesso si rompe, si blocca: la via e la conoscenza della realta si oscurano dinanzi all'individuo che rimane impotente ed incapace di cogliere il senso delle cose, l'essenza del proprio essere e dell'essere con gli altri, per cui viene a mancare la comprensione di se e la capacita di cogliere oggetti e mete dei propri desideri; viene alterato cosi l'equilibrio raggiunto, puo frantumarsi la percezione del se corporeo e bloccarsi lo sviuppo sia dell'identita storico-sociale che psicologica.
L'individuo potra trovarsi nell'impossibilita di esprimere, di estendere il proprio pensiero e la propria azione all'esterno in modo efficace e comprensibile, in quanto non riesce a trovare piu dentro di se forme e modi utili al suo rapporto con la realta, e resta invece legato al suo mondo interiore.
Sembra cosi compromessa la sua possibilita di comunicare.
Ma tutti sappiamo che non si puo non comunicare e che la comunicazione corrisponde ad un bisogno fondamentale dell'individuo; d'altra parte ognuno conosce tanti modi per entrare in relazione con l'altro al punto che quando alcune modalita non sono possibili, se ne ricercano altre sia pure inconscie.
I1 bambino ad esempio utilizza il gioco per costruire se stesso e il rapporto con la realta; per esprimere e liberare le sue tensioni interne le sue paure e la sua angoscia.
Improvvisa ruoli e situazioni riversando sugli oggetti e sui compagni di gioco le sue pulsioni e riuscendo anche ad elaborare l'angoscia data da esperienze conflittuali.
L'adolescente invece, dinanzi alle difficolta e alle incomprensioni del suo agire, influenzate dalla sua stessa ambivalenza evolutiva, trova modalita espressive in attivita caratterizzate inizialmente dal bisogno di esprimere se stesso e di elaborare i propri vissuti, attivita quali la poesia, la musica, la pittura ecc..
Successivamente puo sviluppare queste attivita in senso artistico o ricercarne invece altre capaci di garantire a lui una soddisfacente collocazione sociale.
E' chiaro che il disagio psichiatrico e molto piu consistente rispetto alle difficolta del bambino o dell'adolescente, anche perche c'e una situazione patologica in atto, ma e altrettanto vero che in ogni persona possiamo riscoprire, cercare e cogliere potenzialita sommerse, espressioni diverse che cambiano gli abituali modi di comunicazione e consentono uno spostamento degli schemi relazionali ormai consolidati.
Importante diventa dunque riempire "gli spazi vuoti" avviare un processo di intracomunicazione dell'io, svolgere un lavoro di comprensione, riorganizzazione e strutturazione del tempo perduto, recuperando l'immagine del se come entita storica.
Per questo nel nostro lavoro si sono creati stimoli nuovi, si sono proposte attivita espressive diverse, nella consapevolezza di poter suggerire e trovare all'interno della Residenza Altinate forme e linguaggi piu consoni all'espressione soggettiva.
Sembra, direi superfluo, sottolineare che quanto sopra rientra nell'ambito di un progetto globale che, sulla base di una particolareggiata analisi individuale effettuata, individua tempi, modi e differenziate possibilita riabilitative che concorrono a sostenere quel processo di cambiamento che gradualmente credo si stia realizzando.
L'arte invisibile e un momento di questo cammino, e un momento in cui ci si accorge di quelle immagini interiori, finalmente espresse in forme concrete, il momento in cui le emozioni dei pazienti assumono un linguaggio piu appropriato, cosi che la fantasia libera la mente di ognuno e riempie quegli spazi con segni, tracce, simboli e stili personali.
L'arte invisibile rappresenta un percorso creativo dentro al quale la produzione artistica si colloca come messaggio, come liberazione, a mio avviso, come possibilita di agire.
Nell'accezione Hegeliana l'opera d'arte e l'armonia tra la forma e l'idea che viene trasmessa, essa esprime l'apparenza sensibile dell'idea; l'artista con la sua fantasia deve saper cogliere l'oggetto ideale e, per esprimerlo, deve dominare l'oggetto che lo ha ispirato, creando una sintesi tra la propria soggettivita e l'oggetto ideale.
Io credo che l'arte invisibile susciti comunque dentro ognuno di noi emozioni, sensazioni, possibilita e credenze diverse; cio che e importante e che il messaggio ci abbia colto e la comunicazione si sia avviata.
Ma nella comunicazione c'e sempre chi trasmette e chi riceve: ora a ricevere queste informazioni c'e tutto quel mondo dentro e fuori della Residenza Altinate che in passato sembrava molto piu lontano e che oggi, piu da vicino, puo decodificare, a vari livelli, i segni e le produzioni presenti:
- qualcuno puo, come si e detto, parlare di opere d'arte;
- altri recepiranno le tecniche pittoriche avvertendo delle emozioni estetiche;
- altri ancora potranno vivere delle emozioni di tipo associativo, collegandole ai propri vissuti esperienziali sostenendo il percorso riabilitativo che si e cercato di avviare;
- infine c'e l'operatore psichiatrico che conosce l'autore e la sua produ zione e che per questo deve saper cogliere e verificare il flusso delle emozioni e le immagini interne che, liberandosi da vecchie conflittualita, gradualmente raggiungono la realta esterna.
Questo offre a noi la possibilita di reimpostare il rapporto operatorepaziente in una dimensione terapeutica nuova e di intervenire contemporaneamente con specifiche azioni nel sistema sociale per preparare una accoglienza diversa rispetto al passato.
Concludendo penso a quell'operatore psichiatrico che e giunto dopo di me e a quanti dopo di lui avranno modo di osservare e di annotare sensazioni e programmi.
Mi chiedo come sara il loro impatto e sperd che non saranno piu colti dalla violenta sensazione di impotenza che l'istituzione di origine manicomiale trasmette. Spero che possano cogliere il sorriso e le espressioni dei pazienti; avvertire come lo spazio si riempie di "scoppi di vita e fantasia"; leggere sulle pareti i segni del passato e sul volto di ognuno la storia di un'esistenza "passata ma non trascorsa".