All'alba del 19 dicembre 1995 le truppe dei corpi speciali di Polizia e Carabinieri facevano irruzione nel centro sociale Leoncavallo.
I compagni presenti venivano sequestrati per numerose ore, sdraiati per terra, la bocca chiusa con nastro adesivo e le mani bloccate dietro la schiena con manette di plastica.
Venivano sequestrati tutti gli impianti di amplificazione e illuminazione necessari alle attivita' musicali, in ragione del loro uso al fine di "svolgere spettacoli pubblici non autorizzati" e del disturbo arrecato ai vicini...
Con il pretesto della "ricerca di sostanze stupefacenti", poliziotti e carabinieri sfondavano tutte le porte del centro sociale, mandavano in frantumi buona parte dei vetri, e procedevano in modo sistematico alla distruzione di ogni bene presente all'interno dell'edificio.
Il lungo elenco delle distruzioni comprende i giocattoli dei bambini della "Foresta delle Idee", su cui qualche solerte servo dello Stato si toglieva anche la soddisfazione di orinare; i libri della libreria e del centro di documentazione, sparpagliati per terra, scompaginati, calpestati e imbrattati di vernice verde; tutti i computers, videoproiettori, monitors televisivi, insomma tutti gli strumenti di comunicazione, venivano fatti a pezzi. La riproduzione del "Quarto Stato", sfregiata dalle baionette dei tutori dell’ordine, e’ diventato il simbolo di quell’atto di squadrismo.
Poi, il centro sociale e’ stato ricostruito per l’ennesima volta, come dopo ognuno dei numerosi sgomberi subiti tra il 1989 ed il 1994, ha continuato a crescere e a dar vita a nuovi progetti, ha continuato ad essere soggetto di sperimentazione sociale e di intervento politico in questa citta’.
Il collettivo ECN, quello dei computers distrutti, non solo ha ripreso immediatamente le proprie attivita’ e ripristinato le risorse informatiche del centro sociale, ma e’ anche stato uno dei principali promotori del progetto "Isole nella Rete", oggi una delle piu’ importanti esperienze di telematica sociale nel nostro paese.
Questa serata, dedicata alla letteratura di genere in Italia, e piu’ nello specifico alla fantascienza, e’ stata organizzata da alcuni appartenenti a questo gruppo di compagni, mossi dalla passione per questo genere letterario e dalla convinzione che i terribili mondi immaginari in esso prefigurati sono ogni giorno meno lontani dalla realta’ che viviamo, nella presuntuosa convinzione che l’unica alternativa alla barbarie del presente e dei molti futuri possibili sia il nostro desiderio di comunismo, inteso non tanto come astratto ideale, ma piuttosto come costruzione di coscienza sociale e di comunita’ umana, qui ed ora.