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NOTIZIE EST #22 - ITALIA/BULGARIA
1 marzo 1998

SOFIA: APPALTI E COMMESSE PER L'ITALIA
a cura di Andrea Ferrario

Si fanno sempre più frequenti le visite di uomini di stato italiano nell'area balcanica. Una dopo l'altra, nello spazio di poco più di un mese, si sono avute le visite di Dini in Jugoslavia, di Scalfaro in Bulgaria, di Prodi in Macedonia, di Scalfaro in Romania e ancora di Prodi in Bulgaria (paese nel quale presto si recherà in visita anche Berlusconi, invitato dal sindaco di Sofia). Se a queste visite si aggiunge la presenza stabile, a ogni livello, dell'Italia in Albania e il forte influsso economico e politico che l'Italia esercita in Montenegro, si avrà una misura dell'importanza che quest'area sta assumendo per il governo e per le aziende italiane (nonché per la criminalità mafiosa italiana, la cui presenza nell'area si sta facendo sempre più evidente).

La Bulgaria, in particolare, ha acquistato un particolare interesse per l'Italia da quando a Sofia è giunta al potere il nuovo governo di destra, che ha inaugurato una politica di drastiche privatizzazioni e di collaborazione con le istituzioni finanziarie internazionali, accompagnate da un'intensa continua pressione per aderire alla NATO. Questa politica apre nuovi spazi alle mire colonizzatrici dell'Italia e delle aziende del paese, che venivano invece frustrate dal precedente governo di Sofia, a guida socialista (un fatto che spiega la presenza regolare in prima fila di Pierferdinando Casini e di Clemente Mastella nelle manifestazioni che l'hanno scorso hanno portato al potere in Bulgaria il premier Ivan Kostov e il suo partito, la SDS). L'importante appoggio dell'Italia alla destra bulgara sta ora dando i suoi frutti, soprattutto grazie al progetto di lunga data del Corridoio n. 8 (ideato da Mussolini già negli anni '30), cioè il collegamento stradale che collegherà Istanbul a Durazzo e di qui all'Italia, attraverso Sofia e Skopje. Il progetto si sta facendo sempre più importante, perché lungo buona parte del collegamento stradale correrà anche un oleodotto che dovrebbe trasportare il petrolio del Mar Nero, attraverso il porto di Burgas, verso l'Italia, oltre a un'importante tracciato di cavi ottici che costituirà l'asse portante delle telecomunicazioni nell'area. Le notizie del quotidiano bulgaro "Kontinent" che riportiamo qui sotto, pur nella loro brevità, danno un'idea della posta in gioco (e di come gli "aiuti finanziari ai paesi in transizione" siano in realtà finanziamenti da parte degli stati prestatori alle proprie aziende), richiamando inoltre l'attenzione sulle politiche italiane di messa a disposizione di una fonte alternativa di gas, per strappare la Bulgaria a quello che è l'ultimo fattore di influenza russa:

"La compagnia petrolifera ENI si è dichiarata interessata a partecipare al progetto per forniture alternative di gas da Algeri, attraverso l'Italia e l'Albania, alla Bulgaria", come ha dichiarato il direttore del Comitato per l'energia Ivan Siliaski di fronte a una platea di imprenditori bulgari e italiani. "I partner stranieri hanno dimostrato la loro intenzione di partecipare ai lavori di costruzione dell'oleodotto Burgas-Valona [...]. Gli studi relativi al progetto vengono condotti dalla società americana AMBO, che ha già presentato i primi risultati due anni fa. Oltre alla Bulgaria, partecipano al progetto anche la Macedonia e l'Albania. E' probabile che ditte italiane partecipino alla costruzione dell'oleodotto, ritengono gli specialisti. 'E' un progetto per il quale condurremo trattative con la parte italiana", ha dichiarato ancora il direttore del Comitato per l'Energia."

"58 rappresentanti del mondo imprenditoriale italiano, che hanno accompagnato il primo ministro Prodi, si interessano a collaborazioni nel campo dell'industria, delle telecomunicazioni, del trasporto e delle finanze. 'Vorremmo che, prima di andarvene, voi prendiate alcuni dei soldi che vi attendono qui. Altrimenti lo faranno altri investitori", sono le parole con cui il direttore della Camera di Commercio Bulgara ha esortato gli investitori italiani. [...] Già ieri, le società italiane Marconi e Alenia hanno dimostrato il proprio interesse per forniture di impianti e apparecchiature nel campo delle telecomunicazioni. 'Siamo pronti ad aiutare lo sviluppo delle telecomunicazioni, nella misura in cui la Bulgaria si dimostra pronta ad aderire alla NATO', ha dichiarato Remo Pertica, responsabile delle produzioni militari della Marconi. L'azienda italiana ha firmato già tre anni fa un contratto di collaborazione con la ditta bulgara Elta per investimenti nel campo delle telecomunicazioni militari. L'azienda italiana Nupi, invece, si è dimostrata interessata ad aprire in Bulgaria linee di produzione nel campo degli acquedotti, avendo vinto le prime tre aste per progetti finanziati dalla Banca Mondiale."

In un altro articolo, lo stesso quotidiano scrive: "Il premier italiano e quello bulgaro hanno discusso del Corridoio n. 8, alla cui costruzione contribuiranno anche istituzioni finanziarie europee. 'Siamo assolutamente pronti a firmare un'intesa', ha affermato il premier bulgaro Ivan Kostov. E' stato deciso che il primo protocollo verrà firmato nel corso del mese di marzo [...]. Kostov ha poi aggiunto che gli scambi commerciali tra i due paesi ammontano a più di 800 milioni di dollari, vale a dire circa 150-200 milioni di dollari in più rispetto a quelli con quello che era il tradizionale partner commerciale della Bulgaria, cioè la Russia".

Alcuni giorni dopo la visita di Prodi a Sofia, il ministro della difesa bulgaro Ananiev si è recato a Roma dove ha incontrato il ministro della difesa Andreatta e il viceministro degli esteri Fassino. I due hanno dichiarato che la Bulgaria "occupa un posto prioritario nella politica estera italiana" e che l'Italia, così come la Germania e l'Austria, appoggiano l'ammissione della Bulgaria nella NATO. Ananiev si è incontrato anche con rappresentanti delle aziende militari Marconi e Alenia, per definire ulteriori collaborazioni.

Va segnalato che sempre negli stessi giorni, è giunto a Sofia Brenton Fishman, vicepresidente della Northrop-Grooman, un'azienda americana che è tra i maggiori produttori di armi del mondo. Fishman si è incontrato con il vicepremier bulgaro Bozkov, con il quale ha studiato l'avvio di progetti che prevedono l'apertura di stabilimenti per la produzione di armi per l'esercito americano e per i paesi della NATO. La Bulgaria era uno dei maggiori produttori di armi del Patto di Varsavia e possiede ancora alcuni importanti fabbriche nel settore. Un eventuale accordo acquisterebbe ancora maggiore rilievo per il fatto che la Northrop si dovrebbe fondere il mese prossimo con la Lockheed Martin, dando vita al più grande colosso della produzione bellica mondiale.

Per tornare al "fronte italiano" nei Balcani, va rilevato tra le altre cose anche l'avvio di una serie di "aiuti" promessi l'anno scorso dal governo italiano a Milo Djukanovic, allora premier, e oggi presidente del Montenegro. La prima tranche di 15 miliardi di lire è appena stata versata e andrà a finanziare progetti nel campo dell'approvvigionamento dell'acqua, che sono stati appaltati... alla ditta italiana Cispel.

(fonti: "Kontinent", "Nova Makedonija", "Nasa Borba")