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![]() L'Europa Orientaledi Matt Taibbi Ancora prima di sapere la terribile verità, il russo medio non ti sopporta, consulente occidentale. Non sopporta vederti entrare da Le Gas per spendere la tua diaria per un pranzo, mentre lui sta portando kefir e qualche magra ala di pollo alla sua desolata famiglia. Non sopporta la tua automobile con tanto di autista e il tuo appartamento da $5000 dollari al mese, per il quale avrebbe bisogno di molto di più dei pochi buoni di privatizzazione che gli avete riservato. Senza nemmeno bisogno di pungolarlo, non sopporta il tuo aspetto, il tuo russo stentato, non sopporta nulla di te, perché tu hai tutto e lui non ha nulla... Provate a immaginare cosa succederebbe se questo russo scoprisse chi è che paga per tutte queste sfacciataggini. Perché la verità è che nel corso degli ultimi anni, la Russia ha sottoscritto prestiti dalla Banca Mondiale per milioni di dollari, tutti concessi alla condizione che consulenti occidentali venissero assunti con salari esorbitanti per realizzare i relativi programmi. Ma non basta, le condizioni cui vengono forniti i prestiti della Banca Mondiale prevedono l'applicazione di politiche economiche messe a punto dalla Banca stessa, che ha sempre insistito per porre fine ai sussidi forniti al settore energetico e a quello agricolo. In altre parole, la Banca Mondiale ha insistito affinché il misero salario di molti russi venisse cancellato, per assegnare allo stesso tempo esorbitanti salari ai propri consulenti. Stiamo parlando di prestiti, non di regali. In pratica, la Russia si è assunta dei debiti per pagare lo stile di vita lussusoso che tutti abbiamo potuto osservare qualche voltra tra i nostri amici. La Russia è a pezzi; non può pagare alla sua polizia, al suo esercito, ai suoi scienziati e ai suoi insegnanti degli stipendi sufficienti per vivere, ma in qualche modo è stata raggirata dalla Banca Mondiale che è riuscita a farle pagare i costi del mantenimento di un esercito di libertini occidentali. Si tratta di una storia complicata, con affermazioni contradditorie che si intrecciano, ma è necessario tenere a mente che c'è una cosa che nessuno discute, e cioè che la Russia si è indebitata per milioni di dollari e forse per decine di milioni di dollari", come afferma l'ex-direttore della Banca Mondiale a Mosca, Charles Blitzer, per pagare i salari dei consulenti occidentali. Per approfondire l'argomento, tuttavia, possiamo concentrare l'attenzione su di uno specifico prestito del Fondo Monetario Internazionale: un assegnazione di $31 milioni destinata a finanziarie il cosiddetto "Programma per la Protezione degli Investitori". Si tratta del prestito che ha attirato più di ogni altro l'attenzione - e la rabbia - della sempre più antioccidentale Camera Contabile Russa. La Camera Contabile Russa è stata creata l'11 gennaio 1996 con un Decreto Presidenziale. E' unica tra gli enti governitivi per il fatto che tecnicamente non deve rispondere a nessuno. Invia i risultati delle sue indagini alla Duma, ma non prende ordini dalla Duma. Come l'Ufficio Contabile Generale nel governo degli Stati Uniti, ha il compito di controllare che il denaro del governo venga inviato al programma al quale viene destinato, e inoltre di garantire che il denaro del governo venga speso in maniera saggia ed efficace. I tentativi della Camera Contabile di individuare episodi di corruzione e di spreco hanno avuto esiti diversi. Tra le altre cose, la Camera è riuscita nei primi mesi di quest'anno a convincere il presidente Eltsin a bloccare la privatizzazione di una delle più grandi compagnie di assicurazione, la Rosstrakh, la cui asta sarebbe stata organizzata su basi non competitive. L'altro grande successo è stato quello di portare a conoscenza del pubblico particolari relativi ai meccanismi delle aste che prevedono lo scambio dei debiti delle aziende con azioni delle stesse. Anche se non è riuscita ad annullare queste aste, la Camera è riuscita almeno a rendere pubblici alcuni degli aspetti più sinistri di queste aste -- per esempio, che i vincitori spesso usano soldi del governo, dati loro in affidamento come banche autorizzate [il governo russo affida in gestione i fondi del proprio bilancio a banche private - n.d.t.] per effettuare le loro offerte. In altre parole, la Camera Contabile è stata la prima a rivelare che il governo ha nei fatti prestato denaro a organizzazioni private (per es. Uneximbank [la banca che insieme al finanziere Soros e alla Deutsche Bank ha recentemente comprato una quota di maggioranza della potentissima finanziaria Svyazinvest, acquisendo in tal modo il controllo di interi settori dell'economia russa e di importanti giornali n.d.t.], Menatemp), in modo che queste ultime potessero acquistare imprese statali a prezzi stracciati - una prova del fatto che lo stato ha sponsorizzato la creazione di una classe oligarchica. Nei suoi sforzi per individuare le conseguenze della privatizzazione, era inevitabile che la Camera si imbattesse nei consulenti occidentali, che hanno svolto un ruolo essenziale nel creare la struttura di molti programmi di privatizzazione. Secondo l'ispettore-capo Evgenij Nikulishev una delle prime cose che ha attirato l'attenzione della Camera è stata un'ordinanza (la n. 188) firmata dall'allora capo del Comitato per le Proprietà Statali (oggi vice-primo ministro) Anatoly Chubais il 5 ottobre 1992, con la quale Jonathan Hay, un cittadino americano, veniva nominato vicedirettore di una commissione di esperti all'interno del Comitato per le Proprietà. L'ordinanza dava ad Hay e al capo della commissione Maksim Bojko potere di veto su tutti i progetti del Comitato per le Proprietà. Incuriosito e in qualche misura preoccupato dal fatto che a un cittadino americano fosse stato assegnato un ruolo ufficiale così importante nella ridistribuzione del patrimonio statale russo, Nikulishev e i suoi colleghi si sono riproposti di tenere sott'occhio in futuro le organizzazioni influenzate da Hay. All'inizio dell'estate di quest'anno hanno cominciato ad accorgersi di uno strano andamento nella distribuzione di alcuni dei fondi provenienti da aiuti internazionali. Uno degli esempi era quello relativo a un'organizzazione chiamata il Fondo Statale per la Difesa degli Investitori. Creato subito dopo lo scandalo della finanziaria piramidale MMM allo scopo di fornire una specie di sistema assicurativo per le vittime delle frodi compiute ai danni degli investitori, il fondo doveva rilevare una parte dei proventi delle privatizzazioni e tenere in custodia tali fondi fino a quando non si fossero resi necessari per pagare le vittime di eventuali frodi. Gli stipendi dei dipendenti del Fondo, che secondo quanto riscontrato dalla Cambera contabile includevano consulenti occidentali) venivano pagati ricorrendo a un prestito da $31 milioni fornito dalla Banca Mondiale e finalizzato a un ampio programma di protezione degli investitori. Inoltre, i consulenti occidentali che provenivano dall'Istituto per un'economia basata sulla legge (del quale faceva parte Hay) e che lavoravano per il fondo, venivano pagati con soldi prestati dalla Banca Mondiale. Fino a qui, tutto normale. La Camera, però, ha riscontrato tutta una serie di stranezze relativamente al Fondo. Tanto per cominciare, nei primi dieci mesi della sua attività, cominciata nel settembre 1996, il Fondo non aveva rimborsato "nessuno, nemmeno per un copeco", secondo quanto afferma Nikulishin. In secondo luogo, il denaro del Fondo (vale a dire i proventi delle privatizzazioni che teneva in custodia) veniva gestito da una società di investimento privata a gestione americana, di nome Pallada. Chi segue le notizie con attenzione, si ricorderà forse che la Pallada è diretta dalla fidanzata di Hay, Beth Hebert. Sono stati gli investimenti di Hay nella Pallada che lo hanno fatto licenziare dallo Harvard Institute for International Development (HIID) [Lo Harvard Institute, di cui è presidente il noto economista liberista Jeffrey Sachs, è un'organizzazione privata che viene pagata dal governo degli Stati Uniti, attraverso la USAID - si veda più avanti - per mettere a punto piani di riforma economica nei paesi dell'Europa Orientale. Riguardo al recente scandalo che ha coinvolto lo Harvard Institute la web-zine bulgara Iskri ha pubblicato, in inglese, una serie di materiali all'indirizzo: ///// - n.d.t.]. In ogni caso, quello che era strano, riguardo alla gestione da parte della Pallada del denaro del Fondo, era il fatto che la società finanziaria aveva ottenuto il contratto, secondo la Camera, su una base non competitiva. In terzo luogo, la Camera afferma che il denaro conservato dal Fondo sotto la gestione della Pallada (circa 20.5 miliardi di rubli, ovvero più o meno $3,5 miliardi) è aumentato solo in misura del 2,9% nel corso dei dieci mesi di vita del Fondo. Il tasso di interesse delle banche nel corso dello stesso periodo è stato del 18%, mentre la borsa russa ha avuto nel medesimo intervallo di tempo tra le migliori prestazioni del mondo. Hebert ha rifiutato di essere intervistata per questo articolo, ma l'addetto stampa della Pallada, Vadim Soskov, nega le accuse della Camera, affermando che la Pallada ha nei fatti aumentato l'ammontare del denaro detenuto dal Fondo del 36%. Nikulishin continua a confermare la sua versione dei fatti e afferma che il risultati definitivi delle sue indagini verranno resi pubblici con ogni probabilità questo autunno. Per quanto riguarda l'ottenimento del contratto da parte della Pallada su una base non competitiva, Soskov ripete le smentite, sostenendo che "c'è stata un'asta l'anno scorso e la Pallada l'ha vinta perché ha offerto la percentuale di commissione più bassa". Il problema è che Soskov non si ricorda chi erano i concorrenti della Pallada in questa offerta d'appalto decisamente appetitosa. Comincia così a emergere un quadro complessivo: viene messo a punto un programma per tutelare i normali cittadini russi, ma le uniche persone che in effetti vedono dei soldi destinati al programma sono i dipendenti russi e occidentali del Fondo, la società finanziaria privata a gestione americana Pallada, i consulenti della ILBE (una creatura dello Harvard Institute) e la First Depository, di proprietà occidentale, che conserva i titoli per conto della Pallada. E ogni dollaro che gli occidentali guadagnano in questo sistema viene dal bilancio russo, attraverso il denaro prestato dalla Banca Mondiale o attraverso i proventi delle privatizzazioni. Il fondatore della First Depository, Julia Zagachin, e il responsabile del Fondo Evgenij Kovrov, hanno entrambi rifiutato di essere intervistati per questo articolo. Larissa Saladukhina, che come capo del Centro Investimenti Collettivi supervisiona tutti i progetti sotto gli auspici del Programma di Protezione degli Investimenti, afferma di non sapere nulla dei particolari di alcuna di queste vicende. Quali altri consulenti occidentali vengono pagati con questi $31 milioni? Alcuni collaboratori della ditta di relazioni pubbliche Burson-Marsteller (B-M), secondo Kristin Staples della B-M stessa, che è addetto stampa di Dmitri Vasilev della Commissione Titoli Federale. Staples ha confermato che la B-M attualmente ha un contratto con la Banca Mondiale, anche se dice di non conoscerne i particolari. Si è rivelato impossibile giungere a conoscenza di questi particolari, dato che i dirigenti della Burson-Marsteller a Mosca ha rifiutato di rispondere alle domande di eXile riguardo all'entità del contratto della loro società con la Banca Mondiale e il numero dei dipendenti che lavorano sotto quel contratto. Saladukhina, che tra l'altro non ha ammesso che consulenti occidentali fossero stati assunti nell'ambito del prestito per la Protezione degli Investimenti fino al momento in cui le è stato detto che la B-M aveva già ammesso di avere un contratto con la Banca Mondiale, ha affermato che c'erano "solo tre consulenti della B-M, tutti russi". Due fonti vicine alla B-M, che hanno rifiutato di essere nominate, tuttavia, hanno affermato che la B-M ha come minimo alcuni consulenti occidentali che lavorano sulla base del contratto con la Banca Mondiale. Il fatto che la B-M abbia un contratto con la Banca Mondiale ci torna utile, perché ci consente di avere un'idea di che tipo di stipendi ed emolumenti siano in gioco. In una denuncia presentata il mese scorso in Haper's magazine dall'attuale direttore del St. Peterburg Times, Matt Bivens, che ha lavorato per la B-M come "Coordinatore Nazionale dei Media" per il programma di privatizzazione nel Kazakhstan, ha dimostrato che la B-M possiede una notevole esperienza nel procacciarsi sussidi e stipendi tramite le organizzazioni di aiuto internazionale. Tanto per cominciare, Bivens ci informa del fatto che la B-M aveva stipulato un cosiddetto contratto "cost-plus" con l'Ente americano per lo sviluppo internazionale (USAID). Con il contratto lo USAID si impegnava a coprire tutti costi della B-M, con una clausola che prevedeva l'aggiunta di un 7 per cento al margine di profitto realizzato dalla B-M. "In altre parole, più spendevamo e più guadagnavamo", scrive. Bivens, che aveva 26 anni e aveva solo qualche esperienza come inviato e giornalista free-lance della AP e del LA Times, era stato assunto dalla B-M sulla base di una conversazione telefonica, in seguito alla quale gli è stato assegnato un budget di $70.000 che è cresciuto fino a $90.000 nel giro di soli pochi mesi. Bivens ha descritto la sua esperienza affermando che non aveva praticamente nulla a che fare con la promozione della privatizzazione e tutto a che fare con l'assicurarsi il continuo afflusso di fondi dallo USAID. Il risultato tangibile del lavoro della B-M in Kazahstan è riassumibile con la realizzazione di qualche "telenovela" per promuovere le privatizzazioni o, per fare un altro esempio, di 5 milioni di "Calendari della privatizzazione" tascabili stampati dalla B-M per un totale di $69.000; Bivens ricorda un momento di reale efficacia della B-M, avutosi quando con i suoi colleghi hanno unito i propri sforzi per ottenere la diaria di $94 al giorno alla quale avevano diritto i dipendenti degli altri enti finanziati da USAID. "Per la prima volta", ricorda, "mi sono sentito uno che agiva". Tutto questo può anche sembrare come privo di relazioni con quanto riguarda Mosca o la Banca Mondiale. Ma prendiamo in considerazione le due seguenti informazioni: innanzitutto, Blitzer si è vantato del fatto che la Banca Mondiale, a differenza dello USAID, "è disposta a pagare soldi in più" per i consulenti e pertanto attira i migliori talenti, facendo presumere a chi ascolta che sia improbabile che i dipendenti della B-M i quali lavorano per la Banca Mondiale a Mosca facciano meno e abbiano delle diarie inferiori a quelle dei dipendenti B-M che hanno lavorato per lo USAID in Kazahstan. In secondo luogo, quando è stato a chiesto a Staple cosa giustificasse l'assunzione di consulenti occidentali con alti stipendi con fondi del governo russo, lei ha rispsoto: "Beh, non ottengono solo il tempo che gli dedichiamo. Ci sono anche cose tangibili che vanno a vantaggio della popolazione russa". Che tipo di cose tangibili? "Beh, brochures e opuscoli. Gestiamo anche un programma radiofonico". Radio? Brochures? E questo sarebbe qualcosa di significativamente diverso dai calendari e dalle telenovelas? L'unica differenza è che i kazaki, almeno, hanno avuto la soddisfazione di mungere un po' il contribuente fiscale statunitense per pagare i propri attori, tipografi ecc. Nel nostro caso, invece, i russi pagano il conto dei giochi di prestigio dei consulenti B-M. Con gli interessi maturati. Vi chiederete: quale pazzo, tra i russi, ha accettato di contrarre questi prestiti, regalando agli occidentali i relativi alti stipendi? Non è probabilmente una sorpresa che la Duma non sia coinvolta; per i prestiti di entità inferiore ai $100 milioni non è necessaria alcuna approvazione parlamentare. In questi casi, un comitato ministeriale speciale approva il prestito e questo comitato, secondo Blitzer, era guidato da Chubais nel momento in cui è stato assegnato il prestito da $31 milioni. E' difficile immaginarsi Chubais che ostacola qualche iniziativa di prestito occidentale; in realtà è in forte debito con l'Occidente, dopo avere ricevuto centinaia di milioni di dollari come sostegno politico alle sue iniziative di privatizzazione. Si è fatto una bella esperienza nel campo durante questi ultimi anni. Evidentemente gli ambienti che forniscono aiuti, una volta che le donazioni hanno cominciato a prosciugarsi, si sono dette che era venuto il momento di riscuotere il dovuto dalla Russia. La logica "Milioni di dollari, e forse decine di milioni di dollari. Sono di quest'ordine le cifre spese per pagare gli stipendi ai consulenti occidentali", ha ammesso Blitzer, difendendo le politiche adottate da quella che un tempo era la sua banca. La discussione di qualsivoglia aspetto relativo agli aiuti internazionali con chi si occupa professionalmente di tali aiuti degenera inevitabilmente nel ricorso a invettive politiche e in una divisione del campo tra "Noi" e "Loro, la minaccia rossa". Blitzer ha liquidato l'intera questione dei consulenti occidentali che ricevono "aiuti" dal governo russo come un problema sollevato da chi si oppone alle riforme per motivi politici. "Guardi le sue fonti," ha detto. "La Camera Contabile Statale. Hanno un chiaro programma politico, che tutti sanno essere dettato dalla linea dei comunisti". Accusare chiunque critichi i programmi di "aiuto" di fare il gioco dei comunisti è una tattica ormai nota. Soskov della Pallada ha giocato la stessa carta quando gli sono state elencate le accusa della Camera Contabile. Nessuno di loro è sembrato preoccuparsi del fatto che una delle figure chiave della Camera Contabile sia Juri Boldarev, un ben noto liberale anticomunista. Ma Blitzer non ha terminato così. Ha continuato affermando che questo articolo, qualora fosse stato pubblicato, avrebbe "fatto direttamente il gioco di oligarchi come Cernomyrdin, Potanin e Berezovski", che si oppongono al libero commercio e le politiche basate sulla legge promosse da Vasilev. Tra gli oligarchi nominati includeva forse anche Chubais, che ha goduto per anni di ampio supporto da parte della Banca Mondiale e dello USAID? "Beh, suppongo che Chubais, nell'ultimo anno e mezzo, abbia lavorato al 90% per la Uneximbank e al 10% per Vasilev", ha ammesso. Blitzer ha poi affermato che è giusto fare pagare i consulenti ai russi, dato che in questo caso è più probabile che prestino loro ascolto. Quindi la Russia non ha prestato ascolto ai consulenti che venivano pagati con i soldi dati in prestito? "Non poi così tanto", è stata la risposta. Ma allora come ha fatto Jonathan Hay a conservare una posizione che gli dava un diritto di veto ufficiale sui programmi di privatizzazione? Non gli veniva dato ascolto? "Jonathan era solo una singola persona", ha risposto. "Ho non ho mai sentito che abbia posto il veto a qualcosa". Fare in modo che la Russia pagasse i servizi occidentali era, oltretutto, una cosa logica secondo Blitzer, dato che i contratti vengono sempre assegnati in base a un concorso, che garantisce la migliore qualità al miglior prezzo. Quando gli abbiamo chiesto come fa quest'affermazione ad andare d'accordo con le affermazioni secondo cui la Pallada ha vinto il contratto senza un concorso, Blitzer ha risposto, "Beh, ovviamente, in alcuni casi i contratti vengono assegnati direttamente. Di solito ciò avviene quando si tratta di contratti di valore limitato". Blitzer ha ammesso che gli onorari dei consulenti occidentali sono un "potenziale problema di pubbliche relazioni", ma ha continuato sottolineando che si tratta solo di un problema apparente. "La vera questione è se la Russia vuole veramente un'economia come quella svedese o giapponese; se invece preferisce avere un'economia come quella turca o cinese allora non deve assumere consulenti occidentali. Ma se vuole il nostro tipo di economia, gli investimenti in consulenze sono investimenti che porteranno in ultimo un utile". Naturalmente la Russia non voleva un'economia come quella della Cina, che è cresciuta a un tasso del 10% all'anno nel corso degli ultimi venti anni. E gli agricoltori russi certamente sono contenti del fatto che lo stato abbia smesso di fornirgli sussidi, seguendo gli insistenti consigli della Banca Mondiale nel corso dell'ultimo anno (secondo quanto risulta da un memorandum fatto pervenire dall'allora Ministro dell'Economia Sergej Vasilev all'allora Vice-Primo Ministro Vladimir Potanin, fornito a eXile dalla Camera Contabile); ovviamente fornire sussidi ai consulenti occidentali era una cosa molto più sensata. In realtà, a partire dagli anni in cui è stata inondata da influenti consulenti occidentali, la Russia è stata afflitta da una delle più profonde depressioni economiche mai osservate nel corso di questo secolo -- qualcosa di molto diverso dal modello "svedese o giapponese" verso il quale, secondo Blitzer, i suoi consultanti starebbero conducendo la Russia. Quando verrà il momento in cui i russi smetteranno di prestare ascolto a questa linea occidentale e reagiranno violentemente? L'Occidente ha dato tutto il proprio appoggio a Chubais, ottenendo in cambio un ampio controllo sulle politiche del governo russo, che sono state un disastro di proporzioni criminali epiche; ora sta deificando Dmitrij Vasilev, chiedendo allo stesso tempo ai russi di inghiottire l'enorme costo dei consulenti occidentali al fine di proseguire le politiche dell'Occidente, indipendentemente dal fatto che promuovano l'interesse del popolo russo o meno. [...] |