| Comunicato del Comitato Clandestino Indigeno -
Comando generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale Messico |
29 novembre 1997
Al popolo de Messico
Ai popoli ed ai governi del mondo
Alla stampa nazionale e internazionale
Fratelli:
C'è adesso una nuova campagna governativa: la deliberata amnesia
dell'Esecutivo federale pretende di provocare confusione nell'opinione
pubblica, cerca di presentare l'EZLN come il vero "intransigente" e come
quello che rifiuta il dialogo quando, i fatti lo dimostrano, è il governo
federale, in complicità con lo stato del Chiapas, quello che rifiuta di
prendere parte ad un dialogo autentico e profondo per costruire delle
soluzioni per le giuste rivendicazioni dell'insurrezione zapatista.
Di fronte a questa campagna, e perché lo sappiano tutti gli smemorati,
l'EZLN ripete:
Primo.- È necessaria la piena soddisfazione delle 5 condizioni minime,
presentate dall'EZLN nell'agosto del 1996, per la ripresa del dialogo.
B) Una proposta seria e responsabile per arrivare ad accordi nel "Tavolo 2"
di San Andrès, con il tema "Democrazia e giustizia".
C) Libertà per tutti i detenuti zapatisti nel paese.
D) Cessare delle minacce, dei massacri, degli allontanamenti e delle
persecuzioni contro gli indigeni chiapanechi nel nord, altos, selva,
frontiera, sierra e costa.
E) Un commissario governativo con capacità de decisione, con serietà e rispetto.
Secondo.- Il gioco dell'accettazione e posteriore rifiuto governativo
all'iniziativa della Cocopa non solo non adempie agli accordi firmati dai
rappresentanti dell'Esecutivo federale e dell'EZLN nel tavolo di San Andrès
Sakamach'en de Los Pobres, ma mette anche in crisi totale la via del dialogo
come metodo di risoluzione della guerra in Messico.
Terzo.- Non è l'EZLN quello che si rifiuta di dialogare, è il governo quello
che pretende di fingere un dialogo mentre scommette per una soluzione
militare. A dimostrazione di questa ipocrisia ci sono gli allontanamenti e
gli attacchi già quotidiani, di cui sono protagonisti guardias blancas e
polizie (entrambi al servizio dell'illegittimo Ruiz Ferro) nei municipi di
Tila e Sabanilla, nel nord dello stato del Chiapas; gli omicidi impuniti nel
municipio di Chenalhó, in Los Altos del Chiapas, realizzati dagli squadroni
della morte finanziati dalla Triplice Alleanza formata dal governo dello
Stato-PRI-Esercito Federale; le costanti minacce militari contro gli
indigeni delle comunità della selva lacandona; la persecuzione degli
zapatisti nelle regioni frontiera, sierra e costa; e la campagna di bugie e
simulazioni che viene realizzata attraverso i mezzi di comunicazione
regionali e nazionali per attaccare la mediazione, la diocesi di San
Cristóbal, le ONG, le organizzazioni che difendono i diritti umani, i
municipi autonomi e l'EZLN.
Quarto.- Se il Potere Esecutivo non mantiene la parola data, e se il
Legislativo dubita nel rispettare la sua, l'EZLN continua a pensare che la
parola data e il suo rispetto sono la misura della statura umana.
Quinto.- Il futuro della relazione tra la Cocopa e l'EZLN non è in potere
degli zapatisti. Non siamo stati noi quelli che abbiamo legato loro le mani,
né abbiamo ritrattato gli impegni accordati, né ci siamo burlati dei
parlamentari, né abbiamo giocato con il dialogo e con la guerra. I
parlamentari della Cocopa hanno un lavoro da fare. La fiducia si guadagna
con i fatti e non con dichiarazioni stampa. Loro hanno impegnato la loro
parola e il loro onore. Se non li rispettano, allora perché dovremmo parlare
con loro?
Sesto.- La Cocopa si è riferita, nelle sue dichiarazioni alla stampa, ad un
documento che ci inviò. Noi non abbiamo ricevuto nessun documento ufficiale
della Cocopa. Il canale stabilito per entrare in comunicazione con l'EZLN è
la Commissione Nazionale di Intermediazione (Conai). Attraverso questa non
abbiamo ricevuto niente. Non ci sono contatti diretti tra l'EZLN ed i poteri
dell'Unione.
Settimo.- Noi restiamo disponibili a riunirci con la Cocopa quando il
Congresso dell'Unione approvi la sua iniziativa, che conta già
sull'approvazione dell'EZLN, e gli accordi del Tavolo 1 di San Andrès
facciano parte della costituzione messicana.
Ottavo.- I differenti attori che giocano intorno al conflitto si dimenticano
ciò che noi zapatisti ricordiamo dal 12 gennaio del 1994: La costruzione di
una pace giusta e degna per il Messico ha come attore principale la società
civile.
Fratelli e Sorelle:
Noi, delegazioni delle basi d'appoggio zapatiste delle regioni della selva,
altos, nord, frontiera e costa, a nome di tutti i membri del EZLN,
manifestiamo oggi perché la nostra voce arrivi ad esigere al governo che
rispetti la parola data, per richiedere la fine della violenza e
dell'impunità che ci danneggia tutti e riempie di morte i nostri fratelli
del nord e dell'altos del Chiapas, per dire ai nostri fratelli zapatisti di
Chenalhó che non sono soli, per ricordare a tutti che la ricostruzione del
Messico, la sua democratizzazione e la sua rinascita, passa anche, e
necessariamente, per le montagne del sudest messicano.
Democrazia!
Dalle montagne del Sudest Messicano.
Messico, novembre 1997
(traduzione del Comitato Chiapas di Torino)
Questa è l'autentica storia di ciò che è successo.
Allo stesso modo, l'EZLN ha ripetuto più volte che mantiene la sua posizione
di appoggio all'iniziativa della Cocopa, datata 29 novembre 1996, in quanto
documento che raccoglie e rispetta alcuni dei più importanti accordi di San
Andrès, firmati dall'EZLN e dall'Esecutivo federale nel febbraio del 1996.
Il ritiro della controproposta governativa non è sufficiente, è necessario
che l'iniziativa sulle riforme costituzionali elaborata dalla Cocopa si
converta in realtà dentro la nostra Carta magna. Non si rinegozieranno gli
accordi di San Andrès.
A) Rispetto degli accordi di San Andrès con l'approvazione della proposta
della Cocopa per le riforme costituzionali in materia indigena, e
installazione e funzionamento, con piena autonomia delle parti, della
Commissione di Continuazione e Verifica (Cosever).
Finché queste 5 condizioni non siano soddisfatte, non dialogheremo con
l'Esecutivo federale o con loro rappresentanti.
E se invece sono coerenti, non è con noi che devono parlare, ma con colui
che ha mancato alla parola data e mercanteggia la pace dei popoli indios del
Messico: l'Esecutivo federale.
Libertà!
Giustizia!
Per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno-Comando Generale
dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.
Subcomandante Insurgente Marcos.

