17 dicembre 1996, ore 20:00: a Lima alcuni militanti del Movimiento Revolucionario Tupac Amaru occupano l'ambasciata giapponese e sequestrano 500 persone....
Si compie la profezia di quattro secoli fa: LA TESTA SI E' RICONGIUNTA AL CORPO E TUPAC AMARU RINATO ATTACCA.
Quest'ultima illusione è durata 126 giorni, inghiottita dal famelico Fujmori, calpestata dalla logica repressiva Neoliberista fatta di sopraffazione, povertà e morte.
La rabbia e il profondo senso di inutilità davanti a questo muro di gomma, che ci hanno invaso all'indomani della strage premeditata del 22 aprile, devono trasformarsi in forza per continuare l'opera di controinformazione e di appoggio a tutti quei popoli, quelle donne e quegli uomini che lottano nel mondo per la dignità e la giustizia, perchè tutto questo non sia inutile.
Il Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru nasce nel 1980 dall'alleanza di vari gruppi politici, dopo il fallimento del dialogo. Da quel momento questa organizzazione politico-militare lavora clandestinamente per intraprendere la propaganda armata. Nel 1985, con la salita al potere di Alan Garcia e del suo partito di stampo populista, il MRTA dichiara la sospenzione unilaterale dell'azione armata.
La tregua armata non dura molto: il nuovo governo rivela ben presto le proprie intenzioni con una politica economica neoliberale e con l'instaurazione di un terrorismo di stato. Nel 1989 con l'arresto del comandante general Victor Polay ci fu da parte del movimento una ritirata strategica verso la Selva Central, al fine di ricostruire e riorganizzare la base sociale del movimento.
Mentre Fujmori, al potere dal 1990, dichiarava la sua vittoria sulla guerriglia, il MRTA continuava un lavoro politico per creare una nuova generazione di combattenti, cercando un cambiamento radicale della società peruviana verso una giustizia sociale, in cui il potere sia in mano ai lavoratori attraverso una vera democrazia partecipativa.
L'obiettivo della presa dell'ambasciata giapponese da parte del commando "Edgard Sanchez" era la liberazione di 400 prigionieri politici tupamaros, rinchiusi nelle carceri di massima sicurezza peruviane.
Quando nel 1990 Fujmori salì al potere applicò un programma economico di chiaro stampo neoliberista, e per garantire i privilegi e gli interessi delle multinazionali americane e giapponesi, intraprese una cruenta repressione sistematica ai movimenti di opposizione. Per mettere a punto questo programma, violò tutto l'ordinamento legale e giuridico dello stato e con un autogolpe nel 1992 si attribuì potere assoluto, in alleanza con le forze armate. Inoltre riorganizzò il potere giudiziario al fine di porlo al servizio del proprio governo.
In Perù vi sono 9000 prigionieri politici e per essi aberrazioni giuridiche, carceri tomba, isolamento, torture sono all'ordine del giorno. Il diritto di qualsiasi accusato di essere considerato innocente fino a prova contraria, non esiste, così come non esiste il diritto ad un avvocato difensore.
Chi viene arrestato può restare 15-30 giorni arbitrariamente detenuto in isolamento e sottoposto a torture senza un avvocato e una pubblica accusa. Una volta in tribunale l'atto di accusa della polizia è già prova, e giudici incappucciati emettono una sentenza in 24-48 ore. Il difensore, nei casi in cui ci sia, può prendere atto dei documenti d'accusa solo due ore prima del processo. La sentenza va dai 20 ai 30 anni o addirittura all'ergastolo.
Le condizione carcerarie sono disumane:
La politica repressiva di Fujmori nei confronti di coloro che vengono accusati di delitti di terrorismo e di tradimento alla patria, trasgredisce qualsiasi diritto di base della persona.
In Perù come in altri paesi del mondo, neoliberismo significa povertà e miseria per la stragrande maggioranza della popolazione: le ricette tipicamente neoliberali quali privatizzazione, sfruttamento selvaggio di risorse naturali ed umane al fine di privilegiare gli interessi di una minoranza al potere e delle multinazionali estere, hanno portato anche in Perù esclusione sociale, disoccupazione, morte, fame e guerra. Le politiche di privatizzazione e il conseguente rialzo dei prezzi hanno allargato enormemente il divario sociale.
Sette milioni di persone vivono in condizioni di miseria estrema, altri tredici milioni in condizioni di povertà. Il tasso di disoccupazione è altissimo: il 70% della popolazione è disoccupata o sottoimpiegata.
Alle ore 15,25 del 22 aprile si chiude l'operazione rompere il silenzio. Più di 140 elementi di un gruppo di elite della marina militare peruviana assaltano l'ambasciata.
I 14 guerriglieri vengono uccisi e gli ostaggi liberati. I mass-media ed i rappresentanti degli stati mondiali dimostrano la loro soddisfazione nei confronti di questa cosiddetta missione di successo, la cui responsabilità è da attribuire anche al governo statunitense per avere addestrato i militari e a quello giapponese per avere sottoscritto e accettato un' azione del genere nel proprio territorio.
Questa strage premeditata dalla quale Fujmori ha tratto il massimo profitto politico grazie al rialzo della sua popolarità, non porta a nessuna soluzione dei problemi che hanno armato i guerriglieri Tupac Amaru.
Le condizioni di vitto e alloggio sono assolutamente indecenti, per portare all'annichilimento fisico e psichico dei prigionieri. Le celle hanno delle dimensioni di due metri per tre e contengono fino a quattro persone, senza luce, con acqua limitata, con piccole latrine, senza radio, televisione, giornali o libri, in condizioni di isolamento fisico, auditivo e visivo.
"Non ci sarà pace senza giustizia sociale", Consolato Ribelle del Messico e Associazione di amicizia Italia-Cuba, Brescia.
Intervista ad Isaac Velazco, rappresentante europeo del MRTA]
