A Nando Cicero, sovversivo. LUTHER BLISSETT MIND INVADERS Per un network degli eventi Sono andato al mare e ho pisciato e ho pisciato e ho pisciato, finch‚ un tritone non mi ha lanciato un grosso stronzo verde. Ray Johnson Conquistare le forze dell'ebbrezza per la rivoluzione,organizzare il pessimismo non significa altro che allontanare dalla politica la metafora morale, e scoprire nello spazio di un'azione politica lo spazio radicalmente, assolutamente immaginativo. Walter Benjamin Voglio essere il pilota invisibile nel mezzo della bufera pop, non un qualsiasi gonzo impaurito dall'idea che la barca affondi, il cui benessere economico dipende da quanto riesce a compiacere tutti gli altri buffoni che si muovono nell'art system. Stewart Home IMMAGINATE CHE Immaginate che, in un pomeriggio di unÕestate afosa, uno strano personaggio varchi la porta della vostra agenzia e vi dica senza convenevoli: "Scopra chi muove i fili!". "Quali fili?", Š la naturale, perplessa reazione. Dalla finestra aperta non entra un alito di vento, e ovviamente il condizionatore Š rotto. La scrivaniaŠ ricoperta di kleenex accartocciati, intrisi di sudore. La vostra camicia Š madida e appiccicosa, dunque non potete fare a meno di notare l'aspetto fresco e disinvolto del nuovo cliente. Non risponde subito alla vostra domanda, si toglie la giacca e la sistema con cura sullo schienale della poltrona, si siede, si allenta il nodo della cravatta e comincia: - Un artista si Š suicidato. - Lo fanno in molti. - Non in quel modo, e con tutte quelle coincidenze - e comincia uno scombinato monologo fatto di leggende metropolitane, connessioni arbitrarie, personaggi inverosimili, sette occulte, complotti privi di scopo e via dicendo. Sempre pi— perplessi, e incapaci di distogliere l'attenzione dal sudore che continua a colarvi sulla fronte, chiedete: - Insomma, in cosa posso esserle utile? - Ha mai lavorato su un mito? - vi chiede. - Attori? Pop-stars? Roba del genere? - No, intendo dire il Mito. Voglio sapere che fine ha fatto, se esiste ancora o che cosa lo ha sostituito, e soprattutto...chi muove i fili e perch‚. Vi chiede la tariffa. Decidete di sparare alto, per dissuaderlo. Ma il cliente non fa una piega, estrae il libretto degli assegni con l'aria di chi Š disposto a pagare qualsiasi cifra, strappa l'assegno e ve lo appoggia tra i kleenex. Lo girate tra le mani: Š l'anticipo di un mese di lavoro, con una firma: Luther Blissett. Quando rialzate lo sguardo, Blissett sta gi… uscendo, e vi viene in mente che non sapete da dove cominciare. Con un certo affanno, gli chiedete: - Ma cosa c'entra il suicidio di quell'artista? - E' per scoprire questo che la pago. L'unica persona che potrebbe aiutarvi Š un tale che abita nell'East End, in grado di darvi delle dritte su occultismo, tradizioni esoteriche e cazzate del genere. Parlandovi del Graal, del quale avete confuse reminiscenze cinematografiche, il contatto vi fa capire che niente Š scontato, che il mito non Š mai stato solo ci• che sembrava e che probabilmente Blissett sa molto pi— di quanto vi ha detto. Siete ben lontani dal capirci qualcosa, e l'unico modo per orientarvi Š saperne di pi— sul conto del vostro ambiguo cliente. Perch‚ vi ha affidato il caso? La faccenda si fa pi— intricata per le frequenti allusioni al ruolo e alla figura di Blissett da parte del vostro contatto. Insistete per avere informazioni pi— precise, ne ottenete un indirizzo e unÕinquietante affermazione: - E' bene che tu prosegua da solo. Bingo! Il secondo contatto vi racconta molte cose. Scremate le informazioni: l'artista morto, Blissett, gli stessi personaggi in cui vi siete imbattuti... Cominciano a profilarsi i vaghi contorni di un'incomprensibile cospirazione. Mancano ancora molti tasselli, ma quel poco che sapete vi sta conducendo dritti al cuore del Mito. Dal vostro primo incontro, non avete pi— visto Blissett e non sapete come ricontattarlo. Passate giorni di canicola tra archivi e biblioteche, tra gli sguardi incuriositi di sbirri e dipendenti del Comune. Incredibili corrispondenze vi forniscono indizi sulle matrici filosofiche della cospirazione: il rifiuto dell'individuo e del nome proprio, la falsificazione e deformazione dei dati, lo sradicamento e l'attraversamento dei territori... Ma chi muove i fili? Pi— cose scoprite e pi— le vostre certezze vacillano. E' ormai una questione personale, il vostro cliente, o meglio i vostri clienti, non contano piu' nulla. Non vi chiedete piu' perche' vi e' stato affidato il caso, ci˜ che conta Š risolverlo. Vi trovate in un labirinto di specchi, ed in ognuno di essi vedete il vostro volto fondersi con quelli di tutti i personaggi che popolano il caso. Non dormite pi—, le vostre giornate sono un frenetico susseguirsi di ricerche, interrogatori e acquisizioni di nuovi documenti, non riuscite a pensare ad altro, tutto quello che scoprite non conduce a una soluzione razionale del caso ma accelera la vostra crisi. Il Mito ha trovato voi. Collasso. Catatonia, il cervello saturo di informazioni. Il vostro fisico non regge ad una torrida estate di sconcertanti rivelazioni. La vostra identitˆ non ha pi— senso, la febbre Š alta. Quando state per cedere, schiacciati nella prostrata immobilit… di una stanza di motel, un'immotivata euforia si impossessa di voi: la sensazione di essere parte della cospirazione, anzi di esserne al centro, di esserne il centro. L'artista morto, il Cliente, il Graal, i contatti, gli sbirri, i dipendenti del Comune...La loro vita avvinghiata alla vostra, avete i loro ricordi, percepite le loro sensazioni, il vostro nome Š il loro. Ebbrezza. Un'improvvisa consapevolezza: non sudate piu'. E quando vi trovate nella piazza piu' grande della citta', tirati a lucido e profumati di fresco, allentate la cravatta e annunciate al mondo: - Muovo io i fili! Luther Blissett 1. Ray Johnson e Reggie Dunlop tra i Tamariani Il mito quel nulla che E' tutto Fernando Pessoa Il segreto E' sacro; nondimeno, E' in qualche modo ridicolo Jorge Luis Borges Ray Johnson si E' ucciso il 13 gennaio 1995, tuffandosi da un ponte nelle acque gelide di Sag Harbor, Long Island (N.Y.), a circa cinquanta miglia dalla sua casa a Locust Valley. Aveva 67 anni, durante i quali aveva conseguito una sorta di "notorieta' antispettacolare": nei primi anni Ô60 aveva fondato la New York Correspondence School, embrione di cio' che sarebbe divenuto lo sterminato network della Mail Art. "...Un artista del collage che fu pioniere nell'uso di immagini prese dalla cultura Pop [...] cap“ senz'altro meglio di chiunque altro la tortuosa dinamica del networking. Vi sono altri santi e profeti dell'arte postale, ma fu lui a scrivere le Sacre Tavole della Legge, tracciando il sentiero per tutti quanti seguirono: i concetti base di feedback e di cooperazione [...], di una corrispondenza aperta a chiunque [...] e di una distribuzione libera e gratuita di arte e di informazioniÓ (Vittore Baroni, ARTE POSTALE! # 69, Near The Edge Editions, Viareggio, gennaio-febbraio 1995). "Le opere di Johnson sono essenzialmente lettere a cui sono spesso allegati disegni, timbri e ghirigori. Lavori leggiadri e giocosi; anzichŽ venduti come merce, sono spediti ad amici e conoscenti. Sebbene molti lavori di Johnson siano stati regalati cio' non ha impedito che si attribuisse loro un valore di mercato: si cita spesso la frase di Andy Warhol: Ôpagherei dieci dollari per qualsiasi cosa fatta da Ray JohnsonÕ; si riferiva presumibilmente alle sue lettere..." (Stewart Home, The Assault on Culture, AK Press, Edinburgh, UK 1991). "[Johnson] ha un'acuta sensibilita' per le parole, tanto per la loro forma quanto per il loro suono. Scova una parola dentro l'altra, ci gioca in maniera bizzarra, con la stessa facilita' con cui un missile programmato per colpire le fonti di calore rende inutile ogni mimetizzazione del bersaglio. Egli da' forma alle lettere e alle parole deliberatamente e senza sforzo, infondendovi quasi vita organica. Sa anche come animare la pagina e come far vibrare gli spazi bianchi. Fonde immagini e testo in nuove forme ibride che sembrano rispondere a un codice genetico proprio. Le spedizioni di Ray Johnson sono concatenamenti di idee, che a volte si distinguono e decifrano tra i fogli della corrispondenza, a volte fluiscono uno nell'altro. Quindi la biografia e la fisionomia di Johnson si sovrappongono e mixano a immagini riciclate di opere precedenti, a testi [...], a riferimenti all'arte del momento, con l'inserzione di motivi che sfidano ogni definizione e scorrono quasi in contemporanea al flusso stesso del pensiero." (Clive Phillpot, "The Mailed Art of Ray Johnson" in AA.VV. Eternal Network - A Mail Art Anthology, edited by Chuck Welch, University of Calgary Press, Canada 1992). Dalla NYCS in avanti, migliaia di persone hanno animato il network della Mail Art, scambiandosi collages, cartoline autoprodotte, fanzines, demotapes, francobolli falsi, carte intestate di nazioni inesistenti, autoadesivi, fotografie ed oggettini tanto vari quanto inclassificabili. Dentro il network si sono sperimentate e ampliate le possibilita' di alcuni giochi di origine dada e surrealista, si sono approntati strumenti di detournement e simulazione come il Multiple Name [1] & si E' stabilita un'efficace cooperazione-in-rete ben prima che quest'espressione divenisse di moda. Con l'andare del tempo, il network si E' contaminato irreversibilmente col sottobosco punk degli anni 80, con la scena musicale sperimentale-rumorista (la cosiddetta "Area Grigia") e con l'esperienza "cybernautica". Operazioni di guerriglia culturale partite dalla Mail Art, come il lancio delle finte avanguardie artistiche Ismo (anni 70) e Neo-ismo (anni 80), sono servite a irridere il mondo delle gallerie d'arte. Ma non m'interessa dare un compendio di storia della Mail Art o del Neoismo. Stavo parlando del suicidio di Ray Johnson. Quando si E' saputo della sua morte, il contraccolpo E' stato fortissimo. Collages e lettere di Ray, chiusi da chissa' quanto tempo in cassetti ed archivi privati, sono stati rispediti, riprodotti, ripubblicati. Vittore Baroni ha scritto: "C'E' un tesoro di frizzante genialita' negli archivi di Mail Art di tutto il mondo, una ricchezza che va ridistribuita, non accumulata. Dunque, create le vostre rayliquie personali [...], e non solo: create le vostre opere di Ray Johnson, e lasciatele circolare liberamente assieme alle originali. Teniamo viva e visibile la leggenda dei Ray virtuali, e che si caghino addosso i mercanti d'arte e gli sfruttatori delle glorie postume!"(AP! 69, cit.). Si tratta di una citazione nascosta: questa E' una frase di Ray, un suo consiglio di qualche anno fa. E' un episodio che devo raccontare, riproducendo la seguente "confessione": "Mi chiamo Coleman Healy, vivo tra Londra e New York, mi occupo principalmente di truffe mediatiche e di terrorismo culturale, fuori e dentro il Mail Art network. Nel maggio 1993, dopo i fasti di Karen Eliot [2], decisi di lanciare un nuovo progetto di multiple name, un po' diverso dai precedenti: LUTHER BLISSETT. Allora non sapevamo che sarebbe diventato il nome collettivo piu' celebre di tutti i tempi, e che avrei contribuito a provocare una svolta nella storia dell'antagonismo sociale. Lo pseudonimo aveva gia' una storia piu' che bizzarra: era il nome anagrafico di un calciatore nero della squadra di Elton John, il Watford, ma era anche il nom de plume di un film-maker e performer neoista della Londra underground, Harry Kipper. Qualche anno prima, con quel nome era stato firmato un misterioso Manifesto for a Fake Design, presumibilmente scritto da studenti post-situazionisti della London School of Economics (3). I films di Kipper/Blissett erano indimenticabilmente ostici e repellenti: un suo documentario sulla Body Art, Vendez! Crevez!, ha un effetto emetico inimmaginabile. Se tutti ci fossimo ribattezzati "Luther Blissett"l'eco della reputazione virtuale di Kipper avrebbe raggiunto le piu' remote lande, e sarebbe stata un'ottima pubblicita' per i suoi osceni video. Tanto Kipper quanto il neoista Stewart Home colsero subito la sarcastica bestialita' della proposta, e ne furono entusiasti. Poiche', ognuno per i fatti suoi, stavamo per andare in vacanza, decidemmo di riconvocarci in autunno. A meta' giugno, come tutti gli anni, tornai a New York. Agli inizi di luglio andai a trovare Ray Johnson nel suo eremo, e gli feci vedere una copia molto rovinata di un film di Kipper, A Russian Supreme. Rise come un bambino, anche se (scusami, Harry!) il soggetto era piuttosto deprimente...Gli piacque anche l'idea di multiple name Luther Blissett': Suona davvero buffo!', disse. Passai il week-end a Locust Valley ad inventare assieme a Ray storielle su Blissett perseguitato da Scotland Yard' e altre facezie utili ad avviare la macchina. Prendemmo spunto dai Rosacroce, che nel XVII secolo avevano scritto la biografia di Christian Rosenkreutz, immaginario fondatore della loro confraternita, vissuto duecento anni prima. Harry, suo malgrado, divenne il nostro Rosenkreutz, il protagonista del mito fondativo. Ray scrisse il primissimo "Luther Blissett Manifesto'...", un documento che conteneva anche la frase poi citata e manipolata da Vittore Baroni: "create le vostre opere di Luther Blissett, create il vostro Luther Blissett e lasciatelo circolare liberamente assieme all'originale. Teniamo viva e visibile la leggenda dei Luther Blissett virtuali". Vittore, tra l'altro, suonava e suona nei Manitou Scissors/Forbici di Manitu' (band che stava risonorizzando completamente i documentari di Harry) e fu uno dei primissimi destinatari di quel Manifesto [4]. "... Tornai nell'UK a novembre, e all'inizio del '94 Albione comincio' a riempirsi di Luthers. Oggi Harry si fa chiamare Reverend William Cooper, e propaganda il sesso estremo' in tutte le sue forme; Stewart E' discretamente noto come romanziere [5], io faccio performances sul tema delle epidemie e Ray E' morto, lasciando dietro di se' strani indizi. Pochi giorni dopo il suicidio, ho fatto alcune scoperte sconvolgenti in casa di Ray assieme al suo agente Rick Faigen e all'avvocato ingaggiato dai famigliari: tutti sapevano del totale disinteresse di Ray per il lusso e le comodita', nondimeno abbiamo trovato quasi 400.000 dollari in un suo conto in banca, intestato a...Luther Blissett. Mentre eravamo in casa, il postino ha consegnato una cartolina indirizzata a Ray, spedita da Los Angeles proprio il 13 gennaio. C'era scritto: "Se stai leggendo queste righe, vuol dire che sono morto. Firmato: Ray Johnson'. Non sembra uno dei suoi collages?" Mentre Luther spopola in molti paesi occidentali, dando il suo contributo a tenere "viva e visibile"la leggenda del Ray virtuale, e mentre il Ray reale - che aveva soffiato la vita nel multiple name - giace da qualche parte in America, esce questo libro. Non si tratta di un bilancio teorico della prima fase del Luther Blissett Project, anche se puo' essere letto in questa chiave. E' piuttosto una deriva tra i fenomeni e i segnali di un nuovo modo di pensare e di voler cambiare la vita. E' oggi possibile realizzare l'unita' essenziale tra sogno e azione, ai fini di una liberazione totale; per fare questo occorre sbarazzarsi una volta per tutte del concetto di In-dividuo (nozione profondamente reazionaria, antropocentrica e strettamente connessa al concetto di copyright) in nome del [Con-]dividuo, vale a dire di una singolarita' multipla il cui profilo comporta nuove idee di "responsabilita'"e di "volonta'", e non ha nulla da offrire a giuristi e magistrati (6). Ogni singolo corpo-mente (ogni -dividuo) E' attraversato da vorticosi flussi di comunicazione che, travalicando i confini del corpo individuale, creano un'elastica comunanza tra le singolarita', la condividualita'. Il No Copyright, il plagiarismo, i multiple names, tutte le pratiche di networking controculturale... Si tratta di tappe importanti nel cammino della specie umana verso la condividualita'. In una puntata di Star Trek - The Next Generation, intitolata "Darmok"(data astrale 45047.2) l'equipaggio dell'Enterprise s'imbatte nei criptici e misteriosi Tamariani, il cui modo di esprimersi E' totalmente incomprensibile agli umani e agli altri popoli della Federazione dei pianeti. I Tamariani sembrano comunicare tra loro enumerando nomi e date, nessuna loro frase segue una consequenzialita' logica o linguistica. Ai nostri eroi occorre un po' di tempo per capire che i Tamariani citano episodi della loro storia e mitologia, episodi che costituiscono dei veri e propri "precedenti segnico-linguistici"a cui ricondurre la situazione in cui ci si trova. Ad esempio: "Sha'kah quando caddero le mura"puo' significare "Fallimento", "Ho sbagliato!", oppure "Che sfortuna!"; "Temba'h, le sue braccia aperte"si puo' tradurre con "Generosita'", "Prendi questo dono", o "Grazie di questo dono"; "Mira'h, le sue vele spiegate"sta per "fuga", "Andiamo via !"o "Io me ne vado"; "Il fiume Temark durante l'inverno"significa piu' o meno "immobilita'", "Fermo!"o "Stai zitto!"; "Sindah, la sua faccia nera e gli occhi rossi"significa "morte", "moribondo", "sto per morire"etc. Il linguaggio tamariano non E' logico-referenziale ma immaginativo-simbolico, iconico, analogico, ed evolvendosi non ha dato luogo a quella che noi chiamiamo "identita'". Da quel poco che lo spettatore riesce a capire, non si tratta di una "omologazione"totalitaria all'interno di una societa' intesa in maniera organicistica, o (in parole piu' povere) di un livellamento delle differenze individuali in nome di una tradizione, di una memoria acritica e monumentale. Al contrario, i tamariani attingono collettivamente ad un patri monio di storie e di immagini che si modifica costantemente, e i loro rapporti interpersonali sono una specie di gioco di ruolo nel quale il singolo si appropria e/o si sveste di tutti i ruoli e di tutte le "identita'"; la condivisione delle esperienze, la comunanza e la compartecipazione emotiva, sono per loro tutt'uno con l'essere "singoli", in quanto prescindono dal concetto di in-dividuo: l'Io dei tamariani E' molteplice e multiverso, la loro soggettivita' E' decentrata. Per questo non c'E' una vera e propria distinzione tra soggetto, predicato e complemento oggetto: nelle frasi che ho riportato ci sono, genericamente, un "non riuscire", un "donare", un "andare via"e un "non-agire", azioni di cui si ammettono serenamente la complessita', la ricchezza di significati e l'irriducibilita' ad una analisi logica. La situazione che si crea non viene definita e intrappolata nel linguaggio [7]. Il linguaggio tamariano non E' segreto nŽ esclusivo, non E' un argot che la comunita' crea per difendersi dal mondo esterno. Anzi, i tamariani vogliono condividere il loro immaginario e la loro memoria, vogliono ampliarli e contaminarli per capire e farsi capire. Difatti, poichŽ E' impossibile capirsi senza conoscere gli stessi miti, occorre crearne assieme di nuovi, cosi' Datohn, il capitano della nave tamariana, si fa teletrasportare assieme al capitano dell'Enterprise Jean-Luc Picard su El-Adrel IV, un pianeta disabitato e inospitale, dove essi devono collaborare per sopravvivere e difendersi dalle irradiazioni di una energia distruttiva. Questa situazione si ispira a quella definita "Darmok e Djalad a Tanagra"(due eroi della mitologia tamariana, intrappolati su un'isola abitata da una Bestia pericolosa). Resta scolpito nella memoria dello spettatore il grido d'esultanza di Datohn allorche' Picard inizia a capire i suoi messaggi: "SUQAT, I SUOI OCCHI NON PIU' COPERTI!". Dei due si salva solo Picard, ma ormai il precedente E' stabilito: d'ora in poi, tamariani e federati potranno manifestare l'intenzione di comunicare dicendo: "Picard e Datohn su El-Adrel". Potrei accontentarmi di affermare che il Multiple Name E' uno scudo contro i tentativi del potere costituito di identificare e individuare i suoi nemici, un'arma in mano a quella che Marx definiva ironicamente "la parte cattiva"della societa': nel film Spartacus di Stanley Kubrick (USA 1960), tutti gli schiavi sconfitti e catturati da Crasso dichiarano di essere Spartaco, come gli zapatisti sono tutti Marcos e io siamo tutti Luther Blissett. Ma non mi accontento, perchŽ il nome collettivo ha anche una valenza fondativa , in quanto mira a costruire un mito aperto, elastico e ridefinibile in un network tamariano degli eventi i cui prodromi vengono illuminati retrospettivamente dalla morte di Ray Johnson. Occorre pero' intenderci su cosa sia il mito. Comunemente la parola "mito"si usa per designare una cosa non vera. Gli enunciati che gli antropologi chiamano miti descrivono eventi mai avvenuti; difatti chi narra i miti non si aspetta certo che si ripetano: essi appartengono ad una remota "era dei miracoli", prima che il mondo andasse come va ora. E' tuttavia un errore guardare al mito solo come ad una storia mistificata: esso E' il piu' delle volte un atto istitutivo, la storia della prima esecuzione di quell'atto che il rituale ancora perpetua e che convalida un certo diritto nei rapporti sociali. Le narrazioni della venuta del capostipite di una stirpe reale, che reca con sE' tutti gli strumenti della civilizzazione, o i miracoli compiuti dal primo antenato di una autorita' rituale o il primo uomo che ha usato un certo tipo di magia, sono miti perchE' convalidano il diritto dei discendenti di esercitare l'autorita' politica o spirituale, o a detenere il monopolio nella pratica della magia. Ci sono poi i "miti delle origini", che raccontano come la morte e il lavoro (piu' o meno la stessa cosa) si siano introdotti nel mondo e come la terra fu separata dal cielo per punire chi aveva disobbedito agli ordini divini. Questi miti cercano di rispondere a dei "perchE'"universali. I miti con cui la cultura giudaico-cristiana ha maggiore dimestichezza sono comunque quelli escatologici, vale a dire poggianti su una concezione lineare del tempo e proiettati verso il futuro, come i miti apocalittico-millenaristici o i miti di rinnovamento sociale. Nel 1962 il situazionista Raoul Vaneigem scriveva: "Nato dalla volonta' degli uomini di sopravvivere alle forze incontrollabili della natura, il mito E' una politica di salute pubblica che si E' mantenuta al di la' della sua necessita', e si E' confermata nella sua forza tirannica riducendo la vita all'unica dimensione della sopravvivenza, negandola come movimento e totalita'."La convivenza col mito E' certo scomoda, tuttavia E' inevitabile, come E' stato inevitabile che, nel fuoco-e-sangue delle rivolte e delle guerre di classe, ci si affidasse a questa cristallizzazione dell'immaginario collettivo che illude nell'incanalarsi di ogni azione in un divenire lineare e predicibile. "Non dobbiamo operare una semplificazione, credendo che i miti siano mentitori. Essi sono in grado di creare illusioni e di consentire menzogne proprio perchE' sono Ôveri', veri nel senso in cui il grande mito porta, concentra e traduce in sE' le aspirazioni profonde non soltanto di un'epoca o di una societa', ma piu' in generale anche dell'umanita'. Questo vale per i miti democratici della liberta', dell'eguaglianza, della fraternita' e per i miti socialisti, comunisti, libertari"(Edgar Morin). Il problema non E' la presunta "mendacia"del mito, bensi' la sua sopravvivenza oltre le forme storiche delle necessita' e aspirazioni che raccoglie e dirige. L'immaginario sistematizzato e ritualizzato diviene immagine sociale del potere costituito. Il mito di trasformazione sociale diventa mito fondante della comunita' fittizia costruita e rappresentata dal potere: il "Progresso"fonda la cosiddetta "Umanita'"- protagonista della "Storia"-, l'atto istitutivo fonda la "Nazione", etc. Tutte soggettivita Ô astratte, da scrivere con la maiuscola reverenziale. Il mito fondante degli USA (di evidente derivazione apocalittica e millenaristica) non fu forse quello della "Frontiera", risoltosi poi nello sterminio dei popoli nativi e divenuto infine il collante ideologico dell'imperialismo yankee novecentesco? Per non parlare dei guasti provocati dal mito del "Proletariato": anzichE' porre le basi della sua AUTONEGAZIONE in quanto classe, il movimento comunista esalto' fin quasi al misticismo il suo ruolo nel presente, le sue "mani callose", il suo onore e la sua "dirittura morale"; qui si mescolavano la spazzatura pauperistica cristiana e una sopravvissuta fiducia nell'attendibilita' delle scienze sociali borghesi: il proletario veniva identificato sociologicamente con l'operaio in sE' (mentre Marx aveva scritto che "il proletariato E' rivoluzionario oppure non E' nulla"), oppure fatto combaciare col "povero"delle Sacre Scritture, o addirittura tutte e due le cose assieme. Risultato: il "realismo socialista", il puritanesimo dei comunisti, la morale sessuale coercitiva contro la "decadenza"borghese e tutta l'altra merda, da Kim Il Sung all'italiano Aldo Brandirali. Ma le relazioni sociali umane non potranno mai poggiare su un'impossibile rimozione del fantastico e del simbolico in nome di una razionalita' astratta, quindi l'immaginario collettivo continuera' a produrre mitologie. Non puo' dunque trattarsi di "distruggere i miti ": dobbiamo convogliare i nostri sforzi in un'altra direzione: mantenere l'immaginario in continuo movimento, non lasciarlo raggrumare, capire quando e come il mito va smembrato, rielaborato o lasciato cadere del tutto, prima che la pluralita' di immagini torni ad essere "assoluto unitario". Occorre fare netsurfing, scorribande nell'immaginario collettivo; occorre creare nuove situazioni teletrasportandosi su pianeti ostili: Picard e Datowm su Elladrel. Come leggerete nel prossimo capitolo, E' in una nuova "ricerca del Graal"che dobbiamo cimentarci, ma ad accompagnarci non saranno nobili cavalieri, bensi' un incallito truffatore: Reggie Dunlop. Chi E' Reggie Dunlop? Potete incontrare questo Grande Manipolatore e inventore di leggende metropolitane nel film Slapshot di George Roy Hill ("Colpo secco", USA 1977). Dunlop, interpretato da Paul Newman, E' capitano e allenatore di una squadra di hockey su ghiaccio, i Charlestown Chiefs. I Chiefs navigano in cattive acque di classifica, e l'industria che li sponsorizza rischia la bancarotta. Per cercare di rimediare, Dunlop si inventa un'imprecisata e inesistente societa' della Florida interessata a rilevare la squadra, spaccia notizie false a TV e giornali, avvia un vortice di leggende e panzane dal quale rischia di essere inghiottito e stritolato. L'atmosfera attorno ai Chiefs cambia repentinamente, la squadra torna a vincere e altre societa' - stavolta vere - propongono contratti ai giocatori. Dunlop E' solo la versione euforica e briosa di un personaggio tipico della narrativa americana: colui che riesce a giostrare con abilita' nel "gioco di ruolo"della simulazione e della guerra psichica, il piu' delle volte in corsa contro il tempo, costretto a saltare di identita' in identita', a spiazzare gli avversari e i media, ad attaccare il nemico non nella postazione che sta abbandonando bensi' in quella che sta per occupare. James Ellroy, nel suo ultraviolento romanzo White Jazz (1992) ha narrato le gesta del sordido sbirro corrotto Dave D. Klein, la versione piu' dark di Reggie Dunlop che mi sia mai capitato di incontrare. Nel romanzo di Robert A. Heinlein La luna E' una severa maestra (1966), Dunlop E' addirittura un computer autocosciente, Mike, che crea un leaderri voluzionario virtuale, Adam Selene. Potrei fare decine di esempi, ma E' solo in Slapshot - e, in modo diverso, nella cult-novel di John Shirley, Transmaniacon (cfr. cap.4) che le tattiche e le strategie della guerra psichica vengono esposte con la massima chiarezza. Luther Blissett E' attualmente il prototipo piu' avanzato di Reggie Dunlop, perchE' coniuga la guerra psichica e la transmaniacalita Ô alla pratica del Multiple Name e alle suggestioni tamariane in materia di mito. Se Reggie Dunlop era un semplice individuo, Luther Blissett E' un condividuo, una singolarita' multipla. EXCURSUS: DUE OMAGGI DOVUTI Luther Blissett E' stato preceduto da misconosciute esperienze "seminali"di networking e di uso della leggenda metropolitana, una delle quali da' il nome al libro che stai leggendo. Mind Invaders, Italia, primi anni Ô80. Si trattava di una rock-band non piu' reale dei "misteriosi nuovi proprietari dei Charlestown Chiefs", band di cui veniva anonimamente prodotto e distribuito materiale informativo e propagandistico, oltre a gadgets e a false interviste che venivano presto smentite dagli inesistenti "diretti interessati"( la smentita veniva a sua volta dichiarata falsa, e i suoi autori definiti "impostori", poi i presunti impostori replicavano etc.). Ecco un estratto da un comunicato-stampa diramato da Udine il 31/5/1980, introdotto dalla frase: "Siamo venuti in possesso di questo volgare falso che verra' presto smentito": "Per soddisfare le morbose curiosita' di quanti vogliono conoscere la genesi dei Mind Invaders, ma soprattutto per porre fine alle dicerie di chi sostiene che sono nati recentemente sulla scia di altri gruppi musicali piu' famosi, vi rendiamo noto quanto segue: gia' nel 1976 Chris Lutman ed Emoform componevano i loro primi pezzi, sperimentando le possibilita' di un potente generatore di infrasuoni, costruito in collaborazione con il Laboratory of Physics - Iowa... In particolare hanno composto la suite "Heartquake"che E' stata eseguita in pubblico il 6 maggio e il 15 settembre dello stesso anno [...] A chiunque volesse acquistare il disco Music for Entertainment vorremmo precisare che puo' essere suonato soltanto con lo speciale apparecchio prodotto dalla ALDO MANCUSO & Sons, p rovvisto di due testine che con una presa a tenaglia permettono la lettura contemporanea di entrambe le facciate del disco [...] firmato: ALDO MANCUSO". Ed ecco un altro comunicato, stavolta senza data, preceduto dall'annuncio "Seguiranno al piu' presto il disco e alcune cassette": "Nel concerto di Udine del 29.9.79 all'auditorium Zanon (strapieno) siamo intervenuti con una macchina di nostra creazione che produce sensazioni sonore, tattili e olfattive che hanno provocato un'esplosione di rigetto da parte del pubblico il quale si E' allontanato in massa. Consideriamo questo esperimento non perfettamente riuscito data la completa omogeneita' di risposta da parte del pubblico che si E' riconfermato tale [...]". Grazie a questa impressionante sequela di panzane e all'appoggio di alcune fanzines e di bands vere che li citavano nelle interviste o che inserivano il loro nome nei credits dei dischi, i Mind Invaders ebbero i loro album immaginari recensiti piu' volte - in tutta serieta' - da alcune riviste del settore (su tutte Rockstar, che all'epoca aveva una certa importanza e diffusione). Questo provoco' anche le lagnanze di altri gruppi. Ad esempio, tali Electric Eyes di Firenze scrissero quanto segue alla rubrica di Red Ronnie su Rockstar: "Carissimo direttore, vorrei proporle un quesito: non le pare che Lei, pubblicando per due volte di seguito nella rubrica Rockers la recensione dei Mind Invaders, rubi spazio a tutti gli altri gruppi (tra i quali il mio) che le scrivono fiduciosi?...Andate a fanculo!". Si dice che dietro i Mind Invaders ci fossero alcuni mail-artisti italiani, ed in particolare Piermario Ciani, amico personale di quell'Harry Kipper che all'epoca gia' usava lo pseudonimo "Luther Blissett". Se per caso avete Slapshot su videocassetta (e se siete degli osservatori) scoprirete che, durante una carrellata sul pubblico della finale del campionato, sulla T-shirt di una ragazza si legge chiaramente la scritta in rosso "MIND INVADERS". Tutto torna. Abituatevi per tempo a questo andamento ellittico e divagante. Il netsurfing inizia, l'ultimo click di questo capitolo ci porta a TRAX, un condividuo materializzatosi nel Mail Art Network nel 1981, i cui preziosi testi sono stati ampiamente saccheggiati, plagiati e rivisitati da Luther Blissett in molti manifesti, volantini, editoriali, e il cui sistema "modulare"di propagazione E' servito a seminare cio' che Luther ha raccolto. Per sei lunghi anni, TRAX fu "un corpo misterioso vagante nello scenario dei media Ôgiovanili' degli anni Ô80: una cospirazione internazionale, un sistema impersonale, un network autonomo e indipendente. Esistono molti punti di riferimento, ma sono piu' importanti gli spazi vuoti [...] TRAX si adegua solo in parte a qualsiasi tipo di realta': la ricerca elettronica, la musica Ôindustriale', la Mail Art, la Copy Art, la poesia visiva e sonora, il cut-up, la performance, etc. TRAX frantuma le forme consuete del disco, dell'audiocassetta, della rivista o dell'opera grafica, creando una serie di works in progress smontabili e rimontabili a piacimento dal fruitore..."(AA.VV. "LAST TRAX - Final Report of the Trax Project", libro+disco autoprodotto da Piermario Ciani, Vittore Baroni e Massimo Giacon). TRAX ("Tracks"- tracce, solchi - o, leggendo al contrario, "X-Art", arte proibita) si proponeva di produrre il piu' possibile, coinvolgendo il maggior numero possibile di persone, parodiando le multinazionali per quanto riguardava i modelli produttivi. In pratica, TRAX era una specie di griffe con cui chiunque poteva firmare i propri lavori. Chiunque aderiva al progetto diventava un'unita' TRAX, contrassegnata dalla parola magica e da un numero che indicava solamente l'ordine progressivo di adesione (es. "Piermario Ciani - TRAX 01; "Vittore Baroni"- TRAX 02... Shozo Shimamoto - TRAX 0383..."etc.). Il progetto prevedeva due ruoli operativi intercambiabili: erano dette Unita' Centrali quelle che organizzavano e producevano un dato "modulo"(vale a dire un evento, una collana, una determinata ramificazione del progetto), e Unita' Periferiche tutti gli altri partecipanti. Dal giugno 1981 al giugno 1987 operarono come Unita' Periferiche circa 500 persone da una trentina di nazioni diverse, e dieci Unita' Centrali. Tra i media coinvolti in Italia, le riviste Frizzer, Frigidaire e Tempi supplementari, che nel 1985-86 pubblicarono a puntate il fumetto "TRAXMAN"(testi di TRAX 02, disegni di TRAX 03). I moduli furono performances, concerti, dischi, cassette, fumetti, racconti, poesie, films, videoinstallazioni, T-shirts, cartoline etc. La fine del progetto era prevista per il 1987, e fu ufficializzata da queste frasi di TRAX 02: "TRAX ha proposto un modello operativo, ha fornito un esempio, ma preferisce dissolversi prima che il gioco si trasformi in una sterile ripetizione di gesti. Occorre un nuovo scarto dalla norma, ora che sono state saggiate le capacita' dei diversi networks sotterranei. Questi universi paralleli, di cui spesso non si sospetta neppure l'esistenza, potranno incrociarsi e proiettarsi sempre piu' all'esterno, verso milioni di persone potenzialmente interessate a ricucire, in senso evoluzionistico, il divario tra scienza e creativita'..."(LAST TRAX, cit.). E' superfluo ribadire l'importanza di TRAX, basti pensare che tutto cio' E' successo 8-14 anni fa. TRAX gioco' d'anticipo col franchising [8] quando ancora era poco chiara la portata delle ristrutturazioni industriali che stavano disgregando il modello fordista -taylorista, e quando un VIC 20 o un Commodore 64 erano l'esperienza piu' tangibile della "terza rivoluzione industriale"che un ragazzino potesse fare. Un triplo hurra' per TRAX! NOTE 1. " I Multiple Names sono firme' che l'avanguardia degli anni Settanta e Ottanta ha proposto per un uso seriale. Sebbene ve ne siano stati di diverso tipo, i piu' comuni sono nomi propri inventati' che, per volonta' di chi li propone, possono essere usati da chiunque come contesti' o come Ôidentita''. L'idea E' quella di creare un corpus di opere artistiche usando quest'identita' inventata [...] I Multiple Names hanno a che fare con le teorie dei giochi' piu' radicali..."(Festival of Plagiarism, London January/February 1988). 2. "Karen Eliot E' il nome di un singolo essere umano che puo' essere chiunque. Il nome E' stabilito, le persone che lo usano non lo sono. L'intento di tante diverse persone che usano lo stesso nome E' quello di creare una situazione di cui nessuno in particolare E' responsabile, oltre ad esaminare praticamente le nozioni filosofiche occidentali di identita', individualita', originalita', valore e verita'. Chiunque puo' divenire Karen Eliot semplicemente adottando il nome, ma chi lo adotta E' Karen Eliot solo nel periodo di tempo in cui usa il nome. Karen Eliot non E' nata: piuttosto, si E' materializzata come contesto aperto nell'estate del 1985. Quando si diventa Karen Eliot, la propria precedente esistenza consiste nelle azioni che altre persone hanno compiuto usando il nome. Quando si diventa Karen Eliot, non si ha piu' famiglia nE' nascita. Si diceva sopra che Karen Eliot non E' nata: ella E' l'incarnazione delle correnti sociali, ed E' stata costruita come uno strumento per muoversi sul terreno franoso che circonda l'"individuo"e la societa'. Il nome Karen Eliot puo' essere usato strategicamente per siglare azioni, interventi, mostre e testi di ogni tipo. Quando rispondi a lettere o domande riguardanti un testo o azione siglato Karen Eliot, rispondi continuando a usare questo nome. Invece nei rapporti amicali e personali dove hai un'esistenza altra rispetto a quella di chi usa il nome, non ha senso continuare ad usarlo. Se usi il nome nella tua vita privata c'E' il rischio che Karen Eliot venga identificata con una persona precisa"(da: Stewart Home, Neoism, Plagiarism & Praxis, AK Press, Edinburgh, UK 1995) 3. Pubblicato per la prima volta in Italia su Virus #5, giugno 1995. Traduzione di Antonio Caronia. 4. Sul n.42-43 della rivista italiana di musica e controcultura Rumore (luglio-agosto 1995), Vittore ha curato un inserto speciale sull'"effetto Blissett", ed esordiva con questa frase: "...il fenomeno Blissett, splendida concretizzazione di un sistema auto-generante di ogni sorta di imprevedibili e strampalate azioni di guerriglia culturale, portate avanti collettivamente e anonimamente senza alcuna gerarchia o coordinamento centrale, ci ha colti [...] di sorpresa, apparendo come dal nulla...". Questa E' una classicissima Diminutio auctoris, un atto di falsa modestia a cui non va dato troppo credito: Vittore non solo era al corrente fin dai primi giorni di quale fosse la natura della cospirazione, ma ne E' stato anche uno dei massimi promotori e teorici dal gennaio 1994 in avanti. 5. Di Stewart Home dal 1989 al 1994 sono usciti i seguenti romanzi: Defiant Pose (Peter Owen 1991), Pure Mania (Polygon Books, 1992), Red London (AK Press, Edinburgh 1994) e la raccolta di racconti No Pity (AK Press, Edinburgh 1993). 6. Uno spunto filosofico su questo argomento ci E' dato da un episodio della terza serie di Star Trek, Deep Space Nine, intitolato "Il passato di Dax"(scritto da Peter Allen Fields, data astrale 46910.1). Dax - uno dei protagonisti della serie - E' un Trill, un essere composto da due entita' interdipendenti: un ospitante e un simbionte, cioE' una sorta di parassita alquanto longevo che viene installato nel corpo di un volontario fino al termine della vita di quest'ultimo, per poi essere trapiantato in un nuovo ospite e cosi' via per svariate generazioni. La cosa interessante E' che il simbionte trasmette a chi lo accoglie parte della memoria delle sue vite precedenti e, viceversa, acquisisce l'esperienza dell'essere ospitante, creando ogni volta un'originale contaminazione di personalita'. Nell'episodio in questione, il Trill Jadzia Dax viene processato/a per un crimine commesso dal Trill precedente Curzon Dax. La linea di difesa vincente del Comandante Sisko si basa sulla constatazione che Jadzia Dax E' un essere nuovo rispetto a Curzon Dax, poichE' con la nuova unione si E' verificata una ricombinazione di personalita' che si sono modificate reciprocamente e che sono ormai indistinguibili. Non E' possibile processare singolarmente il simbionte Dax che vive dentro Jadzia per il crimine che ha commesso nella sua vita/unione precedente: esso E' ormai irrimediabilmente diverso da come era prima di unirsi a lei. Una lettura allegorica di questo episodio ci porta ad affermare che ognuno di noi E' un Trill: non siamo unita' chiuse sempre identiche a se stesse, bensi' dei sistemi aperti e ricettivi disponibili a un'infinita' di reincarnazioni, di nuove simbiosi, che spazzano via le responsabilita' delle vite precedenti e ci arricchiscono di nuovi ricordi e nuove sensazioni. Questa constatazione ci schiera necessariamente contro il sistema poliziesco che, nella vita reale come in Star Trek, vorrebbe imporci di essere sempre e soltanto una persona singola, distinguibile, un'unita' numerabile, tassabile, processabile, eleggibile e via di questo passo... 7. Persone di buone letture, gli autori dello script (Philip Labeznik e Joe Menosky). Tra le cose lette e ruminate, sicuramente questi passi di F.W. Nietzsche, da Crepuscolo degli idoli: "Il linguaggio appartiene, secondo la sua origine nel tempo, alla forma piu' rudimentale di psicologia: se prendiamo coscienza dei presupposti fondamentali della metafisica del linguaggio - in parole piu' chiare, della ragione - penetriamo in un rozzo feticismo. Esso vede ovunque autore e atto: crede nella volonta' come causa in generale; crede nell' io', nell'io come essere, nell'io come sostanza, e proietta su ogni cosa la fede nell'io-sostanza - solo cosi' crea il concetto di Ôcosa'[...] La "ragione"nel linguaggio: oh, vecchia infida baldracca! Temo che non ci libereremo di Dio, perchE' crediamo ancora nella grammatica..." 8. Franchising. Modalita' con cui l'impresa-a-rete postfordista (es. Benetton) organizza la distribuzione del marchio e del prodotto, "gestione sociale e politica delle reti attraverso il Ômarchio', piuttosto che vincoli diretti, disciplinari o amministrativi"(M. Lazzarato) come invece accadeva nel fordismo. Un commerciante puo' aprire un negozio sfruttando marchio, materie prime e tecnologie di una casa madre che programma il piano di investimento da affrontare e concede l'eventuale esclusiva territoriale. Progetto, scelta e arredamento dei locali nonchE' promozione sono a carico della casa madre (franchisor), mentre al gestore spettano i costi di arredamento e gestione. Il franchisor, in pratica, offre al commerciante "un'aura, un'identita', un mezzo di produzione di reddito. Il commerciante non sara' piu' il commerciante anonimo, ma il negozio Benetton"(Idem). In questo modo una grande ditta puo' lasciare che sia una rete di lavoratori autonomi "nobilitati"dal trademark a sobbarcarsi i costi amministrativi e fiscali della distribuzione. TRAX ha funzionato ad un tempo come anticipazione e parodia del franchising. Tra uno e due... Ci piace pensare che quelli che cercavano il Graal non erano stupidi Internationale Lettriste, Potlatch #8, 10/8/1954 Quella che segue E' la traduzione di "The Grail Unveiled", un breve saggio pubblicato sul n.2 di RE:ACTION - Newsletter of the Neoist Alliance (London, Summer Solstice 1995). La Neoist Alliance (BM Senior, London WC1N 3XX, UK) E' una delle piu' importanti realta' dell'underground londinese, aderente al Luther Blissett Project sin dal suo avvio. "The Grail Unveiled"E' una vera e propria dichia razione di poetica del gruppo. Sebbene il testo sia complesso e pieno di riferimenti non immediatamente comprensibili ai lettori italiani, ho scelto di includerlo in questo libro (eliminando alcune divagazioni, dividendolo in paragrafi e corredandolo di note esplicative) perchE' si tratta di una brillante esposizione di come Luther Blissett usa il mito (antico o contemporaneo che sia), e di come quest'uso non abbia assolutamente nulla a che fare con quello tipico delle filosofie reazionarie. La Neoist Alliance - d'ora in poi NA - E' stata fondata nel 1993 da Stewart Home. La parola "Neoismo"significa letteralmente "un nuovo ismo", quindi significa tutto e niente [1]. La NA si dedica alla "distruzione di ogni credo monoteistico"e alla diffusione di "strani culti, misticismo, para-scienza e antifilosofie", oltrechE' a "incoraggiare il culto della turpitudine"e a "provocare invidia, malcontento, rivolta e guerra di classe". Tutto cio' si concretizza in un'incessante guerriglia mediatica contro l'establishment culturale "per prendere il controllo della stampa e delle telecomunicazioni, del cinema e del teatro, di tutto quanto possa influenzare la pubblica opinione... allo scopo di distruggere dall'interno le istituzioni della classe dominante, provocando dissenso"[2]. Questo programma E' in realta' un capovolgimento "in positivo"di un testo dell'Imperial Fascist League in cui era esposto il presunto modus operandi di quanti tra le due guerre si opponevano all'avanzata del fascismo. La NA maneggia e manipola con disinvoltura metafore alchemiche, religiosita' neo-pagana, teorie della cospirazione, dottrine rosacrociane e riferimenti alle architetture massoniche. Ma non vi E' alcuna superficialita' nel suo approccio: la provocatorieta' di certe affermazioni non E' mai fine a sE' stessa, bensi'- come ha scritto Mikhail Bachtin a proposito di Rabelais - porta a "creare tra le cose e le idee nuovi vicinati...[a] porre accanto e riunire cio' che E' stato fallacemente diviso e allontanato e disgiungere cio' che E' stato fallacemente avvicinato"[3]. Ad esempio, l'uso della parola "celtico"come sinonimo di "meticcio", di "multietnico"o addirittura di "afro-europeo"non E' un semplice detournement, anzi ha una precisa rispondenza in alcune teorie storico-antropologiche e serve - come vedremo - a portare l'attacco al cuore stesso del mito di una "cultura europea"ancestrale, mito tanto caro alle vecchie e nuove destre. Per capire "The Grail Unveiled"E' necessario avere anche solo un'infarinatura di cosa sia il Graal e di cosa sia il druidismo. Il Sacro Graal (ant. franc. coppa) E', secondo le leggende, il calice di cui Gesu' Cristo si sarebbe servito nell'ultima cena e in cui Giuseppe d'Arimatea avrebbe raccolto un po' del sangue di Cristo deposto dalla croce, portandolo poi in Bretagna. Essendo andato perduto, sarebbe sorto l'ordine dei Cavalieri del Sacro Graal per cercarlo e, dopo che fu ritrovato, conservarlo e difenderlo. Il calice era invisibile a chi non fosse in stato di assoluta purezza spirituale. La leggenda ha dato vita a diversi poemi cavallereschi. La destra cattolica e/o fascista legge la ricerca del Graal come l'allegoria di una restaurazione della "cultura europea"e della sua purezza razziale, di una rivolta contro il mondo moderno, borghese, secolarizzato. La NA sconvolge questa interpretazione, e vede nel Graal il simbolo di quei politeismi pagani che hanno costantemente solcato e corroso la cristianita', di un melting pot che non smettera' mai di arricchire l'esperienza della specie umana. Non c'E' mai stata alcuna "purezza", e i miti non vanno restaurati ma usati come "significanti di un continuo divenire", di un networking che costruisce il con-dividuo. A questo punto E' facile capire che l'attenzione della NA (e di un altro importante gruppo, la London Psychogeographical Association [4]) per il druidismo E' la negazione attiva della fascinazione nazista per i miti nordici: si tratta di un'indagine su come un coacervo di incerte mitologie, di identita' remote e immagini vaghe sia stato riempito di nuovi significati, detournato e adattato a nuove esigenze. Nel caso dei druidi (gli antichi sacerdoti del culto celtico della vegetazione) cio' E' avvenuto a partire dal Rinascimento e ha subito una decisa accelerazione dopo il Romanticismo. Da allora in poi il revival druidico E' consistito in un continuo processo di reinvenzione della tradizione, finalizzato a un'esperienza religiosa cosmopolitica che, in nome del Legame Universale ("the Universal Bond") tra tutti gli esseri umani, ha accettato e assorbito elementi delle filosofie orientali e della cultura nativo-americana. Questi elementi sono stati integrati in un culto del Paesaggio Sacro ("Sacred Landscape") che, nel Regno Unito, ha avuto una qualche influenza sul socialismo utopistico a cavallo tra XIX e XX secolo [5]. E' proprio questa tendenza del druidismo alla "cultural cross-fertilisation"che la NA vuole ampliare e radicalizzare, e per questo in "The Grail Unveiled"viene descritto l'Avanbardo, vale a dire chi si pone creativamente oltre l'antitesi tra Progresso e Tradizione. Cio' che l'Avanbardo(6) annuncia E' il definitivo superamento della crisi postmoderna. Il/la portavoce della NA si chiama, manco a dirlo, Luther Blissett. NOTE 1. Cfr. Stewart Home, The Assault on Culture - Utopian Currents from Lettrisme to Class War, AK Press, Edinburgh 1991; Stewart Home, Neoist Manifestos/The Art Strike Papers, AK Press, Edinburgh 1991; Stewart Home, Neoism, Plagiarism & Praxis, cit. 2. "Programme of the Neoist Alliance", da S. Home, Neoism, Plagiarism & Praxis, cit. 3. M. Bachtin, Estetica e romanzo, Einaudi, Torino 1979. 4. La London Psychogeographical Association E' stata fondata da Richard Essex nel 1992, e prende il nome da uno dei gruppi radicali che nel 1957 confluirono nell'Internazionale Situazionista. La psicogeografia E' "lo studio degli effetti specifici dell'ambiente geografico, consciamente disposto o meno, sulle emozioni e sul comportamento degli individui"("Internationale Situationniste"n. 1, Paris 1958), e la LPA esplora Londra e il territorio circostante studiando gli effetti sullo spazio urbano del periodico riequilibrarsi dei poteri costituiti e delle faide interne alla classe dominante. L'approccio della LPA alla psicogeografia E' molto complesso e peculiare e, per quanto riguarda l'esplicito richiamo ai situazionisti, E' basato sullo sviluppo delle riflessioni "situlogiche"di Asger Jorn anzichE' sul sopravvalutato apporto teorico di Guy Debord. Nel 1994 la LPA ha fondato la Luther Blissett 3-Sided Football League (Cfr. Luther Blissett - rivista di guerra psichica e adunate sediziose, #0, Bologna, Grafton 9 aprile-maggio 1995). Chiunque sia interessato a ricevere regolarmente il newsletter della LPA puo' spedire un vaglia internazionale di 5 sterline a: UNPOPULAR BOOKS, Box 15, 138 Kingsland High Street, London E8 2NS, Gran Bretagna. 5. Dal 1909 al 1946 fu Capo dell'Ordine Britannico dei Druidi l'erborista, dietologo e salutista George Watson MacGregor Reid, piu' volte candidato socialista alla Camera dei Comuni e al Congresso degli Stati Uniti. Egli "visito' l'Afghanistan e l'India, e ricevet te un'iniziazione mistica al buddhismo nel famoso monastero di Kapila, India settentrionale - come druido, adotto' il nome di Ayu Subhadra Savvanus. Pare che, piu' che diventare buddhista, egli abbia integrato il buddhismo nel credo e nella filosofia druidica. MacGregor Reid fu in grado di armonizzare tutto cio' in una forma completamente occidentale, di modo che l'influenza buddhista - al pari di quella islamica e genericamente cristiana - sui riti pubblici dei druidi fosse quasi impercettibile. Uno dei suoi detti piu' frequenti era: "Dio E' troppo grande e grandioso per qualsiasi chiesa 6. Bardi: poeti e cantori sacri e profani, presso i Celti. Insieme ai druidi e agli ovati costituivano la classe sacerdotale dei Galli. Nei loro canti, tanto eulogici quanto satirici, celebravano le tradizioni del clan a cui appartenevano e le gesta del capo. Dopo la conquista romana i bardi scomparvero dalle Gallie ma in qualche modo sopravvissero durante il Medioevo in Bretagna, Irlanda, Scozia e Galles. Il Romanticismo riscopri' il termine e defini' "bardi"i poeti che cantavano la patria, i tormenti dell'anima e il sacrificio dell'eroe. L'avanbardo non ha tradizioni da celebrare, perchE' si pone come superamento e sintesi di TUTTE le tradizioni; il suo clan E' l'intera Specie e anzichE' cantare le gesta del capo preconizza e predica l'emergere dello Homo Gemeinwesen, del Con-dividuo. 2. Il Graal rivelato La nostra natura consiste nel movimento, tutto il resto E' morte Blaise Pascal L'essenza della vita non E' mai la sua fruizione, ma l'incessante divenire Johann G. Herder L'uomo vuole concordia, ma la natura sa meglio cosa E' buono per le specie: essa vuole discordia Immanuel Kant NON "SERVIRE IL GRAAL"MA "SERVIRSI DEL GRAAL" Molti testi critici sul Sacro Graal contengono osservazioni banali su quale sia la "giusta"richiesta. In molte leggende, il figlio della vedova porta la tragedia sul suo popolo per non aver formulato una determinata domanda, di conseguenza i raccolti inaridiscono e i castelli vanno in rovina. Studiosi reazionari come Anna Morduch nel suo The Sovereign Adventure: The Grail of Mankind (James Clarke, Cambridge and London 1970) suggeriscono di distinguere due tipi di domande al/sul Graal. La prima domanda E': "Chi puo' servire il Graal? Qual E' la natura del Graal, e come posso servirlo?". Secondo Morduch, la seconda categoria di domande riguarda "i doni e le ricompense"del Graal. Questi due tipi di richieste ci suggeriscono interpretazioni diverse da quella di Morduch. Di fatto, quanti desideravano servire il Graal si limitavano a porre assurde domande retoriche su questo mondo. Si trattava di leccaculi incapaci di rompere i legami che li incatenavano, perchE' desideravano davvero, e in tutta sincerita', servire i poteri costituiti. Invece , coloro che ponevano il secondo tipo di richiesta, pur partendo dalle stesse premesse dei piu' "nobili"Cavalieri del Graal, rompevano il codice della cavalleria, perchE' anzichE' offrire i propri servigi chiedevano grazie e favori. In passato questi poveracci conoscevano solo l'esilio e la messa al bando, mentre ai loro odierni corrispettivi si gettano poche briciole d'elemosina. Nelle prime pagine di L'Unico e la sua proprieta', scritto 150 anni fa, Max Stirner scacciava gli spettri che oggi Morduch cerca di rievocare: "Quale si suppone che sia il mio interesse!? Prima di tutto la Causa del Bene, poi la causa di Dio, la causa del genere umano, della verita', della liberta', dell'umanita', della giustizia; poi, la causa del mio popolo, del mio principe e della mia patria; infine la causa dell'Intelletto, e mille altre cause. Solo la mia causa non dovrebbe mai riguardarmi, ÔVergogna all'egoista che pensa solo a sE' stesso!". Voi avete molto da insegnarci a proposito di Dio, per migliaia di anni vi siete interrogati sui Ômisteri della natura divina' e avete guardato nel cuore di Dio, quindi potete dirci senza dubbio in che modo Dio stesso bada alla propria Ôcausa', quella che siamo chiamati a servire...". Quelli tra noi che desiderano vedere i castelli dei nostri oppressori andare in rovina, che sono felici nel vedere i frutti del vecchio mondo seccarsi e morire e che spargerebbero volentieri il sale su queste gia' aride lande se cio' servisse ad avviare il crollo, non si faranno intrappolare nel sistema dualistico di "pensiero"riverito da Morduch. Noi possiamo liberamente porre una domanda che E' gia' stata posta molte volte, una domanda che ha una risposta molto semplice. Bestsellers internazionali come Il Santo Graal di Baigent, Leigh e Lincoln [1] dimostrano che molte persone sono ancora curiose di sapere cos'E' il Graal, o almeno cos'E' stato o cosa sarebbe potuto essere. Baigent e soci ipotizzano che il Graal sia il sangue di Cristo trasfuso nei suoi diretti discendenti [Sain Graal = Sang RE'al ]. Risposte piu' tradizionali hanno incluso il calice che raccolse il sangue di Cristo e una pietra caduta dalla corona di Satana. Si dice che i poemi cavallereschi sul Graal siano una versione cristianizzata delle piu' antiche leggende celtiche, e che varianti di queste fiabe esistano in tutte le culture. Nel suo "La dea bianca", Robert Graves ha scritto che tutti i poeti intendono esprimere una verita', verita' che puo' essere rinvenuta nella sua forma piu' pura nelle opere dei bardi celtici [2]. Come per la poesia, cosi' per il Graal: come Graves non capisce che "poesia"significa letteralmente "creazione"o "costruzione", e va a cercare una verita' piu' pura, cosi' non si potra' mai apprendere nulla di rilevante continuando a chiedersi cos'E' stato il Graal o cosa sarebbe potuto essere. Cio' che il Graal simboleggiava in passato non puo' interessare a quanti hanno rotto con la Tradizione. In ogni caso, la tradizione E' essa stessa discontinua: gli individui che desiderano "tornare"alla tradizione rompono allo stesso tempo con le tradizioni che hanno ereditato. Cio' spiega la fertilita' del Protestantesimo nella sua fase storica (quando cioE' l'influenza della cultura islamica diede la spinta propulsiva alla Riforma (3) e anche la totale miseria dell'ideologia nazionalista nel nostro secolo. La contaminazione tra le culture ci arricchisce, e il Graal rappresenta una stratificazione storica di miti che non possono essere riassunti uno nell'altro nE' "restaurati"nella "purezza"di un culto celticheggiante della vegetazione senza essere ridotti a una banale unidimensionalita'. La potenza delle leggende sul Graal risiede nel fatto che esse sono ad un tempo cristiane e pagane, sebbene cio' sia evidentemente sfuggito all'attenzione dei "Tradizionalisti"come RE'nE' GuE'non o Julius Evola [4] [...] PROGRESSO/TRADIZIONE, AVANGUARDIA/OCCULTISMO. DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA Il Graal puo' essere compreso solo se visto in una prospettiva storica, vale a dire come un instabile significante di un continuo divenire. Il 20 febbraio 1909 il futurista Filippo Tommaso Marinetti annuncio' a un allarmato mondo che "il tempo e lo spazio morirono ieri". Furono queste parole a inaugurare l'epoca attuale, l'epoca dell'AVANBARDISMO. Il druidismo fu (re)inventato dopo il Rinascimento, quando l'opinione pubblica "colta"si divise sui meriti degli Antichi e dei Moderni. Con l'emergere di una concezione dinamica della storia, le dicotomie medievali erano state rimpiazzate da guerre ideologiche laiche, come quella tra "Progresso"e "Tradizione". Il moderno "revival"del druidismo si fa di solito risalire all'elezione dell'inglese John Toland a capo del neonato Ordine dei Druidi, nel 1717, lo stesso anno in cui a Londra fu fondata la United Grand Lodge of Freemasonry. Pare poi che il fondatore dell'ƒcole Druidique sia stato Max Jacob, noto cubista, poeta, critico, occultista e imbroglione. Le avanguardie storiche - futurismo, dadaismo, surrealismo... - emersero nello stesso periodo in cui Aleister Crowley [5] stava operando nella Golden Dawn una mirabile sintesi delle tradizioni occulte, per creare l'"Alta Magia"(High Magick) come la conosciamo oggi. Proprio come l'avanguardia simula un'assoluta modernita', cosi' il druidismo o l'esoterismo simulano un'inverificabile antichita': non esistono prove che le "tradizioni"pagane ed esoteriche contemporanee risalgano a prima del Rinascimento. L'avanguardia e l'occulto sono due facce della stessa medaglia. Tale stato di cose permane, insoluto ma ad un superiore livello di disarmonia, nell'AVANBARDISMO. UNIRE IL DIVISO, DIVIDERE L'UNITO A questo punto i lettori che non sono iniziati alla Neoist Alliance potrebbero sentirsi trattati da stupidi, ma cio' E' del tutto naturale, dato che nei poemi sul Graal il "figlio della vedova"E' solo uno tra i tanti rappresentanti di questa figura archetipa, lo stupido o il folle che acquisisce giudizio attraverso il continuo divenire, cioE' attraverso la propria ricerca del Graal. Come il popolo del Graal, i celti non sono una "razza"bensi' provano, se ce ne fosse bisogno, che l'incrocio di razze E' il principio creativo dell'evoluzione messo all'opera. Negli anni Ô20 il nobile Drew Ali permise ai "celti"di unirsi alla sua religione Mussulmana Nera perchE' li considerava africani. Piu' recentemente, quest'idea E' servita da tesi per il libro di Ahmed Ali e Ibrahim Ali The Black Celts: An Ancient African Civilization in Ireland and Britain (1992). Gli autori affermano molto esplicitamente che la cultura del primo stanziamento africano si fuse completamente con quella di una piu' tarda ondata di pionieri indoeuropei. La scoperta dell'Europa da parte degli indiani irochesi del Nord America, i cui approdi in Islanda e Irlanda suggerirono a molti capi vichinghi di navigare verso ovest, porto' all'altamente sviluppata cultura tri-etnica degli antichi celti. Proprio come l'urbanizzazione distrusse le sacre querce dei "veri"druidi, cosi' l'AVANBARDO distruggera' ogni residua "aura"emanata dalle sfere dell'arte e della religione. [...] I popoli dell'"Occidente"oggi sono tutti celti, e quanti accettano questo dato di fatto sono AVANBARDI. PoichE' il Graal E' un instabile significante del continuo divenire, esso funziona necessariamente come un simbolo dell'innesto di una cultura sull'altra. Dunque, sicuri della nostra condotta, partiamo ancora una volta per l'infinita Ricerca. Il nostro primo compito E' fonderci con la sorgente cultura del versante del Pacifico sotto l'egida di un Disordine Internazionale dei Consigli Druidici... Gli inglesi non esistono, e certo non ci prenderemo il disturbo di re-inventarli. AVANTI, VERSO UN MONDO SENZA FRONTIERE! NOTE. 1. Il Santo Graal - una catena di misteri lunga duemila anni, Mondadori, Milano 1982 2. Robert Graves, La Dea Bianca - grammatica storica del mito poetico, Adelphi, Milano 1992. 3. Con "cultura islamica"ci si riferisce qui, con una spiazzante sineddoche (figura retorica che consiste nel dire il tutto per intendere la parte o viceversa), alla Hermetica e all'Alchimia, che il medioevo eredito' dall'Egitto ellenistico attraverso gli arabi, dopo il VII secolo d.C. Alcuni ipotizzano che piu' tardi anche i Templari, l'ordine di monaci guerrieri che dal XI secolo ebbe il compito di mantenere l'ordine in Terrasanta (e che nel XIV venne sciolto d'autorita' con l'accusa di adorare il demone Bafomet e di cospirare contro il Papa) abbiano avuto un ruolo importante in questa contaminazione culturale. A grandi linee, l'Alchimia E' un insieme di religione (soprattutto il Sufismo, corrente mistica dell'Islam), numerologia pitagorica, astrologia e tecniche di lavorazione dei metalli. E' innegabile che l'Illuminismo e le rivoluzioni borghesi, per il tramite dei Rosacroce e della Frammassoneria, abbiano attinto linguaggio e simbologie dalla tradizione esoterico-occulta, in particolare dall'alchimia e da un adattamento cristiano della Cabala ebraica. [N.d.T.] 4. RE'nE' GuE'non (Blois 1886 - Il Cairo 1951), esponente di spicco del pensiero Tradizionale-sapienziale, orientalista e storico delle religioni, occultista e filosofo. Julius Evola (Roma 1898-1974), ex-dadaista, teorico dell'"idealismo magico", pensatore razzista e reazionario, capostipite del filone composito dell'ultradestra paganeggiante [N.d.T.] 5. Aleister Crowley (Leamington 1875 - Londra 1947), conosciuto anche come "Ipsissimus", "Prince Chioa Khan", "conte Vladimir Svareff", "Bafomet"o "la Grande Bestia". Il piu' importante esponente delle tradizioni magico-occulte dal XVIII secolo in avanti, poeta e pittore, libellista satirico e pornografico, bisessuale e sperimentatore di droghe, appassionato traditore della propria patria durante la Prima Guerra Mondiale. Negli anni Ô20 fu proclamato dalla stampa popolare inglese "l'uomo piu' malvagio del mondo". Nel 1898 riformo' completamente l'Ordine Ermetico dell'Alba Dorata, importante setta rosacrociana fondata dieci anni prima. Durante un'esist enza nomade e tormentata scrisse i testi sacri The Book of the Law (dettatogli in Egitto da un demone di nome Aiwass) e Magick - Book Four [N.d.T.]. ...Tra due e tre... Come avrete capito non sono granchE' interessato alla linearita'. Mi rendo conto di avere gia' messo molta carne al fuoco senza dire niente di come E' nata tutta questa storia. Occorre fare un passo indietro che ci consenta poi di farne tre in altrettante direzioni. Non si tratta di rintracciare una Vera Origine. Credo che l'inizio di ogni storia sia frutto di una scelta arbitraria, non potrebbe essere altrimenti: noi ci immettiamo nelle storie in un punto determinato del loro svolgimento e facciamo subire ad esse delle deviazioni. In qualche modo le facciamo ricominciare, dando il nostro personale contributo, partecipando a crearle e a raccontarle (le due cose non sono mai nettamente distinte); mescolando il nostro essere a quello di tutti gli altri che della storia fanno parte. Ecco dunque un incipit, quello che sono riuscito a rintracciare percorrendo a ritroso tutte le diramazioni del Luther Blissett Project. Devo ammettere che quando per la prima volta Kipper mi parlo' di Healy, nell'estate del Ô94, non ero cosi' sicuro che si trattasse di una persona reale - in carne ed ossa intendo. Pensavo piuttosto si trattasse di una delle tante creature con cui Harry popolava le sue storie. E' stato solo all'inizio del Ô95 - quando mi sono trovato a Londra per accompagnare due giornalisti della RAI che ho potuto constatare il contrario. Dopo aver svolto la mia parte in quella che E' passata agli annali del Luther Blissett Project come la beffa a ÔChi l'ha visto?', mi sono trattenuto in citta' per giringirarla un po' in pace. Erano dieci anni che non tornavo a Londra. E' cosi' che ho potuto incontrare Coleman Healy, per l'esattezza al numero 49 di Hayles Street, vicino a Elephant & Castle, tra il 20 e il 21 Gennaio 1995. Eravamo entrambi ospiti di Jason C., un comune amico membro della London Psychogeographical Association. Healy era appena arrivato dagli Stati Uniti, dove solo una settimana prima aveva assistito al funerale di Ray Johnson. Quella che segue E' l'intervista, o meglio, la lunga chiacchierata che abbiamo avuto in quei due grigi giorni piovosi, davanti a numerose tazze di the e a un registratore portatile. Oltre all'inserimento di un articolo sulle attivita' di Healy, uscito per una testata inglese, il mio intervento si E' limitato a una minima risistemazione di domande e risposte - per dare organicita' al lavoro - e ad alcuni miglioramenti per quanto riguarda la forma. Ciononostante l'impostazione complessiva dei discorsi pronunciati da Healy non E' stata modificata. 3. Rendez-vous coi ribelli - Intervista a Coleman Healy Capo... sta venendo su uno. Uno serio. Luc Besson - Leon, 1995 Nato a Sacramento (California) nel 1960, Coleman Healy E' attualmente uno dei body-artisti piu' radicali nell'underground planetario delle subculture. Negli ultimi dieci anni ha lavorato con i Krononauts a Baltimora e con la Chiesa del Subgenio, rivoluzionando completamente ed esasperando le concezioni anti-artistiche di questi movimenti. Nel 1992, insieme a Ron Athey (un terrorista teatrale di New York), Healy ha fondato la Body Modification Community e oggi organizza regolarmente molte performance-pirata (che lui chiama "raves") nell'ambiente underground della costa orientale e in quello londinese. Non c'E' mai un cartellone ufficiale, ma gli annunci dei suoi spettacoli viaggiano attraverso il tam-tam metropolitano e spesso i ravers giungono anche da posti lontani alcune centinaia di chilometri per assitere e soprattutto per partecipare. Sfortunatamente questo ha l'effetto negativo di mettere le forze dell'ordine in massima allerta e le perfromance presto vengono interrotte dall'irruzione di adirati ma cauti poliziotti. Di solito infatti la B.M.C. utilizza sangue infetto nei suoi lavori oltre a frattaglie animali e arti amputati sottratti agli ospedali. Le performance quindi sono praticamente disgustosi e putridi riti di estatico autolesionismo (Branding, Scaring, eccetera...). Il maggior successo Healy lo ha ottenuto sulla scena underground del Regno Unito. Li' trascorre regolarmente almeno sei mesi all'anno in compagnia del suo amico e seguace il "Reverendo"William Cooper, acclamato autore di Radical Sex (Exit communications Ltd., London, 1995), un libro che E' diventato rapidamente il nuovo manifesto libertario degli anni Ô90. Dermographics E' il nuovo nome che Healy da' alle sue pratiche. Ogni incontro E' un evento che non si dimentica facilmente e che di solito riesci a vedere fino alla fine soltanto se hai uno stomaco forte. Si tratta di scaring, branding e altre tecniche di "insurrezione corporea", che rivelano il vero significato delle due espressioni preferite di Healy: "filth is freedom"e "splatter is the lighter side of matter". Il 1994 E' stato un anno di buon raccolto per Healy. Gli eventi in Rwandah sono diventati il trampolino ideale per African Slaughterhouse - I Need A Blow Job, allestito in uno squat di Londra in commemorazione dei recenti bagni di sangue on line, goduti grazie alla totale copertura CNN degli eventi. Nel novembre dello stesso anno Healy, con l'aiuto di Ron Athey, ha organizzato uno spettacolo intitolato 4 Scenes From A Hard Life, nella palestra della Public School 122 a New York. Mentre Athey e Healy tracciavano figure sacre sui corpi di volontari sieropositivi appesi a una carrucola, la polizia ha fatto irruzione ed ha arrestato i performers. Il sindaco di New York Rudolph Giuliani si E' fatto un punto d'onore di questa operazione repressiva e ha promesso ai suoi allarmati sostenitori che "nessun mezzo sara' tralasciato per debellare questa gang di terroristi dell'A.I.D.S." L'attivita' di performer non E' l'unica a riempire la vita di Healy. Un altro aspetto interessante E' la sua decennale amicizia con il recentemente scomparso Ray Johnson e il suo svolgere un ruolo carismatico nel circuito internazionale della Mail Art. Per sbarcare il lunario e pagarsi i viaggi in giro per il mondo Healy scrive sceneggiature per vari serials americani (ricordiamo tra tutti i piu' noti Dream West, Paper Dolls e Bare Essence), ma si rifiuta categoricamente di recitare o compiere qualunque azione di scena davanti a una telecamera. La sua filosofia d'azione E' assolutamente anti-spettacolare e privilegia il contatto diretto col pubblico. Questo trova riscontro anche nella scelta dei luoghi per le sue performance: strade, scuole, mezzi di trasporto pubblico (memorabile e divertentissimo il suo Sub-way Portrait, nel quale con una muta da sub e tanto di bombole, pinne e un polpo vivo in braccio prendeva la metropolitana alla Euston Station per poi scendere a Greenwich e tuffarsi nel canale). L'ultimo coniglio uscito dal cilindro di questo poliedrico anti-artista sembra essere il cosiddetto Luther Blissett Project, un "assalto culturale"che prevede l'utilizzo da parte dei partecipanti di un nome collettivo, Luther Blissett appunto, dal nome dell'ex-centroavanti giamaicano del Watford. Verita' o leggenda metropolitana? A questo punto non ci meraviglieremmo piu' di niente. (Estratto da: The Indipendent del 30/3/95). INTERVISTA Luther: Come E' nata l'idea del Multiple Name e quando si E' cominciato a parlarne? Healy: Beh... Se proprio dovessimo individuare una data, credo che si potrebbe partire dall'autunno del 1992, quando Fundi ci invito' a casa sua per il Meeting Pan-americano sulla Sovversione. Mi arrivo' per posta un invito a questo MPS da parte di un situazionista giamaicano, Fundi appunto. Per la verita' non E' che Fundi avesse mai avuto gran che a che fare con l'Internazionale Situazionista di Debord & co. Non credo nemmeno che gliene fosse mai importato molto dei destini dei situazionisti europei. Era un gesto abbastanza autoironico quello di essersi battezzato ÔSezione Caraibica dell'I.S.', visto che era solo lui. Io lo conoscevo tramite il circuito della Mail-Art. Avevo letto un suo opuscolo scritto nell'85 riguardante i fatti di Grenada nel quale sfotteva l'ottusita' dei Ômarxisti' locali. Questi pretendevano di dare all'insurrezione nata spontaneamente un imprinting dogmatico-teorico. La demenzialita' stava soprattutto nel fatto che Grenada ha una popolazione di poco piu' di centomila abitanti e una superficie di appena 350 chilometri quadrati. Non si capisce che bisogno avrebbero avuto quei centomila di un partito-guida! Poco ci mancava che fossero tutti parenti... L'opuscolo di Fundi mi era capitato tra le mani verso la fine dell'86 e a suo tempo avevo scritto al suo indirizzo postale di Falmouth, per prendere contatti. Qualche settimana dopo mi era arrivata per posta una sua foto: era un classico rasta nero con tanto di dredlocks, ma dallo sguardo molto sveglio. Nel Ô92 Fundi mi spedi' l'invito a questo Meeting. Non so a quante persone lo mandasse, ma da quel che ho avuto modo di capire in un secondo tempo la scelta degli invitati era stata molto meticolosa. Luther: Hai idea del perchE' tu fosti scelto? Healy: Credo per la mia notorieta' nell'ambiente ultra-radiacale e per la mia amicizia e collaborazione decennale con Ray Johnson, che fu uno degli invitati. Luther: Chi erano gli altri partecipanti al meeting? Healy: Appunto Ray, grande padre della Mail-Art, che per i rispettivi impegni di lavoro non vedevo da tempo. Credo sia stata una delle pochissime volte che ha lasciato lo stato di New York... Joseph Georges, un haitiano che aveva lottato contro la dittatura di Duvalier e poi contro quella dei suoi generali utilizzando una radio cattolica - Radio Soleil. Parlo' della sua esperienza personale: pare che fosse riuscito a dare vita a una rete nazionale di solidarieta', nella quale, per la prima volta, studenti, professori, sacerdoti e rappresentanti delle organizzazioni di quartiere e contadini lavoravano insieme. Tutto era finito in vacca grazie ai vescovi locali che avevano assunto posizioni concilianti coi militari e avevano deciso di cambiare la redazione della radio... Poi c'era una inglese, aspetta, come si chiamava...? Gladis se non sbaglio, si' Gladis... non ricordo il cognome... ma non parlo' gran che, era una tipa timida che continuava a prendere appunti con una calligrafia tonda. Ricordo che beveva un sacco di the freddo, litri e litri al giorno... . Poi c'era un messicano, un certo Marcos. Luther: Quel Marcos? Il subcomandante Marcos? Healy: Non so se si trattasse della stessa persona... Marcos E' un nome molto comune in America Latina. E comunque credo che ormai nessuno possa piu' stabilirlo con esattezza. Oggi Marcos E' diventato un nome collettivo per chiunque nel mondo vuole affiancare la lotta dell'EZLN. I discorsi del Marcos che incontrai io furono molto interessanti. Il tema che sviluppo' fu quello della possibilita' di una lotta comune nel Nord e nel Sud del mondo per la creazione di uno spazio di discussione, di una rete d'opinione e d'azione che portasse avanti delle rivendicazioni libertarie. La sua analisi partiva dalla constatazione che la mondializzazione del potere capitalistico si E' ormai compiuta, cosi' come si E' compiuto il totale decentramento del potere stesso. Conseguentemente le strategie di lotta non potevano piu' basarsi su vecchi schemi teorico-pratici. In America Latina secondo lui occorreva innanzi tutto riguadagnare lo spazio di discussione, riuscire a porre i problemi all'attenzione dei vari governi ubriachi di balle neoliberiste. Il suo continente aveva visto generazioni intere di rivoluzionari scivolare nell'ombra della burocratizzazione e delle ideologie prese a prestito dal Nord sviluppato. Anche all'interno dei singoli paesi non era piu' pensabile una lotta di liberazione in senso classico. Bisognava fare i conti con una nuova realta'. L'esempio che porto' - lo ricordo come fosse ora - fu quello dei licenziamenti in massa agli stabilimenti della Volkswagen a Citta' del Messico proprio nell'estate di quell'anno. In una situazione del genere, i quarantamila che si erano trovati da un giorno all'altro in mezzo alla strada, non avevano ottenuto un bel niente piantando le tende in Plaza de la Costitution per una settimana. Il loro datore di lavoro era a migliaia di chilometri di distanza e non potevano farci niente... Ricordo che disse una cosa tipo: ÔNon si raccoglie acqua con una rete da pesca'. Mi piacciono le metafore dei latinoamericani: intendeva dire che se il potere capitalistico era diventato fluido, non aveva senso cercare di costituire un fronte. Occorreva combattere in modo nuovo. Ti diro', si vedeva che era un tipo disilluso e con le idee chiare. Personalmente ero molto in soggezione nei suoi confronti. Capisci? Non era piu' il vecchio internazionalismo, il gemellaggio tra partiti politici e roba del genere... Era andare direttamente al nocciolo della questione: linkare le attivita' mantenendo le necessarie differenze e potenziandone cosi' l'efficacia e l'originalita'. Disse che era assolutamente stufo di petizioni di solidarieta' e di collette internazionaliste. Voleva vedere agire la gente nel posto in cui viveva, perchE' la loro lotta poteva essere anche la sua e viceversa. Ognuno con le armi adatte al proprio mondo. Johnson si trovo' assolutamente d'accordo con Marcos. Fu lui a coniare il termine Network degli Eventi. Luther: CioE'...? Healy: Devi sapere che Ray aveva sperimentato per anni le possibilita' di comunicare orizzontalmente attraverso gli indirizzari sterminati della Mail-Art. Ora pero' si poneva un problema di prassi. Occorreva andare oltre...concretizzare il Network degli Eventi in un'azione reale destabilizzante e sovversiva. Ray si rendeva perfettamente conto che le esigenze e i rapporti di forza variano da situazione a situazione. L'America Latina non E' il Nord America nE' l'Europa. Ma proprio per questo voleva costruire una rete di contatti attivi a livello planetario (attraverso la posta, la telematica e quant'altro...) che potessero canalizzare l'attenzione su eventi specifici e crearne a loro volta. La proposta di Johnson mi entusiasmo' moltissimo. Non era certo il primo a teorizzare il collegamento orizzontale, dai migliori filosofi ai peggiori cazzari ne hanno parlato, ma qui si prospettava la creazione di una rete globale. Era un'impresa mai tentata prima. Ricordo che dopo gli interventi di Marcos e Johnson facemmo una pausa per andare a mangiare. Io mi misi a correre perchE' non riuscivo a contenere l'entusiasmo e feci una doccia fredda. Quel pomeriggio tocco' a me intervenire. Devi sapere che io e Ray eravamo stati in contatto con l'ambiente Neoista americano e inglese. Era stato in quel giro che negli anni Ô80 si erano tentati i primi esperimenti di multiple names. Luther: Ti riferisci a Monty Cantsin'... Healy: Appunto. E qui in Inghilterra a Karen Eliot'. Ero venuto a sapere delle iniziative dei Neoisti tramite la Mail Art, ma l'occasione di approfondire quelle tematiche l'ho avuta solo nell'88 a Londra, al I¡ Festival del Plagiarismo. Li' ho incontrato per la prima volta Stewart Home e Richard Essex e abbiamo parlato a lungo delle nostre attivita'. E' stato allora che siamo diventati grandi amici, per via di Nurse... Luther: Nurse? Healy: Si', un tipo molto rancoroso che voleva picchiare Stewart perchE' lui lo aveva sfottuto in un suo pamphlet o qualche idiozia del genere... Credo fosse un anarchico o un trotzkista, adesso non ricordo bene. Comunque lo atterrai proprio un attimo prima che potesse rompere una bottiglia sulla testa rapata di Stewart. Stewart non si E' fatto niente. Cosi' ci siamo conosciuti. Luther: E Nurse, che fine ha fatto? Healy: Si E' rotto il naso cadendo giu' dalla balconata...Eravamo su un piano rialzato e lui E' finito di sotto. Non credo di aver fatto apposta comunque... Devo confessarti che mi capita sempre piu' spesso di dover tirare fuori quel provocatore di Stewart dai guai... Ma scusa, mi stavi chedendo dei multiple names... Beh, quegli esperimenti - Monty Cantsin e Karen Eliot intendo - pur con tutto il loro valore di esperienze originali e interessanti, come sai hanno avuto il grosso limite di rimanere relegati all'ambiente artistico. Quindi bisognava stabilire se era pensabile un allargamento della pratica del multiple name anche al di fuori di una ristretta cerchia di intellettuali, per estenderla all'intero network degli eventi. Quando presi la parola, quel pomeriggio al Meeting, azzardai l'ipotesi che forse il multiple name avrebbe potuto essere una buona soluzione per garantire almeno due cose essenziali. Innanzi tutto l'invisibilita' nei confronti del potere. E' importante riuscire a non essere individuati se si vuole rimanere fluidi. E allo stesso tempo E' necessario farsi conoscere e raggiungere il maggior numero di persone possibile. Soggetti diversi, in contesti diversi, avrebbero potuto agire portando la stessa maschera. Questo avrebbe reso difficile il recupero spettacolare, nonchE' l'identificazione poliziesca, e allo stesso tempo avrebbe garantito la notorieta' e l'efficacia, perchE' l'azione singola di ogni piccolo gruppo si sarebbe inserita nel quadro dell'azione generale di tutti i gruppi. Capisci? Sfuggendo il tallone di ferro del Codice, della Nominazione, quali psicosi avremmo creato negli anfratti reconditi del potere? Ci si apriva davanti un vastissimo terreno inesplorato. Occorreva fare qualche ricognizione. In secondo luogo si tratta di un'esperienza esistenziale fondamentale. C'E' una frase di Orson Welles che definisce bene quello che voglio dire: "In un mondo perfetto, chiunque dovrebbe potere prendersi una vacanza dalla propria identita' di tanto in tanto". Ecco credo che sia molto vero. L'epoca in cui viviamo E' caratterizzata dal riemergere di identita' forti, ancestrali, e comunque strumentali e fittizie. La difesa di identita' pure (e quindi artefatte), culturali, etniche, religiose, ecc... E' un compito che preferisco lasciare ai reazionari di tutto il mondo. Serve alla destra per prendere il potere e al capitale per mantenere il controllo mondiale: tanti micro-conflitti fanno una grande Pax Augusta nella quale ingrassano i mercanti di armi. Luther: Pensi che non dovrebbero essere tutelate le minoranze... ? Healy: No, non penso questo. Quello che voglio dire E' che non abbiamo alcun bisogno dell'identita'. E' un concetto fittizio, strumentale, di cui dobbiamo sbarazzarci. E non solo per quel che riguarda la razza, ma anche la cultura. Ogni cultura E' frutto di una serie infinita di meticciati ed E' in continua trasformazione, non puo' risolversi in un'identita'. E' questo che le minoranze dovrebbero sbattere in faccia a chi - in nome dell'identita' - le vuole schiacciare! Non difendersi con le stesse armi di chi le opprime! Fin dal suo emergere come potere colonialista, il capitalismo occidentale si E' caratterizzato per questa assegnazione di identita' e gerarchizzazione delle culture. E vedi... il guaio E' che E' riuscito ad imporre lo stesso modo di pensare anche agli altri. La verita' fin troppo banale E' che chiunque - al di la' della pigmentazione della pelle, della cultura, religione, attitudini sessuali eccetera - va tutelato nella liberta' di essere quello che gli pare. Ma l'ideologia vuole costringerci a sentirci tutti Ôappartenenti' a identita' predefinite. Assecondare questo gioco significa lasciarsi dominare. Il modo migliore di fottere le potenzialita' di cambiamento E' vincolare la gente al senso di appartenenza - e possibilmente lasciarle solo quello - cosi' da osteggiare il meticciato, l'incontro con persone diverse, quindi il cambiamento e l'arricchimento reciproco... insomma, le cose interessanti della vita. Su questo i reazionari occidentali - tanto di destra quanto di sinistra - si trovano in perfetto accordo con gli integralisti islamici - cioE' i fascisti arabi. Sono le due facce della stessa medaglia. Luther: Vorrei trascinarti su un altro argomento... Una settimana fa Ray Johnson si E' suicidato. Come te lo spieghi? Forse la pista che credevate di aver scoperto quel giorno in Giamaica si E' rivelata piu' accidentata del previsto...? Healy: PerchE' pensi che se uno si suicida cio' significhi automaticamente che era triste e frustrato? Ray Johnson ha compiuto la performance piu' bella della sua vita... Non credo che io e te riusciremo ad andarcene con altrettanto stile... E comunque adesso anche il suo E' diventato un multiple name utilizzabile da chiunque... Luther: Eri rimasto in contatto con lui dopo il meeting? Healy: Beh, nel Ô94 io e lui abbiamo lanciato insieme a Harry Kipper e alla Neoist Alliance il Luther Blissett Project. Per un anno ci siamo dati da fare per diffondere il nome in ogni ambiente. Per tutto il 94 - come Harry gia' faceva da qualche anno - ho usato il nome per firmare le mie azioni sceniche. In quel periodo Harry E' venuto a fare un giro in bicicletta giu' in Italia e ha preso contatto con voi. Mentre io e Ray abbiamo cercato di coinvolgere il maggior numero di terroristi culturali nella cosa... Luther: Ad esempio chi? Healy: Beh, in Italia, Vittore Baroni... Ho approfittato del fatto che Stewart lo aveva conosciuto al cosiddetto Festival Neoista di Pontenossa, nell'85. Quando si tratto' di cercare collaborazioni per lanciare il progetto E' stato uno dei primi che abbiamo contattato. E infatti ci ha fornito subito una serie di idee pubblicitarie interessanti... Negli ultimi mesi invece io e Ray non ci eravamo visti molto. Sai, io ho passato dei lunghi periodi in California con Athey ad occuparmi della fondazione di questo Luther B. Center for the Arts (1) e cosi' non ho potuto essere qui. Mi pare che in una lettera Ray accennasse al fatto che voleva andare in Messico per uno dei suoi strani affari. La cosa mi ha lasciato sbalordito perchE' non era un gran viaggiatore, anzi, direi proprio che faceva fatica a superare il cortile di casa... Luther: Toglimi una curiosita': perchE' sceglieste proprio Luther Blissett? Healy: Fu per via delle figurine dei calciatori: dieci anni fa un mail artista inglese si era messo a mandare in giro figurine di calciatori a tutti i suoi corrispondenti. Ci faceva delle composizioni, dei collages. Alcuni erano davvero molto belli. Insomma Harry aveva letto quel nome, che secondo lui aveva un suono bellissimo... Ed E' vero: non solo E' molto musicale, ma se ci pensi il nome Luther ha una pronuncia molto simile a quella di Ôlooter', con due Ôo'(2). Se ci aggiungi Ôbliss'(3) il gioco E' fatto: da' l'idea di una razzia gioiosa, di uno sciacallaggio felice... Harry stava gia' usando questo pseudonimo per firmare alcuni dei suoi video e delle sue performance. E' stato il primo nome a venirmi in mente quando si E' trattato di scegliere il multiple name. Non E' perfetto? Luther: Hai piu' saputo niente degli altri partecipanti al Meeting? Healy: So che Fundi E' ancora attivo in Giamaica, mi scrive spesso. Con Marcos avevamo iniziato una corrispondenza, ma dopo un po' le lettere che spedivo al suo indirizzo di Citta' del Messico hanno cominciato a tornare al mittente. Ad ogni modo non faccio fatica a credere che possa avere preso contatti anche indiretti con gli Zapatisti. Da quel che so nel Chiapas hanno adottato la pratica del Multiple Name secondo le esigenze locali, che sono chiaramente molto diverse dalle nostre. Credo sia un'esperienza di lotta interessante proprio perchE' - come dice il subcomandante Marcos - non ha niente a che fare con le passate guerriglie rivoluzionarie dell'America Latina. Trovo anzi patetico che molti intellettuali e compagni in Europa corrano a dare la propria solidarieta' nominale e a rispolverare le vecchie magliette di Che Guevara. Luther: PerchE'? Healy: PerchE' il Che - senza voler togliere nulla alla sua storia di rivoluzionario e combattente - E' quella che io chiamo un'icona chiusa, cioE' che ha gia' espresso quello che poteva esprimere, che ha percorso tutto il cammino classico: da simbolo di lotta libertaria per una generazione a icona pop per l'industria delle magliette. Il parallelo con Marcos dimostra che l'Occidente sviluppato E' privo dei parametri culturali per comprendere il fenomeno del Chiapas e spiega perchE' un sacco di gente si accanisce a cercare di farlo rientrare per forza nei modelli del passato. In relta' nella lotta dell'EZLN non c'E' niente del romanticismo che la sinistra europea cerca. C'E' anche poco marxismo, inteso in senso ortodosso, a essere onesti. C'E' invece una lucida analisi politica e sociale e un nuovo modo di concepire la guerriglia, basato sull'invisibile visibilita' dell'EZLN e sull'uso del multiple name ÔMarcos'. Non si tratta di una lotta di liberazione in senso stretto, gli zapatisti non vogliono conquistare militarmente un territorio per liberarlo. Non cercano nemmeno lo scontro aperto con l'esercito regolare... L'EZLN c'E' e basta. E questo E' gia' sufficiente a porre un problema all'ordine del giorno: quello del Chiapas e delle aree sottosviluppate - problema che altrimenti verrebbe considerato secondario. L'icona Marcos E' un'icona aperta, cioE' viva: i suoi contorni sono elastici e tratteggiati. Come dice lo stesso subcomandante in piu' di un'intervista, il passamontagna che i guerriglieri indossano non serve a celare l'identita' di chi combatte, quanto a permettere a chiunque, nel Chiapas e nel mondo, di partecipare alla sua lotta: di spacciarsi' per lui, di essere Marcos come lo E' lui. E' per questo che sfrutta le reti telematiche per lanciare messaggi verso l'esterno. Vuole costruire il network. Cosi' qui nel Nord il Luther Blissett Project offre una possibilita' a chiunque voglia inserire la propria creativita', fantasia, rabbia, frustrazione eccetra - in una rete che ne moltiplichi la risonanza mediologica e l'effetto pratico. Questo network si sta sviluppando, ma occorrera' del tempo... La lotta nell'Occidente post-industriale dal punto di vista strategico non E' meno dura che nel Chiapas. E' vero che qui non rischi di venire ammazzato, ma in compenso i metodi di repressione culturale sono molto piu' raffinati che in Messico. Occorrera' alimentare il terrorismo culturale ad ogni livello - io preferisco chiamarla Guerra Psichica - e non accontentarsi delle vecchie strategie come non si E' accontentato Marcos. Si tratta di far nascere nuovi bisogni anche qui, dove non si muore (per ora) di fame ed epidemie, ma dove la noia, la disoccupazione e l'inconcludenza regnano incontrastate. Luther: E fin ora come si E' sviluppata la pratica del nome collettivo? Healy: Beh, senz'altro l'area interessata E' vasta. Blissett E' dilagato dal Regno Unito verso gli Stati Uniti, l'Italia, l'Olanda, la Germania, l'Austria, la Finlandia e credo anche l'Ungheria. Penso che non ci si possa proprio lamentare. Addirittura il mese scorso alcuni file firmati Luther Blissett sono apparsi su una BBS australiana di Perth. Ho un'amica all'universita' di Perth, Sonya Jeffery, che E' ricercatrice di antropologia e lavora spesso con le comunita' aborigene del West Australia oltre ad essere membro della N.I.M.A.A. (4). Pare che il L.B.P. abbia preso piede tra gli Aborigeni Ôritornati'. Sai, quelli che ogni tanto lasciano giacca e blue jeans e passano dei periodi in tribu' nel loro territorio d'origine... Sono in molti a fare cosi', una vera e propria sottocultura trasversale. Sonya dice che i piu' politicizzati tra loro usano il multiple name per azioni di sabotaggio e per firmare rivendicazioni e petizioni. Lo usano soprattutto per non farsi registrare dall'Aborigenal Protection Board, l'istituto governativo che dovrebbe controllarli e procurargli il lavoro: danno tutti lo stesso nome cosi' quelli impazziscono e continuano a spostarsi per giorni e giorni a cercare di capirci qualcosa... Sonya mi ha spedito anche il CD di un gruppo rock multietnico di laggiu' che si E' ribattezzato da poco Luther Blissett, i Koncealed Konceit, li conosci? Luther: No. Comunque tutto questo suona incredibile... Healy: Non direi... anzi, E' probabile che culture non individualiste - cioE' che non impostano la loro struttura sociale sull'idea di individuo - come appunto quella aborigena, recepiscano meglio la pratica del multiple name... E' chiaro che la adattano alle loro esigenze e ai loro schemi culturali, ma del resto i concetti sono fatti per essere Ôusati', sarebbe assurdo pensare di salvaguardarne la presunta purezza ideale, non trovi? Pensa che dall'Australia mi arriva per posta la rivista che fanno, Limit Of Maps. Ed E' la miglior rivista di psicogeografia che abbia mai letto. Il finanziatore E' uno che conosci sicuramente, Bernard Hickey. Luther: Il critico letterario? Healy: Proprio lui. Da quando E' andato in pensione ha un sacco di tempo a disposizione e si diverte a fare cose del genere insieme a Robert Bropho, un nativo impegnato sul fronte della difesa degli aborigeni. Bropho deve essere piuttosto noto laggiu'. Dovresti leggere qualcuno dei suoi racconti... Luther: Capisco. Ma non hai paura che proprio grazie a questa malleabilita' un movimento reazionario possa appropriarsi di questa pratica e farne un uso razzista o peggio? Healy: Capisco cosa vuoi dire. Ma vedi, E' molto difficile che un razzista, un nazionalista o comunque un reazionario riesca anche solo a comprendere cosa significa e cosa implica la pratica del multiple name. Non credo sarebbe in grado di usarlo per i propri scopi. E' vero che anche il pensiero reazionario, nel suo filone piu' Ômistico' ha prodotto fenomeni di Ôidentificazione collettiva'. Ma E' proprio qui la differenza. In quei casi si E' trattato di un'identificazione delle masse con una figura carismatica - come spiega Weber -, con un leader, un dominatore, un capo politico... Si E' trattato della costruzione di una macro-identita' spettacolare che ha assorbito tutte le altre, che le ha fagocitate e asservite al proprio volere. Il progetto di multiple name funziona esattamente al contrario. Innanzi tutto, la macro-identita' nella quale le soggettivita' confluiscono E' palesemente fittizia, cioE' si esalta la fama di un fantasma, che proprio per questo risulta manipolabile collettivamente. Non c'E' identificazione, non si aderisce a una soggettivita' gia' data, ma si partecipa alla sua costruzione libera e fantasiosa. E' un gioco, come se una marionetta venisse fatta muovere da milioni di fili sul palcoscenico del mondo. Questo ci aiuta a liberarci dell'aspetto negativo dell'individualita', intesa come ideologia borghese storicamente determinata. Non E' tornare alla dimensione del mito eroico e a un modello sociale pre-capitalistico - come vorrebbero i catto-fascisti che esaltano lo stato etico - ma E' andare oltre l'ideologia dell'Individuo, dell'Indivisibile - del genio creativo, dell'artista - che conserva ancora troppo idealismo, e riscoprire invece la dimensione del racconto collettivo, come semplice narrazione in cui tutti sono raccontati e immaginati da tutti. Luther: Insomma E' come se tutti gli Star Trek fan club sparsi per il mondo partecipassero alla stesura delle sceneggiature del serial... Healy: Esempio azzeccato! Johnatan Frakes, l'attore che nella seconda serie interpretava il Comandante Riker, E' assolutamente favorevole a un'idea del genere. Mi diceva che ha provato piu' di una volta a fare pressioni sulla produzione perchE' allargasse la partecipazione creativa in questo senso. Luther: Dici sul serio? Healy: Ho conosciuto Frakes ai tempi in cui girava Paper Dolls e ogni tanto ci sentiamo ancora. Personalmente sono un fan di Star Trek. Anche Frakes come noi crede che la proprieta' privata della cultura di massa sia una contraddizione in termini. Questo fin dall'inizio della sua carriera, quando impersonava Capitan America per le inaugurazioni dei supermercati. Mi ha raccontato che gia' allora protestava contro gli organizzatori sostenendo che il suo era un personaggio Ôpubblico' - il simbolo dell'America libera - e che era ingiusto prestarlo agli interessi privati dei grandi trust. Luther: Eppure - anche alla luce di questo discorso - non trovi che forse gli ostacoli che abbiamo davanti siano troppo grandi... Credi davvero che tramite il network degli eventi e il multiple name sara' possibile far nascere nuovi desideri e cambiare il mondo? Healy: Non ne ho la piu' pallida idea. L'unica cosa che posso dirti E' che se vogliamo evadere dal carcere dell'arte non bisogna dimenticare che anche l'intellettualita' puo' trasformarsi in un riformatorio quando diventa autoreferente. Dovremo essere pop come Star Trek, dovremo ripartire dal potenziale di vita frustrato dentro ognuno di noi e cercare di proiettarlo nel mondo circostante. Cito ancora Marcos quando dice che non sa cosa farsene di un'avanguardia che E' talmente all'avanguardia da non poter essere raggiunta da nessuno... E' terribilmente vero. Non si puo' far finta che tutti abbiano il nostro stesso grado di consapevolezza o i nostri stessi interessi e bisogni, anzi, sarebbe presuntuoso e ingiusto pretenderlo. Ognuno ha i propri desideri e frustrazioni. Il mio fegato E' diverso dal tuo! Ma - saro' scontato - la societa' capitalistica nega appunto questa differenza e ci vuole tutti uguali, con gli stessi desideri e le stesse frustrazioni. E' per questo che dobbiamo darle un'immagine angosciante di se stessa, metterla davanti allo specchio, metterle davanti un fegato, il suo fegato pieno di bile e di vermi. PerchE' nasca il desiderio comune di smantellarla. NOTE 1 - 50 Mark West Springs, California 95403, U.S.A. 2 - looter: predatore; saccheggiatore; predone; sciacallo (Il Nuovo Ragazzini, Dizionario Inglese-Italiano Italiano-Inglese a cura di Giuseppe Ragazzini, II ed., Zanichelli, Bologna 1987). 3 - bliss: grande gioia; felicita' perfetta; beatitudine. (Ibidem). 4 - The National Indigenous Media Association of Australia, suite 3, 25-27 Cordelia St., South Brisbane, QLD 4101, Queensland, Australia ...Tra tre e quattro... "Che cosa credi?", domando' Gimli. "Credo che il nemico abbia portato con sE' il proprio nemico", rispose Aragorn. J.R.R. Tolkien - Il Signore degli Anelli, libro III, cap.II. Siamo seduti intorno a un tavolo insieme a Healy, Athey, Kipper e Marcos per una partita di Dungeons & Dragons. Scegliamo un personaggio e lanciamo i dadi per stabilire quali caratteristiche fisiche e psicologiche esso avra' dall'inizio alla fine della giocata. Possiamo essere un guerriero, un mago, un ladro, un elfo, un nano, eccetra... Inoltre possiamo servire il Bene o il Male oppure essere Neutrali, avere certe armi, certe abilita' particolari e via dicendo. C'E' qualcuno che funge da supervisore in questa laboriosa operazione: il Dungeon Master. Costui E' l'avversario di tutti i giocatori. E' lui che inventa il contesto, costruisce i dungeons, crea gli ostacoli nel cammino che la comitiva di avventurieri dovra' compiere. I giocatori avranno si' un margine di deliberazione, ma sempre all'interno delle opzioni che il Dungeon Master prestabilisce. D&D E' il gioco della rappresentazione. Ossia cio' a cui l'ideologia dominante vuole costringerci. A ciascuno dei partecipanti viene assegnata un'identita' e si costruiscono degli avversari ad hoc per impegnarlo. Soggettivamente egli/ella crede che la sua battaglia sia importante, vitale, necessaria... ma sta soltanto incrociando la spada con un fantasma, con una marionetta mossa dal Dungeon Master. Al prossimo crocicchio del dungeon E' gia' pronto un nuovo avversario che distolga l'attenzione del giocatore dalla strada per l'uscita. Il difensore dell'identita' E' il giocatore stolto che in buona fede si accanisce contro le ombre e non si accorge di restare fermo. Sta accettando il terreno di sfida che gli offre l'avversario in cui quest'ultimo sa di poterlo neutralizzare. Come si esce dal dungeon? Semplicemente - ma si fa per dire - riuscendo a essere piu' scaltri, imprendibili e creativi del Dungeon Master. Bisogna insomma rendersi conto che oggi davanti all'alienazione e all'espropriazione del soggetto non serve a niente cercare di difendersi chiudendo il soggetto stesso nella "riserva"identitaria. Essa E' la sua morte, la sua negazione definitiva. Oltretutto un'Identita' si stabilisce sempre sulla base di una Tradizione, cioE' di un dominio del passato sul presente: gia' questo dovrebbe farci intuire che si tratta di un concetto che ci E' stato messo a disposizione per mandarci in battaglia con una spada di plastica. Solo un contrattacco che parta dall'evasione e dalla dissoluzione creativa del soggetto nel mondo puo' spiazzare il Dungeon Master, che si trova cosi' a non sapere piu' contro chi scagliare i suoi cavalieri. Nel depliant illustrativo distribuito per la performance The Weak Wanker, svoltasi a Londra nell'aprile del 1995, Coleman Healy scrive: "A un'esperienza che si consuma nell'assenza del soggetto puo' rispondere solo il progetto di un multiversum, le differenze com-possibili che si fissano policentricamente nello spazio sgombrato"(la traduzione E' mia). Most Advanced D&D . I giocatori scelgono i personaggi, gettano i dadi, stabiliscono le loro abilita'. Ma questa volta le regole sono cambiate: nessuno di loro comunichera' al Dungeon Master quali sono i risultati ottenuti. Nessuno consegnera' piu' al Dominio la propria carta d'identita' di Nano, Guerriero o Elfo. Anzi, a seconda delle situazioni i giocatori scambieranno i loro personaggi e le loro carte-avventura e si considereranno un unico, polimorfo, personaggio. Chi E' Gimli? Dove E' finito Aragorn? Una carta d'identita' che brucia. Ecco una bella sequenza iniziale per il nostro film. Identity is the crisis can't you see identity identity When you look in the mirror do you see yourself do you see yourself on the t.v. screen do you see yourself in the magazine when you see yourself does it make you scream "Identity"- X-Ray-Spex (1978 - Awesome Record Ltd.) 4. Arma impropria - E allora, chi sei? Come ti chiami? - No!... Tra noi due niente nomi, nE' generalita' nE' stato civile. - ...E vabbE', ma in qualche modo ci dobbiamo chiamare... - No. Ma...se proprio mi vuoi chiamare in qualche modo chiamami...chiamami... - Come? - Prrrt! [pernacchia breve] - Come??? - Prrrt! - ...E io? - Tu...Prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrttt!!! - Minchia! Nando Cicero, Ultimo tango a Zagarol (1973) Lo scopo di questo capitolo E' quello di rendervi evidente l'assoluta necessita' di abbandonare il vostro nome proprio, a meno di non voler rimanere per sempre legati alle strategie dissuasive dei codici di dominio imperanti. Fare cio' con tutte le armi messe a disposizione della retorica, poichE' reputo cruciale il definitivo superamento di ogni "identita' ascritta"al fine di un umano e completo dispiegarsi delle singolarita'. Non si tratta di una proposta sovversiva, ma di una necessita' storica, a meno di non voler restare infangati nella logica postmoderna di fine della storia stessa (dello sciopero degli eventi). Ma se la proposta non E' sovversiva, E' probabile invece che le pratiche che mirano al suo raggiungimento debbano esserlo. Se ci potremo dare o meno la possibilita' di avere ancora storia dipendera' inanzitutto dal superamento della logica identitaria del nome proprio. E' finita l'epoca della storia con i nomi dei regnanti e siam giunti nell'epoca della storia simulacrale con i nomi delle videostar, che in un eterno presente non rimandano altro che a se stessi: un altro salto ci resta da compiere, quello della storia senza alcun nome proprio, una storia di persone, non di nomi, di umanita', non di uomini. E' vero signori, io sono il Provocatore Professionista noto a Chicago col nome di Lo Sperone Nascosto, a Fallon col nome di Frusta Invisibile, in molte citta' con molti altri nomi Transmaniacon - John Shirley (1979 - Urania n.834) In un'America trasformata dalla barriera che la separa dal resto del mondo, un'America di citta'-stato indipendenti, Ben Rackey, protagonista del romanzo, naviga come dentro una rete telematica assumendo identita' diverse nei differenti nodi. E' d'altronde la situazione dell'individuo contemporaneo quella di insufficienza di una singola dimensione identitaria, e della ricerca, dentro e fuori di sE', di altri ii. Bateson ci parla di una mente come aggregato di parti interagenti che non sono altro che frammenti della nostra identita', altre nostre identita'. D'altronde l'identita' si definisce sempre in rapporto a qualcosa di altro rispetto al sE', nella modernita' al dominio istituzionale di stato e capitale. Oggi di fronte alla de-istituzionalizzazione c(he in realta' altro non E' che un proliferare di istituzioni mutanti), E' evidente che l'identita' singola non basta piu', E' per un certo verso un retaggio del passato, un freno al libero dispiegarsi delle soggettivita'. Ricordo una lunga discussione con il Rev.William Cooper nel 1977 a Londra. Alla fine di un concerto degli X-Ray-Spex mi disse: "Nel SadoMaso riesci a scinderti in due, proprio quando sei tutt'uno con l'altro". Ho sempre rimproverato a Willy di essere un dualista dialettico, ma quella frase aveva colto nel segno. Nel SM etico antagonista, cio' che appare in tutta la sua evidenza E' l'insufficienza della propria unita' identitaria. Riesci ad essere Master e Servant contemporaneamente, E' una sorta di illuminazione sotto alcuni punti di vista, non piu' uno, ma due... ed E' solo il primo passo. Ho poi incontrato Willy molte altre volte su svariati IRC Internet, l'ho visto con alias di donna, di trans, di bambola gonfiabile... Credo che ormai anche lui converrebbe con me quando dico che la convenzione del nome proprio E' una sciagura, e che la telematica E' qui a dimostrarlo. In telematica si danno infinite possibilita' di giocare con la propria identita', si puo' cambiare il proprio nome e costituirsi un nuovo personaggio, una nuova identita'. Alcuni retrogradi reazionari, sono convinti che tutto cio' sia semplicemente immorale, che fingersi qualcun altro sia un atto da vigliacchi. Sbagliano, e di grosso. C'E' un limite storico di fondo nell'Identita' Unica Imposta (IUI), quello di considerare come immutabile l'articolazione identitaria dell'io. Piu' che di identita' sarebbe opportuno parlare di costellazioni identitarie, una sorta di sistema satellitare dei corpi, che di fronte alla massiccia invasione mediatica si danno la possibilita' di assumere differenti ruoli. Se nel passato era ancora possibile l'IUI, cio' era dovuto al fatto che esisteva ancora uno spazio unico di comunicazione, la comunicazione era prevalentemente vis-a'-vis, quella mediata era ancorata ad un supporto, la carta, terribilmente fisico, corporeo quasi. Sulla carta delle lettere si poteva sentire il profumo di sudore delle mani dello scrivente. Due sono gli eventi che hanno oggi reso definitivamente obsoleta questa realta': la digitalizzazione della comunicazione (e quindi la sua deriva simulacrale) e la pervasione (siamo immersi in migliaia di flussi comunicativi che non possiamo piu' controllare). Sono gli attori della comunicazione a definirne lo spazio. In quanto fonte di informazione io posso modificare sempre e continuamente lo spazio che mi circonda. Si aprono possibilita' nuove di comunicazione. Agendo sull'ambiente posso indurre il mio interlocutore (e me stesso) in stati di coscienza condivisi da entrambi. Ma cio' non E' possibile se lui/lei scopre informazioni che io giudico controproducente comunicargli in quel frangente: la mia storia, la mia identita', il mio nome proprio. Gia', anche il mio nome proprio costruisce il nostro spazio di comunicazione: l'arredamento di un chat, oltre che dal nome della stanza, E' costituito dagli alias degli interlocutori; cosi' l'ambiente di una conference su qualsiasi BBS di provincia, assume il profumo degli alias che vi partecipano. Lascio a voi di sbizzarrirvi sulle potenzialita' della realta' virtuale... Quello che vi sto dicendo E' che se non decidiamo consapevolmente di rinunciare al nome proprio, ci precludiamo una parte consistente della nostra possibilita' di comunicare. Rischiamo di subire, di essere comunicati da altri, che hanno ambiti di informazione, (cioE' di messa in forma dello spazio psichico) ben piu' ampi dei nostri. Lo sviluppo dell'archiviazione elettronica ha fatto emergere due atteggiamenti distinti rispetto alla possibilita' di interconnettere i diversi archivi. Da una parte c'E' chi sostiene (governi, polizia) la necessita' di poter incrociare i database con le informazioni provenienti da diversi ambiti (sanitarie, giudiziarie, economiche, sui consumi, sulle preferenze politiche, religiose, sessuali) al fine di prevenire la criminalita' assumendo maggior controllo sulle persone. Era questo il sistema sudafricano dell'apartheid, dove grazie ai potenti mezzi forniti dall'IBM fin dal 1955, il governo era in grado di controllare tutti gli spostamenti di occupazione e residenza dei cittadini di colore. Dall'altra parte si schierano invece quanti pensano che se ho dato certe informazioni al medico della USL E' evidente che non pensavo che ne sarebbero venuti a conoscenza il commissario Basettoni, il cardinal Ruini, il mio datore di lavoro e mio marito. Cosi' ricordo il mio impegno del 1987 contro l'introduzione in Germania Occidentale di carte d'identita' leggibili al computer, che permettevano cosi' di integrare dati provenienti da piu' parti in base ad un codice di riconoscimento. In Australia, negli anni Ô70, un milione di persone scesero in piazza contro l'introduzione della carta d'identita'. In Svezia dal 1972 E' stato istituito il Data Inspection Board a sostegno dei provvedimenti stabiliti dal Data Act, col duplice obbiettivo di tutelare l'integrita' dei dati posseduti e di impedire inoltre la sintesi di dati provenienti da differenti fonti. Ma cosa significa tutto cio'? Significa riconoscere che accumulare dati differenti su un'unica persona E' una pratica che viola la privacy, e che si ha diritto ad essere differenti rispetto ad istituzioni diverse. In verita' vi dico che se accettate questo principio, E' evidente che non potete tollerare ancora per molto l'imposizione del nome proprio, unico e ultimo retaggio di una concezione poliziesca e statalista di invasione della sfera privata, che mira a riconoscervi (a pedinarvi) ovunque-chiunque-comunque voi siate. Puntarvi il dito e dire TU, tu sei nome e cognome, so tutto di te. L'uso dei pronomi E' molto interessante da questo punto di vista. Nelle lingue latine, ma anche nel tedesco (o nell'inglese arcaico), esistono due (o piu') pronomi con cui rivolgersi all'altro, che testimoniano differenti livelli di distanza sociale. Nella modernita' i signori si scambiavano del voi (o del lei), per periodi piuttosto lunghi prima di arrivare a darsi del tu, giunti ad un notevole livello di intimita'. Cosi' le mogli davano del voi al marito anche in camera da letto. La barbarie piu' grande (che peraltro talvolta ancora sopravvive) E' data dall'uso non reciproco del pronome: si da' del tu, ma si pretende del lei... Una serie di battaglie culturali, il cui momento massimo E' coinciso col Ô68 francese ed italiano, ha provocato un progressivo spostarsi del pronome distanziante in ambiti sempre piu' marginali dell'aristocrazia borghese, o nella barbarie del lavoro salariato. Ma la rivolta pronominale del Ô68 non E' sufficiente: non basta poter dare del tu a chiunque, dobbiamo rivendicare la possibilita' di dare dell'io a qualcun altro. Tutte le volte che E' necessario, tutte le volte che ci sentiamo un altro, che ci troviamo di fronte ad una distanza che non ci appartiene, che condividiamo un libro, un film, un fumetto, dobbiamo poter dire: "L'ho fatto io! E' mio!". Si tratta di una battaglia consapevolmente avvinghiata a quella contro il Copyright. E' infatti ormai evidente che tutta la produzione testuale (in senso lato, semiologico) non E' altro, nE' puo' essere altro, che frutto di incroci intertestuali, di sintesi fra differenti prodotti culturali, di operazioni semiurgiche; e che non possiamo piu' pretendere di dirci "autori"di nulla, proprio perchE' siamo autori di tutto. Badate, non sto parlando di quella ignobile barbarie estetica che qualcuno si ostina ancora a chiamare col nome di Arte, sto parlando dei processi materiali di produzione di ricchezza, che passano ormai per i processi di concatenazione simbolica, e che slegati da qualsiasi logica di valorizzazione classica, mi fanno chiedere per me medesimo (quindi per tutti) un reddito di sussistenza e di lusso. Insomma tutta questa merda E' resa possibile da uno strumento base di identificazione: il nome proprio. Concetto gia' semanticamente menzognero, in quanto ci racconta della proprieta' da parte nostra di qualcosa (il nome, appunto) di cui in realta' non possiamo disfarci (come di qualunque altra proprieta'). In realta' il nome proprio E' proprio di qualcun'altro! E' proprio del sistema di dominio, che ce lo impone per imporci un'identita'. Si dovrebbe parlare quindi piu' correttamente di nome espropriato. Le ricadute reali sono quelle di non poter essere altri che se stessi (se stessi chi? Quelli con quel nome e cognome, ovviamente) quando in realta' diventa sempre piu' necessario spalancare le proprie identita' per metterle in comunicazione tra di loro: E' il sistema mediale che ce lo impone, pena rimanere fuori dal mondo. Va rivendicata con forza la possibilita' dell'uso di un nome improprio, un nome di cui appropriarsi occasionalmente con una finalita' specifica (come un'arma impropria appunto). Considerare la possibilita' di un nome che, come le nostre identita', ci sia esterno, oggetto fluido di proprieta' di alcuno, solo di chi lo vuole, anche solo per un istante, anche solo per una vita. Come dice il Rev.Korda della Chiesa dell'Eutanasia: Save The Planet - Kill YourSelf ! Uccidi il tuo SE', perchE' il sE' E' la prima rivendicazione di proprieta' su te stesso! ...Tra quattro e cinque... Trecento di voi restino qui a difendere la Prefettura. Gli altri escano e si sparpaglino per la citta'. Dobbiamo essere ovunque... Comandante della Resistenza Francese all'occupazione della Prefettura di Parigi. Una carta d'identita' che brucia, dicevamo... Tutti sanno che Hitler non sopportava gli ebrei. E nemmeno gli zingari. Prima di riservare lo stesso trattamento a comunisti e omosessuali mando' nei campi i "Giudei"e i Rom. Non si trattava di una paranoia personale: il razzismo di Hitler attingeva direttamente a quel sentimento di un legame di sangue con la terra tipico della piu' antica cultura folklorica tedesca - e per altro gia' rispolverato in versione letteraria dai romantici prima di lui. La figura che piu' di ogni altra si era attirata addosso l'antipatia popolare nel Medioevo e che si era sedimentata nell'immaginario collettivo era quella dell'ebreo errante: colui che non ha una terra propria, il vagabondo, lo zingaro. Certo a rendere indesiderati gli ebrei si era sempre aggiunto il fardello non indifferente del deicidio; ma Hitler aveva idee tutte sue sulla religione e le crociate che gli interessavano erano quelle in nome della razza e della potenza germanica, piuttosto che della punizione divina per la vecchia faccenda del Calvario. Chi non ha un land, chi rifiuta di radicarsi e legarsi anima e corpo a una terra sua, E' un parassita, uno spostato, un usurpatore che importa nella terra d'altri la sua cultura usuraia e corrotta. Non occorse molto al FŸhrer per innestare questo odio atavico sul nazionalismo - sconosciuto nel Medioevo - cioE' sull'ideologia piu' funzionale a una moderna potenza imperialista. L'idea ben nota era quella di un colossale complotto giudaico, esteso a tutte le potenze ai danni della Germania e di tutti i veri tedeschi. Due piu' due quattro: per salvare la Germania e il mondo intero occorreva cancellare gli ebrei dalla faccia della terra. Non c'E' che dire: Hitler sapeva fare il suo mestiere. Invento' dal nulla i concetti di razza ariana e di razza ebraica e gioco' su questa antitesi. Gioco' sulla rappresentazione. L'Identita', sotto forma di razza, volk, tradizione, E' connessa a un certo rapporto col Territorio. Per tornare alla nostra sequenza, insieme alla carta d'identita' non vanno in cenere soltanto Cognome, Nome, Stato civile, Professione, eccetera. Ma soprattutto nato il, a, Cittadinanza, Residenza, Via. Il significato E' evidente. Nessuno riuscira' mai a metterci in mano un fucile e dirci che dobbiamo sparare ai musulmani perchE' cinque secoli fa un turco baffuto violento' la nostra trisavola. Molto probabilmente quella trisavola rimase incinta e mise al mondo un bambino: il nostro bisavolo. I Custodi del Sangue e della Terra non potranno farci difendere i Confini Patrii dal nuovo arrivato: perchE' i confini non sono nostri e noi non apparteniamo ai confini. Siamo noi il nuovo arrivato. La storia non E' mai stata altro che la storia di meticciati e spostamenti di popoli interi... Per fortuna esistono altri modi di rapportarsi al territorio (gli Aborigeni australiani ne sanno qualcosa) e una pratica estremamente salutare che ci impedira' sempre e comunque di rimanere vincolati da esso: la psicogeografia. PsychE': anima, ghE': terra, graphia: segno, descrizione. Lo psicogeografo E' il nomade consapevole che attraversa il territorio e lo vive, recependo ogni sensazione che esso gli rimanda e tracciando mappe trasversali che non potranno mai essere strumenti di dominio, di occupazione e tantomeno quindi di identita'. Chiunque assume questo modo di vivere le cose - come lo scaltro giocatore di D&D - non reagira' all'espropriazione dello spazio cercando di ritagliarsi un'oasi tutta sua in cui attendere l'estinzione. Questo E' quello che consentirebbe ancora ai gerarchi di turno di giocare con la rappresentazione: di circoscriverlo, di individuarlo sulla mappa appunto e infine di schiacciarlo. La scommessa E' proprio quella di chi vuole evitare di subire lo spazio passivamente senza per questo identificarsi con esso. Di chi vuole navigarci dentro liberamente insomma, interagendo il piu' possibile con ogni suo punto. Non si tratta mai di chiudere il cerchio di un confine, ma sempre di tracciare una rotta. Pare che Scotty abbia orientato i campi di curvatura. L'Enterprise E' pronta per partire. Come direbbe il mio amico James Tiberius Kirk: "Ci porti fuori signor Sulu. Curvatura 10, rotta sul pianeta Tlšn." 5. Rotta sul pianeta Tlon Lo specchio e la copula sono ignobili perchE' moltiplicano gli individui. Anonimo Nell'episodio di Marcovaldo intitolato La citta' smarrita nella neve, Italo Calvino ha regalato agli psicogeografi di tutto il mondo una delle metafore piu' ricche e suggestive (nonchE' ignorate) sul rapporto tra individuo e territorio. Non E' un caso che il racconto sia stato recentemente ripubblicato in Australia (con una splendida introduzione di Bernard Hickey) all'interno di una straordinaria antologia dal titolo Reading the Country(1). Quello che succede E' molto semplice. Dopo un'abbondante nevicata Marcovaldo si sveglia e scopre una citta' priva delle sue caratteristiche piu' odiose: le auto sono bloccate nei garage, i segnali stradali sono cancellati, i rumori attutiti, la carreggiata e il marciapiede si sono fusi insieme in un unico spazio pedonale, i punti di riferimento consueti sono scomparsi. Fin qui niente di speciale. Se le considerazioni del protagonista si fermassero al pensiero che una citta' cosi' E' meno carceraria del solito, saremmo nel consueto filone della retorica stile "Metropoli Bastarda". Ma il bello ha da venire: "Le vie e i corsi s'aprivano sterminate e deserte come candide gole tra rocce di montagne. La citta' nascosta sotto quel mantello chissa' se era sempre la stessa o se nella notte l'avevano cambiata con un'altra? Chissa' se sotto quei monticelli bianchi c'erano ancora le pompe della benzina, le edicole, le fermate dei tram o se non c'erano che sacchi e sacchi di neve? Marcovaldo camminando sognava di perdersi in una citta' diversa..." Stabilita cosi' l'equazione neve = sogni+emozioni, le intuizioni di Calvino cominciano a prendere forma in maniera sorprendente, come spesso succede quando una semplice metafora si mostra via via sempre piu' coerentemente in corrispondenza con l'oggetto di riferimento. Fin qui Marcovaldo si E' limitato a constatare l'effetto di una neve caduta dal cielo. Dal momento in cui il capomagazziniere della sua ditta gli affida un'enorme pala per liberare il marciapiede di fronte all'ingresso, diventa sempre piu' consapevole della possibilita' di manipolare quella sterminata massa bianca e di interagire con essa. Il primo ostacolo che gli si presenta E' il disoccupato Sigismondo, una chiara allegoria di un'illuminata amministrazione comunale. Si tratta di un disoccupato arruolato nelle file degli spalatori comunali, desideroso di mettersi in mostra con il caposquadra e di fare carriera. La neve non gli da' nessuna suggestione particolare, ma lo porta a calcoli ben precisi sui metri cubi da spalare per liberare tot metri quadri di strada. Quando si accorge che Marcovaldo coi suoi disordinati colpi di pala sta gettando la neve dal marciapiede alla strada, gli prende un'accidente. Sigismondo E' l'immagine di coloro per i quali i sogni sono solo e soltanto business. Li rimuovono dalla loro sede naturale e pericolosa (la strada) e ammonticchiano in bell'ordine i loro surrogati contro al muro. E' la politica del divertimento si', purchE' disciplinato e rega(o)lato da noi. Divertimento a tutti i costi, perchE' la chitarra di Beppe Maniglia copra il frastuono dei cingolati. Sono le roussoviane " ghirlande di fiori sulle nostre catene". Ma tra i sogni e i divertimenti c'E' lo stesso scarto qualitativo che separa le tagliatelle della nonna da quelle Barilla. E qui ancora il bello ha da venire. Marcovaldo impara da Sigismondo a fare i mucchietti di neve. Usa la sua stessa tecnica, lo tranquilizza, gli offre una cicca di sigaretta, ripulisce il tratto che gli ha ingombrato. Ma i suoi sentimenti non cambiano, per lui non si tratta di metri cubi su metri quadri: "Se continuava a fare dei muretti cosi', poteva costruirsi delle vie per lui solo, vie che avrebbero portato dove sapeva solo lui, e in cui tutti gli altri si sarebbero persi. Rifare la citta', ammucchiare montagne alte come case, che nessuno avrebbe potuto distinguere dalle case vere. O forse ormai tutte le case erano diventate di neve, dentro e fuori; tutta una citta' di neve con i monumenti e i campanili e gli alberi, una citta' che si poteva disfare a colpi di pala e rifarla in un altro modo". Qui al vero psicogeografo scappano le lacrime. Al curatore di Reading the Country, Robert Bropho prende un mezzo colpo che gli fa inserire una nota in cui esclama senza mezzi termini "This is walkabout!"(2) e cita alcune strofe dal brano "Walking on a dream"dei Koncealed Konceit. E niente potrebbe essere piu' vero. Ma la cosa ancor piu' interessante da cogliere sta nel fatto che Marcovaldo ha usato la migliore delle strategie: servirsi del sistema, sfruttare i suoi canali d'azione. I sogni ingombrano la strada e bisogna ammucchiarli ai lati? Benissimo. Questo in realta' non fa altro che allargare il sogno, raddoppiarlo (fino a diventare bi-sogno), fino a che da un po' di neve sull'asfalto si passa ad una citta' fatta di neve. E allora vengono in mente gli ultimi due versi di "Terrorista", una delle ballate piu' acide dei Frida Frenner, che dicono: "Bolle gia' un'apocalisse/verosimile/sparale sempre piu' grosse/fino a che lo show/non finira'. Diffondiamo le leggende/piu' incredibili/ Non saprai dove ti trovi/neanche a casa tua/deturnati." Calvino ci da' un'immediata conferma dei nostri sospetti. E' veramente dell'inquinamento del sistema con i suoi stessi liquami(3) che si sta parlando in un racconto dall'apparenza tanto innocua? Senza dubbio, gente! PerchE' immediatamente dopo, Marcovaldo, notando quanta poca differenza passi tra un mucchio di neve ed un'auto, comincia a modellare la forma di una macchina, con tanto di rubinetto al posto della maniglia. E la vittima dello scherzo E' il potentissimo commendator Alboino, che, uscendo dalla ditta, afferra il rubinetto sporgente e si infila a testa bassa nel mucchio di neve. La perdita della distinzione tra Vero e Falso, tra Sogno e Realta', tra Leggenda e Fatto di Cronaca che costituisce l'arma preferita di uno stato orwelliano gli si E' ritorta contro grazie alla psicogeografia(4). Viene da pensare allo scherzo, durato anni, che Pierluca Sabbatino e altri due suoi amici napoletani giocarano ai danni delle Poste. Questi tre scugnizzi, particolarmente ferrati come grafici, si sono inventati francobolli di ogni genere da applicare alle loro cartoline. Nessuno ha batutto ciglio. Lettere affrancate con francobolli ritraenti piccioni viaggiatori e la scritta "Quando le poste funzionavano"sono stati regolarmente timbrati. La cartolina con il francobollo per il "Furto dell'auto di Lucariello", E' stata recapitata senza l'ombra di tassazione. Ebbene: si tratta di ottenere il timbro del Vero per cio' che E' Falso, di far passare per normale cio' che E' pazzesco, in modo che i Normali impazziscano e sentano come la loro distanza dal folle sia solo una questione di condizionamento ambientale, di non aver mai incontrato uno come Ron Athey durante una performance. Negli anni settanta in America si facevano degli esperimenti su questo tema. Una donna entrava completamente nuda in un ufficio dove tutti, tranne uno, erano stati sollecitati a comportarsi come se niente fosse. Il condizionamento ambientale su quell'uno era tale che egli si comportava in modo assolutamente deviante per potersi ritenere normale. Della serie: colpisci cento per educarne uno. Le potenzialita' rivoluzionarie di un fatto simile sono incredibili. Quando Albert Funt vide i filmati di quegli esperimenti ebbe una folgorazione e si invento' Candid Camera. Ma la telecamera nascosta era un limite di quella trasmissione, non un vero punto di forza, come ha dimostrato in maniera strepitosa uno psichiatra napoletano. Mi riferisco all'autore del famoso "Referendum per l'abolizione della Juventus"e di altri banchetti di questo genere. In questi casi l'arrivo della telecamera, come appendice della televisione, veniva costantemente considerato come una conferma dell' avvenimento, un imprimatur, un timbro di veridicita'. La gente rimaneva delusa quando gli si diceva che era tutto finto. Molti non ci credevano. Qualcuno si mise veramente a organizzare una raccolta di firme per cancellare il Milan dal campionato. Tutto questo ci porta su Tlšn. Poi ritorneremo alla citta' smarrita nella neve e al suo finale mozzafiato. Che cos'E' Tlšn? E' una creatura di Jorge L. Borges che ce ne parla nella sua raccolta Ficciones del 1941-44. Si immagina che una combricola di idealisti, con a capo Barkeley, abbia concepito il disegno di dar vita ad un paese immaginario, diventato poi un pianeta per la megalomania americana, chiamato Tlšn. Il progetto E' quello di stilare un'enciclopedia in molti volumi su questo pianeta, decrivendone la geografia, la letteratura, i linguaggi, le gastronomie, le citta'... Nel 1944 un reporter del quotidiano The American di Nashville, Tennessee, scova in una biblioteca di Memphis i quaranta tomi dell'opera. Un ritrovamento voluto prpbabilmente dagli stessi direttori dell' Enciclopedia di Tlšn, i quali cominciano contemporaneamente a mettere in giro alcuni oggetti, come bussole contrassegnate con lettere di alfabeti di lingue tlšniane, piccoli coni dal peso specifico indescrivibile (fatti d'un metallo che non E' di questo mondo) che costituiscono l'immagine della divinita' in una religione di Tlšn. "Quasi immediatamente la realta' ha ceduto in piu' punti. Dieci anni fa, bastava una qualunque simmetria con apparenza di ordine - il materialismo dialettico, l'antisemitismo, il nazismo - per mandare in estasi la gente. Come, allora, non sottomettersi a Tlšn, alla vasta e minuziosa evidenza di un pianeta ordinato? Il contatto con Tlšn, l'assuefazione ad esso, hanno disintegrato questo mondo." Piu' chiaro di cosi' ! E' il sistema battuto con le sue armi sistemiche, infettato dalla sua ebola, che lo uccide per emorragia. "Gia' ,nelle memorie, un passato fittizio occupa il luogo dell'altro, di cui nulla sapevamo con certezza...neppure se fosse falso." La storia di Tlšn E' la storia di una costruzione fittizia che prende il posto di una costruzione (ritenuta) reale. Tlšn potrebbe essere un mondo ideale, stupendo, cui basta credere per farlo vivere. E questa sembra la strategia suggerita da Borges. Una rivoluzione dell'immaginario piu' profonda di qualsiasi cambiamento di prospettiva su una realta' immutabile. Ma Luther Blissett avanza l'idea di una distruzione ancora piu' radicale. Qualcosa che non dia la possibilita' di sostituire Tlšn con qualcosa di ancor piu' cristallino ma, probabilmente, micidiale. Propongo di sbriciolare il meccanismo psicologico di adesione a questi sistemi, mostrandone la putredine. Come? Accellerando al massimo il processo. Proponendo continuamente nuovi sistemi, nuove "True Lies ". Diffondendo il Caos Mediatico fino a che con le balle dell'ultimo giornalista inchioderemo l'ultimo burocrate. Allora saremo liberi dal mondo. E anche da Tlšn. Del resto Borges piu' che proporre un nuovo modo di imporre una mitopia (attraverso una postmoderna seduzione ), sembra proprio voler criticare il meccanismo stesso e a questo proposito crea un sistema in cui viene distrutto uno degli ingranaggi piu' importanti dell'adesione ai sistemi stessi: L'Identita'. Se rinunciamo a questa, rinunciamo al bi-sogno di narrazioni e tutt'al piu' possiamo cadere vittime di nuovi mondi, piuttosto che di nuove storie. Nella congetturale Ursprache dell' emisfero australe di Tlšn non esistono sostantivi ma il nucleo del linguaggio E' il verbo impersonale: per dire "Sorse la luna sul fiume"si dice hlšr u fang axaxaxas mlš ovvero, letteralmente: verso su dietro semprefluire luneggio'. Sostituire ai nomi i verbi impersonali significa sostituire ai soggetti gli eventi(5), a identita' predeterminate, agenti ben piu' nebulosi. In questo modo tutti coloro che partecipano ad una stessa azione sono la stessa persona, o meglio, sono lo stesso atto, perchE' di persone, su Tlšn, non vale nemmeno la pena di parlare. Questa impressione E' rafforzata da una nota dell'autore riguardo ad alcune dottrine panteistiche del pianeta, nella quale si accenna ad una chiesa di Tlšn secondo la quale "tutti gli uomini, nel vertiginoso istante del coito, sono lo stesso uomo. Tutti coloro che ripetono un verso di William Shakespeare sono William Shakespeare." La faccenda diventa ancora piu' evidente se si passa all'emisfero boreale del pianeta. Qui il sostantivo si forma per accumulazione di aggettivi monosillabici, che costituiscono la cellula primordiale della lingua. Qualsiasi congiunzione di aggettivi ha il potere di evocare e rendere reale un oggetto. Cosi' esiste un' entita' denotata ( sempre che questo termine abbia senso) dall' espressione moplakagfarad che significa: il colore del sole nascente e il grido acuto di uccello in volo. Ci sono famosi poemi composti da un'unica, enorme parola corrispondente all'oggetto poetico creato dall'autore. Nel descrivere un simile linguaggio, Borges aveva sicuramente in mente qualcosa di molto vicino al concetto johnsoniano di Network degli Eventi. Non si tratta di una congettura, lui stesso ne parlo' nelle Lettere ad un amico che non ho in maniera molto chiara: "Ci sono idee che probabilmente non potranno mai prendere forma senza che si introduca un linguaggio adatto alla loro espressione. Questo spiega la fatica che mi E' costata lo spiegarti quel mio sogno di tanti avvenimenti in giro per il mondo, diversi tra loro, ma collegabili insieme da un qualche filo invisibile e riconducibili tutti al medesimo autore...". Non occoreva andare su Tlšn per reperire una simile lingua: la pratica del Multiple Name ha tutte le potenzialita' descritte da Borges. E anche questa volta l'autore ci stupisce mostrando di aver sfiorato, nella sua costruzione, persino quest'altro concetto. Nella sezione dedicata alla letteratura di Tlšn spiega come raramente i libri vengano firmati. La nozione di plagio non esiste. Tutte le opere sono di uno stesso autore, atemporale e anonimo. Ci manca solo che il suo nome d'arte sia Luther Blissett... Un' ultima caratteristica di Tlšn merita di essere ricordata. Si tratta dei hršnir. Su Tlšn il verbo "cercare"E' fattivo, come scoprire; presuppone che la cosa cercata esista. O meglio, lo implica. Se cerco una matita che qualcun altro ha gia' preso, prima o poi ne trovero' una, un po' diversa, ma bene o male corrispondente all'oggetto della mia ricerca. E' un hršn. I hršnir evocati dalla speranza e dalla suggestione si chiamano anche ur. I hršnir sono fatti della neve di Marcovaldo sulla terra, di neutrini su Solaris. La cosa incredibile E' che i hršnir, come sottolinea l'autore, hanno reso grandi servigi agli archeologi; hanno permesso di interrogare il passato e di renderlo non meno plastico dell'avvenire. Cosi' su Tlšn cade anche una delle maggiori alleate dell'identita': la Memoria. PerchE' anche il Passato, come il Territorio, puo' diventare Sistema. Ma su Tlšn non ci sono nE' Autori nE' Autorita' (concetti fin troppo simili anche nell'espressione linguistica). E i Sistemi sono numerosissimi, ma non cercano la Verita', sono sottogeneri della letteratura fantastica e mirano alla sorpresa. PerchE' ogni evento E' irriducibile, e classificarlo E' gia' tradirlo. Nessuna spiegazione E' possibile (oppure tutte) perchE' nessun fatto E' collegabile ad un altro in maniera causale, ma solo poeticamente, per associazione di idee. Si dice che chi non conosce il passato E' costretto a riperterlo. Io direi: a chi non conosce il passato capita di ripeterlo. Chi lo conosce, molto piu' spesso, ci E' costretto. PerchE' senza memoria non c'E' identita', nazione, popolo. Non c'E' soggetto. La pratica del hršn E', forse, revisionismo. Ma sarebbe ingenuo credere che la Storia sia Verita'. E non abbiamo appena detto che il dominio del Verosimile e del Falso devono essere fatti detonare con le loro stesse mine? Abbiamo paura che qualcuno ci venga a dire che i Lager Nazisti non sono mai esistiti. Ma intanto i Lager li hanno ricostruiti proprio quegli slavi che, insieme a zingari, ebrei e omosessuali ci hanno sofferto dentro. E Roma antica, gloria d'Italia, non era forse il terreno preferito di Mussolini? La ripetizione rituale del mito, nelle culture tradizionali, ne fa rivivere gli effetti, da' l'impressione di averlo ripetuto. Cosi' la tribu' della Sinistra, in piazza per il 25 Aprile, puo' mettere il cuore in pace e credersi ancora "resistente". Questa, diciamocelo, E' Merda. E se un atteggiamento piu' disilluso nei confronti della Memoria facesse dubitare con la Resistenza, anche della Razza e della Patria, non saprei chiamarlo davvero uno svantaggio. I tempi sono maturi per tornare finalmente a Marco(s)valdo. Dopo lo scherzo della macchina, il nostro eroe comincia a pensare che c'E' una cosa che la neve non puo' confondere o imitare: l'uomo (ovvero l'Identita'). Il pupazzo di neve che alcuni bambini stanno plasmando non potra' mai essere confuso con lui. Ma mentre E' assorto in questi pensieri un cumulo di neve, scivolato da un tetto, lo sommerge completamente. I bambini arrivano, muniti di carote e altri ortaggi con cui confezionare il naso del loro pupazzo, e se ne trovano davanti due perfettamente identici. Quando pero' conficcano la carota sul faccione del secondo, questa scompare a vista d'occhio. E lo stesso succede con un peperone. Marcovaldo, infreddolito e mezzo congelato, accetta volentieri il cibo che gli viene offerto e i bambini scappano terrorizzati al grido di - Aiuto! E' vivo! E' vivo! Con questo finale credo che nessuno potra' dubitare oltre sulla forzatura di un' interpretazione psicogeografica di questo racconto. Disorientamento del territorio - sfruttamento del sistema - derisione del potere - perdita' dell'identita'... La sequenza non poteva essere studiata in maniera piu' perfetta. Tutto torna in maniera mirabile. Marcovaldo abbandona la tuta da operaio e si veste di quella stessa neve che ha cambiato la citta' e ha infradiciato il commendator Alboino. Diventa pero' un pupazzo molto particolare. La maschera non lo priva di una forza vitale che ora lo rende addirittura spaventoso. Non c'E' ombra di nichilismo. I bambini restano del tutto spiazzati di fronte a quel vivente uomo di neve. Perduta l'identita', l'attacco puo' arrivare da qualunque parte, inaspettato.Tutto diventa Imprevedibile. E quindi pericoloso per chi deve sorvegliare e punire. Alla fine Marcovaldo, tutto infreddolito, si dirige verso una grata da cui sale una nube di calore. La neve si scioglie e al nostro eroe parte uno starnuto talmente forte che libera il cortile da tutta la neve. E cosi' si rimaterializzano le cose di tutti i giorni, spigolose e ostili. PerchE' se Marcovaldo si rifiuta di essere un bianco pupazzo di neve mangiacarote e preferisce il grigio operaio apparentemente diverso da tutti gli altri, allora anche la citta' si rifiutera' di plasmare i suoi sogni e tornera' a farsi grigia di duro cemento. Un eroe metropolitano certamente piu' noto di Marcovaldo e ben piu' convinto della necessita' di non farsi identificare E' l'Uomo Ragno. La sua scelta di vita E', inizialmente, del tutto occasionale. La maschera gli serve in principio piu' per salvare la faccia (e l'identitario orgoglio) che per scelta di vita: avendo scoperto(6), in seguito ad un malriuscito esperimento di laboratorio, di possedere la forza proporzionale di un ragno, Peter Parker decide di sfidare un campione di lotta da circo che offre 100 dollari a chi gli resistera' per tre minuti. Per evitare di essere deriso in caso di sconfitta, si maschera il volto. Risultato: vince i 100 dollari e viene ingaggiato dal circo per fare i suoi numeri. Durante gli show indossa il famigerato costume rossoblu' dell'Uomo Ragno. A questo punto non si capisce bene perchE' non voglia svelare la sua identita': qualcuno sostiene che sia per farsi pubblicita', ma io credo lo faccia perchE' Peter Parker non riesce a convivere armonicamente con i suoi superpoteri. Gasato dal successo dei suoi Spettacoli, assume un atteggiamento da star, distaccato dal mondo al punto che nel suo primo incontro (casuale) con un ladro non se ne cura e lo lascia scappare, nonostante una guardia chieda il suo aiuto. Quel ladro uccidera' suo zio Ben qualche ora dopo. Per questo Peter non puo' accettare del tutto la sua identita' di ragno. E quando torna a esibirsi chiede al direttore del Circo di intestare l'assegno a l'Uomo Ragno. Risultato: non riesce a incassarlo. Il dialogo col banchiere E' illuminante: UR - Vorrei incassare quest'assegno! Banchiere - Dovrei vedere un documento! UR - Non basta il mio costume? Banchiere - Non sia ingenuo! chiunque potrebbe indossarlo! Ha un tesserino sanitario, o una patente intestata a Uomo Ragno??! UR - No. Non ce l'ho. L' identita' segreta dell'Uomo Ragno spaventa la burocrazia, ma, assai di piu', spaventa la stampa, che senza volti noti e personaggi di cui sbandierare le love stories rischia di fare bancarotta. Di questo si accorge perfettamente lo psicotico direttore del Daily Bugle, J. Jonah Jameson che comincia fin da subito a scrivere editoriali e a tenere conferenze per stroncare la carriera di Spiderman. Ecco il testo di uno dei suoi interventi pubblici: "Non possiamo permettere che quella minaccia mascherata si faccia giustizia da sE'! Ha una cattiva influenza sui giovani! I ragazzi potrebbero cercare di imitarne le fantastiche imprese! Pensate cosa accadrebbe se facessero di questo mostro il loro eroe! Non dobbiamo permetterlo! Dico che l'Uomo Ragno deve essere cacciato! Non c'E' posto per un tale pericolo nella nostra citta'! I giovani di questa nazione devono imparare a rispettare i veri eroi come mio figlio (ne mostra la foto) John Jameson, il pilota collaudatore. Non dei mostri egoisti come l'Uomo Ragno... Una minaccia in maschera che si rifiuta di mostrare la sua identita'! " Jameson E' talmente determinato da questo punto di vista che anche quando l'Uomo Ragno salva suo figlio a bordo di una navicella spaziale ingovernabile, continua a denigrarlo sostenendo che lui stesso aveva sabotato la capsula spaziale per poi poter fare l'eroe. Ma E' chiaro che la minaccia-Uomo Ragno E' un altra. Lo stesso Peter Parker quando legge le accuse contro di sE' si chiede come facciano i Fantastici Quattro ad essere tanto osannati. Il fatto E' che i F4 non nascondono il loro volto(7). Johnny Storm, la Torcia Umana, usa i suoi poteri alle feste di compleanno per intrattenere gli amici, parla alle assemblee studentesche, si prende il merito delle azioni portate a termine a fianco dell'arrampicamuri. E del resto l'Uomo Ragno verra' rifiutato come quinto uomo del quartetto Per il resto Stan Lee e lo staff Marvel non hanno molti altri spunti da offrirci. Ma tanto basta. Non dobbiamo aspettarci molto di piu'. E se anche i supereroi come Spiderman fossero solo degli Zorro con una maschera un po' piu' metropolitana, tuttavia la tematica dello scontro tra anti-identitari e costruttori autorizzati di bugie sembra qui trattata davvero al meglio. E per un attimo possiamo ritornare a Marcovaldo. Per chi volesse ulteriori prove delle inclinazioni psicogeografiche di Calvino, c'E' ancora un episodio che puo' risultare illuminante. E' quello intitolato La fermata sbagliata. Marcovaldo, dopo aver assistito ad una proiezione di un film ambientato in India, esce dal cinema e si trova completamente immerso nella nebbia. Perde l'orientamento, sale sul tram sbagliato, si trova al centro di una strada stranamente illuminata, sale su un pullman pieno di confort e scopre che si tratta di un aereo quando il mezzo volante E' ormai alto nel cielo diretto verso Bombay, Calcutta e Singapore. Anche questa volta il trovarsi disorientati rispetto ad un territorio familiare ( i dintorni del condominio di via Pancrazietti) E' la condicio sine qua non per il raggiungimento dei propri sogni. La citta' scompare e sullo schermo grigio della nebbia si proiettano i colori delle foreste del Kerala e delle gopuram del Tamil Nadu. La nebbia inoltre E' anche un fattore di disattivazione dei meccanismi dell'identita'. Federico Fellini la descriveva dicendo: "La nebbia E' una grande esperienza esistenziale. Rimini d'inverno non c'era piu'. Via la piazza, via il palazzo comunale, e il Palazzo Malatestiano dov'E' andato a finire? La nebbia ti nasconde agli altri, ti mette nella clandestinita' piu' inebriante, diventi l'uomo invisibile: non ti vedono e quindi non ci sei."La nebbia E' quasi un nome collettivo. A chi possiamo attribuire un calcio che ci percuote le chiappe in mezzo ad una via cancellata dal grigio? In questo E' anche meglio della neve. Ma oltre che nella citta' avviluppata di nebbia, i sogni conoscono un altro posto dove materializzarsi: su Solaris. Di questo pianeta ci parla il romanzo omonimo di Stanislav Lem e, soprattutto, il film Solaris ( 1972 ) di Andrej Tarkovskij. La vicenda E' ambientata su una stazione spaziale russa. Lo psicologo Kris Kelvin viene inviato su di essa perchE' i suoi abitanti manifestano preoccupanti sintomi di squilibrio mentale. Il magma che costituisce la superficie del pianeta Solaris E' infatti in grado di captare i piu' remoti desideri degli individui e di materializzarli in esseri identici agli originali ma con una struttura organica diversa. Gli astronauti della base sono ossesionati ( come lo E' lo spettatore) da questi "ospiti"non sempre graditi, e uno di loro ha finito per suicidarsi. La tortura finisce quando il pianeta viene bombardato con particolari onde aventi la stessa frequenza dell'elettroencefalogramma di Kelvin. Nello stesso istante si cominciano a formare sulla superficie di Solaris delle strane isole. Kelvin E' combattuto tra la speranza che "l'epoca dei miracoli crudeli non sia finita"e il desiderio di tornare sulla terra. Nella scena finale lo vediamo arrivare a casa e inginocchiarsi ai piedi del padre. La telecamera comincia ad alzarsi e la vediamo oscurarsi con le nuvole rosa che circondano il magma di Solaris. La ripresa area ci mostra un' isola in mezzo ad uno strano oceano. Non credo che abbia sbagliato chi ha identificato nel magma di Solaris l'immagine del dispotismo sociale. I miracoli crudeli, le allucinanti risposte alle nostre aspettative sembrano infatti il suo campo da gioco. Nel film la tortura degli "ospiti", ai quali i protagonisti si attaccano al punto di non poterne fare a meno, termina quando gli umani si scuotono dalla loro passivita' e muovono un attacco psichico(8) al pianeta. A quel punto il territorio di Solaris comincia a cambiare. Compaiono le isole. Inizialmente queste sono piccole enclaves dove realizzare i propri progetti. Sono riserve indiane dove rinchiudersi, oasi di sogno nel bel mezzo del deserto. Ma piace pensare che il regista voglia suggerire un ulteriore sviluppo della vicenda. O almeno, io l'ho immaginato. E' arrivato il momento in cui gli uomini di Solaris hanno trovato una via d'uscita dalla loro memoria (Kelvin ha materializzato la sua vecchia fidanzata, morta suicida dieci anni prima). Ora, nelle isole sul magma, cominciano a vivere il loro presente. Presto forse riusciranno a dar vita al loro futuro. E a plasmarlo come Marcovaldo le sue auto e le sue vie. Infine a uscire dall'isolamento, a collegare le loro realta', facendo in mondo che la crosta di Solaris dia vita ad una terra nuova, e non piu' a simulacri del passato o a isole nel cantiere. Proprio come nell' Eta' del sogno gli Antenati totemici dei clan australiani fecero sorgere dal nulla il loro mondo di canti. NOTE: 1Fremantle Arts Centre Press, Fremantle, West Australia, 1994. 2 Gli aborigeni australiani posseggono delle vere e proprie mappe canore (e quindi psicogeografiche) del loro territorio. Grazie ad esse possono orientarsi nel bush. Ogni individuo ha in affidamento una porzione di territorio di cui conosce i canti. La pratica del walkabout consiste in una ricognizione con la quale l'aborigeno custode di una regione, le infonde nuova energia, garantisce la sopravvivenza delle piste descritte dai canti e potenzia la propria anima. ( cfr Bugarrigarra, psicogeografia e walkabout in Luther Blissett, #1/2, Grafton 9 edizioni, giugno-settembre 1995) 3Questa pratica E' stata riscontrata varie volte nella storia. In particolare la setta giudaica del frankismo propugnava l'antinomia (la violazione sistematica della Legge, che pur si considera Sacra) come l'unico mezzo per avvicinare la venuta del Messia 4 Viene da pensare alla celebre fiaba in cui il pastorello che troppe volte a gridato "Al lupo! Al lupo!"per prendersi gioco dei compaesani, finisce alla fine sbranato senza che nessuno si muova per soccorrerlo. 5Anche i dharma, gli elementi primordiali e irriducibili del cosmo, del buddhismo non sono cose ma eventi. E non a caso il buddhismo E' una disciplina che nega fermamente l'esistenza di un'anima e di un'identita' personale. Questo tipo di ontologia, secondo alcuni studiosi, si adatterebbe meglio di quella greco-occidentale alla descrizione del materia fornitaci dalla teoria fisica moderna. 6Amazing Spider-man 1- marzo 1963 7Anche i F4 ad un certo punto della carriera sperimenteranno con successo la pratica dell'identita' segreta, sebbene con implicazioni molto meno interessanti (Fantastic Four 263 - febbraio 1984 ) 8Anche qui si tratta di combattere il sistema con le sue stesse armi. Il regime di Guerra Psichica E' fortemente funzionale al potere fino a che Luther non trova il modo di scaricargli addosso tutta l'energia prodotta da tale conflitto. (vedi Introduzione alla Guerra Psichica in Luther Blissett #1/2, Grafton 9 edizioni, Bologna, giugno-settembre 1995) ...Tra cinque e sei... Una rayliquia. La mattina del 9 novembre 1994 il postino recapita a Ray Johnson una grossa busta avana proveniente dalla Francia, priva del mittente. Oltre a una copia originale dell'albo Asterix le gaoulois opportunamente dE'tournato con frasi di Gramsci e di Ernst Bloch, la busta contiene un lungo dattiloscritto su carta velina verde, firmato "Luther Blissett, Lione"(anche se il timbro postale E' di Bordeaux). Si tratta di un'azzardata genealogia dei multiple names risalente addirittura a Pitagora. Johnson ne fa 13 fotocopie che spedisce ad altrettanti suoi corrispondenti: Lloyd Dunn (Iowa), Philippe BillE' (Francia), James Fugazza (West Australia), Alberto Rizzi (Italia), Andra's Voith (Ungheria), Serge Segay (CSI), Graf Haufen (Germania), Kathleen Van der Maar (Olanda), Vittore Baroni (Italia), Mike Dyar (California), Sappo Knuttila II (Finlandia), Satoru Nagau (Giappone) e Raphael Akendo (Kenya). Dopo la morte di Ray, e dopo l'appello di Vittore Baroni, che incita tutti i corrayspondenti a rispedire in giro per il mondo cio' che hanno ricevuto da Johnson nel corso degli anni, il documento viene riprodotto e diffuso in piu' copie, ed ora viene incluso in questo libro. 6. Manoscritto ricevuto da Ray Johnson il 9 novembre 1994 Domanda: Dov'E' la chiave della vostra loggia? Risposta: In una scatola ossea ricoperta da un vello irsuto. Domanda: Ditemi le caratteristiche della vostra scatola. Risposta: La mia testa E' la scatola, i miei denti le ossa, i miei capelli il vello, la mia lingua E' la chiave. Dumfries, 1710 La nostra istituzione gia' esisteva in diversi sistemi solari, prima della creazione del globo terrestre Olivier, 1823 L'idea di nome collettivo precede di molto l'uso che se ne E' fatto negli ultimi anni. E' pero' difficile riuscire ad individuare un multiple name, per il semplice fatto che nei documenti storici a noi giunti si parla semplicemente delle azioni di un personaggio, o di un nome, senza far trapelare la possibile rete che si infittisce alle sue spalle. Cosi' tra cento o duecento anni,gli storici, spulciando tra i giornali, i libri, i film, i dischi, ecc.., del nostro periodo, disegneranno l'immagine di un tale chiamato Luther Blissett, eccezionalmente eccletico, e lo considereranno uno dei perni politici e culturali della fine del XX secolo. Tra i vari campi d'indagine sull'uso del Multiple Name, quello piu' interessante e proficuo E' probabilmente la Massoneria. Ben lungi dall'essere una setta destrorsa e conservatrice, la massoneria ha avuto un ruolo storico importante, soprattutto nel periodo antecedente la formazione (e istituzionalizzazione) della Grande Loggia d'Inghilterra (24 giugno 1717), momento che caratterizzo' il passaggio dalla"massoneria operativa"alla "massoneria speculativa". Infatti la Massoneria, legata a diversi collegi invisibili come i Templari e i Rosacroce, E' sempre stata caratterizzata da un continuo schierarsi, piu' o meno esplicito, contro il Potere. Sta di fatto che le ideologie totalitarie hanno spesso attaccato e proscritto l'ordine massonico(*), come spiega Serge Hutin nel tomo Esoterismo, spiritismo, massoneria del suo Storia delle religioni. La Massoneria, per definizione, era al di la' della politica. In un passo di James Anderson estratto da I Doveri dei Liberi Muratori (1723), opera che, sebbene appartenga gia' alla fase di decadenza della massoneria, cerca di ripristinarne un fondamento, possiamo leggere: "[Noi massoni] ci diciamo di tutte le nazioni, di tutte le lingue, di tutte le razze e possessori di tutti i linguaggi e pertanto risolutamente contrari ad ogni politica". I ruoli politici e le gerarchie in realta' non avevano un ruolo dogmatico e istituzionale nemmeno all'interno dell'ordine, poichE', come dice Lessing in Ernst e Falk - dialoghi massonici, "tutti possono iniziare e ognuno puo' esservi iniziato". Cio' sfalda, inevitabilmente, tutte le accuse di E'litismo che possono sorgere vista l'importanza dei riti di iniziazione, delle cerimonie, dei segreti e dei simboli. I massoni usavano questi elementi con un mero atteggiamento plagiaristico. Sempre Lessing scrive in uno dei suoi dialoghi: ERNST: La massoneria non E' una cosa arbitraria? Ma non ha forse formule, simboli, riti che [...] sono arbitrari? FALK: Naturalmente, ma queste formule, questi simboli, questi riti non sono la massoneria. La massoneria si serve plagiaristicamente dell'esoterismo per opporsi alla religione. Esso non E' che la fusione di elementi delle correnti mistiche piu' disparate (dagli antichi Egizi ai Druidi), quindi non puo' che essere un'arma letale contro il dogmatismo religioso. Infatti la massoneria fu piu' volte perseguitata dalla Chiesa, e da cio' nacque la comune necessita' per i suoi membri di non essere identificati. Si potra' capire, ora, a quale livello di decadimento arrivo' la massoneria quando, in seguito alla detronizzazione del re cattolico Giacomo II Stuart da parte del protestante Guglielmo III d'Orange, le logge inglesi giacobite (favorevoli alla restaurazione degli Stuart) si opposero a quelle orangiste. Tale conflitto si risolse nel 1717 con l'unione di tutte le logge orangiste nella Grand Lodge, con la conseguente stesura di una Costituzione che conferiva a quest'ultima il potere di giudicare la regolarita' delle altre logge. Questa regolamentazione della massoneria fu un chiaro sintomo di degrado. La situazione continuo' a peggiorare, soprattutto con il progressivo aumento all'interno delle logge di scholars aristocratici e borghesi, che trasformarono la massoneria in un club esclusivo, cioE' in quella che viene chiamata comunemente "massoneria speculativa". Ad esempio nel 1804 vennero proclamati Alti dignitari del Grande Oriente di Francia personaggi come Napoleone e il prefetto della polizia FouchE'. Nel 1848 una parte dei moti parigini fu pilotata dal Rito Scozzese Antico e Accettato, che si ispirava alla Grand Lodge of Scotland, famosa per i suoi rapporti con gli ordini druidici. Ma il governo provvisorio della nuova Repubblica obbligo' le logge a richiedere una licenza per potersi costituire, come accadeva per tutte le associazioni. In risposta a questo tentativo di istituzionalizzazione alcuni massoni (tra cui quelli del Rito Scozzese) formarono nel 1849 la Gran Loggia Nazionale di Francia. Il Grande Oriente, ormai completamente schiavo del potere non ritardo' pero' a sgunzagliarle contro la polizia di Parigi, che dopo diverse repressioni costrinse la Gran Loggia a sciogliersi definitivamente nel Ô51. L'anno successivo, quando Napoleone III ristabili' l'Impero, il Grande Oriente si mise immediatamente al suo servizio. E' in questo periodo (1862) che esso raggiunse il suo momento piu' trash: un'assemblea di Alti Dignitari dell'Ordine offri' la Grande Maestranza al principe Napoleone Giuseppe (1822-1891) detto Girolamo, popolarmente conosciuto con l'appellativo di Plon-Plon! Ma l'Imperatore si riservo' il diritto di nominare il Gran Maestro, impedendo cosi' a Plon-Plon di prendere la carica, conferendola invece al fido Maresciallo Magnan. Proprio quest'ultimo, nel maggio dello stesso anno, annuncio' lo scioglimento di tutte le logge massoniche eccetto il Grande Oriente, reprimendo con violenza le associazioni non autorizzate. Questo non impedi' alle logge clandestine di riunirsi, tant'E' che nel 1871 un corteo di seimila massoni si uni' alle insurrezioni cittadine che avrebbero portato alla Comune di Parigi. Negli anni successivi il Grande Oriente divento', sempre piu' l'organizzazione della borghesia laica. Nel 1876-77 decise di abbandonare ogni tipo di esoterismo per diventare una vera e propria istituzione. Logge minori continuarono pero' a sopravvivere, piu' o meno segretamente. E' chiaro quindi che la massoneria vera e propria non esiste piu' da tempo, ed E' stata rimpiazzata da un suo simulacro decaduto. Bisogna studiare cosa accadde prima del 1717. Innanzitutto, pare che la massoneria abbia origini remotissime. Gia' tra gli antichi egizi si possono rinvenire tracce di sette segrete. Tutta la massoneria successiva fece un abbondante uso della simbologia egiziana, cosi' come di quella pitagorica. Proprio ai Pitagorici si puo' attribuire l'uso di uno pseudonimo collettivo. L'uso di nomi multipli da parte della massoneria E' ormai accertato, tant'E' che, come scrive Christian Jacq ne La Massoneria, storia e iniziazione, "in molti, moltissimi manoscritti massonici si narra di un grande iniziato che fu ammesso nei piu' segreti cenacoli del mondo allora conosciuto, dove reco' segreti ammaestramenti. Si dice anche ch'egli fondasse proprie logge a Groton e che i suoi discepoli si siano stabiliti per tempo in Francia e in Inghilterra. Il personaggiio E' chiamato, in tali documenti, Peter Gower", che non E' altro che una storpiatura di "Pitagora"come "Groton"lo E' di "Crotone", citta' della Magna Grecia in cui il filosofo fondo' la sua scuola. Sebbene gli storici diano quasi per scontato che Pitagora sia vissuto realmente, cio' non E' affatto certo, poichE' non scrisse mai niente, e una serie di indizi piu' o meno evidenti lasciano intuire la possibilita' che fosse solo un nome collettivo. "Pitagora"appare diverse volte nella storia antica. Lo storico Giamblico in Vita di Pitagora, scrive dell'esistenza di un Pitagora di Eratocle, un matematico pitagorico. Durante il governo di Cesare il Pitagorismo, che era stato represso violentemente nel 450 a. C., torno' a diffondersi in tutt'Italia. Questo fenomeno non era visto positivamente dagli imperatori romani, giacchE' i pitagorici volevano risanare la societa' togliendo il potere agli avidi e agli ambiziosi. Di conseguenza Cesare Ottaviano Augusto espulse da Roma un certo Pytagorias. Pitagora stesso nella sua vita fu molto ecclettico. Jacq scrive che "ottenne la fama di possedere una cultura universale che incideva in campi tanto diversi quanto la filosofia, la politica, le scienze e le arti. Ma egli non era solo un intellettuale, tanto che si raccontava avesse vinto un premio nello sport del pugilato, durante la XIV Olimpiade. Tale capacita' di spaziare abilmente in campi diversi puo' essere facilmente compresa se si pensa che il nome Pitagora non si riferisca a una sola persone, ma a un ambito collettivo. Un simile stupore emerse tra i critici musicali, negli anni 1985-86, nei confronti dell'incredibile poliedricita' di Karen Eliot. Ma la prova piu' convincente la si puo' trovare tra gli scritti dei "contemporanei"di Pitagora. Ancora Giamblico, parlando di Ippaso, racconta che questi aveva "per primo divulgato e diffuso la sfera risultante dai dodici pentagoni [cioE' il dodecaedro inscritto nella sfera]", ma lo si era poi trovato morto in mare, forse assassinato perchE' si era "preso la fama d'esserne lo scopritore, mentre tutte le scoperte sarebbero di Ôquell'uomo' [Pitagora]", cioE' si era attribuito la scoperta come Ippaso anzichE' come Pitagora, probabilmente per brama di successo (gli ambiziosi erano visti di cattiva luce dai Pitagorici). Diogene Laerzio scrive: "Costui [Pitagora], afferma Eraclide Pontico, che di se stesso andasse dicendo le cose seguenti, che sarebbe cioE' stato una volta Etalide e sarebbe stato considerato figlio di Ermes [...]. In un tempo seguente, poi, sarebbe passato a Euforbo e sarebbe stato ferito da Menelao. [...] Dopo che mori' Euforbo, la sua anima[-nome] sarebbe passata a Ermotimo [...]. Dopo sarebbe diventato Pirro di Delo, pescatore [...]. Dopo... sarebbe diventato Pitagora" Quello di Pitagora non fu, comunque, l'unico caso di nome collettivo nella preistoria della massoneria. Nell'alto Medioevo troviamo gli Gnostici, i quali professavano una religione composita, che mescolava e plagiava elementi ebraici, cristiani, greci, egizi, babilonesi e persiani. La loro dottrina si basava sull'indeterminazione e il continuo cambiamento dei dogmi a seconda delle situazioni. Christian Jacq, descrivendo questa corrente, sottolinea il fatto che "in questo caso non ci si trova piu' in presenza di una comunita' ben definibile, nel tempo e nello spazio". Questo loro anti-dogmatismo si tradusse in una miscredenza nelle scritture sacre cristiane. Una tale disciplina non poteva non essere attaccata dalla Chiesa, che accuso' gli gnostici di allucinanti crimini sessuali (per es. orge durante le quali si uccidevano le donne incinte per mangiarne il feto). Per sfuggire alle persecuzioni che ne conseguirono gli gnostici adottarono un nome collettivo. Piu' che un nome vero e proprio era un soggetto collettivo. In altre parole, gli gnostici si riconoscevano in un unico Uomo reale, un macro-corpo formato da tutta la comunita', ogni uomo era, cioE', l'Uomo. Tutti sono l'uomo (io, voi, mio padre, il Papa...). Lo stratagemma del multiple name fu ampiamente usato anche in seguito, soprattutto dopo il decreto del Maresciallo Magnan. Per opporsi all'istituzionalizzato e anti-mistico Grande Oriente, le piccole logge sopravvissute si cementarono nella riscoperta della tradizione massonica. Qui riscoprirono i multiple names di Pitagora, degli Gnostici, ecc..., e ne riadottarono l'uso, che dilago' a macchia d'olio, fino a diventare un intreccio infinito di nomi collettivi che generavano altri nomi collettivi. Si venne a formare cosi' uno sciame caotico che assicurava alle logge la sopravvivenza. All'interno di questa massoneria minore non si sapeva piu' chi era chi, il che disorientava le forze dell'ordine subordinate al Grande Oriente. Da allora in avanti cio' che rimaneva della massoneria operativa e sovversiva si E' sempre piu' polverizzato e disintegrato. Ciononostante la pratica del multiple name e altri elementi di scienza cospirativa si sono riversati da un lato nel nascente movimento operaio (grazie a personaggi come Filippo Buonarroti e George Watson McGregor Reid) e dall'altro nell'avanguardia artistica del XX secolo. Proprio quest'ultima ha ereditato l'idea di una comunita' transnazionale i cui membri manipolassero l'informazione e l'immaginario collettivo per "trasformare il mondo"e "cambiare la vita". Ad esempio il Lettrismo di Isidore Isou, sotto la veste artistica, non era che una nuova Cabala. Le messe Fluxus officiate negli anni Ô70 da George Maciunas, ricombinavano la simbologia dei rituali cristiani in modo decisamente post-massonico. La Mail Art, nata da una costola di Fluxus, ha talmente esteso il proprio circuito da far ricordare la definizione che secondo Georg Simmel la massoneria dava di se stessa: "la societa' piu' generale, la lega delle leghe, l'unica, quella che respinge qualsiasi finalita' particolare e con essa qualsiasi essenza particolaristica..."(Das Geheimnis und die geheime Gesellschaftt, 1908). In tempi piu' recenti la Cospirazione Culturale Neoista ha riproposto il multiple name come tecnica di depistaggio dei critici d'arte (Monty Cantsin). Dal 1990 al 1993, il cosiddetto Art Strike (Sciopero dell'Arte)**, ha sfruttato una strategia di invisibile visibilita' di chiara impronta massonica. Dopo l'Art Strike, Luther Blissett ha riassunto in sE' tutte queste esperienze. Saluto in Ray Johnson il Gran Maestro del Disordine della Performance Cosmica Neoista. Luther Blissett, Lione *Antonio Gramsci, in un celebre intervento alla Camera dei Deputati il 16 maggio 1925, affermo' che lo scontro tra regime fascista e massoneria avveniva su un piano puramente spettacolare, e che il disegno di legge contro le societa' segrete aveva in realta' tutt'altri scopi: "Che cos'E' la massoneria? Voi avete fatto molte parole sul significato spirituale, sulle correnti ideologiche che essa rappresenta, ecc.; ma tutte queste sono forme di espressione di cui voi vi servite solo per ingannarvi reciprocamente, sapendo di farlo. La massoneria, dato il modo con cui si E' costituita l'Italia in unita', data la debolezza iniziale della borghesia capitalistica italiana, E' stata l'unico partito reale ed efficiente che la classe borghese ha avuto per lungo tempo [...] Il fascismo lotta contro la sola forza organizzata efficientemente che la borghesia avesse in Italia, per soppiantarla nell'occupazione dei posti che lo Stato da' ai suoi funzionari. La rivoluzione fascista E' solo la sostituzione di un personale amministrativo ad un altro personale [...] La realta' dunque E' che la legge contro la massoneria non E' prevalentemente contro la massoneria, con i massoni il fascismo arrivera' facilmente a un compromesso. Verso la massoneria il fascismo applica, intensificandola, la stessa tattica che ha applicato a tutti i partiti borghesi non fascisti: in un primo tempo ha creato un nucleo fascista in questi partiti: in un secondo periodo ha cercato di esprimere dagli altri partiti le forze migliori che gli convenivano, non essendo riuscito ad ottenere il monopolio come si proponeva [...] noi diciamo che in realta' la legge E' fatta specialmente contro le organizzazioni operaie [...] PoichE' la massoneria passera' in massa al Partito fascista e ne costituira' una tendenza, E' chiaro che con questa legge voi sperate di impedire lo sviluppo di grandi organizzazioni operaie e contadine [...] Concludendo: la massoneria E' la piccola bandiera che serve per far passare la merce reazionaria antiproletaria!"(A. Gramsci, Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 19 67). [N.d.T.] ** "Art Strike. Invitiamo tutti i lavoratori della cultura a posare i loro strumenti e smettere di creare, distribuire, vendere, mostrare o discutere le loro opere dall'1 gennaio 1990 all'1 gennaio 1993. Invitiamo tutte le gallerie d'arte, i musei, le agenzie, gli spazi Ôalternativi', i periodici, i teatri, le scuole d'arte etc. a sospendere le loro attivita' durante lo stesso periodo. Il concetto di arte E' definito da un E'lite che si autoriproduce, ed E' venduta come merce a livello internazionale. Le opere di quei lavoratori della cultura che si oppongono al modello di societa' dominante vengono relegate ai margini oppure cooptate dall'establishment dell'arte borghese. La classe al potere usa l'arte come attivita' Ôtrascendentale' nello stesso modo in cui un tempo usava la religione per giustificare l'arbitrarieta' dei suoi enormi privilegi. L'arte crea l'illusione che, mediante attivita' disinteressate, questa civilta' sia in contatto con Ôlivelli piu' elevati di sensisbilita'', i quali compensano e redimono gli altri suoi aspetti. Quanti accettano questa logica fanno il gioco della borghesia anche se sono esclusi da quella classe dal punto di vista del reddito. L'idea che Ôtutto E' arte' E' il momento supremo di questa mistificazione, poichE' significa soltanto che certi membri della classe dominante si sentono particolarmente liberi di rappresentarsi l'un l'altro la comune egemonia sul proletariato. Chiamare una persona Ôartista' significa negare alle altre lo stesso dono della visione; il mito del Ôgenio' diviene dunque una legittimazione ideologica della diseguaglianza, della repressione e della fame. Quella che un artista ritiene essere la propria identita' E' solo un insieme di attitudini inculcate, di preconcetti che imprigionano l'umanita' nella Storia. I ruoli che derivano da quest'identita', tanto quanto i prodotti artistici destinati alla reificazione, vanno respinti. A differenza dell'Art Strike 1977-1980 proposto da Gustav Metzger, il nostro non intende distruggere quelle istituzioni che hanno un percepibile effetto negativo sulla produzione artistica. Il nostro proposito E' invece quello di mettere in discussione il ruolo stesso dell'artista e il suo legame con le dinamiche del potere nella societa' capitalistica", da: The Art Strike Papers/Neoist Manifestos, edited by S.Home, AK Press, Edinburgh 1991. [N.d.T.] ...Tra sei e sette... Evidentemente il Luther Blissett Project non puo' essere paragonato ad una societa' segreta di stampo massonico. Dalle parole di Coleman Healy (capitolo 3) E' emerso che si tratta di un network aperto in cui non esiste una gerarchia nE' un nucleo centrale di eletti con funzioni dirigenziali: non c'E' traccia di elitismo nE' tantomeno di cerimonie iniziatiche. Per la verita', pare che nemmeno il completo abbandono del nome proprio sia conditio sine qua non per aderire al Progetto, se E' vero che Healy, Home e altri, oltre a firmare Luther Blissett molti loro lavori, continuano anche ad operare e farsi pubblicita' coi nomi originari. Cio' non toglie che - come afferma la Rayliquia di cui siamo in possesso - la pratica del multiple name abbia radici antiche; cosi' come molte delle implicazioni che essa comporta riecheggiano esperienze del passato, una sorta di storia piu' o meno sommersa che attraversa almeno un paio di millenni. In particolare c'E' un elemento della Cospirazione che trova gia' dei precursori (in tempi relativamente recenti) in molti esponenti di sette massoniche e templariste: la creazione arbitraria di leggende. Questa strategia di panico mediatico e sabotaggio dell'immaginario si sviluppo' specificamente tra XVIII e XIX secolo, in alcuni ambienti rivoluzionari animati da "cospiratori di professione"del calibro di Filippo Michele Buonarroti. Queste confraternite miravano a esasperare la tensione tra borghesia e aristocrazia in vista di uno scontro risolutivo imminente. Nel 1816 - in piena Restaurazione - Charles Nodier, esponente di spicco della cultura francese e personaggio centrale di varie associazioni alchemico-massoniche, pubblico' anonima una delle sue opere piu' curiose e influenti: Storia delle societa' segrete nell'esercito sotto Napoleone. "In questo libro, Nodier E' volutamente ambiguo. Non chiarisce in modo definitivo se la sua E' un'opera narrativa o documentale. Lascia capire invece che si tratta di un'allegoria appena velata di autentici fatti storici. E attribuisce a queste societa' un gran numero di imprese storiche, inclusa la caduta di Napoleone"(1). Ai fini della nostra indagine, le conseguenze di questa pubblicazione sono interessantissime: "Il libro di Nodier apparve sulla scena quando la paura delle societa' segrete aveva assunto proporzioni virtualmente patologiche. Spesso queste societa' venivano accusate di avere istigato la Rivoluzione francese; e sotto molti aspetti l'atmosfera dell'Europa post-napoleonica era simile a quella del periodo maccartista negli Stati Uniti durante gli anni Ô50. La gente vedeva cospirazioni dappertutto, o credeva di vederle. Imperversavano le cacce alle streghe. Ogni disordine, ogni evento anomalo, ogni fatto spiacevole veniva attribuito alla Ôattivita' sovversiva', all'opera di organizzazioni clandestine che lavoravano insidiosamente dietro le quinte, corrodendo le istituzioni e perpetrando ogni sorta di subdolo sabotaggio. Questa mentalita' porto' a misure estremamente repressive. E la repressione, spesso diretta contro una minaccia fittizia, generava a sua volta oppositori autentici, autentici gruppi di cospiratori sovversivi, che potevano formarsi ispirandosi ai modelli fittizi. Anche come creature dell'immaginazione, le societa' segrete fomentavano una diffusa paranoia agli alti livelli dei governi; e di frequente questa paranoia causava piu' danni di quanti avrebbe potuto farne qualunque societa' segreta. Non c'E' dubbio che il mito della societa' segreta, se non la societa' segreta vera e propria, ebbe un ruolo importante nella storia dell'Europa nel secolo XIX. E uno dei principali architetti del mito, e forse di una realta' che stava dietro il mito, fu Charles Nodier"(2). L'elemento della vaghezza, della traccia lasciata appena intuire, sembra essere essenziale: "Quello che conta per la societa' E' il vago, inquietante effetto indotto sia dei propagandisti che diffondono voci allarmanti su cospirazioni di societa' segrete, sia dei pubblicisiti esoterici che diffondono idee di miracoli e prodigi, dando l'impressione che il cambiamento sociale possa essere facilmente attuato dagli esecutori di portenti. Questo secondo gruppo, come si E' piu' volte presunto, puo' preparare il terreno alle rivoluzioni anche se non professa esplicitamente idee rivoluzionarie. Resta la preoccupazione che novita' superstiziose e irrazionali possano predisporre la mente umana all'accettazione di piu' grandi novita', facilitando cosi' importanti e indesiderati cambiamenti politici"(3). Quasi tutte queste sette ricostruirono la storia della massoneria, dell'Ordine Templare e di altre misteriose confraternite, in maniera del tutto fantastica. Svilupparono cioE' un controuso del mito, riappropriandosene in positivo e rivolgendolo contro il potere stesso che l'aveva creato per criminalizzare i suoi oppositori. Per colpire al cuore il clero serviva rievocare i fantasmi di coloro che - come i Templari - erano stati demonizzati e messi al rogo dalla Chiesa. Cosi' eretici millenaristi, massoni, alchimisti e Cavalieri del Tempio potevano essere ripescati dal pozzo della storia e portati sulle barricate insieme ai sanculotti. Si poteva dimostrare che la Chiesa non era riuscita a cancellarne le vestigia nE' a spazzarli via completamente; o magari che sotterraneamente essi erano sopravvissuti e ora avevano tutta l'intenzione di saldare il debito coi loro persecutori di un tempo. Alla luce di queste considerazioni ho raccolto qui la testimonianza di Luther, che qualche tempo fa ha intervistato due moderni Nodier aderenti al Progetto. E' un contributo importante, per capire dove andra' a parare tutta questa storia... NOTE 1. Baigent - Leigh - Lincoln, op. cit. 2. Ibidem 3. P. Partner, I Templari, Einaudi, Torino 1991 7. Spronando il lama della storia fino a farlo sputare Un'alba. Il cielo E' terso ma non troppo. Un uomo cammina in mezzo agli alberi. In lontananza, la Tour Eiffel e il Big Ben, ma potrebbe anche essere una scenografia di compensato. L'uomo ha un sacchetto in mano che contropendola rispetto al braccio. Ogni tanto si china sotto un albero, sparge un po' del contenuto del sacchetto, poi attraversa il prato e ripete l'operazione da un'altra parte. La scena si ripete per parecchi giorni. Nelle settimane seguenti, i quotidiani cittadini e le pagine locali del Daily Planet, del Monde e del Daily Bugle, sono costretti a dar conto di un fenomeno, abnorme per le sue proporzioni, di uso diffuso di allucinogeni naturali. L'Amanita Muscaria, se ingerito senza precauzioni puo' dar luogo a reazioni molto pericolose e portare finanche al decesso, ma nelle dosi giuste da' visioni e deliri. Una droga usata tradizionalmente, celebrata in canzoni e storielle popolari, probabilmente usata anche dagli antichi druidi durante le celebrazioni religiose. Dai giornali locali risulta che da qualche tempo una fetta notevole della popolazione giovanile di ****** E' entrata in possesso del know-how relativo ai modi di preparazione e alla tabella dosi-effetti di quel benedetto (o maledetto) fungo. Da perquisizioni della polizia effettuate in diverse scuole emerge che mentre l'uso di hashish e marjuana E' rimasto stazionario, si sono avuti segnali dell'esplosione nelle ultime settimane del consumo di "droghe di altro tipo", correlato con ricettari medico-gastronomici di incredibile accuratezza. Corrono voci decisamente allarmistiche, altre tentano di tranquillizzare benpensanti e padri di famiglia sul fatto che i nuclei sanitari, con la consulenza di esperti micologi, elimineranno presto ogni residuo della mortale Amanita dal verde cittadino. C. si definisce Corsaro Situazionauta e Provocatore Professionista. Ha aderito un anno fa al Luther Blissett Project. Del tutto casualmente E' venuto in contatto con me, Luther, ed un mio collega, Luther. Ci ha mostrato del materiale sulla singolare stagione d'oro a ****** di quello che E' da tempo (e giustamente) classificato come fenomeno modaiolo ciclico, incentivato in questo caso da una natura generosa. Si tratta di qualche filmato tv e di un archivio di ritagli di giornali e riviste risalenti a un paio di anni fa, che fanno riferimento alla proliferazione nei parchi e nei giardini privati di ****** del fungo Amanita Muscaria. Nelle pagine locali del Daily Bugle si legge: "Da alcune settimane nella periferia si registra un aumento nella diffusione dell'Amanita Muscaria dovunque vi siano aree verdi. Non E' possibile dire al momento se il fenomeno sia dovuto a un improvviso innalzamento nel tasso di fecondita' della specie o all'azione di qualche sconsiderato. Il fungo E' pericoloso per ingestione, soprattutto per i bambini." "E' un articolo chiaramente reticente e tendenzioso", spiega C. in una intervista da noi fattagli per conto di una radio antagonista di Amburgo, "chiunque fosse uscito di casa in quei tempi e, normalmente, avesse parlato con un po' di gente, si sarebbe accorto del fatto che tutti sapevano molto bene che il funghetto si poteva trovare in qualunque giardino, anche in centro. Tutti sapevano che la sua diffusione era effettivamente dovuta a uno Ôsconsiderato'. Altro che esuberanza della natura!" Si sara' ormai capito che qui C. parla di se stesso e di alcuni amici che in quell'umido inverno per parecchie notti batterono l'area metropolitana con sacchetti di spore. "Tutti erano capaci di usare il fungo o come minimo avevano un amico che sapeva come fare...". C. & co. infatti non avevano dimenticato di lasciare in giro innumerevoli volantini con vere e proprie istruzioni per l'uso. "Gia' da qualche settimana lasciavamo nei cessi delle scuole superiori e dell'Universita' i ricettari. In un primo tempo i piu' si sono dimostrati restii ad abbandonare le droghe leggere tradizionali, perchE' piu' che agli effetti liberatori e di socializzazione che esse implicano, erano interessati al valore feticistico delle canne... allo status. Quando si sono accorti che la valenza trasgressiva e l'aura che circonda le canne non E' la cosa piu' importante, hanno capito il vantaggio di poter accedere gratuitamente a una droga leggera, senza favorire il racket dello spaccio e aprendosi a una serie di esperienze attive e non piu' passive. Pero' va chiarita una cosa: personalmente non mi interesso di sperimentazione creativa tramite sostanze psicotrope, e non me ne frega niente della ricerca dell'ipercoscienza o cose di questo genere. Chi non conosceva l'autore di questa grande polluzione - ma anche qualcuno che mi conosceva - ha pensato di avere a che fare con un freakettone megalomane. Ma i freakettoni sono loro. Io sono un Provocatore Professionista e un Netsurfer dell'inconscio collettivo. Non mi interessano le tante esperienze singole, i tanti viaggi che singolarmente si possono intraprendere con l'uso di questa o quella sostanza. Sono interessato invece a dare il mio contributo alla costruzione di un network degli eventi. La liberazione dei segni e delle esperienze puo' avere all'origine molto di visionario e di poetico, ma si dovrebbe basare essenzialmente su un comune savoir-faire nell'uso spassionato dei segni stessi. Il vero viaggio sara' quello li', e rendera' inutili i simulacri mediatici da cui oggi le esperienze comuni vengono masticate, la tv e le sue discendenze Ôinterattive'". Luther: "Ma qual era l'effetto immediato che ti proponevi di raggiungere con questo evento? PerchE' hai usato un cavallo di Troia cosi' pop?" C.: "Il fungo allucinogeno era adattissimo a suscitare l'interesse e la preoccupazione di molte persone. Non mi interessava tanto l'oggetto specifico, quanto il modo della comunicazione. Volevo vedere quante persone avrebbero mangiato la foglia. Le leggende metropolitane - fondate o meno - sono lo specchio delle storie che i media ci propinano quotidianamente e sono virtualmente indistinguibili da esse. L'estetica della tv conferisce alla leggenda un grado di probabilita' superiore che ne determina l'evoluzione successiva..." Un numero sempre maggiore di persone E' in grado di percepire le differenze tra un Ôsi dice' e una notizia riportata dai media, ma solo perchE' tali differenze sono suggerite dagli operatori dei media stessi. Si tratta quindi di costruire delle leggende metropolitane che gia' all'origine si prestino ad essere riportate dai media, cioE' che impediscano agli operatori di prendere posizione sulla loro tendenziosita'. Insomma, devono crederci loro prima di tutti e non essere in grado di capire chi puo' avere interesse alla diffusione della notizia. A questo proposito C. dice: "Le leggende metropolitane hanno in genere delle grosse pecche: trattano argomenti marginali o tabu', sono troppo pop nei canoni espressivi o troppo poco, esprimono punti di vista singoli. Bisognerebbe fare un salto di qualita' verso l'iperreale, costruire storie prive di abbellimenti coloriti, trattare argomenti di interesse generale, ma mirare a target precisi in ogni singola fase dello sviluppo. E nel momento in cui il loro cammino attraversa i media bisogna interagire con molta cautela." Luther: "Abbiamo letto le numerosissime lettere false che i giornali vi hanno pubblicato..." C.: "Si', come vedi sono firmate da persone di tutte le eta' e contengono le opinioni piu' diverse sulla faccenda: costringono i lettori a prendere posizione ed esasperano gli animi. Ne abbiamo scritte centinaia, statisticamente ogni giornale doveva per forza pubblicarne almeno una. La leggenda del fungo E' stata un esempio di penetrazione nell'immaginario mediatico da parte di eventi creati arbitrariamente per strada. Tornando al discorso generale, oggi la paura della disinformazione E' massima e soprattutto fondata. Logicamente radio marciapiede non ha mai smesso di funzionare, ma il suo territorio di azione non E' piu' ampio come una volta. Funziona piu' che altro all'interno di ambiti e interessi ultralocali. L'interesse di molti e la paura di catastrofi globali ridiffondono l'uso di radio marciapiede. Ma tutto questo evidentemente E' strumentale ad altro. Ed E' proprio qui che viene il bello: una volta create le onde dell'immaginario bisogna prendere la tavola e fare surf. Ognuno trova il suo stile di netsurfer. Comunque ci vogliono coordinazione ed equilibrio. Infatti non bisogna mai farsi sommergere dall'onda della cronaca, nE' allontanarsene troppo, ma scartare al momento giusto e nella direzione meno prevedibile. Tra l'altro E' una pratica che ha preso piede anche in Italia, ho sentito..." Luther: "Modestamente... Domanda retorica: il vostro scopo E' la delegittimazione dei media?" C.: "Evidentemente no. L'unica legittimazione reale che i media hanno E' politica, e distruggerla equivale a fare la rivoluzione, il che realisticamente non puo' essere tra gli obiettivi piu' immediati... Lo scopo E' un altro. All'inizio E' necessario fare sperimentazione, per rendersi conto di quali siano i margini possibili di incidenza sull'immaginario collettivo - abbiamo riscontrato che essi sono amplissimi - e gettare teste di ponte su territori piu' vasti possibile. Piu' tardi il rapporto con la comunicazione di massa si porra' in termini del tutto diversi. Usando come tavola da surf il multiple name, la delegittimazione che opereremo sara' piu' profonda, perchE' colpira' i nessi tra immaginario e produzione materiale." Luther: "CioE'?" C.: "Le idee poduttive vengono dal basso. In effetti oggi la produzione, di merci e di immaginario, si appropria delle idee e ne abusa indiscriminatamente. Il sistema dell'informazione mette solo in collegamento intelligenze che sondano i bisogni-desideri espressi al momento dall'organizzazione del lavoro, oppure da arte e moda. Dobbiamo riprenderci la facolta' di organizzare questi collegamenti. Il Prodotto intellettuale ha bisogno di un nome proprio che lo accompagni: trade mark, griffes, nomi di personaggi famosi... E' cosi' che si verifica un livellamento verso il peggio: esperienze interessanti vengono massificate e banalizzate e dall'altra parte spaventose cazzate occupano l'immaginario, grazie all'accostamento con altri segni di successo. Dal nostro punto di vista il nome proprio insinua sospetti sulla consistenza e sugli scopi di qualsiasi progetto." Luther: "In effetti, il multiple name E' un grosso deterrente per i cazzari..." C.: "Eh gia'... [dallo zainetto Invicta, estrae un quaderno Benetton e legge] Karen Eliot afferma che Ôil nome collettivo illumina i problemi sollevati dai vari atteggiamenti mentali sull'identita' [ma anche] l'individualita', l'originalita', il valore della proprieta' e la verita''(1). Dunque il nome collettivo E' l'arma definitiva per squarciare il simulacro dei rapporti sociali(2). Anche se il viaggio di Luther Blissett nei suoi primi passi E' stato aperto a un'interpretazione ludica che giustamente lo caratterizza, E' evidente che il multiple name ha delle implicazioni piu' ampie. Cio' che qui stiamo preconizzando, sia chiaro, E' la genesi di un nuovo tipo di vita. La gioiosa e al tempo stesso faticosa liberazione che ci aspetta non E' sufficiente venga attuata singolarmente. Deve essere lo sforzo collettivo di una nuova comunita'. Tra l'altro, cosa ci puo' essere di piu' adatto ad essere descritto-infiammato da un mito? "PerchE' si', i miti a volte descrivono a posteriori, ma altre volte giocano col loro oggetto mentre ancora si evolve, cosi' da influenzare gli avvenimenti in modo meraviglioso"(Jacques Le Goff). Luther: "Io direi che chiunque voglia salvare il culo deve prendere atto che questo passaggio E' ormai una necessita' impellente. Cio' dovrebbe renderci poco tranquilli anzichE' no... " C.: "E' vero. Cio' che il Luther Blissett Project intende avviare E' la vera politica di salute pubblica, attesa anche da troppo. La mitologia E' nata per conferire unita' e identita' a popoli e classi sociali a cui esse erano state strappate, oppure per aiutare a compiere un superamento, a fornire l'energia necessaria per una trasformazione. Il nome collettivo crea e decrea mitologie per dissolvere le identita' che ci vengono assegnate ogni giorno a scopo di controllo, e che oggi costituiscono l'impasse da superare. Cosi' Luther Blissett chiude il circolo della Storia come Tradizione. Ma se vogliamo che un'evoluzione di pensiero si compia davvero e in tempi non eterni, dobbiamo stare attenti... In ogni epoca i poteri costituiti hanno avuto il bisogno strutturale di superare dei momenti di crisi rigenerativi, di assecondare adattamenti di mentalita' che coinvolgevano larghe fasce di individui. Ci piace pensare che, tutto sommato, cio' abbia comunque prodotto un'effettiva evoluzione del pensiero umano, che di volta in volta si E' sbarazzato di certezze e identita' fittizie. Sta di fatto che l'establishment, vampirizzando (recuperando) i miglioramenti che venivano dal basso, ha sempre mantenuto il controllo della situazione. All'interno dei sistemi politici gli sbocchi dei processi critici sono sempre stati indotti e in seguito pilotati. La Chiesa romana corrotta ha reagito alle critiche radicali con la Controriforma, e nell'era moderna la borghesia ha inventato la socialdemocrazia per neutralizzare la lotta del proletariato". Luther: "Stanno riemergendo teosofie e spiritualismi vari - questa non E' forse una reazione alla crisi dell'Individuo e delle ideologie liberali e borghesi?" C.: "Certo. Se oggi l'individuo E' l'ultimo ingombrante totem, pur essendone chiari i limiti, significa che E' anche il piu' resistente; E' ben difficile intravvedere un modo di Ôriformarlo' e nondimeno i suoi difensori si chiuderanno a riccio per difenderlo, proprio come una chiesa (o un tempio). Ora cercano di scavare nell'interiorita' fino a trovare il nucleo dell'animo umano e della sua infinita potenza. Puah! E' per questo che Luther ha iniziato un dE'tournement di questi culti: per sfilare il tappeto da sotto i piedi a questi guru del cazzo... La partita va giocata in chiave dinamica e non statica. Solo Luther Blissett puo' tessere la rete poichE' essa deve essere elastica. L.B. crea miti che (come E' stato storicamente per molti di essi) vengono continuamente ridefiniti da altri me stesso. Personalmente ho sentito raccontare almeno tre diverse origini del Progetto. Solo che ora le fasi storiche si misurano in settimane..." C. l'avevo conosciuto ad una conferenza accademica sul teatro di ricerca a Milano nel dicembre Ô94. In quei giorni io e Luther fummo invitati ad un pigiama party nella zona dei Navigli, credo. Non eravamo mai stati ad un pigiama party ed eravamo parecchio divertiti all'idea. Ci portarono in una casa molto grande, in un palazzo quasi diroccato. La festa era silenziosa e al tempo stesso vitale. Si erano formati vari ambienti interessanti, tutti con un'atmosfera tenue. Li' cominciammo uno scambio di idee con un austriaco sulla sua attivita' di sabotatore neoista. Uno pieno di contatti... Aveva scambi anche con la Brooklyn Psychogeographical Association, della cui esistenza a quel tempo noi non sapevamo neanche... e l'omologa di Helsinki. Del tutto en passant, gli chiedemmo come si chiamava e avemmo la conferma del fatto che avevamo parecchio in comune. Si chiamava Luther. Disse di essere interessato alla psicogeografia e ai modi di sviluppo e manifestazione delle paure metropolitane. In questa fine di millennio il corpus del rimosso sociale - ci diceva - E' destinato ad essere squassato sempre piu' dalle esigenze del libero mercato. Verremo bombardati da proposte palliative ai guasti irreversibili che sono stati prodotti alla qualita' della vita e all'ambiente, ma questa inquietudine di fondo puo' essere sfruttata e provocata. Gia' da alcuni anni questo Luther di Innsbruck e alcuni suoi amici si autotassano per far pervenire per posta, a cittadini scelti a caso sull'elenco telefonico, perfetti dE'pliant a colori con proposte di acquisto di rifugi antiatomici da parte di ditte serissime. Mi ha detto, piu' o meno: "Non E' che vogliamo aiutare a formarsi l'ennesimo movimento di opinione antinuclearista. L'idea E' quella di impaurire la gente basandosi sulla comune consapevolezza dell'irresponsabilita' del mercato mondiale." A questo punto Reiner ha detto: "Nell'immaginario collettivo nord-occidentale certe sicurezze basiche del passato sono ormai incrinate. Ad esempio, riguardo al controllo che possiamo esercitare effettivamente sui potentati economici o all'esistenza di limiti precisi che questi devono osservare nel perseguire i loro interessi. I tentativi spettacolari di rassicurazione, come gli interventi concertati delle forze ONU nei conflitti locali, risolvendosi in clamorosi fallimenti, non fanno che acuire la sensazione di smarrimento." Mi sono dichiarato d'accordo su questo: oggi si E' modificato l'ambito di cio' che E' verosimile, sia a livello di politica internazionale sia di quella locale. Tutti hanno capito che qualunque cosa serva al mercato diventa plausibile. Non E' ben chiaro di cosa dobbiamo aver paura, l'unica certezza E' che abbiamo paura. La mafia russa e le sue presunte bombe atomiche sono una dimostrazione scioccante di questo, ma ne abbiamo molte altre davanti. Questa paura, secondo Reiner (e secondo me), va fatta montare. Per riuscirci non bisogna far altro che ventilare ipotesi sempre piu' terrorizzanti, anticipando situazioni che il capitalismo presenterebbe comunque presto. Al limite, anche suggerire al mercato nuovi modi di sfruttare la parvenza di ordine e tranquillita' che ancora sussiste, insomma mostrare all'occidente il suo fegato cirrotico. Accelerare, come dice Giuliano Berruti, la dinamica delle situazioni verso la sua conclusione logica, non lasciare che i tempi di un declino materiale e di sistema (che potrebbe portare alla catastrofe, E' vero, ma E' peggio questo stillicidio) siano gestiti dall'alto. Contro il dominio del Codice c'E' solo la paura della morte. Dunque, assaporiamo questa paura e lasciamola assaporare agli altri. Reiner ci ha detto ancora: "Dopo la faccenda del Sarin nella metropolitana di Tokyo, nessuno si E' stupito molto (neanche in Italia) del fatto che in borsa le quotazioni delle aziende produttrici di maschere anti-gas fossero salite vertiginosamente e il loro fatturato cresciuto di milioni di yen. Si pensa che attualmente un impiegato su tre a Tokyo vada al lavoro premunito di maschera. Ti faccio notare, tra l'altro, che contro il Sarin la maschera anti-gas non ha alcun effetto..." Questi fatti sono emblematici: se nessuno fa troppo caso a queste coincidenze vuol dire che per molti l'ipotesi che i bisogni possano essere creati tramite la paura, con tutte le conseguenze del caso, non E' piu' cosi' infondata. Reiner e i suoi hanno usato anche questo episodio per la loro guerra psichica ad ampio raggio. Oltre a dE'pliant nelle buche della posta, tempestano i cittadini austriaci con inchieste di mercato telefoniche, grazie alla collaborazione di un'amica con voce suadente, che presenta le maschere anti-gas come "un prodotto utile per tutta la famiglia", e chiede qual E' il loro atteggiamento mentale verso questo accessorio. Sembra che il responso generale sia abbastanza positivo, nel senso che le persone intervistate tendono a perdere la pazienza o ad impaurirsi o a buttare giu' il telefono, reagendo al tono di assoluta tranquillita' con cui la ragazza introduce l'argomento. E' chiaro che una simile strategia di guerra psichica produce effetti soprattutto sub limine. Non E' possibile rilevarne l'efficacia nE' a breve nE' a lungo termine. E' una scommessa che vale comunque la pena di fare. Agendo su larga scala, Luther Blissett diverra' profeta dell'Apocalisse del Secondo Millennio. Finalmente, queste pietrificate condizioni sociali danzeranno... Luther Blissett gira per queste metropoli di plastica a cavallo di un lama che sputa negli occhi di tutti i trafficanti di anime. Ogni giorno io, Luther, imparo qualcosa di nuovo su Luther. Ogni giorno mi giungono idee e proclami su cosa Luther E', ma soprattutto su cosa non E'. Quindi Luther non ha una teoria, ma moltissime. Ogni volta che qualcuno con sguardo furbo gli chiedera' cosa pensa di questo e di quello, Luther potra' rispondere una cosa e poi proseguire contraddicendosi PERFETTAMENTE, oppure prendere una mano al suo interlocutore, appoggiargli l'altra dietro la schiena e iniziare a ballare uno spericolato tango. Questo corrisponde ai dettami di un corretto scambio di opinioni, secondo quanto esponenti della Neoist Alliance hanno piu' volte fatto notare. Nel devastare i merdosi compromessi del politically correct e nel perforare i capaci serbatoi del Buon Senso Comune, Luther Blissett impara a basarsi sul dato di fatto della propria invincibile potenza. Luther Blissett irrompe nell'autosufficienza dei dibattiti da gruppetti antagonisti, da bar, da cyber-bar o da anti-stadio, con la potenza di un'asserzione categorica, che gli deriva dal suo proprio modo di non essere, per imparare il quale ha seguito numerosi corsi di addestramento presso altri se stesso. Se la realta', nel senso piu' ampio, E' ridotta a un cumulo di data che risiedono in molti computer biologici, Luther Blissett E' il Virus che arriva a sconvolgere la loro organizzazione. Luther Blissett conosce la potenza che deriva ai virus dal fatto di mutare il proprio patrimonio genetico. Tralasciamo per un attimo il punto di vista del parassita Uomo; i virus ricercano la propria sopravvivenza. Essi costringono la scienza a studiarli di nuovo e ancora di nuovo, e si trasformano di continuo in qualcosa che E' altro da loro. Lasciano una carcassa inutile nella provetta che aveva fatto urlare di gioia (per i soldi) uno studioso appartenente alla arretrata razza umana. Questo perchE' la loro esistenza viaggia libera e non si lascia certo imprigionare in una provetta. Tantomeno la vita puo' essere costretta in un nome proprio o in una fulgida opinione di sE'. Per quanto detto finora, quando Luther Blissett - uno spostato - cammina in una sera umida per le stradacce del paese da cui proviene, sa di essere solo, ma al tempo stesso di far parte della Performance Globale Neoista dell'Universo. Luther Blissett rivendica l'ossessiva apparizione del suo nome sui tavoli delle osterie, sui muri di periferia, nei cessi delle scuole, sulle pareti delle dighe, sull'asta della bandiera americana sul suolo lunare, in queste pagine, sul Muro del Pianto e via dicendo. Probabilmente qualcuno si innervosira'. Non preoccupatevi, E' un ottimo segno... NOTE 1. The Art Strike Papers/Neoist Manifestos, op. cit. 2. "[Il nome collettivo, come] il Teatro Situazionautico, realizza una de-propriazione. Quest'ultimo E' un concetto antitetico a quello di ri-appropriazione (trasferire qualcosa da una proprieta' a un'altra) e piu' ampio di quello di es-propriazione (sottrarre qualcosa ad una proprieta'): si tratta di abolire il principio stesso di propriazione; nulla E' proprio a nulla."("Mr. Pacco's, I suppose"- Luther Blissett #1/2, Grafton 9, Bologna giugno-settembre 1995). 8. Impatto Imminente L'elemento mitico non manchera' di farsi avanti, e gia' si sta avvicinando. In realta' esso E' sempre presente, e al momento opportuno affiora alla superficie come i tesori. Tuttavia emergera', come principio eterogeneo, proprio dal movimento quando questo sara' pervenuto al suo livello piu' alto, al massimo della sua potenza. E, inteso in questo senso, il movimento E' soltanto il meccanismo, il grido della nascita. Non si ritorna indietro verso il mito, il mito lo si incontra di nuovo quando il tempo vacilla sin dalle fondamenta, sotto l'incubo di un pericolo estremo. Ernst JŸnger, Der Waldgang Questa frase del pensatore reazionario tedesco, scritta nel 1951, preconizzava cio' che il giro di boa del millennio ci sta portando ad affrontare. Ma l'opinione di JŸnger E', nello specifico, condivisibile solo se si pone l'accento su quel "come principio eterogeneo"che fa sbandare la frase e la spezza in due tronconi. Altrimenti ci toccherebbe seguire questo longevo puttaniere fino in fondo, fino alla constatazione che "i popoli non abbandonano mai la speranza di un nuovo Teodorico, di un nuovo Augusto - un principe il cui mandato si annunci nelle costellazioni celesti. Essi intuiscono che la vena aurea del mito E' appena al di sotto della superficie della storia, appena sotto il terreno misurato dagli agrimensori del tempo"(1). Il mito che voglio far emergere come principio non solo eterogeneo ma caotico e in continua trasformazione E' quello del network tamariano degli eventi. L'armonia, la trasparenza e la concordia tra le persone mi interessano ancor meno della linearita', e Reggie Dunlop non E' un bardo che cantera' le gesta del nuovo Teodorico rivoluzionario bensi' un avanbardo che canta la Gemeinwesen. La comunita' aperta che sorge dal network non E' una societa' liberata post-rivoluzionaria, nE' tantomeno una classe rivoluzionaria: essa E' la rivoluzione in atto, se per rivoluzione intendiamo un'evoluzione impredicibile e sul filo della catastrofe, un gioco del continuo divenire. Non ci sono piu' un prima e un dopo la rivoluzione, c'E' solo un durante. Mi spiego meglio: il mito tamariano non E' solo una semplice leva per muovere le masse alla rivoluzione (com'era invece il "mito dello sciopero generale"di Georges Sorel), non ha solo un'importanza strategica di pars destruens: le allegorie che ho usato in questo libro sono fondative, teogoniche, in esse E' piu' importante la pars construens. Se un tale mi dicesse che il rifiuto del lavoro E' solo un modo per spezzare gli ingranaggi capitalistici e vale solo fino alla rivoluzione, e che dopo di essa bisognera' tornare a lavorare perchE' l'ozio E' una prerogativa della borghesia corrotta e decadente, mi chiederei da quale letamaio stalinista E' uscito questo sopravvissuto del XX¡ secolo. La questione E' analoga per il soggetto che ho chiamato - a seconda dei contesti - Reggie Dunlop, Luther Blissett, Tamariano, Con-dividuo, Avanbardo, Situazionauta etc.: se un giorno riusciremo a spodestare l'E'lite capitalistica, proprio allora sara' il momento di approfondire ed estendere l'uso tamariano del mito, del segreto, della simulazione e della menzogna per creare situazioni, perchE' queste non sono prerogative della marcia societa' di classe da superare in nome della Verita' e di rapporti "piu' naturali". Lascio volentieri queste sconcezze a chi sguazza nei letamai pseudo-anarco-francescani. Come scrisse Georg Simmel, "La concordia, l'armonia, la collaborazione, che hanno valore di forze socializzanti per eccellenza, devono venire interrotte da distanza, concorrenza, repulsione per creare la reale configurazione della societa': le forme fisse organizzatrici, che sembrano forgiare la societa' o crearne una simile, devono continuamente essere disturbate, squilibrate, intaccate da forze individualistiche irregolari per vincere, cedendo e resistendo, la vitalita' della loro reazione e della loro evoluzione [...] La reciproca conoscenza che condiziona positivamente i rapporti non lo fa di per sE' sola: lo stato delle cose, cosi' com'E', include anche una certa ignoranza, presuppone una certa misura, ovviamente incommensurabile, di alterna reciproca segretezza [...] Il segreto in questo senso, l'occultamento di realta' sorretto da mezzi negativi o positivi, E' una delle massime conquiste dell'umanita'. Rispetto alla condizione infantile in cui ogni rappresentazione viene subito espressa, ogni iniziativa E' accessibile a tutti, tramite il segreto si ottiene un infinito ampliamento della vita perchE' molti dei suoi contenuti non possono affiorare neppure nel caso in cui tutto venga reso pubblico"(2). La descrizione di Simmel non vale solo per la societa' capitalistica, ma per ogni consorzio umano passato, presente e futuro, si tratti di societa' o di comunita'. PoichE' nessuna rivoluzione E' tanto radicale da proiettare chi la fa al di la' di ogni precedente alienazione e catapultare l'umanita' in una sorta di Storia Sacra, E' lecito supporre che dopo il crollo dell'E'lite sorgeranno nuovi problemi di convivenza e comprensione reciproca, e il segreto e la menzogna continueranno ad avere le loro preziose funzioni. L'elemento mitico non manchera' dunque di farsi avanti: il futuro appartiene, forse, al network tamariano degli eventi. La comunita' che viene E' comunita' del rischio, delle collisioni e del conflitto. Se possibile, ci sara' ancor piu' conflitto che nella presente comunita'-capitale, ma non sara' competizione nel mercato nE' guerra civile, bensi' un conflitto che non scordera' mai di essere anche cooperazione sociale: una continua creazione di situazioni di vita vissuta dove nessuno perdera' perchE' la vittoria sara' la stessa partecipazione al gioco, la stipulazione di nuove alleanze momentanee e di regole che prevedano gia' il proprio aggiramento e la propria trasgressione. Un grande "Darmok e Tjalad a Tanagra", o "Picard e Datohn su El-Adrel", qualcosa che non avreste mai associato all'idea di una fuoriuscita dal capitalismo. "Si E' alzato il vento con polvere dentro. Forse un temporale in arrivo"- disse, chiudendo le finestre, qualcuno. Ignorando quanto fosse nel falso. E nel vero. (Gilberto Centi, 1995). NOTE. 1. E. Junger, Trattato del ribelle, Adelphi, Milano 1980. Il titolo originale E' Der Waldgang, ovvero "il passare al bosco", "il darsi alla macchia". 2. Georg Simmel, Il segreto e la societa' segreta, SugarCo, Varese 1992. Oggi diremmo dividualistiche anzichE' "individualistiche"e dinamica delle cose anzichE' "stato delle cose". 9. Ratfucking Era evidente che qualcuno forniva quel materiale, ma il vero scopo restava oscuro. A volte eravamo tentati di considerare l'intero caso come uno scherzo complesso, un falso di proporzioni colossali. Ma se era cosi', era un falso che sembrava durare da secoli: e se c'E' chi investe tanto tempo, tante energie e risorse in un falso, si puo' davvero parlare di falso? H. Lincoln- M. Baigent- R. Leigh, op. cit. La guerra nel mondo reale non E', come abbiamo visto, nulla di cosi' assoluto da scaricare la sua tensione in una sola detonazione; E' l'azione di forze che non si svolgono nello stesso perfetto modo e ritmo, ora s'ingrossano quanto basta per superare la resistenza opposta dall'inerzia e dall'attrito, ora invece sono troppo deboli per esercitare una qualunque azione. E' come un piu' o meno energico pulsare di forze, che scarica piu' o meno rapidamente la tensione e la esaurisce - in altre parole, si avvicina piu' o meno alla meta - ma in un lasso di tempo abbastanza lungo da permettere influssi sul suo corso, da permettere questa o quella direzione, da restare insomma sotto il dominio di un'intelligenza direttrice Karl von Clausewitz, Vom Kriege, 1832 Questo E' un breve capitolo operativo. Non E' un fai-da-te del complotto nE' una sfilza di precetti per la guerriglia semiologica: come disse Mr.X (Donald Sutherland) a Jim Garrison (Kevin Costner), io vi ho solo dipinto lo sfondo; sta a voi dare nuovi contributi alla cospirazione. Le pagine che seguono sono piuttosto una camera di decompressione, vi portano dritti nel mondo reale, pronti ad agire. Quello che ho descritto E' un "conflitto a bassa intensita'"e a massima estensione potenziale, basato su rifrazioni insospettate, echi, myth-surfing, rimandi da una teoria cospirativa all'altra. Non si tratta di inanellare clamorosi exploits, improvvise detonazioni che suscitino il "panico mediatico"come una scarica orgasmica dopo la quale il cazzo s'ammoscia: l'erotismo cospirativo E' tantrico e lunare, lavora su ombre e silenzi, procede quasi asintoticamente verso un orgasmo clitorideo, estende i contatti, prolunga il piacere. E' una rivoluzione caotica e molecolare, che non necessita di maschie "prove di forza". Avvolgere e confondere, colpire tanti piccoli obiettivi, operare un'ubiqua e obliqua seduzione E' molto piu' bello che attardarsi in battaglie campali perse in partenza. Le grandi rotture sono sempre rinegoziabili e recuperabili, non cosi' le quasi impercettibili incrinature, lo sciogliersi inesorabile del ghiaccio sotto i piedi dei fratelli Messner, che si accorgeranno troppo tardi dell'aprirsi dei crepacci. Guerriglia mediatica + teoria della cospirazione = ratfucking. "Fottere i topi", E' cosi' che lo staff di Nixon chiamava il sabotaggio infocognitivo prima dello scandalo Watergate (Cfr. Bernstein-Woodward, Tutti gli uomini del presidente - L'affare Watergate, Garzanti, Milano 1974). Dobbiamo inquadrare il ratfucking nel contesto di una strategia tamariana, avanbardica, situazionautica: togliere al verbo "to fuck"ogni connotazione militare-offensiva derivante da una ritenzione anale omofobica, e ricollegarlo al piacere di un lento, estatico amplesso. Inoltre, i ratti hanno a che fare con le tenebre, sono l'emblema di cio' che E' considerato "basso", sporco, losco, nondimeno essi sono il futuro, sono decine di miliardi, si nutrono di cio' che l'uomo butta via, sono in grado di sopravvivere alle catastrofi radioattive: i ratti sono gia' oltre l'apocalisse. "Ratfucking", con un significativo dE'tournement etimologico, diventa "fare l'amore con il futuro", muoversi in una sorta di palingenesi strisciante, essere avanbardi "sporcandosi le mani"nelle reti infofognarie delle dicerie e delle leggende urbane, e con il significato precedente dell'espressione. "...Definivano il loro particolare tipo di attivita' elettorale Ôratfucking', mettevano schede false nelle urne, si infiltravano nel campo avversario e diffondevano materiale propagandistico contraffatto [...] Si trattava di viaggiare di qua e di la', di andare in qualche piccola citta' di provincia e aspettare che succedesse qualcosa. Se, ad esempio, uno veniva a sapere che un candidato democratico stava prendendo in affitto una sala per tenerci un comizio, il suo compito era semplicemente quello di telefonare al proprietario della sala dicendo che il comizio era stato rinviato, in modo da mandare all'aria i piani logistici degli avversari [...] Lo scopo principale era di impedire ai democratici di ritrovare un minimo di unita' interna dopo una campagna senza esclusione di colpi... ÔQuello che vogliamo E' provocare tanto casino che poi non riescano piu' a mettersi d'accordo' [...] ÔUna volta, durante le primarie della Florida, Howard aveva fatto stampare dei volantini con la notizia che il sindaco Lindsay, di New York, stava organizzando una manifestazione dove ci sarebbe stata birra gratis per tutti, e li distribui' nei quartieri dei neri. I neri sarebbero corsi in massa per farsi una bevuta gratis, e visto che non c'era nE' manifestazione nE' birra, se ne sarebbero andati stramaledicendo Lindsay. Secondo Howard, era la piu' grossa trovata dopo la dama cinese [...] Il 17 aprile 1972 un pranzo organizzato all'Hilton Hotel di Washington per raccogliere fondi per la campagna di Muskie era stato disturbato dall'arrivo, con pagamento alla consegna, di liquori, fiori, pizze e torte che nessuno aveva ordinato, e di Ôanimatori' di professione che nessuno aveva ingaggiato"(Bernstein-Woodward, cit.). Questo lavoro da guastatori E' solo una delle tante attivita' che definiscono il ratfucking di Reggie Dunlop, che E' un grande gioco di ruolo, network degli eventi, guerriglia mediatica + teoria della cospirazione + necessita' della Gemeinwesen (Cfr. cap.1). Alcune sommarie indicazioni: cercare di compiere il "bel gesto", l'atto puro di sabotaggio caro a certi anarchici, non ha senso: occorre sempre progettare eventi- ambienti, azioni che siano precedute da notizie vere/false di cui nessuno - nemmeno ogni cospiratore singolarmente preso - possieda il quadro globale, e che non smettano di circolare neppure dopo la "detonazione"e il conseguente disvelamento: il "clima"deve essere creato prima dell'azione ed essere modificato retroattivamente da quest'ultima, poi sedimentarsi nel sottobosco degli archetipi, diventare terreno fertile per nuove azioni che in una fase successiva del Progetto possano essere linkate tra loro in mille modi diversi. Il "clima"(la media algebrica tra i "toni"emotivi degli ambienti di un infosistema) non puo' essere creato a tavolino: occorre "tenere il culo in strada", tenersi in continuo movimento, esplorare tanto il paesaggio mediale quanto la rete info-fognaria, l'incessante ri/produzione di storielle e barzellette, i "si dice"etc. Scegliete un infosistema in cui testare le vostre leggende, una rete di milieux sociali che abbiano delle peculiarita' ma che siano aperti, che intersechino altri ambienti direttamente o attraverso anticamere stagne, vere e proprie "cerchie di compensazione ". Nell'infosistema eserciterete le vostre facolta' mitopoietiche e di ratfuckers. Ecco lo schema di un infosistema ideale, tipico di una citta' italiana di media grandezza. Con il simbolo "<--->" rappresento lo scambio di informazioni: LA STAMPA LOCALE (utilissimo leggere tutti i giorni la cronaca nera e mondana, per determinare i livelli di notiziabilita' e credibilita' di uno pseudoevento montato ad arte, e per capire le psicologie dei diversi reporters) <---> LA RETE INFORMALE DEI CIRCOLI E DEI SALOTTI (ambiti relativamente infiltrabili, frequentati da persone che attraversano e collegano tra loro quasi tutti gli ambienti anche grazie a pettegolezzi, piccoli inganni e/o ricatti reciproci. Indagate l'esatto rapporto tra pseudomecenati partitici, artistucoli di regime e opinion-makers compiacenti)<---> IL "MONDO DELLA CULTURA"(le gallerie d'arte della vostra citta', la cultura assistita, rivalita' e invidie, l'irreprimibile istinto di ossequiare il principe di turno...) <---> LA POLITICA, I POLITICANTI, IL POLITICUME (E' la costellazione di riferimento tanto della stampa locale quanto del gossip da salotto; non fa mai male conoscere qualcuno che lavora in un assessorato e alle dipendenze di qualche personaggio-chiave, un amico di amici, chiunque possa, se necessario, copiare un documento o dare dritte di qualunque genere) <---> L'AMBIENTE UNDERGROUND E DEI CENTRI SOCIALI (specie nelle piccole citta', nonostante la fraseologia tardo-gauchistica o sub-anarchica, sono milieux interclassisti, e talora sono frequentati da persone che collegano tutti gli snodi dell'infosistema. Si tratta di ambienti molto piu' trasversali di molti circoli o discoteche: mentre un borghese puo' andare in un C.S.A. quando vuole, certo un disoccupato non puo' frequentare assiduamente posti come il Cocorico' o la Capannina...) <- --> INTERNET (soprattutto i newsgroups, dentro c'E' di tutto). Per ovvie ragioni non ho incluso altri possibili snodi, come i milieux della "religiosita' alternativa", dei servizi di Intelligence, della criminalita' organizzata etc. Sebbene la chiusura e segretezza di tali ambienti siano caratteristiche strutturali e necessarie dell'infosistema reale globale, il loro inserimento nello schema di un infosistema-tipo non avrebbe alcun senso. La percezione dell'infosistema e dei suoi scambi interni e con l'esterno E' chiaramente soggettiva, dipende da dove ci si trova o dove ci si vuole trovare. A seconda dello snodo su cui si decide di intervenire, l'infosistema cambia forma. La dinamica di diffusione del Luther Blissett Project, spiegata in alcuni dei capitoli precedenti, E' un "modello"a cui ispirarsi (modificabile e trasfigurabile sinchE' si vuole). A proposito di Blissett, Stewart Home ha scritto: "E' come se, dal 1994 in avanti, una Ôfuga' di materiale pertinente sia stata orchestrata in modo sistematico, frammento per frammento. In gran parte questi frammenti sembrano provenire, implicitamente o esplicitamente, da una fonte Ôprivilegiata', sebbene questo sia impossibile...Molti di essi contengono ulteriori informazioni che integrano quanto gia' si sapeva e quindi aiutano a ricostruire l'intero rompicapo. Tuttavia, finora non sono stati indicati la natura e il significato del rompicapo. Anzi, ogni nuovo frammento E' servito ad addensare il mistero anzichE' a diradarlo. Il risultato E' stato una rete sempre piu' complessa di allusioni, di accenni provocatori, di riferimenti e di collegamenti indicativi. Di fronte alla massa di dati oggi disponibili, chi legge puo' facilmente avere l'impressione di essere preso in giro, o di venire ingegnosamente condotto da una conclusione all'altra per mezzo delle esche che gli vengono messe sotto il naso. E alla base di tutto c'E' la continua, onnipresente allusione sottintesa a un segreto: un segreto di proporzioni monumentali, esplosive, segrete, che ovviamente non esiste. E' con questa elettrizzante ambivalenza di sensazioni che attendo il libro che state scrivendo"(lettera all'autore, datata 30/8/1995) Come disse Gola Profonda a Bob Woodward: "...il laccio deve stringersi adagio adagio intorno al collo di tutti quanti. Parti dal livello piu' basso, raccogliendo il decuplo delle prove necessarie per incastrare i vari Hunt e Liddy. Quelli si sentono finiti, irrimediabilmente finiti: magari non vuotano subito il sacco, ma tu li hai in pugno. A questo punto ti sposti piu' in su, e fai lo stesso lavoro al livello successivo. Se miri troppo in alto e manchi il bersaglio, tutti si sentono piu' sicuri. I procuratori lavorano cosi'. E anche i giornalisti in gamba, scommetto"(Bernstein-Woodward, cit.). E' questo l'approccio standard alle cospirazioni, a tutte le cospirazioni, da parte di chi intende svelarne i retroscena e smascherarne gli artefici. Ma il tipo di cospirazione che vado proponendo E' del tutto a-gerarchico e acentrico, praticamente non ha veri e propri "retroscena"; in compenso ha un numero spropositato di " artefici"piu' o meno inconsapevoli (ad esempio, chiunque sia entrato anche solo una volta nel gioco dei "passaparola"e delle deformazioni); inoltre, non c'E' alcuna maschera da strappare, o meglio, E' la maschera il vero volto del cospiratore; per non dire poi dell'inesistenza di "livelli successivi"collocati "piu' in su"; infine, non valgono le rivelazioni delle "gole profonde", perchE' cio' che c'E' da scoprire non E' in profondita', il segreto E' paradossalmente tutto in superficie. Il punto E' questo: se migliaia di persone in tutto il mondo "fottono i topi", ne vedremo delle belle: il risultato puo' essere una stagnante crisi di legittimazione, durante la quale tutto puo' succedere. Sebbene il monito di Gola Profonda non possa essere di alcuna utilita' agli aspiranti smascheratori, il suo invito a "non mirare subito troppo in alto"risulta molto utile al cospiratore: le vittorie di Diem Bien Phu o le offensive del Tet sono possibili solo dopo centinaia e centinaia di piccoli agguati nella giungla, una paziente opera di demoralizzazione degli avversari preliminare al loro completo disarmamento. Una truffa clamorosa come quella del cane miliardario Gunther, recentemente rivendicata a mezzo stampa da alcuni pisani, E' stata preparata in due o tre anni di leggende, distorsioni, resoconti parziali etc. Molte delle fandonie che lastricarono la via per la truffa alla trasmissione RAI "Chi l'ha visto?"(Cfr. Luther Blissett - L'impossibilita' di possedere la creatura una e multipla, a cura di Gilberto Centi, Synergon, Bologna 1995) non sono mai state smentite, e sono ancora operanti e fertili di nuovi "climi". E' tutto. E' il Tutto. Andate e moltiplicatevi. Letteralmente. "Chi sa bene utilizzare un multiple name puo' essere paragonato al serpente shuairan del monte Chang: se lo colpisci sul capo, la coda risponde; se lo colpisci sulla coda, E' il capo a rivoltarsi; se lo colpisci nel mezzo, si rivoltano entrambi. Chiedetemi se E' possibile far muovere un multiple name come quel serpente, e vi rispondero' di si'"(Sun Tsu, L'arte della guerra). Appendice Introduzione all'Ipocalisse. Constatiamo che il mondo E' fatto di particelle di materia; ma perchE' non di antimateria? PerchE' mai la materia E' cosi' abbondante e l'antimateria cosi' scarsa? PerchE' mai tante molecole con chilarita' sinistrorsa e cosi' poche molecole con chilarita' destrorsa? E allo stesso modo, laddove pensiamo di trovare stabilita', troviamo invece varieta', come nel caso del clima: per lunghi periodi l'energia inviataci dal Sole E' quasi costante eppure si verificano enormi variazioni climatiche. Cosa vuol dire tutto questo? La domanda che ci poniamo E' se queste variazioni siano dovute a un gioco d'azzardo, come la roulette, oppure se ci troviamo di fronte a un attrattore strano. Quando gioco alla roulette, posso aver giocato mille volte e giocare una milleunesima volta, ma la situazione si presenta ogni volta nuova, non rimane nulla del passato. Mentre quando ho un sistema dinamico anche il carattere casuale E' il risultato del sistema dinamico stesso. Soltanto di recente i biofisici e i chimici si sono interessati a quanto accade quando i meccanismi di retroazione sono multipli. Un sistema puo' presentare due o piu' meccanismi d'amplificazione: percio' saranno possibili piu' tipi di ciclo-limite, piu' ritmi - si parla di biritmicita' o poliritmicita' - e questo fenomeno E' stato verificato nel campo della biochimica e della chimica inorganica. Sono situazioni in cui il sistema assume ritmi diversi a seconda delle diverse condizioni. L'irreversibilita' porta dunque all'autonomia: debolissimi cambiamenti nell'ambiente esterno possono portare a comportamenti interni del tutto diversi, con possibilita' per il sistema di adeguarsi al mondo esterno. Nella concezione classica il determinismo era fondamentale e la probabilita' era un'approssimazione alla descrizione deterministica, dovuta alla nostra informazione imperfetta. Oggi E' l'inverso: le strutture della natura ci costringono a introdurre le probabilita' indipendentemente dall'informazione che possediamo. La descrizione determinista non si applica infatti che a delle situazioni semplici, idealizzate, che non sono rappresentative della realta' fisica che ci circonda. La Storia. L'esistenza di questi stati che possono trasformarsi l'uno nell'altro introduce un elemento storico nella descrizione di sistemi estremamente semplici: sembrava che la storia fosse riservata alla biologia o alle scienze umane, e invece la vediamo apparire persino nella descrizione di sistemi semplici. Un esempio che colpisce E' la storia del clima, coi suoi numerosi periodi di glaciazione dall'inizio del quaternario. Storia del clima: questa sola espressione implica gia' che la biosfera E' un sistema lontano dall'equilibrio. Un sistema in equilibrio non ha e non puo' avere una storia: non puo' che persistere nel suo stato, in cui le fluttuazioni sono nulle. Non possiamo prevedere l'avvenire della vita, della nostra societa' o dell'universo: l'escatologia teleologica muore leccando le putride membra stanche del determinismo che l'ha cresciuta. Gli sviluppi recenti della termodinamica ci propongono dunque un universo in cui il tempo non E' nE' illusione (da Einstein), nE' degradazione-dissipazione (entropia e morte termica), ma nel quale il tempo E' creazione. Io possiedo il Transmaniacon, io conosco i meccanismi di amplificazione, io Luther Blissett, erudito di Guerra Psichica. IPOCALISSE (1) Devo parlare a favore della vasta confraternita dei professionisti della meccanica. Noi collettivamente vorremmo chiedere scusa per avere ingannato il pubblico diffondendo idee sul determinismo dei sistemi con alla base le leggi sul moto di Newton che, dal 1960, si sono dimostrate inesatte. R.Lighthill, The Recently Recognized Failure of Predicability in Newtonian Dynamics. Da-da. Gesu' Bambino Prologo. Intestazione. Rivelazione di Luther Blissett, che Luther Blissett gli diede per rendere noto a sE' stesso le cose che devono presto accadere, e che egli manifesto' inviandosi a Luther Blissett. Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte. PerchE' il tempo E' vicino. Destinazione, saluto e dossologia. Luther Blissett ai sette volte sette volte sette Luther Blissett del pianeta Terra. Grazia a voi da Colui che E', che era e che viene. Io sono l'Alfa e l'Omega. Le Visioni Profetiche. Visione preparatoria (2). Io, Luther, vostro compagno nella tribolazione, nel regno e nella sostanza nel Sistema Capitale mi trovavo nell'isola chiamata Inghilterra a causa della parola di Harry Kipper e Ray Johnson. Rapito in estasi, nel Giorno del Rave, udii dietro di me una voce potente, come di tromba campionata con frequenza di riproduzione diminuita, che diceva: Quello che vedi e quello che odi scrivilo in un libro e mandalo ai sette angoli del pianeta, perchE' tu sia ed essi siano Luther Blissett. Ora, come mi voltai per vedere chi fosse colui che mi parlava, vidi sette candelabri d'oro e in mezzo ai candelabri c'era uno simile a figlio di uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d'oro. I capelli della testa erano purpurei, simili a velluto purpureo, come di moderno scooter. Aveva gli occhi fiammeggianti come fuoco, i piedi avevano l'aspetto del bronzo splendente purificato nel crogiuolo. La voce simile al fragore di grandi acque. Nella destra teneva un guantone da box, dalla bocca gli usciva un fischietto d'arbitro e dal fischietto d'arbitro fluidi sanguinolenti; giallo di plasma e il suo volto assomigliava al sole quando splende in tutta la sua forza. Appena lo vidi, caddi a terra come morto. Ma egli, posando su di me la sinistra, mi disse: Non temere! Io sono il Primo e non sono l'Ultimo e sono il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sul nihilismo e sopra i media. Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle che sono e quelle che accadranno dopo. La corte terrestre. Poi ebbi una visione. Ecco: L'ingresso di un palazzo in King's Road. Una porta si apri' in cima alle scale e la voce che prima avevo udita parlarmi a somiglianza di tromba disse: "Sali quassu' affinchE' ti mostri cio' che dovra' accadere in futuro". Improvvisamente mi ri-trovai in estasi; ed ecco: un trono stava eretto nel cielo e sul trono Uno e Centomila stava seduto, simile nell'aspetto a diaspro e cornalina e indossava un arcobaleno e delle scarpe da tennis. Disposti attorno al trono vi erano ventiquattro seggi e sui seggi vidi seduti ventitrE' seniori separati da aria e nient'altro e due seniori siamesi: cravatte nere su camice bianche. In mezzo al trono e intorno al trono vi erano quattro Viventi, pieni d'occhi davanti e dietro. Ora il primo vivente era simile a uno skin, il secondo vivente era simile a un cyberpunk, il terzo vivente aveva l'aspetto di Ettore Majorana, il quarto vivente simile a Marx e indossavano abiti druidici. E i quattro Viventi muniti di sei ali ciascuno avevano occhi tutt'intorno e senza sosta ripetevano notte e giorno: Gli spaccheremo il culo, gli spaccheremo il culo, stavolta ce la facciamo, gli spaccheremo il culo. E Colui che siede sul trono ed E' ovunque mosse impercettibilmente le labbra e un balloon comparve sulla sua testa e un lettering di fumetto d'oltreoceano intimava: Dateci un taglio e ascoltate. Il libro dei sette sigilli. E vidi nelle mani di Luther Blissett che sedeva sul trono un CD-Rom sigillato con sette sigilli. Harry Kipper, che era sino ad allora in posizione tantrica, assunse i modi di un angelo ribelle e si mise a camminare sulle mani con le gambe al cielo mentre proclamava a gran voce: Chiunque E' degno di aprire i files dell'ipertesto rompendone i sette sigilli; la password E' password oppure kipper. La proprieta' privata della cultura di massa E' una contraddizione in termini. Aprite gli archivi e lasciate che i veri proprietari, vale a dire TUTTI, entrino e facciano copie elettroniche della loro cultura. Allora uno che fino ad allora aveva condotto una vita di merda disse: Da ora Io sono Luther Blissett: se permettete apro i sigilli. E i venticinque druidi dissero: Buona scelta! Nascondi ora la tua identita' al potere e colpisci nel nome e cognome di Luther Blissett. Leggi pure l'archivio. S'appresso' e prese il libro dalla sinistra di colui che siede sul trono e sul trono sedette. Un neon viola disegno' in aria la frase: stronca i leader politici. I quattro Viventi e i venticinque seniori si prostrarono ognuno davanti ad uno specchio che rifletteva i loro corpi con il volto di Luther, ciascuno tenendo un'arpa e coppe d'oro piene di profumi che sono gli slogan plagiaristi, e cantavano un canto nuovo: Degno sei tu di prendere il libro e di aprirne i sigilli, poichE' in e col nome Luther Blissett hai interessato alla lotta di classe uomini di ogni tribu' e lingua e popolo e nazione, e ne farai finalmente un regno di uomini ed essi regneranno sulla terra e la terra su di essi e nient'altro. I sette sigilli. Quando il novello Luther apri' il primo dei sette sigilli, udii in visione il primo dei quattro Viventi dire con una voce di tuono: Vieni! E vidi apparire un cavallo bianco, su cui sedeva un cavaliere neoista con il volto di Luther; venne dunque da vittorioso per vincere ancora. All'apertura del secondo sigillo udii il secondo Vivente esclamare: Vieni! Allora usci' un cavallo rosso vivo; a colui che lo cavalcava era stata data la potesta' di togliere via dalla terra la pace e le mezze misure; per questo portava nelle mani un Transmaniacon. All'apertura del terzo sigillo udii il terzo Vivente dire: Vieni! Apparve allora un cavallo nero cavalcato da un hacker: le sue mani recavano floppy disk e sulla sua corona bruciava una password. Udii fra i quattro viventi come una voce dire: Un fascicolo elettronico per un denaro e tre passwords per un denaro. Ma ai nostri archivi non recar danno. All'apertura del quarto sigillo udii il quarto Vivente dire: Vieni! Ed ecco, apparve un cavallo verdastro; colui che lo montava aveva il nome di Creatore di Interzone, e Sabotaggio e Occupazione e Faccio del Mio Meglio lo seguivano. All'apertura del quarto sigillo apparvero le facce stanche di coloro che erano stati martoriati per le ragioni d'azienda. Essi si misero a gridare a gran voce: Fino a quando Luther continuerai con le tue pippe e non farai giustizia sugli abitanti del centro! Ma a ciascuno di essi fu data una veste bianca e fu detto di pazientare ancora un poco, finchE' non si completi il numero dei loro compagni che ancora dovranno patire. All'apertura del sesto sigillo apparve ai miei occhi questa visione: si udi' un gran terremoto; il sole si offusco', da apparire nero come un sacco di crine e vidi Bill Gates ed Elisabetta di Inghilterra e Bobby di Dallas giacere su sedie di plastica in un corridoio della U.S.L. di Bari circondati da altre centinaia di (im-) pazienti in attesa e tutti dicevano ai muri verdi lavabili ed ai regolamenti ingialliti: Chi potra' resistere? All'apertura del settimo sigillo si fece silenzio per circa mezz'ora; poi mezz'ora di handbag music; poi mezz'ora di ohm. Quindi vidi che ai sette Luther ritti davanti a Luther furono date sette trombe e i sette Luther si disposero a dar fiato. I flagelli delle prime quattro trombe. Il primo suono' la sua tromba: vi fu grandine con fuoco mescolato a sangue su tutta la terra e centinaia di strade di tutte le citta' furono occupate e i party iniziarono attorno ai furgoni con i generatori e pure i probi irati se la presero con gli improbi irati e i probi irati lottarono con i probi irati e gli improbi irati con gli improbi irati ovunque; ma anche i non irati furono presi in mezzo, sotto le insegne al neon e migliaia di flyers d'invito alla riappropriazione dello spazio urbano. Il secondo Luther suono' la sua tromba: come una enorme massa incandescente cadde nel mare; la terza parte del mare divento' sangue. Le porte dei musei caldi ed accoglienti laddove regna il Gelo e riposanti e rinfrescanti nelle citta' di Calore furono abbattute, i suoi guardiani costretti a strisciare e a dipingere e a scrivere e a mostrare le loro opere contro la loro volonta' di lacchE'. E le biblioteche divennero pubbliche ed i libri nelle librerie liberamente fotocopiabili e ognuno potE' fare copie elettroniche nei templi che furono dati all'arte, religione borghese. Il terzo angelo suono' la sua tromba: cadde dal cielo una stella enorme che bruciava come una fiaccola e cadde sulla terza parte dei fiumi e sulle sorgenti d'acqua. Il nome della stella E' Buon Senso. Difatti inizio' subito lo sciopero cosmico per il "diritto"ad insorgere contro il lavoro e non vi furono piu' picchetti alle nostre galere che impedivano a noi stessi di evadere e non vi fu piu' "patto sociale"a difendere le compatibilita' capitalistiche e ognuno inizio' a gestire la propria lotta contro i nemici piu' facili da odiare. Il quarto angelo suono' la sua tromba: fu colpita la terza parte dei porti, dei binari, delle torri di controllo e delle strade, in modo che s'offusco' la terza parte degli spostamenti e lo spaesamento crebbe tra chi era costretto al paesamento forzato. La quinta tromba. Il quinto angelo suono' la sua tromba: vidi un astro caduto dal cielo sulla terra; gli fu consegnata la chiave della voragine dell'Abisso. Egli apri' la voragine dell'Abisso e da essa sali' un fumo come il fumo di una grande fornace, che offusco' contemporaneamente Sole e Luna. Il fumo era in realta' fatto di piccoli oggetti solidi: non cavallette, come ci si aspetta da un dio, ma da flyers e volantini e piccoli saggi pop, come ci si aspetta da un Uomo. Ed essi recavano l'invito a entrare nelle case piu' comode con decine di stanze sprecate, nelle auto piu' lussuose nei garage piu' inutili e colmi, nei posti piu' privati per renderli di tutti. Erano firmati col suo nome, Luther, angelo dell'abisso. Il primo "guai"E' passato, ma ecco: vengono subito gli altri due. La sesta tromba. Il sesto angelo suono' la sua tromba: dai quattro angoli della piazza udii uscire una voce, la quale al sesto angelo che teneva la tromba diceva: sciogli i centoquarantaquattromila Luther che sono sul grande Eufrate della comunicazione di massa. Cosi' fu e gli attacchi manipolatori ai mezzi di comunicazione si estesero come cancrene che da diverse parti attraverso singoli organi si estendono alla totalita' delle membra; la falsa verita' e la vera falsita' inondarono le menti e vi furono menzogne per i mentitori. [...] Il secondo "guai"E' passato; ma ecco: il terzo guai viene presto. La settima tromba. Finalmente il settimo angelo suono' la sua tromba: si levarono tutto d'intorno grandi clamori, chE' la sua tromba aveva il suono di fischietto campionato. Allora i ventiquattro druidi rivolsero una compiaciuta preghiera di glorificazione a sE' stessi, quando fantastilioni di bit persero il valore di I/O ed ogni cosa perse di importanza nelle Dieci Ore che Immobilizzarono il Mondo e i lutheristi presero il controllo del giogo nel giogo del controllo. Luther e il Padrone. E un segno grandioso apparve nel cielo: un/a Luther indossava il sole e la luna e una corona di foglio di giornale su cui era scritto a biro: Neuronomicon. Era in cinta, ma nullo era il patimento per le doglie. E un altro segno apparve nel cielo; ecco: un grosso padrone a sette teste, sulle teste sette diademi. Il padrone si pose di fronte a Luther che era sul punto di partorire, per divorare il bimbo appena fosse nato. S/he diede dunque alla luce un figlio ermafrodito, che era destinato a governare su tutto sE' stesso e nient'altro. Esso fu subito tratto in salvo dagli altri Luther che facevano cordone, mentre Luther riparava nel mercato deserto. Guerra in cielo ed in terra e in acqua ed altrove. E vi fu guerra: Luther con i suoi Luther ingaggio' battaglia con il padrone, che venne scaraventato nella city. Quivi si accinse a perseguitare Luther, quello che aveva partorito. Ma questi fu di nuovo tratto in salvo. Il padrone adirato si pose all'entrata della borsa. La bestia che sale dal garage della borsa. Vidi poi una bestia che viene dalla borsa; aveva dieci corna e sette teste; sulle corna vi erano dieci diademi e le teste portavano i nomi delle sette nazioni piu' industrializzate. Il padrone comunico' ad essa la propria potenza e il suo trono con potesta' grande. Ora una delle teste appariva come colpita a morte, ma la sua ferita mortale fu guarita. Per questo tutta la terra fu presa d'ammirazione per la bestia, e adorarono la bestia dicendo: Chi E' simile alla bestia? E chi puo' combattere con essa? Alla bestia fu data una bocca che proferiva parole d'orgoglio e le fu data potesta' su ogni tribu', popolo, lingua e nazione. L'adoreranno tutti gli abitanti della terra. La bestia che sale dal ministero. Poi vidi un'altra bestia salire dal ministero di Propaganda e Burocrazia; aveva due corna come un agnello, ma parlava come un dragone. Esercitava tutta l'autorita' della prima bestia per conto di essa; s'adoperava, infatti, che la terra e tutti i suoi abitanti si prostrassero davanti alla prima bestia, la cui ferita mortale era stata guarita. Faceva prodigi strabilianti; cosi' traeva in inganno gli abitanti della terra con i portenti che aveva il potere di fare a servizio della bestia; spingeva infatti costoro ad erigere un immagine alla bestia che aveva ricevuto la ferita della spada e aveva poi ripreso vita. Quindi fu dato ad essa di infondere lo spirito al simulacro della bestia in modo che questa potesse parlare. Quanti non avessero voluto adorare l'immagine della bestia, ordinava che fossero uccisi. S'adoperava, inoltre, che a tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, fosse impresso sulla loro mano destra o sulla fronte un marchio o codice a barre, in modo che nessuno potesse comprare o vendere all'infuori di coloro che portavano il marchio, cioE' il nome della bestia, oppure il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha mente computi il numero della bestia; E' un numero d'uomo. Il suo numero E' Centoquarantaquattro (3). L'annuncio universale. Poi vidi un altro Luther che pedalando nel mezzo della piazza, recava un vangelo eterno per annunciarlo agli abitanti della terra. Diceva a gran voce: E' caduta, E' caduta Babilonia, la grande, quella che con il vino dell'ardore della sua mercificazione ha abbeverato tutte le genti. Un altro Luther segui' dicendo: Se qualcuno adora la bestia e la sua immagine e accetta il suo marchio sulla sua fronte o sulla mano, cazzi sua. Sta qui la pazienza dei lutheristi, che conservano i terreni precetti e la malafede di Luther. Il Verbo di Luther. Vidi poi aprirsi il cielo; ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava E' chiamato Infedele e Mendace. I suoi occhi sono come fiamma ardente; sul capo numerosi diademi e porta scritto un nome di nessuno, ma che tutti comprendono; pure, il suo nome E': il Verbo di Luther. E vidi la bestia insieme ai re della terra e i loro eserciti radunati per combattere contro il Cavaliere e il suo esercito. Ma la bestia venne presa insieme allo pseudo-profeta, quello che per conto di essa aveva fatto prodigi, con i quali aveva sedotto gli uomini, inducendoli a ricevere il marchio della bestia e adorarne l'immagine. Vivi furono gettati i due nello stagno di fuoco che brucia con zolfo. Gli uccelli e i giornalisti ancora in vita si saziarono delle loro carni. Il regno millenario. Quindi vidi scendere dal cielo un Luther con in mano la chiave dell'Abisso e una grossa catena. Afferro' il dragone, il serpente antico, quello che E' chiamato lavoro ed anche merce, e l'incateno' per mille anni; quindi gettatolo nell'Abisso, chiuse e vi pose il sigillo, affinchE' non potesse piu' sedurre ed alienare le genti sino al compimento dei mille anni, quando dovra' essere sciolto, ma per breve tempo. Vidi le anime di coloro che sono stati traviati per la testimonianza Libertaria o la parola Comunismo, come anche le anime di coloro che non hanno adorato la bestia e la sua immagine, le anime di coloro che non hanno ricevuto il marchio sulla fronte o sulla mano. Si sentirono molto meglio e gli pareva d'essere tornati in vita come se prima non appartenessero al regno dei viventi; questa E' la prima resurrezione. L'estremo combattimento. Una volta compiuti i mille anni, il serpente antico sara' lasciato libero da un nuovo recupero e uscira' ad ingannare le genti dei quattro angoli della terra, cioE' Gog e il Mago G, convocandoli per la guerra; il loro numero eguaglia l'arena del mare. Saliti sull'altipiano delle comunicazioni presero d'assalto l'accampamento dei freakettoni e la citta' dei fancazzisti. Ma scese dal cielo un orda di incazzati che li divoro' all'urlo di: Ma perchE' dovete sempre romperci i coglioni? La serpe scassacazzo fu gettata nello stagno di fuoco e zolfo, proprio dove si trovavano la bestia e lo pseudo-profeta: saranno tormentati giorno e notte nei secoli dei secoli. La resurrezione finale. Tutti, grandi e piccoli, se la spassavano e stavano davanti al trono finalmente vuoto, perchE' a nessuno piu' faceva gola, mentre venivano aperti dei libri; e un altro libro fu aperto, quello cioE' della vita. La Morte e l'Ade e lo Scassamento di Palle furono gettati nello stagno del fuoco. La nuova creazione. Poi vidi un cielo nuovo e una terra nuova. Infatti il cielo e la terra di prima erano scomparsi con i loro ipermercati e vigili urbani. E' compiuto! Io sono l'Alfa e l'Omega, il Principio e la Fine e quello che ci sta in mezzo A colui che ha sete daro' da bere dalla sorgente dell'acqua viva gratuitamente. Gran bazza. Io saro' per lui Dio ed egli sara' per me Dio. Ma quanto ai codardi, fedeli, moralisti, pudichi, venefici, idolatri, a quanti sono pieni d'ogni sorta di verita', la loro sorte E' nello stagno, quello che brucia con fuoco e con zolfo, naturalmente. E' questa la morte seconda. La Gerusalemme celeste. Poi uno dei sette Luther dalle sette coppe piene dei sette estremi flagelli, si avvicino' a me e mi disse: Orsu', voglio mostrarti la sposa dell'Agnello. E mi trasporto' su una gigantesca ruota panoramica, dove mi mostro' la citta' nuova. Il suo splendore E' simile a quello di pietre preziosissime, come di diaspro cristallino. Ha un muro di cinta alto quindici centimetri, con dodici porte sempre aperte perchE' non vi E' piu' il giorno e la notte ed ognuno si fa i cazzi suoi; una citta' dove abitare non E' il "bevete coca cola"dell'urbanistica. I basamenti della citta' sono ornati di pietre e metalli preziosi: il primo basamento, diaspro; il secondo, oro impuro; il terzo, laidonio; il quarto, calcedonio; il quinto, emeraldo; il sesto, gorniola; il settimo, idillio; l'ottavo, usolito; il nono, laudazio; il decimo, iacinto; l'undicesimo, ametista. Un insieme arbitrario di castelli, grotte, laghi et coetera; i quartieri corrispondono ai diversi sentimenti catalogati che si incontrano per caso nella vita corrente. L'attivita' principale degli abitanti sara' la deriva continua. Il cambiamento del paesaggio di ora in ora sara' responsabile dello spaesamento totale. Gli ambienti saranno modificati regolarmente e deliberatamente, con l'aiuto di tutti i mezzi tecnici da gruppi di creatori specializzati, che saranno dunque situazionisti di professione. Fra la piazza e il fiume, di qua e di la', vi sono alberi di vita, che portano frutto dodici volte, una ogni mese. EPILOGO. Ecco, vengo presto!. Io, Luther, ho udito e veduto queste cose. Ora quando le audizioni e le visioni ebbero termine, caddi collassato in segno di affaticamento psichico ed epatico. Ma egli aggiunse: Non tener nascoste le parole profetiche di questo libro; il tempo infatti E' vicino! L'ingiusto commetta pure ingiustizie, l'immondo si faccia sempre piu' immondo, e il giusto seguiti ad agire secondo giustizia e il santo si santifichi ancor di piu'. Fuori i cani, venefici, pudichi, idolatri e chiunque ama e pratica la verita'. A chi ascolta le parole profetiche di questo libro dichiaro: se qualcuno fara' delle aggiunte ad esse, no problem; e se qualcuno sottrarra' qualcosa dalle parole di questo libro, no problem. Colui che attesta queste cose dice: Si, vengo presto. I apologize for being late. Augurio conclusivo. Speriamo bene e buon pro ci faccia. Luther Blissett, whatever is on, wherever it's at. Note: 1 - Ipocalisse: testo ritrovato nel 1995 dal sovversivo newyorkese Bob Black nella sua Casella Postale (PO Box 3142, Albany NY 12203-0142). Appartiene al genere apocalittico, con tutti i crismi del caso: per mettere a contatto la rivelazione con la storia si serve del simbolo. Esso si specifica nelle visioni, negli sconvolgimenti cosmici, diventa a tratti teriomorfo, a tratti aritmetico. In genere questa letteratura E' pseudonima, perchE' ha bisogno di attualizzare nella storia un messaggio antico, ricorre dunque ad un personaggio non identificabile (in questo caso il multiple name Luther Blissett) e fa uso di uno stile immaginoso e ritmato, molte volte appesantito dall'accavallarsi delle immagini e del loro significato. 2 - L'autore descrive il proprio incontro con Ray Johnson che ebbe luogo in Inghilterra durante un rave party; era al momento sotto l'effetto di sostanze psicotrope. 3 - Centoquarantaquattro, 144 E' il detournemont usato da Luther per Seicentosessantasei, 666: la chiave di relazione E' la somma interna, operazione sui numeri naturali che applicata ad entrambi fornisce sempre il numero perfetto nove, elemento neutro della s.i.; infatti: 1+4+4 = 9 6+6+6 = 18, 1+8 = 9 Elemento neutro significa che la sua addizione ad altri addendi non varia il risultato. Per la somma interna gli elementi neutri sono lo 0, il nulla, e il 9, nihilismo totalizzante.