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Giovedì 5 marzo in seguito ad una operazione di
polizia, di Ros, finanzieri e questurini venivano arrestati tre compagni
anarchici per una nuova inchiesta sugli atti di sabotaggio in Val Susa
contro la TAV. Durante l’operazione si procedeva alla perquisizione,allo
sgombero e devastazione di tre case occupate (l’Asilo, l’Alcova e la Casa
di Collegno). Due posti su tre sono poi stati rioccupati: l’Alcova durante
la perquisizione, l’Asilo il giorno dopo.
Venerdì 6, sotto Comune, dove si voleva discutere,
su richiesta della Lega, di nuovi sgomberi, si erano dati appuntamento
le diverse realtà di occupanti per protestare contro i fatti della
sera prima, informando la cittadinanza. La polizia, pompata in settimana
dalle polemiche sui “vandali” “imbrattamuri”, ancor prima dell’orario del
presidio caricava brutalmente i pochi manifestanti convenuti (subito sei
fermati, tutti pestati). La reazione non poteva non essere adeguata
al tono della carica. Vetrine rotte dei negozi più lussuosi del
bel salotto torinese, blocchi stradali improvvisati per fermare la furia
della caccia all’uomo.
Le polemiche suscitate dai giornali nei giorni successivi risultano in tal senso pretestuose e di parte; tendenti ad esagerare la portata dei danni, per nascondere le vere ragioni della incazzatura dei manifestanti: lo sgombero di due posti occupati, l’arresto di tre compagni anarchici.
Come centro sociale non possiamo che essere solidali con
chi è vittima della repressione. La liberazione dei compagni arrestati
rimane sempre un punto fondamentale della nostra lotta e della nostra
pratica. Al di là delle accuse e delle imputazioni, chi pratica
determinati percorsi di ribellione e lotta contro il sistema di oppressione
e sfruttamento del capitale, non può che trovare la nostra solidarietà.
Nel caso specifico, la incriminazione di fatti di azione
diretta contro l’Alta velocità in Valle di Susa risulta pretestuoso:
si tratta di azioni di sabotaggio giuste contro le cose e non le persone,
interne ad un movimento più vasto e variegato di opposizione alla
TAV nella Valle, contro chi per propri interessi (vedi tangenti) vuole
imporre la cancellazione di una vallata.
Come per l’inchiesta Marini, con questa nuova di Laudi sui “Lupi grigi’” si insegue la pista anarchica, volendo così incriminare la componente più “politica”, cioè quella più “pericolosa” perché “sovversiva”. Per fare questo si ricorre anche all’uso di prove false, costruite sul momento (testimoni imbeccati dall’accusa, pistole mai trovate, bombe mai fabbricate).
Come sempre l’incarcerazione è uno strumento rivolto a chi si ribella o dà fastidio. In tal senso per noi la liberazione di tre compagni (Silvano, Edoardo, Soledad) non si può slegare da quella della liberazione di tutti gli altri compagni imprigionati e delle vittime della repressione. Parliamo della prigionia politica legata alle lotte degli anni settanta/ottanta, ma anche di tutti coloro che subiscono la repressione frutto della mentalità dello Stato. Ci riferiamo a chi finisce in galera o nel circuito dell’esclusione perchè tossicodipendente, immigrato, barbone o, semplicemente, disperato.
Rivendicare un AMNISTIA per tutti, per coloro che si sono ribellati, dagli anni sessanta ad oggi, per tutti quelli che in qualche misura hanno subito l’emarginazione e la repressione da parte del sistema, o di chi semplicemente non si vuol far sfruttare, ci sembra il minimo indispensabile.
PER LA LIBERAZIONE DEI COMPAGNI ARRESTATI GIOVEDI’ 6 MARZO
PER L’AMNISTIA ‘68-’98
CONTRO TUTTI GLI SGOMBERI
SOLIDARIETA’ CON LE PRATICHE DI AZIONE DIRETTA CONTRO LA TAV
CSOA GABRIO