IL DIRITTO ALLA CASA UN BISOGNO NEGATO: LA REPRESSIONE AVANZA, L'OLOCAUSTO CONTINUA...
Fino a un 6/7 anni fa si poteva ricordare (con più tranquillità), che gli interessi in gioco erano gli stessi, da 40 anni e più; con da un lato le proprietà immobiliari che attraverso una completa liberizzazione del settore avevano(e hanno tutt'ora) campo libero nella speculazione e negli affitti selvaggi, e dall'altra settori del governo e del capitale industriale (a quel tempo) interessati ad assicurare la governabilità e la pace sociale, e soprattutto preoccupati di evitare che le tensioni qui innescate potessero estendersi con effetti dirompenti, a tutto il resto della società. I risultati, ora, sono sotto gli occhi di tutti: un territorio completamente devastato dalla speculazione, migliaia di sfratti in attesa di essere eseguiti, scomparsa delle case ad equo canone, mercato nero d'affitto, prezzi degli affitti da strozzinaggio. Solo nel '95 a Milano i dati riportati sono i seguenti: 27 mila sfratti esecutivi, di cui 3700 richiesti dallo IACP (dai 20 ai 25 sfratti giornalieri con l'intervento della forza pubblica), 17 mila domande di alloggi popolari, 40 mila alloggi privati sfitti. Le ultime vicende avvenute nella nostra città, rispetto al problema casa, portano alla luce una realtà ancora più drammatica, una situazione grave e drammatica generata dal comportamento ostinato e antisociale del comune e di tutte le istituzioni politiche (nel migliore dei casi assenti e latitanti), che davanti alle richieste di un equa e giusta soluzione nei confronti di questo enorme problema, hanno proposto e attuato solo interventi di natura xenofoba e di emarginazione. E’ chiara e palese la volontà e l'interesse di voler trasformare un problema di ordine politico e sociale in un problema di ordine pubblico, quando le uniche soluzioni prospettate sono i bunker o le panchine del parco, o la ventilata vendita del 70% degli alloggi IACP (ringraziando il proficuo utilizzo fatto con i nostri fondi GESCAL). Negli ultimi 3 mesi è stato un susseguirsi di episodi deliranti e il più delle volte drammatici attorno alla problematica casa, dove si è evidenziato il massiccio utilizzo di mezzi repressivi, che hanno lasciato nello sgomento e nella disperazione i diretti interessati, e nello smarrimento anche molti compagni all'interno del movimento (che hanno forse "ingenuamente" preso un po’ alla leggera la degenerazione del problema casa a Milano). Una prima dimostrazione la si è avuta con la vicenda degli immigrati di v. Pitteri, la cui lotta è stata sfiancata su tutti i fronti dalle istituzioni e dai moralisti benpensanti, che li ha voluti confinare in un bunker ghettizzandoli e negando loro ogni capacità di intervento di gestione della propria vita, e con questo il diritto a vivere una vita dignitosa a misura d'uomo, e non da animale da riserva. Un'altro esempio drammatico è la situazione degli stabili di v.Pontida 2 & 4 dove tutti gli inquilini privi di contratto (occupanti) sono costretti a fronteggiare i subdoli attacchi da parte della proprietà (Darf.Im), che con dinamiche "leggermente" mafiose vuole scaraventare in mezzo ad una strada famiglie, single etc., con una vendita frazionata dei due stabili, finalizzata alla più bieca speculazione. Tutti gli inquilini stranieri privi di contratto sono stati oggetto di minacce intimidazioni da parte degli agenti di vendita Intermed affiancati da alcuni rappresentati della proprietà Darf.Im : con una proposta di buonuscita (3 milioni) in alternativa alla minaccia di espulsione dal paese o di perdita del posto di lavoro. Avvalendosi inoltre della "presenza"di alcuni carabinieri tre gli acquirenti di appartamenti abitati da inquilini stranieri privi di contratto. Per gli inquilini italiani privi di contratto nessuna minaccia di espulsione dal paese, solo l'imminente pericolo di venire buttati in mezzo ad una strada, da un giorno all'altro. Il 26 febbraio, 10 dei 30 occupanti saranno processati per occupazione abusiva, viene quindi criminalizzata una pratica politica di lotta, che per uno stato di prima necessità li ha portati, 7 anni fa ad intervenire concretamente nel cercare di dare una soluzione e una risposta a questo loro problema, la casa, il diritto e il bisogno fondamentale di avere un tetto sopra la testa. Questi appartamenti erano lasciati criminosamente vuoti, (e nella nostra città vi sono migliaia di case sfitte, del comune o di privati, lasciate in molti casi marcire nel più totale degrado) solo per una questione di pura speculazione. Gli occupanti di v.Pontida 2 e 4 hanno sempre cercato disperatamente e inutilmente di regolarizzare la propria posizione con le precedenti proprietà, tentando di pagare un affitto in linea con le loro disponibilità economiche, di lavoratori dipendenti e precari a basso reddito, ma in cambio hanno sempre ottenuto solo delle risposte evasive mascherate con false trattative, tante illusioni aspettando per un anno un contratto d'affitto, per poi scoprire di essere stati venduti in blocco come carne da macello alla Darf.Im. Un'altra casa in pericolo, è quella di via Garigliano 10, dove con una comoda e studiata asta si vuole cancellare 6 anni di occupazione, e con essa non solo il diritto alla casa, ma un esempio di convivenza, di sperimentazione e di crescita a livello politico, sociale, culturale, fatta di concerti, mostre, dibattiti culturali con presentazioni di libri, e tante altre svariate iniziative che possono andare dal ristorante a prezzi popolari, al free market, tutte quelle attività mirate a proporre una socialità diversa, in netta opposizione al modello "produci, consuma e crepa", praticando e proponendo cultura antagonista, indirizzata nel volere dare valore ai rapporti umani, che questa nostra Milano ex da bere ha voluto sopprimere. Con lo sgombero forzato di v Strambio; breve occupazione nata dall'esigenza di un gruppo di compagni, mossi da un loro bisogno primario e fondamentale, di avere un tetto sopra la testa, e da una precisa scelta politica diretta all'autodeterminazione dei propri bisogni sociali, vi è la riconferma che si vuole annullare ed eliminare ogni forma di opposizione sociale, perché troppo pericolosa per i padroni della città. E' importante per loro non solo, cancellare le vecchie occupazioni rimaste come via Pontida e Garigliano che testimoniano un percorso politico di lotta praticato concretamente per il diritto alla casa, ma soprattutto reprimere con tutti i mezzi necessari i prossimi fuochi di rivolta che presto tardi riesploderanno, e l'occupazione di v Strambio è stato il primo segnale. Un debole segnale perché gli occupanti di v.Strambio si sono messi in gioco al 100%, esponendosi in prima persona non solo per soddisfare un loro reale e personale bisogno, attraverso questa azione individuale, pagando con uno sgombero e con una denuncia, ma rappresentando uno stato di bisogno assoluto collettivo; di tutta quella fascia di persone, che si trovano nelle loro stesse condizioni, ma che per paura, apatia, rassegnazione o per troppo stordimento "culturale", non è più in grado di ritrovare un senso di appartenenza e con esso un percorso comune da seguire e da attuare. Non c'è da stupirsi allora se in questi ultimi anni, rispetto al problema casa (e non solo) le cose sono precipitate, non solo grazie all'intervento massiccio dei soliti piranas, ma grazie soprattutto al non intervento di chi si è fatto e sta continuando (imperterrito) a farsi spolpare fino al midollo. Il diritto negato di avere una casa, trasformato in un problema di ordine pubblico in nome della loro pace sociale e ordine sociale non è nient'altro che anestesia sociale, morte olocausto premeditato, voluto, e solo attraverso una forte opposizione sociale si può arrestare questo loro sinistro disegno. Ogni occupazione è di per se una scelta politica, occupare e difendere le occupazioni è l'unico modo per i proletari di rivendicare il proprio diritto ad esistere e a volere una vita dignitosa, l'autorganizzazione dei proletari è l'unico mezzo per determinare una risposta chiara ed efficace per attuare il soddisfacimento del proprio bisogno, e questa lotta deve essere comune a tutte quelle categorie oppresse che troppo spesso preferiscono combattere tra loro invece che unirsi contro il comune oppressore.
Ora il diritto alla casa è diventato un optional, un privilegio per pochi, c'è da chiedersi allora cosa vogliono fare i prossimi, predestinati senza tetto...... Se piantare tante tende da campeggio al parco Sempione per poi morire assiderati come quella donna di 30 anni morta nei primi giorni di gennaio..... O scegliere di intervenire direttamente, con coraggio e con dignità, rivendicando e difendendo i propri bisogni, e riaffermando senza esitazioni i propri diritti, proprio come hanno fatto gli occupanti di v.Strambio....... Meditate gente!........
COLLETTIVO PREOCCUPATE/VI

La casa occupata di Via Strambio