| tit. originale | M. Butterfly |
| regia | David Cronenberg |
| soggetto e sceneggiatura | David Henry Hwang, dalla sua pièce teatrale |
| fotografia | Peter Suschitzky |
| musica | Howard Shore, brani da Madama Butterfly di Giacomo Puccini |
| interpr. e pers. | Jeremy Irons René Gallimard
John Lone Song Liling Barbara Sukowa Jeanne Gallimard Ian Richardson ambasciatore Touion |
| origine | Canada/USA, 1993 |
| durata | 1 1 0' |
| genere | Drammatico |
qualità •••
tematica •••
erotismo ••
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Pechino 1964. Un funzionario dell'ambasciata francese, René
Gallimard, assiste al recital di Song Liling che si esibisce in alcune
arie dalla Madama Butterfly e rimane conquistato dalla bellezza e dalla
personalità della donna.
Song lo invita ad assistere all'Opera. I due cominciano a frequentarsi
e si innamorano.
Nonostante l'indipendenza e la sicurezza dimostrate, Song si rivela
una donna legata a valori prettamente orientali, come il pudore: acconsente
a fare l'amore con Gallimard, rivelandogli d'essere vergine, ma non vuole
mai spogliarsi totalmente.
Gallimard diventa viceconsole e gli americani stanno per intraprendere
la fallimentare campagna vietnamita. Le mezze frasi ed i brevi resoconti
dei lavoro del francese finiscono nelle mani dei controspionaggio cinese
grazie alla delazione di Song che, per tenere l'uomo ancora più
legato a sé, gli fa credere d'essere incinta.
Quando l'ambasciata sarà costretta a ridurre il personale per
la Rivoluzione Culturale, Gallimard torna a Parigi dove qualche tempo dopo
lo raggiungerà, inattesa, Song.
Arrestato dagli agenti segreti per spionaggio, durante il processo
il testimone chiave d'accusa è Song, in verità un uomo.
Egli è tuttora innamorato di René. Dal canto suo
questi, pur deluso dal tradimento, rimane legato alla donna che ha creduto
di amare, una donna che non esiste e per la quale si suiciderà.
ISPIRATO AD UN FATTO VERO, CONCLUSOSI CON IL processo per spionaggio
contro il diplomatico Bernard Boursicot ed il suo amante Shi Pei Pu, cantante
dell'Opera di Pechino, e portato con successo sui palcoscenici italiani
da Ugo Tognazzi e Arturo Brachetti, il film si rifà alla vicenda
narrata dal sino-americano Hwang.
Cronenberg, dichiaratosi «intellettualmente attratto dall'omosessualità»,
esplora il corpo e le mutazioni cui esso può essere soggetto e accentua
ancor più quegli aspetti di inverosimiglianza che già i veri
accadimenti si tiravano dietro.
Il dito è puntato innanzitutto sulla fascinazione che la cantante
opera sull'uomo, ovvero la malia che l'Oriente ha sempre gettato sull'Occidente.
(Al riguardo forse ha ragione il padre della moglie di Gallimard, navigato
diplomatico, che dice che «l'est è l'est e l'ovest è
l'ovest: non si incontreranno mai»).
L'uomo/Occidente viene prima attratto dalla donna/Oriente, rimanendo
incantato da un'esibizione addomesticata della cultura orientale per poi
restare catturato dalla brutale autenticità dell'Opera cinese, lo
spettacolo che mette in scena l'Oriente vero e non quello ricostruito.
L'innamoramento di Gallimard è sincero: lui ama la sua donna
cinese delicata e forte ad un tempo, e ne rispetta valori e tradizioni.
Probabilmente ad ingannarlo non è però solo il perfetto travestimento
di un uomo che, in quanto tale, sa come procurare piacere ad un altro uomo,
ma c'è anche un autoinganno, portato avanti per anni, per non ammettere
a se stesso la propria natura omosessuale e la propria ottusità
nel non aver compreso la realtà sin dall'inizio.
D'altra parte Song, spia per costrizione di un regime deciso a soppiantare
tutto il "vecchio", si innamora realmente del suo uomo, ritenuto all'inizio
solo un veicolo per la libertà, ma non può fare nulla per
fermare un congegno politico irrimediabilmente avviato.
Il film trova i suoi momenti più belli in un erotismo affrontato
sì con pudore ma anche con trascinante passione, e nel drammatico
suicidio di Gallimard nel carcere, in una disperata quanto umana messinscena
davanti ad altri carcerati, che in realtà è un amaro, tragico
rendiconto con se stesso.