di Wong Kar-Wai
con Leslie Chang, Tony Leung, Chang Chen
Hong Kong 1997 - durata: 93 minuti
Drammatico
Storia gay dolce-amara
su un rapporto che prelude
alla necessaria convivenza di Hong Kong e Cina.
Una storia d'amore difficile, dolente e appassionata
come un tango argentino. Che però si sviluppa tra due uomini, in
un contesto spiazzante e affascinante, e in un periodo dalla portata storica.
Si tratta, infatti, di uno degli ultimi film prodotti a Hong Kong prima
del ritorno alla Cina popolare, e il quarantenne regista e sceneggiatore
Wong Kar-Wai simula di non voler parlare del momento solenne del suo paese,
trasferendo l'azione in un'Argentina lontanissima dalla comune visione
oleografica.
Sono tre personaggi che, nella attenta costruzione
di Wong Kar-Wai, rappresentano i tre volti della Cina: Hong Kong, Repubblica
popolare e Taiwan: tre aspetti di un'area geografica in impetuosa evoluzione
che sta attraversando una profonda ricostruzione della propria identità
per conquistare un pressoché certo primato nell'ormai imminente
nuovo secolo. L'amore da solo - sembra essere uno dei significati più
intelligibili del film - non basta: occorre anche il rispetto delle proprie
radici nella volontà di riapprodare nella propria patria (Hong Kong)
anche se sarà profondamente mutata.
Tutto quanto, dai caratteri dei personaggi alle località,
confluisce in una direzione di rara bravura, che ha fatto conquistare a
Wong Kar-Wai il meritatissimo premio per la migliore regia al Festival
di Cannes. Quarantenne, autore di apprezzati film - ma in Italia sono arrivati
solo "Hong Kong Express" e "Angeli perduti" - Wong Kar-Wai alterna, in
maniera narrativamente assai intelligente, bianco e nero e colore, interni
claustrofobici ed esterni ora naturalistici (le cascate) ora frenetici
(una Buenos Aires vista in accelerazione come in "Koyaanisqatsi") ora beffardamente
affettuosi (Hong Kong inquadrata sottosopra). E si avvale del rilevante
contributo dell'affiatatissimo direttore della fotografia Christopher Doyle,
e di un'articolata colonna sonora in cui le musiche originali di Danny
Chung si fondono ai tanghi di Astor Piazzolla. Nonostante una regia così
forte non si perde mai il pur esile filo della trama grazie a una magnifica
prova dei due attori, due star in Estremo Oriente, Tony Leung e Leslie
Cheung.