| tit. originale | Jaded |
| regia, soggetto e sceneggiatura | Oja Kodar |
| fotografia | Gary Graver |
| musica | Alexander Welles, Richard Strauss |
| interpr. e pers. | Randall Brady Joe Scott Kaske Angel Elisabeth Brooks Rita Jillian Kesner Sara 0. Kodar Rossanda Orsino Todd Starks George Kelly Maroney Jennifer |
| origine | Usa, 1989 |
| durata | 91' |
| genere | Drammatico |
qualità •• tematica •• erotismo ••
video Empire Video
Venice Beach, California. Nella cittadina, popolata da barboni,
maniaci religiosi e da altri emarginati, alcune persone incrociano i loro
destini.
A unirli è Joe, un bullo che malmena la moglie Rita e picchia
a sangue Angel, un travestito, costringendolo ad un umiliante rapporto
orale.
Angel e Rita, che non si conoscono e sapranno solo in un secondo momento
di essere stati picchiati dalla stessa persona, si rifugiano ambedue da
Sara, cugina lesbica di Rita, a sua volta già amante dello stesso
Joe.
Nel frattempo a Beverly Hills, poco distante, Rossanda Orsino, celebre
cantante lirica italiana in toumée, dai modi sprezzanti e divistici,
fa strage di uomini. Tra le sue braccia cadono l'attuale amante di
Sara, George, e Joe.
Quest'ultimo, ingelosito dalla scoperta di Sara in compagnia della
fotografa Jennifer, un'ex amante, s'introduce di nascosto nella stanza
di Sara durante una festa e tenta di usarle violenza, ma viene tramortito.
È finalmente nelle mani di tutte le persone che ha vessato.
La sua tremenda punizione sarà essere dato in mano a una banda di
quattro uomini in leather che faranno di lui ciò che vorranno.
È L'OPERA PRIMA DI OJA KODAR, L'ULTIMA di Orson Welles. La struttura a pochade, in cui pochi
personaggi si muovono sulla scena collegati tutti da rapporti più
o meno casuali, qui non si risolve contrariamente al solito in una commedia
ridicola, bensì in uno spunto per entrare in un'America acre e brutta
(il cui crudo stile ricorda i film di Morrissey ma soprattutto l'atmosfera
sfatta dei romanzi di Charles Bukowski) dove una sbandata fauna urbana
si muove smarrita, galleggiando nel vuoto, senza reali valori.
La degradata Venice è il palcoscenico dove tutti (barboni, maniaci
predicatori, violenti) vivono senza rispetto l'uno per l'altro, anzi scaricando
le proprie nevrosi sugli altri. E un universo statico dove i prevaricatori
scambiano con facilità il posto con gli sfruttati, dove tutti sono
sfiniti, spossati (jaded, appunto) perché incapaci, ammesso
che lo vogliano, di modificare la loro vita miserabile.
L'unico valore è il sesso (visto attraverso una greve fisicità)
vissuto sì con libertà ma anche, al momento opportuno, mezzo
per offendere o per ripagare, oppure come merce di scambio.
La stessa Kodar, nei panni della cantante Orsino (omaggio a Welles,
presente anche nei panni di Shylock in uno spezzone di un Mercante di Venezia
mai terminato) capitata lì per caso, è una cantante ninfomane
dai modi prepotenti.
L'omosessualità di molti personaggi (Angel, Joe, Sara e la coppia
delle due fotografe) rientra pienamente in questo gioco a cui nessuno si
può sottrarre. E che offre momenti forti nel pompino iniziale
di Angel e nella punizione del bel Joe che viene dato in pasto a quattro
uomini leather: le loro armi (manganelli, manette, catene) e una lampo
che si slaccia fanno ben capire quale sarà la sua sorte.
Nonostante la macchina da presa vaghi senza voler dare giudizi, tutti
i personaggi appaiono desolatamente soli e sgradevoli, compresi Angel e
Rita, gli unici che inizialmente ispirano una certa simpatia.
Il tono volutamente fastidioso è compensato per fortuna da un
umorismo spesso calzante e da alcune felici caratterizzazioni, come quelle
dei vicini di casa o dei barboni.