| regia | Marco Risi |
| soggetto | dal romanzo omonimo di Aurelio Grimaldi |
| sceneggiatura | Sandro Petraglia, Stefano Rulli |
| fotografia | Mauro Marchetti |
| musica | Giancarlo Bigazzi |
| interpr. e pers. | Michele Placido Marco Terzi Claudio Amendola Pietro Sciaffa
Roberto Mariano Antonio Patanè Alessandro Di Sanzo Mery
Francesco Benigno Natale Maurizio Prollo Claudio
Filippo Genzardi Matteo Salvatore Termini Giovanni, detto King Kong Alfredo Li Bassi Carmelo |
| origine | Italia, 1989 |
| durata | 100' |
| genere | Drammatico |
qualità •••
tematica •
erotismo ••
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Il professor Marco Terzi, appena trasferito da Milano, accetta il poco
ambito incarico al carcere minorile Rosaspina di Palermo.
Il primo impatto con gli allievi è particolarmente duro perché
i ragazzi vedono in lui un'espressione del potere.
Ognuno ha dietro di sé una storia amara: Natale è il
più grande, condannato per l'omicidio dei killer dei padre e incattivito
contro tutti. Ci sono poi Antonio, Matteo, Giovanni (detto "King
Kong"), Claudio, che è appena entrato ed è stato duramente
picchiato dai poliziotti, Pietro, arrestato dopo un lungo inseguimento
nella Vucciria, e Mery, un travestito che si innamora di lui.
Poco alla volta il professore riesce a conquistare tutti i ragazzi
- sia sul piano didattico che umano - diventando loro amico anche al di
fuori delle ore di lezione, cosa che gli aliena però le simpatie
del direttore. Due episodi sconvolgono l'equilibrio creatosi: la
fuga di Pietro e il trasferimento di Claudio in un altro istituto dopo
uno scontro con Carmelo che lo vorrebbe possedere. Pietro si rifugia
a casa di Terzi, ma il giorno dopo viene ucciso durante una rapina.
Prima che muoia, Terzi gli parla. Sconvolto, riconquista i ragazzi
che lo credevano colpevole dell'atmosfera repressiva creatasi nel carcere.
Quando arriva la sua lettera di trasferimento ad un liceo, la straccia.
Il suo posto è lì.
GRAZIE SOPRATTUTTO ALL'OTTIMA SCENEGGIATURA e al ritmo incalzante
il film (che ha avuto un prosieguo nel meno convincente Ragazzi fuori)
ha avuto successo sia di pubblico che di critica.
Salutato come un nuovo neorealismo per il forte impegno sociale e l'uso
di molti attori non professionisti, in realtà ha non poche cose
che lo avvicinano al melodramma, riuscendo a commuovere, pur senza indurre
al pietismo.
Il film rientra nel filone carcerario ma, scaturito dall'esperienza
vissuta di Grimaldi, è originale nel mettere a fuoco la conflittualità
che si crea fra Terzi, venuto da fuori, e quel mondo a sé, dai codici
e dalle regole autonome.
In quel microcosmo carcerario (dove le assistenti sociali sono violentate,
i poliziotti pestano senza pietà e si esalta la mafia) i ruoli sono
infatti ben determinati e ribaditi da tutti, pena l'emarginazione.
Si pensi a Pietro che difende l'operato dei poliziotti che lo hanno malmenato
o a Claudio, disapprovato da tutti perché non ha ceduto alle violenze
sessuali di Carmelo, come è d'uso secondo la legge del più
forte.
L'inizio non è facile per Terzi (un valido Michele Placido),
visto dai ragazzi come in evidente collusione con i carcerieri, quasi una
spia; ma poi egli riesce a scavalcare (a prezzo dell'ostilità del
direttore) quel profondo fossato che lo separa da loro, dimostrando di
saper scendere sul loro piano con concretezza (si pensi alla gustosa scena
in cui legge un sonetto di Belli per esorcizzare la parola "minchia").
L'episodio di Mery è esemplare. Mery, in una delicata
scena in cui rivendica con dolce sicurezza la propria femminilità
(«lo sarò sempre così, né uomo né
donna, né carne né pesce, soltanto Mery, Mery per sempre»)
trova in Terzi, che pure non ricambia il suo sentimento, chi sa offrigli
comprensione e rispetto, suggellati da un bacio sulla bocca.
In prigione perché si è difeso contro un cliente prepotente,
Mery trova solo in lui chi lo ascolti: deriso dai suoi famigliari, anche
in carcere è aggredito verbalmente ed è oggetto delle mire
sessuali di tanti.
È lui il personaggio-simbolo del film, in cui si riassume tutta
la brutalità del carcere e della società.
Dello stesso regista:
Ragazzi fuori, 1990