tit. originale Pink Narcissus (tr.
lett. Narciso rosa)
regia
Anonimo (Jim Bidgood?)
montaggio Martin Jay
Sadoff
interpr. e pers. Bobby Kendali Narciso
produzione Sherpix
origine
Usa, 1971
durata
70'
genere
Fantastico
qualità ••• tematica ••• erotismo •••
video General Video
Un giovane di straordinaria bellezza vaga in un mondo idilliaco: prati
verdi e polle d'acqua azzurra in cui specchiarsi incessantemente e poter
così adorare la propria immagine.
Il novello Narciso, che non ama altri se non se stesso, frequenta in
realtà quartieri malfamati, battendo pubblici gabinetti, cercando
e trovando con facilità il sesso che amerebbe fare da solo.
Alle immagini crude di una città fantastica che compendia tutte
le metropoli, si alternano i viaggi mentali di Narciso. Si trova
prima nella antica Roma dove contemporaneamente è il giovane imperatore
ed uno schiavo di cui può disporre come meglio crede.
In una plaza de toros è l'osannato torero vestito di un attillatissimo
costume ed affronta un ragazzo/toro.
Infine si immagina in una reggia da "mille e una notte" in cui un odalisco
dalle notevoli doti fa la sua danza dei sette veli davanti al califfo/Narciso.
Tutti sogni che rappresentano per lui il suo Eden dove impera solitario
e onnipotente e che, più concretamente, sono interrotti nella realtà
dal suono dei telefono oppure dal fattorino alla porta.
È, RECITA LA PUBBLICITÀ, «IL PIÙ MALFAMATO
ED erotico film gay di tutti i tempi». Questo film ha circolato
nell'underground americano degli anni Settanta divenendo un culto per i
gay d'ogni dove. Fino a qualche tempo fa era stato visto solo in
pellicole spesso illegali, cosa che ha contribuito ad accrescere la curiosità,
e soltanto di recente in Europa è stato pubblicato in cassetta.
Ufficialmente anonimo, il film è stato girato, sembra, nell'arco
di sette anni da un newyorchese, ed è fortemente debitore del cinema
di Kenneth Anger e di Gregory Markopoulos, senza essere dimentico di Andy
Warhol. Terminate le laboriose riprese (fu girato in 8 mm e poi gonfiato
a 35) il regista non se la senti di procedere al lavoro di montaggio, passando
il materiale girato a Martin Jay Sadoff, che lo montò ed il cui
nome è l'unico ad apparire nei titoli.
Protagonista praticamente di tutte le inquadrature è lo sconosciuto,
e mai più rivisto, Bobby Kendall dal viso di ragazzino, capelli
neri, labbra carnose e uno scultoreo sedere.
Colori acidi, musiche deliranti e atmosfere rarefatte riempiono questo
coloratissimo film, in una visionarietà alla Pierre & Gilles,
che chiama in cause molti retroterra culturali e non di rado è palesemente
kitsch. Le fantasie di questo Narciso callipigio alle prese con un
mondo concupiscente, spaziano nei tempi e nei luoghi più disparati:
è nell'antica Roma, è un torero, è in una foresta
durante un temporale, è in un harem arabo solo maschile.
Quando è a casa, Narciso si ammira negli specchi rococò
appesi alle pareti e parla a telefoni incastonati con le pietre più
colorate.
Le fantasie si inframmezzano alla realtà delle scene di strada
che pure esse sembrano fantasie. Anche qui il campionario sembra
venir fuori da una rivista porno: operai con i caschi, marinai in maglietta.
E l'incontro in un gabinetto finisce in sesso inevitabilmente mescolato
a violenza.
Nonostante il film si nutra di tutto l'immaginario porno gay, il regista
ci sottrae la visione dei genitali del protagonista, quasi sempre coperti
da qualche ostacolo. Espediente, questo, che di sicuro finisce con
l'aggiungere ancora più erotismo.