genere Biografico
qualità **** tematica * erotismo *
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Svezia, 1620. Morto il re Gustavo Adolfo, il cancelliere Oxtenstierna
fa da reggente alla giovane Cristina. Raggiunta la maggiore età,
la regina si dimostra di forte personalità, sicura di sé
e particolarmente equilibrata nel governare, tanto da essere adorata dai
sudditi. II cancelliere si fa portavoce di tutti affinché sposi
il cugino Carlo, l'eroe di un'interminabile guerra che la regina finalmente
e riuscita a fermare; ma Cristina e interessata a lord Magnus, ha un rapporto
intenso con la contessa Ebba Sparre e comunque esclude I'idea del matrimonio.
Un giorno Cristina, vestita da uomo, durante una scorribanda segreta, libera
la carrozza bloccata nella neve dell'ambasciatore di Spagna, Don Antonio.
Questi capirà il vero sesso di quel cavaliere solo quando e costretto
dal caso a dividere con Cristina la stanza di una locanda. I due si innamorano,
ma solo a corte lo sbigottito Don Antonio scoprirà che la donna
di cui e innamorato è la regina, che intende sposarlo. L'idea che
la regina possa sposare uno straniero crea intanto sgomento in tutto il
paese, fomentato dal geloso e ambizioso lord Magnus. Cristina si lascia
dominare dall'impulsività e abdica in favore del cugino Carlo per
seguire l'uomo che ama. Ma questi viene ucciso in duello da Magnus, appena
fuori la frontiera svedese. Per Cristina e la fine di tutto: va dunque
in esilio, sola. Nell'ultima scena, sulla prua della nave guarda con vuota
staticità davanti a sé.
IL FILM È UN PROBANTE ESEMPIO DI COME Hollywood (in anni in cui
certi temi non si potevano assolutamente toccare) abbia trattato in maniera
fuorviante la biografia di un personaggio notoriamente omosessuale, optando
per una storia incanalata su requisiti ben più rassicuranti per
il grosso pubblico. Per interpretare la carismatica regina svedese ed il
suo disperato tentativo di sfuggire ai doveri pubblici del proprio ruolo,
per andare in- contro ad un tragico destino, Mamoulian sfruttò il
misterioso fascino ed il luminoso volto della svedese Garbo e il suo abituale
partner, John Gilbert. Ed in effetti il film e senz'altro molto bello,
con una sceneggiatura calzante che esalta la storia d'amore, una sobria
e verosimile ricostruzione dell'epoca e una suggestiva fotografia. Il film,
pur avendo evidentemente creato ex novo dei personaggi e delle situazioni
per giustificare la storia d'amore con Gilbert, ha sostanzialmente rispettato
molti tratti della figura di Cristina e la presenza di quella che è
stata la passione più importante della sua vita: Ebba Sparre. Ciò
fa si che nel film esistano molte spie, certo non del tutto casuali, che
lasciano emergere la vera sessualità della regina. A cominciare
dalla sua personalità fortissima (dai tratti e dalle occupazioni
tipicamente mascoline) ribadita spesso dall'abbigliamento maschile. 0 ancora,
l'odio, nella prima parte del film, per ogni idea di matrimonio: nell'edizione
originale, al cancelliere che le dice che non può morire da vecchia
zitella, la regina ribatte che morirà "scapolo". Pur ridotta, anche
la presenza di Ebba e, a ben pensare, particolarmente significativa, e
fa capire l'amore che legava le due donne. In una scena piena di sensuale
trasporto (la sola del film), Cristina ed Ebba si baciano appassionatamente
sulla bocca e progettano di passare assieme due giorni da sole. E, come
se non bastasse, Cristina fugge dalla reggia per la stizza derivata dall'aver
scoperto che Ebba ama un uomo. Tutti segnali che vengono rafforzati dall'androgina
sensualità di Greta Garbo, perfetta nei panni maschili come nel
rendere perfettamente il contrasto tra la passionalità e la ragion
di stato.