tit. originale
The Rocky Horror Picture Show
regia
Jim Sharman
sceneggiatura
J. Sharman, Richard O'Brien
fotografia
Peter Suschitzky
scenografia
Brian Thomson
costumi
Sue Blane
musica
R. O'Brien
interpr. e pers.
Tim Curry dr. Frank-'N-Furter - Susan Sarandon Janet Weiss
- Barry Bostwick Brad Majors -
R. O'Brien Riff-Raff - Patricia Quinn Magenta - Little
Nell Columbia - Jonathan Adams dr.
Everett V. Scott - Peter Hinwood Rocky - Meatloaf Eddie -
Charles Gray il criminologo
origine
USA, 1976
durata
100'
genere Musical
qualità ••• tematica ••• erotismo ••
video Fox Video
Due ragazzi all American, Brad e Janet, sognano di coronare il loro
sogno d'amore e vanno a visitare il loro ex professore, il dott.
Scott. Lungo la strada, durante una notte ovviamente buia e tempestosa,
una ruota si buca: chiedono perciò ospitalità ad un castello
tutt'altro che invitante. All'interno è in corso un convegno
organizzato dagli extraterrestri che vi abitano, provenienti dal pianeta
Transsexual, galassia Transylvania.
Anfitrione è il dottor Frank-'N-Furter, scienziato androgino
che ha appena terminato la sua ultima creazione: l'uomo perfetto, Rocky,
bello, biondo e muscoloso. Per tagliare qualsiasi vincolo col passato
lo scienziato uccide davanti a tutti i convitati l'ex amante, Eddie.
Brad e Janet vengono "invitati" a trascorrere la notte nel castello
e perdono entrambi la verginità per opera di Furter. Nel frattempo
arriva il dott. Scott, che è anche zio di Eddie. È
lui a rivelare la vera identità degli abitanti del castello.
Dopo aver trasformato quasi tutti in statue, Furter prepara uno spettacolo
su un palcoscenico dove fa ritornare tutti in vita per poi gettarsi in
un'orgia acquatica.
Riff-Raff e sua sorella Magenta, che finora vestivano i panni del maggiordomo
e della cameriera, si presentano decisi a ritornare sul loro pianeta contro
il volere di Furter. Lo uccidono e l'intero castello, in realtà
un'astronave, parte lasciando a terra Brad, Janet e Scott.
IL TRAVESTITO SI COMPORTA SEMPRE IN MODI TEATRALI, in reazione a un'antica
repressione. Ma è proprio quella teatralità che lo
redime agli occhi degli eterosessuali e, in qualche modo, lo rende tollerabile.
Così è stato per decenni anche nel cinema fino a quando
non è arrivato The Rocky Horror Picture Show. Fino ad allora
infatti il travestito era spesso un eterosessuale costretto dagli eventi
a indossare abiti femminili per l'ilarità e la tranquillità
del pubblico. Così avevano fatto i grandi comici del muto,
da Fatty Arbuckle a Charlie Chaplin, fino a Jack Lemmon e Tony Curtis con
gli epigoni più recenti di Dustin Hoffmann (Tootsie). Così
non ha fatto, finalmente, l'attore/cantante inglese Tim Curry, eccezionale
nel rappresentare l'androgino dottor Frank-'NFurter.
Curry veste con nonchalance bustino e guépière su zatteroni
alti qualche centimetro. È sinceramente spudorato quando canta la
bellezza del corpo maschile con i muscoli al posto giusto. Nonostante
la coralità del film padroneggia ogni scena in cui è presente,
cioè tutte dal momento in cui appare. È sarcastico verso
i valori conservatori dei due ragazzotti fidanzati e puri, è fieramente
omosessuale senza riserve.
Tratto da un enorme successo teatrale, il film è stato ed è
tuttora oggetto di un'adorazione assoluta da parte di moltissimi fans in
tutto il mondo, capaci di rivederlo infinite volte e di cantare con gli
attori le canzoni più famose, tutte veramente splendide. Il
suo autore Richard O'Brien (che si è riservato il ruolo di Riff-Raff)
si convinse a farne un film quando vide alcune persone che ballavano il
"Time Warp" (la complicata danza in cui sono impegnati gli ospiti del castello)
lungo una strada di New York.
Erede del musical dell'età d'oro di Hollywood, il film vanta
e cita illustri antecedenti. Basterebbe ricordare la raffigurazione
del simbolo della RKO (un'antenna che sovrasta il globo terrestre) mitica
casa di produzione cinematografica specializzata in commedie musicali.
Ma anche il castello/astronave del dottore pazzo ricorda gli antri di decine
di case abitate dai vari Dracula e Frankenstein cinematografici.
Numerosi sono i riferimenti e non solo nell'àmbito del cinema, ma
anche in quelli delle arti visive e delle canzonette.