| tit. originale | Rope |
| regia | Alfred Hitchcock |
| soggetto | dal testo teatrale di Patrick Hamilton |
| sceneggiatura | Arthur Laurents |
| fotografia | Joseph Valentine, William V. Skall |
| scenografia | Perry Ferguson |
| musica | Leo. F. Forbstein |
| montaggio | William H. Ziegler |
| interpr. e pers. | James Stewart prof. Rupert Cadell
Farley Granger Philip Charles John Dall Shaw Brandon Joan Chandler Janet Walker sir Cedric Hardwicke Mr Kentley Dick Hogan David Kentley |
Philip e Shaw, due giovani studenti omosessuali che vivono assieme,
trovano nell'uccisione per strangolamento di David, un compagno di collegio,
I'occasione, da tempo cercata, di provare I'ebbrezza del delitto fine a
se stesso, del gesto gratuito. I due, sprezzanti ed arroganti, si sentono
al di sopra di una società dedita solo a valori materiali. Nascondono
il cadavere in una cassapanca e, non contenti, arrivano addirittura ad
invitare per un cocktail i genitori e la fidanzata di David nella stessa
stanza dove c'è in bella vista la cassapanca. Inoltre invitano un
loro ex professore, Rupert Cadell, che, a loro modo di vede- re, è
stato il teorico delle idee alla base del loro delitto. Durante il cocktail
Philip e Shaw, sicuri di non poter essere mai scoperti e convinti che,
in ogni caso, il professore dovrebbe apprezzare il loro gesto, iniziano
a far trapelare larvatamente qualcosa sull'accaduto e poi lo stimolano
sempre più, rendendo il gioco via via sempre più eccitante,
attraverso indizi. Arrivano addirittura a dare al padre di David per legare
dei libri la corda stessa con cui e stato strangolato il figlio. Poco alla
volta, però, il professor Cadell riesce ad intuire la realtà
e a rendersi conto del loro misfatto, scopre il corpo, costringe Philip
e Shaw alla confessione e li consegna alla polizia.
CONOSCIUTO ANCHE CON IL NOME DI COCKTAIL PER UN CADAVERE,
è uno dei thriller più riusciti di Hitchcock. Nella vicenda
non c'è una sola goccia di sangue né bisogna scervellarsi
per scoprire chi sia l'assassino; piuttosto lo spettatore si deve chiedere
se l'investigatore di turno (qui improvvisato nelle vesti di James Stewart)
riuscirà a venire a capo della faccenda.
La storia si ispira ad un episodio reale, che fece enorme
scalpore (quello di due giovani amanti, Nathan Leopold Jr. e Richard Loeb,
che gratuitamente, senza nessuna ragione, uccisero nel 1924 un bambino
a Chicago) e che ha dato vita ad altri due film: Compulsion di Richard
Fleischer (1959) e il recente Swoon di Tom Kalin (1991).
L'evidente omosessualità dei due protagonisti,
che appare come un dato di fatto del tutto naturale, fu all'epoca molto
scioccante e incorse nelle maglie della censura, che però si limitò
ad espungere qualche battuta (peraltro inoffensiva) lasciando ogni accenno
alla palese convivenza. Così 1'affiche del film arrivò
a pubblicizzarlo come «la più eccitante storia d'amore mai
raccontata».
Ci fu anche chi tentò di boicottare la pellicola,
benché con scarsi risultati, e non solo per il legame tra Philip
e Shaw, ma anche perché rappresentava in modo malsano il rapporto
tra docente ed allievi (leggibile come un plagio) e tra la cultura e il
senso di dominio sugli altri e, peggio, perché era un'apologia del
delitto gratuito.
In ogni caso, non si può dire che Hitchcock abbia reso un grande
servizio all'omosessualità: la spocchia e l'antipatia dei due giovani
(ma per la verità l'intero film difetta di eroi per cui parteggiare)
possono essere identificate dallo spettatore con l'omosessualità
tout court.
Il film è comunque eccezionale da un punto di vista
stilistico e costituisce addirittura un caso limite: per filmare la vicenda,
che si svolge a New York nell'arco di un'ora e venti, Hitchcock ha utilizzato
solo piani sequenza, otto per la precisione (ciascuno di dieci minuti),
fusi tra di loro con millimetrica precisione. Un'impresa notevolissima,
che ha dovuto tenere conto del graduale, sfumato mutare della luce esterna
e degli effetti sonori.
Dello stesso regista: Psyco, 1960, CIC Video
Delitto per delitto o L'altro uomo, 1961