Godzilla, come quasi tutti sanno, è innanzitutto un mostro, e come tale tiene a farsi riconoscere. Travestito da innocuo Centro Sociale Occupato Autogestito con sede a Livorno, tranquilla città di provincia dove il nulla capitalistico ha messo casa e prospera sperimentando divertenti ed efficaci forme di sterminio ecologico, Godzilla tesse le sue pericolose trame e continua passo passo a seminare parassiti e pidocchi nel corpo sociale. In piedi dalla primavera del '90, questo Centro di squinternati ha subito trovato il proprio nemico storico e naturale al tempo stesso: la fetida sinistra, specie nella sua versione democratica. Schifati da tanta oscenità, i godzilli si sono messi immediatamente all'opera, diffondendo per quanto possibile inusuali semi di civiltà in questa disastrata città, e precisamente, in ordine: 1) un forte sentimento anti-democratico; 2) una incomprensibile abitudine alla ragion critica; 3) una presenza puzzolente e chiassosa per la città; 4) una passione per le risse e la violenza (specie contro la sinistra); 5) un amore per l'irragionevolezza e la pornografia; 6) culto del tempo libero e del non-lavoro; 7) apologia della rapina e dei crimini contro il patrimonio; 8) libera circolazione dell'insulto gratuito, ed altre mille delizie che, ahimè, non sempre la città ha recepito nella giusta maniera.
L'esperienza godzillesca, tuttavia, ha proseguito imperterrita, con risultati talvolta interessanti, talvolta molto interessanti, altre volte interessantissimi, di tanto in tanto delle cagate, ma, si sa, nella vita ci sono anche queste. Da un punto di vista sociale l'impatto è stato decisamente alterno: in alcuni momenti Godzilla ha detto la sua, in genere piuttosto ascoltato, mentre in altri ha vergognosamente latitato. Alcune esperienze, assolutamente nuove per la città, hanno sicuramente lasciato il segno, come l'occupazione dei teatri (molti) abbandonati della città, l'emergere di istanze giovanili sull'aggregazione, il bisogno forte di costruire spazi "altri" dal soffocante quotidiano istituzionale, le manifestazioni notturne contro il Sindaco, un certo consenso e una certa fama (nel bene e nel male) che il Centro come spazio del tutto "altro" si è costruito in città e che resta oramai come cosa duratura (tanto che si dice: "le giunte passano, ma Godzilla resta", ed è vero). A nostra colpa, una certa incapacità cronica ad intervenire in ambiti dove invece un intervento diretto sarebbe a dir poco urgentissimo: il tema del lavoro, la questione delle abitazioni (invero scandalosa a Livorno), i problemi nati con la grossa presenza di immigrati africani a Livorno (e neanche un miserabile centro di accoglienza, per dirne una). Su questi temi dovremo, se il futuro sarà clemente e ci permetterà di riprodurci come speriamo, fare il punto ed intervenire in modo deciso, anche se probabilmente sarà meno semplice di quanto si potrebbe pensare (in fondo, malauguratamente siamo anche noi figli della "pace sociale" PCIota che aleggia come un'ombra maligna sulla città sin dal primo dopoguerra). Da un punto di vista culturale riteniamo invece che l'esperienza godzilliana sia stata quasi del tutto molto positiva. Godzilla infatti, sin dalla sua nascita, ha deciso di dedicare uno spazio ed una attenzione particolari alla "questione culturale", o meglio ai problemi che la cultura (specie del Movimento) sollevava. Non bisogna dimenticare che Godzilla nasce subito dopo la fine dei terribili '80, dove un'onda culturale senza precedenti (dal "Pensiero debole" alle encicliche sociali del Papa) aveva investito la cultura comunista praticamente sfasciandola, o almeno disarticolandone l'efficacia nel sociale. Per quale motivo una cultura come quella comunista sia crollata così come un castello di carte di fronte al venticello rappresentato da stronzate quali il pensiero debole o simili è una delle domande che hanno fatto sì che Godzilla decidesse di prendere sul serio la "questione culturale" e quindi di inaugurare un ciclo di seminari (partiti sul pensiero di Foucault) che tutt'ora continuano e che ci hanno condotto sino qui. I compagni del Movimento e degli altri centri, purtroppo, non sempre hanno preso sul serio questo nostro tentativo, e non abbiamo sempre avuto le risposte che ci aspettavamo. Tuttavia un interesse c'era ed è rimasto. Il difficile è riuscire a pensare uscendo da semplificazioni e da luoghi comuni e mettendosi veramente in gioco, senza risposte acquisite ma con l'intenzione reale di capire che cosa era successo e che cosa stava (e sta) succedendo. Questo è anche il motivo per cui partecipiamo a questa "rubrica" sulle riviste ed abbiamo deciso di entrare il più possibile nel dibattito (quale che sia) antagonista oggi esistente. Uno dei grossi problemi con cui continuamente ci scontriamo, tra l'altro, è proprio la notevole difficoltà di comunicazione che c'è tra le varie "realtà antagoniste", e sicuramente quella di metterci in rete per cercare di far circolare messaggi e pensieri ci è sembrata veramente un'occasione irripetibile.
Assieme a tutto ciò, abbiamo avviato anche un ciclo di seminari "esterni", cioè fatti con persone "esperte" esterne al Centro, Professori, Ricercatori, ecc. che fossero disposti a mettere il loro sapere a disposizione del "Movimento". Questo perché abbiamo ritenuto che una cultura "altra" farebbe ben poca strada e commetterebbe un errore (tragicamente commesso spesso) molto ingenuo e grave se rinunciasse all'apporto della cosiddetta cultura "ufficiale", quella "borghese" da Università, per intenderci. È piuttosto a partire da questa e da una sua rilettura "antagonista" che può prendere forma un "altro pensiero" che comunque non manca di un solido passato al quale, altra cosa importante, non vogliamo rinunciare ma anzi vogliamo recuperare. A queste nostre iniziative hanno risposto con entusiasmo molti "cattedratici", in parte sorprendendo anche noi per la disponibilità mostrata (la qual cosa non fa mal sperare). Maria Turchetto, ricercatrice della Scuola Normale di Pisa ed ora Professoressa di Storia del pensiero economico a Venezia, A.Maurizio Iacono, Professore di Teoria e storia dei Sistemi filosofici a Pisa, Johannes Agnoli, Professore alla Freie Universität di Berlino, Serge Latouche, Professore all'Università di Parigi XI, Ferruccio Gambino, Professore a Padova, Giovanna Ricoveri, Direttrice della rivista Capitalismo Natura Socialismo sono solo alcuni dei personaggi che sono venuti nelle fauci di Godzilla per tenere interessantissimi seminari o semplicemente mettere in gioco il loro sapere, con felice arricchimento di tutti. Qui di seguito, oltre a Mercati Esplosivi, cui auguriamo lunga e felice vita sovversiva, presentiamo in rete tutti i seminari (che di volta in volta sbobiniamo) svolti al Godzilla, a disposizione di tutti coloro che fossero interessati a sentire cosa si dice dalle nostre parti (seminari che sono altresì disponibili su carta stampata da richiedere direttamente a Godzilla).
Il primo di questi seminari "esterni" si è svolto il 16 Ottobre 1993, dal titolo L'Altro nell'universalismo occidentale, partecipanti A.M.Iacono e Serge Latouche più Godzilla al completo "vociante" (ascoltare la cassetta per credere). Il risultato è stato quanto mai interessante: le tesi esposte da Iacono e Latouche, condite con le domande di Godzilla, hanno rappresentato a lungo un punto di riferimento per il dibattito interno, dando luogo a strascichi altrettanto interessanti. La tesi di partenza di questo seminario era: quanto spazio ha oggi ciò che è "altro" (e quindi, anche i Centri Sociali, specie se Occupati e Autogestiti) dal mondo occidental-capitalistico e dalla sua oggi onnipervasiva e sembra onnipotente cultura? Naturalmente questa domanda non chiude assolutamente l'ambito del discorso, anzi semmai lo apre, ma neanche chiude l'arco di possibili questioni che noi avevamo ed abbiamo ancora intenzione di mettere in gioco con lo scopo quasi dichiarato di rimettere in piedi una cultura antagonista, sovversiva e ... comunista (anche se oggi questa parola non si può più dire, ma diciamola lo stesso, va', sennò che gusto c'è?!!). A questo seminario, che ha avuto un discreto successo, si sono succeduti molti altri, spesso altrettanto fortunati, e, per quanto sta a noi, cercheremo di farne seguire almeno altrettanti. Nella speranza che interessino e rappresentino infine un passo (anche se piccolo) per la ripresa di qualcosa che, se proprio non possiamo chiamare "comunismo", comunque li assomiglia molto (e contro la sinistra, chiaramente, a cui il comunismo piace come a Godzilla, noto feroce carnivoro, piace la frittata di finocchi).
GODZILLA FEROCE E GOLOSO
Settembre '95