Progetto di Ricerca della Libera Università di Godz


Da Daniel Lerner a Kenichi Omahe
Strategie mediologiche per lo sviluppo tra modernizzazione e globalizzazione.
Ovvero: come passare, attraverso queste strategie, da un modello evoluzionistico a uno diffusionistico dello sviluppo.

1)
Nonostante in Italia sia sempre stato poco considerato, il rapporto tra sociologia della comunicazione e sociologia dello sviluppo data, se consideriamo una certa maturità delle discipline, dagli anni '50. Quello che ci interessa è verificare come la rivoluzione delle comunicazioni abbia modificato la sociologia dello sviluppo. Il rapporto di comparazione tra Lerner e Omahe ci dà la cifra dello spostamento di competenze che la comunicazione ha assunto, all’interno delle teorie dello sviluppo, dagli anni '60 a oggi. Allo stesso tempo ci rende comprensibile quanto, alla luce dell'attuale autocoscienza delle teorie dello sviluppo, nel nuovo complesso di saperi worldnet, possa essere utilizzato proprio per le nuove teorie dello sviluppo. Il fatto poi che il passaggio tra Lerner e Omahe sia anche una rivisitazione della polemica tra evoluzionismo e diffusionismo rende la questione ancora più interessante.

2)
The Passing of Traditional society di Daniel Lerner è considerato sia tra i classici della sociologia dello sviluppo che tra quelli della sociologia della comunicazione. Consideriamolo sotto il primo aspetto perché è per esso che è stato costruito. L'obbiettivo di Lerner è quello di costruire una teoria dello sviluppo, vista come un passaggio dalla società preindustriale (la Traditional society) alla maturità compiuta del processo di modernizzazione. Il concetto di empatia da lui costruito, come cardine di una teoria dello sviluppo, non va letto, come spesso è stato fatto, solamente all'interno di un filone psicologistico dello sviluppo ma come costruzione di una soggettività sociale ad hoc per il vero hardware dello sviluppo: il sistema mediologico-comunicativo. Infatti, non a caso (anche se la cosa è stata spesso trascurata) il testo espone i risultati di indagini condotte in sei paesi del Medio Oriente al fine di valutare l'esposizione di diverse categorie della popolazione alle trasmissioni internazionali. Si tratta qui di costruire una tipologia di atteggiamenti nei confronti dello sviluppo e della sua diffusione mediatica. Il concetto di empatia, infatti, a partire da questa tipologia costruita di atteggiamenti nei confronti della modernizzazione, è la chiave di volta sia per diffondere la mobilità psicologica e sociale, mobilitando i soggetti sociali mediorientali, che per realizzare la flessibilità mentale "matura" in sintonia con i processi di industrializzazione. La spinta propulsiva e il canale di circolazione di questa soggettività non sta tanto nella soggettività in sé (che è l'interfaccia operativo del problema) ma sta in un reseau mediologico (radio, giornali, la parte di educazione di massa connessa a questi elementi). Infatti, da indicatore dell'uscita dal sottosviluppo, non vi sta certo un qualche indice di autocoscienza delle soggettività studiate ma degli indici di correlazione tra tassi demografici, di urbanizzazione e diffusioni di giornali, radio, apparecchi televisivi e cinematografi.
Il fatto che Lerner abbia lavorato, durante gli anni '50, alla sezione "Valutazione dei programmi radiofonici" (diretta da Leo Loewenthal) del Bureau of Applied Social Research della Columbia University (diretto da Paul Lazarsfeld), e che The passing of Traditional society sia stato commissionato da questo istituto, ci dà il segno di una concezione dello sviluppo che considera i media come elemento propulsivo. Allo stesso tempo bisogna considerare che Lerner non si discosta da un paradigma evoluzionistico-gradualista dello sviluppo, visto che non sono incongruenti i suoi accostamenti a Rostow, ma ne accentua decisamente il ruolo dei media nella teorizzazione e nella operatività del modello.

3)
Kenichi Omahe appartiene a un'altra generazione del rapporto tra comunicazione e sviluppo. Questo rapporto non viene più visto all'interno dei paradigmi di modernizzazione ma in quello del concetto di globalizzazione. Dove modernizzazione significa promozione nei paesi terzi del tipo di sviluppo dei paesi del "centro", globalizzazione (da non confondersi con Global approach) significa centralità delle aree mature del pianeta nella produzione di ricchezza nel sistema-mondo. Qui è internazionale l'area economica di intervento dei paesi del centro quanto localizzato il suo polmome di controllo della produzione e della distribuzione della ricchezza. The triades of Power (Le triadi del potere, Milano, 1986) si pone come l’autocoscienza del blocco occidentale più il Giappone rispetto al problema del funzionamento globale del sistema mondo: è a partire da queste aree che si diffonde, di qui l'ipotesi neodiffusionista, la produzione di sviluppo del pianeta. E il rivoluzionamento dei media, la loro integrazione materiale (satellitare, telematica, via cable, etere) ne è l'architrave materiale e postmateriale. Il centro diffusionale del sistema, infatti, per agire su una strategia di collocazione e elaborazione delle risorse, a livello di piano-mondo, deve avere a disposizione le risorse comunicative e razionalizzanti che solo l'integrazione tra media può dare. Qui il concetto chiave, la dinamica operativa a livello teorico, è quello di rete. A differenza di quello di empatia non presuppone le soggettività sociali ma le scompone negli imperativi funzionali della rete. Questa enorme discontinuità delle strategie dello sviluppo, all'interno di un sistema che vede comunque i media come agente dinamico, ci porta a elaborare il punto seguente:

4)
Un lavoro di ricerca come comparazione tra le diverse concezioni dello sviluppo (evoluzionistico-gradualista la prima, neodiffusionistica la seconda), degli attori del sistema mondo presupposti nei due schemi (una pluralità in Lerner, il blocco nippo-occidentale in Omahe), sui diversi tipi di media (quelli del boom industriale contro quelli del postfordismo) e sul tipo di discontinuità storica che tra i due autori si riscontra con una forte evidenza. Allo stesso tempo ci si concentrerà su quell'elemento di continuità che c'è tra Lerner e Omahe e cioè il ruolo dei media come agenti centrali di promozione dello sviluppo. Nei due autori, infatti, il ruolo dei media non è di supporto alla promozione dello sviluppo ma di vero e proprio motore. Le discontinuità verranno lette alla luce di questo paradigma concettuale. Infine, i risultati di questa ricerca verranno esposti alla luce del loro essere contributo alle teorie dello sviluppo.
S. Cacciari

Bibliografia orientativa essenziale (all'interno di un rapporto esplicito tra sociologia dello sviluppo e sociologia delle comunicazioni ed esclusi i classici dell'evoluzionismo e del diffusionismo)

Articoli di primo orientamento:




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