QUALE COSENZA VECCHIA

Da alcuni anni subiamo un bombardamento continuo. La voce sale dalla classe politica locale ,dai mass-media e dalla galassia delle associazioni cittadine. Il ritornello è martellante, noioso, costante: "Il centro storico, il centro storico, il centro storico..."

Da quando quella vipera a due dimensioni di Vittorio Sgarbi, invitata da Giacomo Mancini, è venuta giù a magnificare le "bellezze" del nostro centro storico, in questa città non si parla di altro. Da un certo punto di vista la vicenda presenta aspetti inquietanti e grotteschi. Sembra quasi che l'arroganza sgarbiana abbia lasciato un segno indelebile nell'immaginazione di chi oggi pensa a Cosenza vecchia. Quel quartiere non è più la parte antica della città, vissuta da circa ottomila persone, bensì una gigantesca opera d'arte da restaurare, imbalsamata nelle sue magie e nel suo carattere simbolico. Non importa dunque che al suo interno esistano enormi contraddizioni e situazioni al limite della disperazione. L'importante è che il centro storico assolva altre funzioni: Far cantare i poeti, evocare frammenti di storia bruzia, regalare agli abitanti della città nuova suggestive serate e passeggiate da "sabato del villaggio". Oggi i giovani che vivono nel centro storico non hanno bisogno di calarsi nel corso Mazzini ad attingere modelli di vita, perché possono comodamente farlo stando alla finestra di casa propria. Non conta se sono spettatori passivi di una trasformazione che potrebbe portare nel giro di pochi anni Cosenza vecchia ad essere l'ennesima "città vetrina" della penisola italiana. Ci penseranno i comitati che sono sorti spontaneamente negli ultimi mesi a dare l'illusione di partecipare alla vita sociale. Così saranno contenti i sostenitori della nuova "polis" e quanti si illudono di poter migliorare le condizioni di migliaia di cittadini partendo da operazioni di facciata. Meglio ancora se all'interno di questi comitati ci sono loschi personaggi, perché in fondo rappresentano un elemento di folklore.

 

FIN QUI TUTTO BENE

Di fronte ad una simile analisi il lettore penserà: "Ma è possibile che non vi sta bene nulla?".

Non si vuole demolire tutto quello che capita a tiro o fare della demagogia cara a certi settori della sinistra . Se Gramna decide di scendere in campo CONTRO alcune trasformazioni, non lo fa certo perché deve guadagnare i voti di qualcuno. Semplicemente: non siamo d'accordo con quanti - all'interno dell'area intellettualoide di sinistra - applaudono le scelte dell'amministrazione comunale sul centro storico. Ci sia consentita la scarsa modestia: sono anni che viviamo la strada e ci misuriamo REALMENTE con problemi più grandi di noi; il nostro campo d'azione non è la sede di un partito o l'ufficio di un capetto e abbiamo acquisito una quantità di strumenti sufficienti ad avere un quadro complessivo del territorio che ci circonda. Non si tratta di difendere una purezza o conservare la verità, ma di approssimarla il più possibile e per farlo è necessario un agire concreto.

Terminato il repertorio delle precisazioni veniamo al dunque. Iniziative recenti come l'"Estate in Città", attuate dall'assessorato alla cultura, hanno risvegliato l'interesse dei cittadini del centro storico sulla qualità della vita nel loro quartiere. E questo è un fatto innegabile. La chiusura del traffico, oltre ai disagi, ha portato migliaia di persone a discutere sulla possibilità di amministrare autonomamente la vita pubblica. Il fatto stesso che molti cittadini si siano coalizzati contro le scelte dell'assessorato ha resuscitato un modello partecipativo ormai disperso. E questo la dice lunga su quale sia stato il clima politico in questa città negli ultimi due decenni. Il rapporto tra cittadini e amministratori era inesistente. Quando si è scatenato il dibattito sul traffico automobilistico a Cosenza Vecchia, gli abitanti erano increduli nel constatare che in questa città esistono REALMENTE gli assessori, i consiglieri, i sindaci, perché sino a quel momento non li avevano mai conosciuti dal vivo.

Quello che tuttavia preoccupa maggiormente è lo spirito che ha informato l'organizzazione del programma di spettacoli estivi promossi dall'assessorato. Nella conferenza di apertura l'assessore Franco Piperno aveva invitato le associazioni ad intervenire GRATUITAMENTE nel centro storico, cioè senza denaro pubblico ed elargizioni varie. Partendo dalla nozione di democrazia diretta a carattere comunale, punto di partenza delle sue tesi recenti, Piperno ribadiva agli operatori culturali la necessità di edificare una 'sfera pubblica' libera dal solito mercatino dei finanziamenti comunali. In poche parole: l'artista, in quanto cittadino, dovrebbe mettere a disposizione della collettività il proprio sapere, senza scomodare le istituzioni.

Peccato però che secondo informazioni attendibili l'amministrazione comunale abbia speso, per l'Estate in città, l'esorbitante cifra di 300.000.000, regolarmente distribuiti nelle casse di soggetti rigorosamente amici dell'assessore. Inoltre, tutto sommato, non crediamo che Piperno faccia l'assessore gratuitamente. E cosa ne è stato della consulta? Era questa una proposta scaturita proprio dalla mente di Franco Piperno qualche anno fa. L'obiettivo era aggregare le realtà sociali della città intorno ad un'ipotesi di azione comune. Invece nelle stanze dell'assessorato sono entrati in pochi e sono tanti oggi, nelle strade di Cosenza, a lamentare il fatto di essere stati tenuti fuori dall'organizzazione degli spettacoli estivi.

Se poi bisogna esprimere un giudizio di valore sulle iniziative realizzate...

Ci sembrano a dir poco fuori luogo, in un quartiere carico di contraddizioni come Cosenza Vecchia. Qualcuno dirà: "ma un assessorato alla cultura non può mica intervenire nelle problematiche sociali più profonde". Perché - rispondiamo noi - la chiusura del traffico era forse di sua competenza? E con questo non vogliamo opporre una critica retorica ad alcune scelte, ma semplicemente non ci sembra corretto che qualcuno voli alto solo quando gli conviene.

 

TANTI CONTANTI FANO TUTTI CONTENTI

Secondo qualcuno la chiusura del traffico, l'aumento degli affitti e lo sgombero delle famiglie da edifici considerati inagibili - tutti fatti recenti - sarebbero solo la punta di un iceberg. Dalla comunità europea sono piovute su Cosenza decine di miliardi del progetto "Urban", che dovrebbero servire a realizzare alcuni interventi nella e intorno la città vecchia. Lo scontro di interessi tra giunta e opposizione sui meccanismi di nomina dei membri della commissione appaltatrice, prodottosi negli ultimi mesi, la dice lunga su quale sia la posta in gioco. Se sull'argomento si è scomodato addirittura il supersbirro Di Pietro, è facile comprendere che ci sia il rischio di enormi speculazioni.

C'è poi la questione della variante al Piano Regolatore, approvata nell'ultimo anno. Da un'analisi sommaria sugli interventi previsti per il centro storico ci sembra che non si tenga conto delle effettive caratteristiche ed esigenze della zona. La variante merita comunque una trattazione appropriata e ci riserviamo di farlo in futuro.

Alla luce di queste considerazioni diventa doveroso esprimere un giudizio. La trasformazione della città vecchia in salotto, lo sfratto della popolazione attualmente residente e le enormi speculazioni previste non riguardano il presente. Siamo ancora lontani da questo processo, perché da una ricerca effettuata sul campo non abbiamo rilevato grossi movimenti speculativi. E' vero: personaggi della 'Cosenza bene' stanno acquistando interi edifici a prezzi stracciati, ma non sono scesi in campo nè gruppi di potere nè immobiliari. Per quanto il comune abbia tentato di passare la palla ai privati, ciò non è avvenuto.

Tuttavia questo processo richiede tempi lunghi e quindi non è che agli inizi. Un nuovo eventuale finanziamento pubblico potrebbe far ripartire la macchina e scatenare gli appetiti di imprenditori d'assalto, strozzini e speculatori di ogni tipo.

 

INVERTIRE LA ROTTA

Invertire la rotta significa proporre un modello di sviluppo della città vecchia che parta dal basso. Non si tratta di invocare il solito vecchio, tragico assistenzialismo. Ma è pur vero che la popolazione del quartiere necessita di interventi primari. Vanno bene le iniziative a carattere spettacolare, le sagre, i concerti, ma perdono di significato se non accompagnati da una reale volontà di andare incontro alla vasta fascia dei non garantiti.

La nostra proposta parte da uno studio sugli stabili comunali abbandonati presenti nella zona del centro storico. E' possibile restituirli alla collettività, unendo le forze delle associazioni di base e del comune. In uno di essi abbiamo pensato di realizzare un CENTRO DI INFORMAZIONE E CONSULTORIO GENERALE POPOLARE che si occupi dei problemi di bambini, donne e immigrati.

Il centro diurno funzionerebbe per bambini, senza limiti rispetto alla provenienza. Possono essere i nostri figli, i figli degli abitanti del quartiere, di Rom, di lavoratori, di immigrati. Il fine immediato dovrebbe essere quello di individuazione con conseguente intervento per eventuali carenze nutrizionali, ritardi scolastici o non scolarizzazione, problemi caratteriali, violenze fisiche o psicologiche subite, handicap fisici o mentali, mancanza di vaccinazione ecc.

Soprattutto il centro dovrebbe diventare per i bambini, per gli operatori e via via per chi si avvicina e ne viene coinvolto una "scuola di tolleranza". Le lezioni non dovrebbero essere teoriche, ma concrete manifestazioni di rispetto per l'"altro". Così, attraverso la lettura di fiabe di diverse culture, la preparazione di piatti di svariati paesi, verrà stimolata la curiosità infantile senza bisogno di grandi parole per spiegare l'integrazione multi etnica.

L'accettazione dell'"altro" senza condizioni non è un'opera buona ma un modo per abbattere i propri pregiudizi. E' un arricchimento per ci riesce.

 

PER GLI IMMIGRATI FUNZIONEREBBE UN SERVIZIO DI CONSULENZA LEGALE

 

PER LE DONNE UN CONSULTORIO

 

COSENZA - NOVEMBRE 1996

CENTRO SOCIALE AUTOGESTITO GRAMNA

COMITATO PER I DIRITTI NEGATI

 

P.D.

L'occupazione del cinema Italia, seguita a questo documento, ha provocato la riapertura del dibattito in città sulla questione degli spazi abbandonati. Un interrogazione del capogruppo di maggioranza ha portato alla luce gli edifici comunali lasciati al degrado. Il sindaco facente funzioni ha richiesto al ministero la cessione degli stabili demaniali vuoti. Il comune ha istituito uno sportello di consulenza per le donne. Il servizio di segretariato per gli immigrati è in corso di attivazione autonoma da parte dei compagni e delle compagne del C.S.A. (feb. 1997)

 

  STOP SPECULAZIONI - NO ALLA CITTA' VETRINA

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