COME MAI DA QUESTE PARTI?

Incontro ravvicinato con i profughi Kurdi

Ci siamo recati a Badolato, paesino calabrese che s'inerpica su una montagna calata nel mare. Siamo andati a vedere da vicino i Kurdi. Ci ha spinto a farlo una certa diffidenza verso i mass media e le luccicanti telenovele messe in scena, di solito, in questo paese, per placare le ondate di moral panic. In poche parole: non ci convinceva quell'immagine di deamicisiana ospitalità, che le "genti di Calabria" avrebbero dato ai disperati Kurdi. E poi, particolare non secondario, siamo convinti che "globalizzazione" non è solo una parola vuota di significato, ma rappresenta un fenomeno che ci costringe a ridisegnare i confini del nostro intervento territoriale. In breve: oggi la Calabria è molto più vicina alla Turchia che al resto d'Italia.

Sulla presunta "falsa ospitalità" avevamo torto. L'accoglienza civile ai Kurdi non è un miraggio sbandierato dai cronisti per intenerire le casalinghe, ma una bella verità, costellata da una miriade di piccoli episodi di grande spessore umano. Volevamo sollecitare le istituzioni locali a promuovere un livello maggiore d'accoglienza verso i profughi, ma ci siamo resi conto che, almeno in questa fase, non ce n'è bisogno, perché le comunità della zona sono perfettamente in grado di ricevere degnamente i Kurdi. E' vero: in futuro la situazione potrebbe cambiare. Oggi tuttavia non possiamo che essere d’accordo con l'assessore al bilancio di Badolato: "Se i Kurdi fossero sbarcati in Campania, li avrebbero venduti all'asta e se fossero approdati in nord est…li avrebbero annegati uno per uno."

Comunicare con loro non è stato facile, perché sono stati blindati dallo Stato, ma un rappresentante Kurdo ci ha rilasciato la seguente intervista:

 

- Volevo chiederti: perché state scappando? E' un problema economico o state scappando dal governo turco?

Io penso che tutto il mondo oggi sappia che il popolo Kurdo vive una drammatica situazione in Turchia. Questo è il motivo per il quale siamo qui. Sapevamo prima cosa avremmo trovato in Europa. Noi vogliamo che la questione Kurda trovi soluzione, ma non in questo modo terrificante. Le persone che sono qui non hanno grossi problemi economici. Il problema è politico.

- Avete intenzione di restare in Italia o siete diretti verso altri paesi?

Io voglio stare qui! Guarda: questo è il mio foglio. Ho chiesto il riconoscimento della condizione di rifugiato politico. Potrei andare dove voglio, ma preferisco restare qui, perché mi sono innamorato di questa terra.

- Qualcuno, tra voi, proviene dal P.K.K.?

Non credo.

- Le donne e i bambini sono stati separati dai profughi di sesso maschile. Avete avuto la possibilità di vederli ieri?

Sì, non abbiamo alcun problema di questo tipo.

- La gente di Soverato e Badolato è stata disponibile con voi…

Disponibile e molto gentile…

- Cosa mi dici degli Egiziani chiusi nel palazzetto a Soverato? Avete viaggiato insieme…

Non saprei dirti se per gli Egiziani isolati a Soverato ci siano problemi: credo in ogni modo che saranno rispediti indietro al più presto.

- Arriveranno altri Kurdi dalla Turchia?

Non saprei. Moltissimi Kurdi oggi aspirano a vivere in un paese democratico, perché la nostra situazione è drammatica. I Kurdi sono disseminati in Turchia, Irak, Iran, Siria, ma i kurdi vogliono la pace e non la guerra.

- Quanto avete speso per arrivare sin qui?

Circa cinque milioni di lire

- Quanto è durato il vostro viaggio?

Sei giorni in mare. E' una specie di roulette: o arrivi vivo o arrivi morto.

 

Giovannone e Claudio dal Gramna