back


PROPOSTA DI PARTECIPAZIONE ALLA MANIFESTAZIONE ANTIPROIBIZIONISTA DI TORINO COME SPEZZONE AUTONOMO

Durante l’assemblea della Rete antiproibizionista svoltasi il giorno 2 novembre a Vicenza (vedi resoconto inserito in questa mailing-list) si e' discusso, tra le altre cose, se fosse il caso di partecipare e, se si', in quali forme, alla manifestazione del 16 novembre a Torino, indetta da “Forum Droghe”, Partito della rifondazione comunista, U.d.S. (Unione degli Studenti: associazione studentesca del PDS), Il Manifesto ecc..
Ricordiamo che la decisione di organizzare questa manifestazione ha avuto origine in seguito al forte dibattito e alle polemiche che sono seguite alla mozione del Comune di Torino a favore della legalizzazione delle così dette droghe leggere e dell’attuazione di politiche di Riduzione del Danno (mozione pubblicata integralmente in Fuoriluogo di ottobre). La manifestazione vuole sostenere la scelta operata dal Comune di Torino e spingere il Governo ad attuare, a livello nazionale, analoghi provvedimenti.

Pare evidente che, rispetto a questo tipo di rivendicazioni, per il movimento dell'autorganizzazione sociale, non e' sostenibile ne' un atteggiamento di appoggio ne' uno di contrarieta'. E' evidente altresi' che l'antiproibizionismo proposto dai promotori di questa manifestazione, ammesso che possa usarsi questo termine, e' ben diverso da quello che ci appartiene e che costituisce i nostri percorsi di lotta e di vita.

Rispetto alla prospettiva della legalizzazione della cannabis, cioe' della sua regolamentazione dall'alto, pare opportuno ricordare che la proposta di legge dell'on. Corleone, intorno alla quale ruota un po' tutta la lobby pro legalizzazione, pur prevedendo la possibilita' di coltivazione per uso personale, sancisce la punibilita', a termini della legge attualmente in vigore, di qualsiasi forma di distribuzione, circolazione, vendita ecc. di questa pianta e crea, attraverso il metodo delle autorizzazioni, un sistema monopolistico i cui enormi proventi saranno nella mani di pochissimi secondo l'intramontabile sistema mafioso-clientelare.

La canapa deve tornare ad essere una pianta come tante altre, libera da ogni divieto e regolamentazione. Chiunque deve essere in facolta' di coltivarla, utilizzarla, lavorarla, commerciarla ecc.. L'ipotesi di legalizzazione, pur rappresentando un'inevitabile miglioramento rispetto all'attuale insostenibile situazione, rappresenta uno scenario che vede, ancora una volta, i molti consumatori soccombere all'interesse dei pochi spacciatori, anche se, questa volta, "autorizzati".

Rispetto alla questione delicata e complessa delle cosi' dette politiche di Riduzione del Danno e' indubbio un certo gap di analisi e valutazione di gran parte delle realta' di movimento. Molto, anzi moltissimo, vi sarebbe da dire rispetto a questo argomento e sara' certo necessario avviare opportune ed adeguate azioni di approfondimento. Possiamo comunque qui limitarci a constatare come tali politiche, gia' in atto in Olanda, in Svizzera, in Austria e in diversi landers tedeschi, rappresentino un modo "progressista" e "scientifico" di affrontare o meglio di gestire i danni provocati dall’uso socialmente diffuso di determinate sostanze, in primis la diffusione del virus HIV, al fine di non compromettere la capacita' produttiva e riproduttiva dell'attuale sistema di gestione della societa', cioe' il sistema capitalista. In alcun modo i governi dei ricchi ed avanzati paesi occidentali pensano ad affrontare le cause della tossicodipendenza e delle sue conseguenze, cioe' l'emarginazione, la miseria economica e morale, l'alienazione, lo sfruttamento ecc., in quanto dovrebbero mettere in discussione se' stessi quali origine di tutti questi mali.

Fermo restando che questo genere di politiche rappresenta un passo in avanti rispetto all'approccio ideologico e moralistico dell'astensione, voluto dal proibizionismo "vecchio stampo", e' importante tenere presente queste considerazioni al fine di trovare un nostro percorso per sostenere la riduzione dei danni provocati dalla tossicodipendenza, partendo dai bisogni e dai desideri dei soggetti che vivono questa condizione e favorendo anche qui dei processi di autorganizzazione quali possono essere i gruppi di autoaiuto tra tossicodipendenti e altre forme simili di azione.

Per tutto questo dobbiamo andare Torino portano il nostro punto di vista e tentando di incidere in qualche maniera rispetto alla probabile fase normativa che con ogni probabilita' va' ad aprirsi.

Se la Rete antiproibizionista sara' in grado di costituirsi come controparte reale ed attiva in questo processo di riforma legislativa, e' possibile che cio' che ne scaturira' incontri maggiormente il bisogno di liberta' e di liberazione di tutti noi. Senza illudersi che una nuova legge possa cambiare le nostre vite ma consapevoli che la nostra lotta al proibizionismo, all'autoritarismo, alla societa' del controllo e dell'esclusione non potra' cessare.

Per questo proponiamo a tutte le realta' impegnate o che intendono impegnarsi nella lotta antiproibizionista, di partecipare alla manifestazione di Torino all’interno di uno SPEZZONE AUTONOMO in grado di connotarsi in modo chiaro e visibile rispetto al resto del corteo, portando anche li' quella che e' la nostra idea di antiproibizionismo e di vita.

Invitiamo inoltre tutte le queste realtà a partecipare all’ASSEMBLEA della RETE ANTIPROIBIZIONISTA che si svolgerà SABATO 23 NOVEMBRE, dalle ore 18.00, al C.S.O. LIVELLO 57 di Bologna - Via Muggia, entro la quale sarà possibile proseguire l’attività di confronto e di scambio che abbiamo avviato con la costituzione della R.A. e dove sarà possibile portare proposte di analisi, di azione e di lotta antiproibizionista per il futuro.

RETE ANTIPROIBIZIONISTA

info: - c.s.a. Ya Basta! -Vicenza tel./fax 0444-323421,
e-mail: web: http://www.geocities.com/CapitolHill/3081/index.html
- c.s.o. COX 18 -Milano tel./fax 02-58105688
- Radio K Centrale -Bologna tel.051-6145297 fax. 051-6145297