Venerdì 5 Giugno
Ore 14.00 - 16.00
Spazio: Teatro
Programma
Luso più comune di internet è a
tuttoggi, purtroppo - aggiungo, quello della navigazione
web. Come a dire che ormai milioni di persone hanno a che fare
con gli ipertesti, forse con il più grande ipertesto del mondo.
E tuttavia non sembra troppo diffusa lattitudine ad essere
"attivi", alla partecipazione, alla collaborazione, al
ragionamento per associazioni che gli ipertesti portano con se.
Il carico di innovazione del digitale, e dellidea di
ipertesto in particolare, è forte e potente, eppure
lattitudine più sviluppata sembra essere il tentativo di
riportare la "vita prima della rivoluzione digitale"
dentro il media elettronico. Ecco allora prendere vita decine e
decine di pubblicazioni che trasportano su supporto elettronico
informazioni strutturate nella forma libro, in cui la
possibilità di fare un click sullindice ed andare alla
pagina corrispondente è la sola caratteristica vagamente
ipertestuale che ci si possa ritrovare. E che dire delle migliaia
di siti web, ma anche di titoli multimediali su Cd-Rom, che
trattano lo user (lutente) come un fesso costretto a
scegliere "dove andare oggi" tra percorsi prestabiliti.
Una sorta di televisione on demand.
Le possibilità concettuali, prima che pratiche, che offrono gli
ipertesti vanno ben oltre questo uso restrittivo che troppo
spesso ne viene fatto.
I 5 punti che propongo di trattare nel workshop costituiscono
solo uno dei percorsi possibili per affrontare largomento.
E vorrei che essi siano la base di partenza per un dibattito che
ha infinite vie di fuga e di ampliamento: a partire dal
considerare la rete un modo di essere, di relazionarsi, di
lavorare, piuttosto che un mezzo tecnico elettronico che collega
computer; fino alla questione del copyright; passando per lo
studio delle interfacce umanità-computer-umanità.
Il web è un ipertesto (talvolta lo è, quando non lo è?). E quali sono le opere ipertestuali? Esiste una definizione univocamente riconosciuta di ipertesto? Esiste una grammatica degli ipertesti?
Il progetto Xanadu è un sistema di
scrittura/lettura, ideato da Ted Nelson, che tende a contenere
tutta la letteratura universale. Ogni testo può fare delle copie
virtuali di un secondo testo includendolo al proprio interno
lasciandolo inalterato al proprio posto. In sostanza i testi e le
porzioni di testo sono collegati tra loro mediante rimandi
ipertestuali.. Altro aspetto interessante è che il sistema
mantiene memoria dei vari collegamenti.
A tuttoggi la cosa che assomiglia di più a Xanadu è il
World Wide Web, con la sua (potenziale) capacità di collegare
milioni di documenti tra loro e renderli fruibili allutente
secondo diversi ordini di lettura. Ma il punto è proprio questo:
quanti sono i siti che permettono effettivamente una fruizione
differente da quella programmata dallautore? E gli utenti
possono seguire le proprie associazioni di idee per leggere i
documenti, o sono piuttosto costretti a poche scelte tra le
associazioni preparate dallautore?
A partire da queste considerazioni è possibile definire quali
sono le opere ipertestuali, o perlomeno quali sono le
caratteristiche minime che unopera deve avere per essere
definita ipertesto?
Dalla scrittura sequenziale a quella ipertestuale. Chi è l'autore di un opera ipertestuale? Esistono molteplici autori della stessa opera? Un'opera ipertestuale muta con la fruizione dell'utente? Si può ancora parlare di utente e di fruizione?
Un libro è sicuramente unopera
sequenziale (?). Le pagine sono fisicamente in sequenza, sono
scritte e impaginate così per essere lette così. Un saggio, un
articolo di una rivista e, nella maggior parte dei casi, un
romanzo sono opere sequenziali.
Un libro ha un inizio ed una fine. Un ipertesto no, perchè
(potenzialmente) infiniti sono gli ordini di lettura. Il concetto
stesso di pagina perde di significato, poichè allinterno
di una pagina potrebbero trovarsi più nodi concettuali oppure
potrebbero esserne necessarie più duna per definire un
solo nodo.
Ma chi è lautore di unopera ipertestuale?
"Lipertesto non ha autori nel senso convenzionale del
termine" (Landow G.P. "Ipertesto il futuro della
letteratura", Bologna, Baskerville, 1993, pag. 121).
"Un ipertesto è una nuova via aperta in una città;
pressupone tutte le strade preesistenti (senza le quali sarebbe
inutile) e insieme consente nuovi collegamenti futuri. Si può
dare alla via il nome di chi lha realizzata; ma il turista
che ci passa nel suo itinerario è debitore di tutti gli altri
autori allo stesso modo" (Penge S. "Storia di un
ipertesto", Firenze, La Nuova Italia, 1996, pag. 9).
Lipertesto, come del resto il cinema, è unopera
essenzialmente collettiva.
Inoltre il lettore di un opera ipertestuale ha la possibilità
tecnica (anche se poco sfruttata a causa della tendenza degli
"autori" a non renderla disponibile ai lettori) di
eseguire le stesse operazioni dellautore. Questo rende il
confine tra autore e lettore molto labile, permettendo infinite
riscritture della stessa opera, che perciò non è mai uguale a
se stessa.
Analisi delle strutture possibili di un ipertesto: grafi, alberi, reti. Esempi di ipertesti. Gli ipertesti possono essere solo elettronici? I quotidiani, le riviste, alcuni romanzi possono essere considerati degli ipertesti?
La struttura logica di un ipertesto è
dipendente da molti fattori, non ultima la scelta della metafora,
ed è esplicitata nella mappa grafica che è presente in molti
ipertesti.
La struttura ad albero è tipica di un ipertesto in cui le
informazioni contenute sono classificate tassonomicamente. Ad
ogni bivio la scelta di una ramo esclude molte altre possibilità
di consultazione (es.: un ipertesto sulla flora presente nelle
riserve naturali). Le reti danno invece conto di strutture molto
più complesse con relazioni tra i nodi molto articolate. È
possibile cioè arrivare allo stesso nodo facendo strade diverse,
ragionamenti diversi, seguendo associazioni di idee diverse.
"Il campo dei miracoli - 4 versioni ipertestuali di
Pinocchio" - allegato al libro "Storia di un
Ipertesto", già citato in precedenza, assolve allo scopo di
mostrare come sia possibile realizzare opere differenti in
dipendenza della struttura, della metafora, del livello di
interattività che si sceglie di mettere in campo.
A questo punto viene da chiedersi: ma luso delle note in un
libro conferisce allopera la caratteristica di
ipertestualità? La prima pagina di un quotidiano è assimilabile
alla Home Page di un sito internet? Rispondere di si implica
ammettere che lipertesto può non essere esclusivamente
elettronico, e che, probabilmente, è prima di tutto una
categoria concettuale.
L'ipertesto come strumento per tenere traccia dei processi collaborativi.
La caratteristica degli ipertesti che più
spesso viene messa in risalto è l'utilità della
"distribuzione" delle informazioni in nodi di concetti
collegati tra loro in relazioni di vario tipo (gerarchico,
opposizione, similitudine, parte del tutto, etc.).
Ma ce nè unaltra che viene troppo spesso ignorata. Gli
ipertesti per propria costituzione danno la possibilità di
tenere traccia dei processi cognitivi e di apprendimento delle
persone. In sostanza, l'ipertesto è molto più utile quando
rappresenta un work in progress, un lavoro collettivo che quando
viene concepito per distribuire informazioni. Mi sembra più
utile come mezzo che come fine. Al contrario di quello che viene
considerato, molto spesso, negli ambiente didattici, dove si
assiste alla realizzazione di ipertesti in classe che non sono
altro che banali "click e vai" e non danno
assolutamente conto dei percorsi che gli studenti hanno fatto per
approdare a quel risultato. Allo stesso modo nelle organizzazioni
aziendali viene usato più per pubblicare documentazione tecnica
che per rappresentare i processi decisionali e di ragionamento
che hanno portato ad una certa scelta.
Il multimedia. C'entra o no con gli ipertesti?
Si usa spesso il termine multimedia come
sinonimo di ipertesti, o meglio di ipermedia. Se consideriamo il
multimedia come il continuo rimando tra i diversi media in tutte
le attività umane, sarebbe meglio dire che i diversi media sono
in relazione tra loro secondo molte associazioni. È cioè il
concetto di ipertesto che può indicare le molteplici connessioni
che li legano.
Ma il motivo per cui i termini vengono usati a volte come
sinonimi (erroneamente) è che il mezzo elettronico permette di
collegare non solo porzioni di testo ma anche immagini, suoni,
video, animazioni. In un rapporto che non sempre è di subordine
di un media ad un altro. A volte le immagini sono usate come
illustrazioni, e in questo caso sono subordinate al testo. Altre
volte è una porzione di immagine che costituisce un nodo
concettuale.
In buona sostanza i media hanno a che fare con gli ipertesti
perchè il media elettronico permette di rappresentare al proprio
interno quasi tutti gli altri, ed è sicuramente vero che la
rappresentazione di un concetto con immagini suoni e
quantaltro può risultare sicuramente più esaustiva di una
esclusivamente testuale. Ma come esistono ipertesti di solo
testo, esistono degli ipertesti completamente privi di testo, e
non è un paradosso.