Questa iniziativa che vede la sua attuazione nella settimana dell'11 maggio 1998 trova unito un gruppo di Collettivi bolognesi di fronte alla questione dei trasporti, e più in particolare alla questione del prezzo degli stessi.
Quello che segue è il testo dell'appello:
Siamo pù di 10 milioni solo nel nostro paese, centinaia di milioni in tutt'Europa, disoccupati e disoccupate, precari e precarie, forzati delle partite Iva, abbonati al collocamento, lavoratori e lavoratrici in nero, immigrati e immigrate, saltuari, giovani e studenti, spinti nelle periferie della società del lavoro, chi già escluso e marginalizzato, chi minacciato dallo spettro di una esclusione imminente.
Noi RIVENDICHIAMO la gratuità di tutti i servizi essenziali, a partire dal diritto ai trasporti, quale parte integrante di un reddito che ci viene negato.
Le politiche
neoliberiste hanno portato al progressivo smantellamento dei
servizi sociali: sanità, istruzione, trasporti, tutto ciò che
dovrebbe essere considerato un diritto accessibile a tutti e
tutte viene oggi privatizzato e trasformato in nuovo fiammante
motore di profitto privato.
Ci dicono che è l'unica strada percorribile, che mancano le
risorse. Ma lo spettro della crisi, appesantito dalle strumentali
esigenze di bilancio e dal mito dell'ingresso nell'Europa di
Maastricht e Schengen, non ci convince. Le statistiche parlano
chiaro: la ricchezza prodotta aumenta di anno in anno e le
ristrutturazioni d'impresa tagliano lavoro vivo per aumentare i
profitti. Le risorse ci sono ma vengono utilizzate per altri
fini.
Le vicende riguardanti il trasporto pubblico della nostra città assumono in questo contesto carattere emblematico: l'ATC, da anni gestita in modo privatistico, precarizza il lavoro - assume sempre più spesso a tempo determinato - e minaccia l'ennesimo aumento del prezzo del biglietto (1800 lire a partire da settembre). Bologna raggiungerà così il triste primato della città con il costo del trasporto pubblico più alto d'Italia.
Noi diciamo basta!
RIVENDICHIAMO:
Il blocco dell'aumento del prezzo del biglietto.
L'immediata gratuità del trasporto pubblico per i disoccupati e le disoccupate, i precari e le precarie, gli studenti e per tutti coloro che non hanno una stabile fonte di reddito.
Una gestione del servizio pubblico che sostituisca la logica del profitto con quella della soddisfazione dei bisogni sociali e che porti alla gratuità dei servizi sociali per tutti e tutte indistintamente.