Da tempo in Italia viene attuato un attacco continuo al cosiddetto Stato Sociale in nome dell "entrata in Europa", le cui modalità sono state decise dalle varie banche nazionali, secondo parametri unicamente monetaristi, riassunti nel cosiddetto " trattato di Maastricht".

Ciò ha causato che ogni govemo di questo paese negli ultimi anni (sia esso stato esplicitamente neoliberale o invece di un miserevole centro-centro-sinistra) ha programmaticamente demolito le garanzie sociali un tempo acquisite.

La ricaduta di questa politica economica sugli studenti di Bologna è il perpetuarsi delle diminuzione dei servizi, il cui più eclatante esempio è l' 'incredibile raddoppio del prezzi della mensa ed il peggioramento del binomio qualità/ quantità.

E sia detto esplicitamente che ciò si dà in una regione" rossa", con un governo di " centro- sinistra" e che l'anno scorso più situazioni si sono mosse per chiedere il miglioramento del servizio mensa universitario.

Quest' anno si sono avute diverse mobilitazioni che hanno posto il problema della dismissione del servizio mensa ( perchè in questi termini sta la questione, è bene dirlo) sia nelle Facoltà - ingegneria, ad esempio, dove la mensa stessa, ora diventata" Ristorante Universitario", è stata teatro di assemblee autoconvocate e di varie iniziative sia a livello d'Ateneo.

Le esperienze di lotta che si sono succedute hanno saputo rapportarsi con i/le lavoratori/trici delle mense, violentemente attaccati dalla ristrutturazione della Gemeaz (l'azienda che si è gettata nella speculazione della gestione delle mense privatizzate dall'allora Acostud) con la messa in mobilità di 22 dipendente' (già comunque sottopagati).

Studenti e lavoratori hanno infatti prodotto una mobilitazione comune avente per obiettivo la riassunzione di tutte/I dipendenti e della revisione radicale del servizio mensa. Le controparti, chiaramente individuate nell' Arstud, nella Gemeaz e nell' Universítà, hanno per ora nicchiato, nascondendosi dietro il solito gioco di rimpallarsi vicendevolmente le responsabilità. Appare stupefacente la prontezza, la rapidità, la detenninazione con la quale il potere accademico, sempre latitante quando sì tratta di rispondere a conflitti portati dal basso e non mediati dalla rappresentanza, si adoperino invece nel collaborare con la magistratura nel reprimere le esperienze politico/ culturali autonome degli studenti e delle studentesse.

E' questo il caso, purtroppo non l'unico, del cosiddetto 36, vale a dire le sale studio occupate e autogestite dal '90 al '96 di Via Zamboni 36.

Il 28 c.m. si celebra infatti l'udienza preliminare del processo contro la riconquista di quegli spazi avvenuta il 29 marzo del '96 che viene istruito contro 7 compagni cui viene imputata la responsabilità degli scontri che in quell'occasione avvennero.

A questi compagni tutta la nostra solidarietà.

Mercoledì 28 gennaio alla mensa di Ingegneria, via Risorgimento 2:

ore 17.00 proiezione del film L'ODIO di Kassovitz

- a seguire grigliata

ONMOVE - Collettivo Ingegneria si Muove

per la creazione di un movimento che sappia porre con forza il problema dei diritti negati (materiali ed immateriali del soggetto studentesco, combattendo la dismissione dei servizi e sapendo invece prefigurare un altro sistema di garanzie sociali, ampio ed all'altezza dei tempi, rivendicando la centralità che esso ricopre all'interno del postfordismo e che sappia riappropriarsi della Facoltà, innanzitulto mettendo in discussione il sapere che al suo interno viene prodotto ed il ruolo che I' Università ricopre all' interno di questo modello produttivo.