LA LORO MANOVRA

La cosiddetta "manovrina" di circa 15.000 miliardi va ad aggiungersi al decretone di fine anno, alla finanziaria 97 (62.000 miliardi, di cui vedremo i più pesanti effetti a fine anno con la modifica degli scaglioni irpef) e ai provvedimenti presi a metà dell'anno scorso. Inoltre tra due mesi si comincerà a mettere mano all finanziaria 98. Senza dar nell'occhio, con un decreto oggi, una manovrina domani, nell'arco di un anno il Governo Prodi ha portato avanti un'operazione di rastrellamento superiore ai 100.000 miliardi. Una stangata di tali proporzioni non si era mai vista. E il tutto senza un'ombra di opposizione sociale da sinistra.

Liquidazioni
Il punto di questa manovrina che è alla ribalta dell'attenzione, per il can can della Confindustria, è il versamento anticipato delle tasse dovute sulle liquidazioni. Il provvedimento, nella misura del 2 %, era già contenuto nella finanziaria. Con la manovrina viene portato al 6 % e esteso anche al 98. Rintuzzata per ora la pericolosa voglia di trasferire le liquidazioni al Ministero del Tesoro, resta il fatto che attorno alle liquidazioni da troppo tempo si stanno facendo manovre di avvicinamento. E' più che evidente che il trattamento di fine rapporto è uno degli obiettivi nell'occhio del ciclone. Il blocco delle liquidazioni agli statali che vanno in pensione (con tutto il carico di evidente illegalità) si colloca su questo filone. Si è storicamente verificato che ciò che si rifila agli statali (contando sulla disaffezione dei lavoratori dell'industria nei confronti di questa categoria) passa poi inesorabilmente anche agli altri settori. Il progetto finale resta evidentemente quello di costringere i lavoratori a utilizzare questa quota di salario differito per pagarsi le pensioni private e, alla lunga, anche la sanità privata.
Condoni retributivi
Ma un altro punto, assolutamente dimenticato di questa manovrina, è il quarto rinnovo del condono contributivo. Scaduto nel giugno 96 esso è stato tempestivamente prolungato fino a dicembre. Ai padroni che non versano i contributi viene concesso di diluire il pagamento (non aumentabile più del 40%) in 30 rate bimestrali, che diventano 60 per il sud e per tutte le aree a declino industriale (come l'Asse Sempione con l'Alfa di Arese, o Sesto S.Giovanni). 60 rate bimestrali equivale a un pagamento dilazionato in 10 anni ! Chi continua a sbatterci in faccia il deficit dell'Inps per farci ingurgitare il massacro delle pensioni è ancora colui che questo deficit dell'Inps, con i ripetuti condoni, va continuamente ad incrementare. E pensare che il Governo Prodi, contro questo vizio del precedente Governo Berlusconi, aveva giurato e spergiurato che di condoni non ne avremmo sentito parlare più. Sul filone del massacro dell'Inps, oltre alla più volte denunciata politica di concedere la decontribuzione agli aumenti salariali aziendali e a tutte le infinite forme di lavoro precario, questa manovrina contiene anche la perla dell'esproprio autoritario del consiglio di amministrazione dell'Inps con la cessione (svendita) al Ministero del Tesoro del patrimonio immobiliare dell'Inps. Inaudito intervento contro cui l'Inps si è levata ma contro il quale i sindacati non hanno detto bè.
Crediti persi
La resa del Governo di fronte a chi non paga viene consacrata poi nella cessione in appalto ai privati (che sono poi le banche) della riscossione dei "crediti difficilmente esigibili". Il Governo dichiara cioè che ci sono dei crediti che non è in grado di andarsi a prendere e affida il compito di farlo ai padroni delle banche che sono poi gli stessi che quei crediti non vogliono pagare.

Che è come se un tacchino si mettesse a organizzare un pranzo di Natale.

Questa "manovrina", dove il diminutivo mira a non spaventare quanto il vezzeggiativo "pacchetto" mira a imbonire, si colloca nel quadro immediatamente prossimo. Nelle settimane che vengono, fuori dalle diatribe elettorali, inizieranno gli incontri sulla riforma dello stato sociale che verrà inserito nella finanziaria 98 che tutti sono d'accordo di anticipare a giugno. E qui l'attacco alle pensioni e alla sanità pubblica andrà inesorabilmente avanti. I proclami barricaderi di chi si limita a dire "non prima del 98 o morte", saranno ridicolizzati dal trucchetto di far partire dal gennaio dell'anno prossimo le "innovazioni" che saranno decise adesso.

E mentre tutto questo avviene, sembra che gli unici ad arrabbiarsi siano quelli della Confindustria e quelli dl Polo. I ceti sociali più bassi, su cui tutte queste manovre si stanno in realtà scatenando, sembrano muti e smarriti di fronte a questo inusitato scenario. Il rischio che la destra intercetti il malessere popolare per strumentalizzarlo ai propri fini è incombente. E' urgente che tutti coloro che non vogliono assistere passivi ad un governo che fa, dietro i gonfaloni della sinistra, quello che nessun governo di destra sarebbe riuscito così impunemente a fare, escano dal silenzio. Deve cominciare ad apparire sullo scenario politico e sindacale italiano l'opposizione di classe a questo governo. Prima che sia troppo tardi. Lo Slai Cobas deve lavorare per questo.



INDICE

Associazione Difesa Lavoratori

adl@ecn.org
35043 Monselice (Pd) via Marendole 7 Ph. +39 429 74459 FAX 783733

Riunione ogni mercoledi' alle 21.30. consulenza legale ogni giovedi' dalle 16.00 alle 18.00.


ECN Home
 Page adl