Non siamo dei clinex : lottiamo contro il lavoro "usa e getta

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Il collettivo "Precari-Nati" di Bologna mette a nudo il lavoro interinale.
Sta passando in questi giorni l' approvazione del disegno di legge sul lavoro interinale, che comporta un vero imbarbarimento delle condizioni del lavoro e una lesione permanente dei diritti di ogni singolo lavoratore. Anche RC che nelle piazze, in congresso e in parlamento, si era sempre dichiarata contraria, l'ha bevuto. Il tutto dietro la promessa di 100.000 occasioni di lavoro, precario e sottopagato che, al di là di propagandistiche questioni di immagine, si configura come un' ulteriore espansione della precarizzazione del lavoro a danno della occupazione reale. Di fronte al ricatto strutturale in cui è collocato il lavoratore interinale, le clausole di tutela sbandierate con dichiarazioni altisonanti (diritti salariali, contributivi, sindacali e di sicurezza) appaiono assolutamente ridicole. Ogni lavoratore imparerà a proprie spese che solo il fatto di rivendicarli significherà per lui non essere più ricollocato dall'agenzia. Il mercato delle agenzie interinali sta esplodendo. Nonostante siano ancora in vigore sia la legge 264/49 che, recependo l'indicazione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, istituisce il monopolio statale del servizio di collocamento, sia la legge 1369/60 che vieta la mera prestazione di manodopera, zelanti agenzie sono già partite in tromba, dando per scontate le modifiche legislative che tutti, partiti di opposizione, partiti di governo o che lo appoggiano, sindacati, hanno dichiarato di volere.

Il collettivo "Precari-nati" di Bologna ne è andata a scovare una e ha messo a nudo le porcherie che vi covano sotto. Si tratta della Coop.Clean.Co arl (Cooperativa dei Servizi della Manodopera Lavoro), ramificata in tutta Italia (Bologna, Milano,Bari, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Padova, Torino, Brescia, Bergamo, Vicenza ..... ). Alcuni lavoratori del Collettivo l'hanno intercettata e hanno scoperto ( e documentato) che questa cooperativa contatta direttamente i disoccupati che mettono gli annunci sui giornali e propone loro lavoro alle seguenti condizioni :

per lavorare devi associarti alla cooperativa che affitta alle aziende che ne fanno richiesta lavoratori di tutti i tipi (dall'aiuto muratore al distributore di volantini, dall'operaio specializzato al pizzaiolo, dal ragioniere alla ricamatrice ecc.ecc.)

alle aziende a cui sei affittato lavori a tempo determinato, che può variare da un giorno solo a qualche mese, a seconda delle esigenze dell'Azienda affittante

vieni pagato solo per le ore lavorate, quindi non maturi ferie, non hai diritto a qualsiasi permesso retribuito, neppure alla maternità ...

terminata la prestazione può passare un tempo indefinito prima che la Clean.Co ti ricollochi altrove ( è a sua completa discrezione) e in quel periodo non percepisci alcun salario o indennità

associandoti alla Cooperativa consegni il tuo libretto di lavoro e esci quindi dalla graduatoria del collocamento

titolo preferenziale è la tua disponibilità a lavorare su turni, la notte, il sabato e la domenica

Ma i compagni del Collettivo hanno scoperto che la Clean.Co va ancora più in là : per "associarti" ti costringe ad iscriverti a un fantomatico sindacato dei disoccupati, il L.O.O.S. (Libero Organismo per l'Occupazione e lo Sviluppo) con tanto di sede legale e di statuto. Tra gli obiettivi di questo Organismo c'è quello della " adesione diretta alle iniziative legislative a favore dell' occupazione, dai disegni di legge per il lavoro interinale a quelli per la privatizzazione degli uffici di collocamento, e comunque a tutte le forme possibili di flessibilità del mercato del lavoro e dell'economia, quale unica medicina utile a diminuire la disoccupazione nel prossimo decennio". Negli uffici della Clear.Co. il L.O.O.S. viene definito "apartitico, apolitico, senza colore". Peccato però che sul loro giornale "Occupazione e Sviluppo" appare che il promotore del suddetto Organismo è tal Eugenio Filograna, senatore di Forza Italia di cui è stato anche responsabile per le questioni lavoro. Tal senatore non ha problemi a mettere a disposizione il proprio ufficio presso il Senato sia per le adesioni alle sue proposte di legge sulla flessibilizzazione del lavoro che per la reale redazione del loro giornale. La Clean.Co sfrutta così lo stato di bisogno di migliaia di disoccupati per dimostrare di avere un sostegno di massa ai progetti di deregolamentazione dl mercato del lavoro e alle proposte di legge Filograna in particolare. A giudicare dai dati di "Organizzazione e Sviluppo" almeno 4.500 disoccupati sono già caduti nella loro trappola. Il collettivo Precari-nati ha occupato la sede bolognese e milanese della Clear.Co trascinandosi dietro i giornalisti e facendo loro ascoltare le telefonate registrate dei loro colloqui con l'Agenzia. Due membri del Collettivo, che si erano finti in ricerca di lavoro, hanno deposto un atto di denuncia-querela alla Procura delle Repubblica presso la Pretura di Bologna. La deputata Mara Malavenda ha depositato una interrogazione parlamentare urgente sulle gravi anomalie riscontrate.


Condannato il Ministero delle Finanze

per attività antisindacale contro lo Slai Cobas

Il 3.4.97, il Pretore del Lavoro di Milano, d.ssa Cincotti, ha condannato il Ministero delle Finanze per aver negato ai delegati RSU eletti nelle liste Slai Cobas della Direzione Regionale delle Entrate (Sezione staccata di Milano) e del Centro di Servizio IIDD di Milano, il diritto ai permessi sindacali e all'indizione di assemblee. Questa sentenza, afferma il principio che l'esercizio dei diritti sindacali spetta ad ognuno dei componenti la RSU e non soltanto alla RSU come tale. Viene quindi contraddetta una tendenza delle Amministrazioni Pubbliche che, oltre ad ostacolare il riconoscimento stesso di queste strutture ( il Ministero delle Finanze sosteneva nelle sue motivazioni che non esistono al suo interno RSU legittimamente costituite ) spingono al restringimento dei diritti, peraltro previsti dai regolamenti. Viene così battuta anche l'arroganza delle OO.SS. confederali e autonome che, oltre ad essersi accaparrate per diritto il 33% dei delegati ( precostituendo così una maggioranza all'interno della RSU che non rispetta il reale consenso ottenuto nei voti), vorrebbero vincolare l'attività di ogni singolo componente alle decisioni di questa maggioranza.

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