Coordinati e centralizzati a livello nazionale, Sindacati e Fiat hanno affrontato l'imprevisto scoglio col preciso intento di nullificare la presenza dello Slai Cobas o di altre liste.
Per far questo si sono serviti del classico armamentario di sempre, fatto di intimidazioni (se vince il Cobas la fabbrica chiude), di offerte clientelari (se vinciamo noi i nostri li proteggiamo), di attiva e solerte mobilitazione, da parte di tutti i dirigenti, delle loro masse impiegatizie, normalmente assenteiste.
Ma non solo.
Non sicuri che ciò bastasse, sono arrivati ad "albanizzare" le procedure di voto. Se solo metà delle cose successe in Fiat si verificassero nelle eiezioni politiche, si andrebbe allo scontro di piazza.
• candidati Cobas sono stati trasferiti in aree diverse da quelle in cui avevano la loro base elettorale,
• tempi ristrettissimi per le votazioni nei seggi operai
• inspiegabili giornate e giornate di spogli elettorali,
• urne aperte e scaricate in un unico contenitore,
• commissioni elettorali che si rifiutano di controllare le firme sui tabulati o le controfirme sulle schede
Brogli elettorali sono stati denunciati a Pomigliano (più i votanti degli aventi diritto), a Cassino (compagni che risultavano aver già votato) e a Mirafiori.
Intascata la deriva del sindacalismo confederale, che ormai gli concede tutto (cig, esuberi, orari notturni e festivi … ) e non osa neppure costituirsi parte civile contro Romiti, era inevitabile che la Fiat scatenasse questo attacco nei nostri confronti. La scelta di adottare una linea più morbida nella critica a sindacati e Fiat non pare aver pagato : tutti i Cobas sono stati trattati alla stessa maniera.
Romiti dichiarò una volta che in Fiat i Cobas non avrebbero mai trovato spazio. Nonostante il trattamento che ci hanno riservato, le sue dichiarazioni vengono clamorosamente smentite. Non solo lo Slai Cobas conferma una sua presenza nazionale (vedi tabella, e si deve votare ancora in parecchi stabilimenti, Modena, Lecce …) ma, considerando altre liste, la presenza dei Cobas nel tessuto complessivo del gruppo Fiat è ormai un fatto assodato.
| Arese | 30 % |
| Chieti | 10 % |
| Pomigliano | 11 % |
| Termoli | 35 % |
Chi somma i propri consensi con quelli della Fiat non sta certo dalla parte dei lavoratori, e così è successo ad Arese. Il Fismic e l'Ugl (ex Cisnal) dopo aver presentato proprie liste, hanno rinunciato, su pressioni Fiat, e si sono candidati nelle liste Fim Cisl. La Fiat ha mobilitato tutto il suo quartier generale (capi, quadri, crumiri…) mandandoli letteralmente a votare (il capo del personale delle carrozzerie ha votato palesemente Fiom davanti al seggio). Inoltre nelle precedenti elezioni hanno votato 1.553 operai in più (dove il Cobas affonda le sue radici) e 300 impiegati in meno. E non si può dimenticare che i capilista di allora erano DelleDonne, Canavesi, Lilliu, Perrotta oggi esclusi perché licenziati in attesa di pronunciamento della Cassazione.
L'importante risultato di Arese e il clamoroso successo alla Fiat di Termoli rimette in moto fiducia politica in tutti, non possiamo nascondere che occorre porre velocemente rimedio ad alcune lacune che ci portiamo dietro :
• occorre costruire una presenza e una organizzazione sindacale seria e certa, su cui i lavoratori sentano di poter contare : fatta di riunioni periodiche sia in ogni fabbrica che a livello nazionale, di materiale comune di intervento in ogni realtà ….
• i nuovi delegati Rsu e Rls devono essere sostenuti con dei corsi di formazione curati e ben fatti
• in sintonia con le proposte di Legge sulle rappresentanze, occorre rivendicare una nostra presenza alle trattative di gruppo per metterci in grado di intervenire nazionalmente sui problemi sindacali
• aprire possibilità di intervento anche nelle realtà dove non siamo ancora presenti e dove non hanno ancora eletto le Rsu
adl@ecn.org
![]() |
![]() |