La nostra società è sempre più intasata di materiale e prodotti di difficile
smaltimento, o meglio, si pensa e s'investe molto per produrli senza che
nessuno si preoccupi del loro destino finale. E così le discariche si
riempiono velocemente, senza che avanzino seri progetti alternativi di
recupero o riuso. Meglio bruciare tutto, si pensava e si pensa!
Ma quasi tutti gli Inceneritori sono stati chiusi perché producevano un
forte inquinamento atmosferico (comprese le temibilissime DIOSSINE ), e
allora ecco che emergono proposte e progetti ribattezzati come
"sperimentali", che partono però sempre dallo stesso principio della
combustione.
Da qualche mese l'ITALCEMENTI ha iniziato i lavori per adattare i forni
alla combustione dei pneumatici esausti.
Non nascondiamo la nostra diffidenza e contrarietà ad una simile procedura,
in particolare per le sicure conseguenze ambientali che la combustione di
questi materiali potrebbe provocare: aumento dell'anidride solforosa, di
clorurati, di nerofumo, per non nominare altre pericolosissime sostanze
(tipo le Diossine) che potrebbero essere rilevate però, solo
successivamente all'avvio del forno.
Dopo aver constatato lo strano silenzio istituzionale che coinvolge la
Provincia, il Comune, il Sindacato Confederale, le R.S.U., il responsabile
aziendale e il delegato alla sicurezza dell'Italcementi. abbiamo deciso
di rendere pubblica la questione.
Ne va della salute dei lavoratori e di tutta la popolazione circostante,
che per quanto riguarda la presenza dei cementifici, hanno pagato e pagano
un prezzo già alto in termini di malattie professionali e di forte
inquinamento ambientale. Il tutto, con buona pace del "Parco dei Colli
Euganei" in cui sono peraltro ubicati i Cementifici.
Usare i copertoni per alimentare il ciclo produttivo, sembra essere
diventata una moda pericolosa che sta coinvolgendo parecchi Cementifici.
Si veda ad esempio il Cementificio Rossi di Pederobba (TV), il cui
analogo proposito ha già provocato le proteste popolari ed interpellanze
in Provincia, per non parlare del referendum di Adria (RO), che qualche
tempo fa ha respinto la proposta d'istallare un impianto di combustione
degli stessi materiali esausti.
Intanto vogliamo chiarezza e trasparenza e chiediamo una risposta a questi
primi interrogativi:
1) Alla Provincia di Padova è stata presentata una richiesta di
autorizzazione o una semplice comunicazione dei propositi aziendali
dell'Italcementi ?
2) La richiesta o la comunicazione di attivare questa forma di
combustione, presentata dall'Italcementi alla Provincia ha ricevuto una
qualche risposta ?
3) Si pensa forse di avvalersi della norma "silenzio/assenso" e cioè ,
magari casualmente la Provincia non risponde e l' Italcementi comincia a
bruciare i copertoni ?
4) Il Sindaco di Monselice, che ha tra l'altro la delega all'ambiente è a
conoscenza del Progetto ? e qual è il suo parere su questi scarichi in
atmosfera, obbligatoriamente previsto dalla legge ?
5) I lavori strutturali ( muri, nastri trasportatori, ecc.) che si stanno
attuando all'interno dello stabilimento Italcementi da chi sono stati
autorizzati ?
6) Il Dipartimento di Prevenzione dell'USL 17 è stato in qualche modo
interessato ?
In attesa di risposte chiare a questi quesiti, invitiamo tutti i lavoratori dello stabilimento Italcementi, tutta la popolazione, tutti i gruppi e le associazioni sensibili a queste problematiche alla vigilanza ed alla mobilitazione. Invitiamo tutti ad un primo incontro:
MERCOLEDÌ 20 MARZO, ORE 21.30 AL CIRCOLO "LA CORTE"
IN VIA MARENDOLE 7 A MONSELICE , TEL 0429/74459.
Monselice 13/3/'96
ASSOCIAZIONE DIFESA LAVORATORI
federata slai cobas
torna a cementificio di monselice
BRUCIARE COPERTONI PRODUCE DIOSSINA ?
di certo non fa bene alla salute dei lavoratori e della
popolazione !
La RACC PELL sta ammassando migliaia di copertoni
nell'ex fornace
di Schiavonia , provocando il traffico di centinaia di camion, il
pericolo di incendio (che produrrebbe un disastro ecologico), la
proliferazione della famigerata zanzara tigre, responsabile della
filaria dei cani e di numerose altre malattie.
La destinazione dei copertoni sara' il forno dell' ITALCEMENTI che
sfruttando insieme alla RACC PELL i finanziamenti della CEE ed
una normativa molto permissiva, ha gia' iniziato i lavori
strutturali.
L'incenerimento dei pneumatici esausti potrebbe causare un
aumento dell' anidride solforosa, di clorurati , di nerofumo e
forse anche di diossine.
L'ITALCEMENTI afferma che tutto e' in regola e che non ci sara'
nessun inquinamento, anzi dovremmo ringraziarla in quanto ci
libera dei vecchi copertoni.
Ma intanto viene fuori che regione, provincia, USL e comune non
hanno mezzi, competenze e capacita' per controllare in maniera
certa e continuativa un impianto di questo tipo.
Vogliamo chiarezza , saperne di piu', per questo proponiamo una
ASSEMBLEA PUBBLICA
GIOVEDI' 11 APRILE alle ore 21.30
sala ex- carceri, via Donizetti, Monselice
presentazione di un video-inchiesta
Parteciperanno:
- Rappresentanti dei comitati di Adria e Occhiobello che si sono
opposti all'istallazione di un inceneritore di pneumatici.
- Bruno Suman "Italia Nostra
- Gianni Sandon Comitato difesa colli
- Federico Collesei consigliere provinciale dei Verdi
INVITIAMO:
il sindaco e l'amministrazione di Monselice
il direttore e i lavoratori della ITALCEMENTI
i rappresentanti della provincia e dell' USL 17.
21 marzo 1996
Aderiscono:
Cobas Scuola
La CORTE circolo culturale
torna a cementificio di monselice
P
BRUCIARE COPERTONI? NO,GRAZIE !!
Dopo il volantino dell'A.D.L (in cui si denunciava il progetto
dell'Italcementi di utilizzare i vecchi copertoni come combustibile),
distribuito ai cancelli del cementificio, affisso sui muri del paese e
consegnato alla stampa locale, è partita una sequenza d'interventi che
vede come protagonisti gli organismi e le istituzioni chiamate in causa.
E così, quotidianamente i giornali locali ospitano articoli che esprimono
le posizioni di tutti i soggetti interessati.
La prima a pronunciarsi è stata la Direzione dell'Italcementi che ha fatto
confezionare un paio di articoli in cui si cercava di tranquillizzare dal
punto di vista della sicurezza i lavoratori e la cittadinanza, e dove al
contempo si magnificava l'utilità sociale di questo tipo di smaltimento.
Ma intanto a qualche centinaio di metri, senza l'autorizzazione comunale,
si è istallata una nuova azienda, la RAC PELL che forte di una convenzione
con l'Italcementi stessa, sta ammassando all'aperto migliaia di copertoni
destinati in gran parte ad alimentare i forni del cementificio. L'attuale
traffico dei grossi camion provenienti da tutta Italia sta creando a
Schiavonia un disagio destinato ad aumentare e coinvolgere tutto il
territorio. La popolazione di questa zona che ha dovuto attuare nell'80,
un mese di blocco per ottenere la chiusura del vecchio inceneritore di
rifiuti, che ha dovuto mobilitarsi nuovamente per impedire che l'ex fornace diventasse sede di un impianto di trattamento di rifiuti tossico nocivi, si vede ora collocata nello stesso luogo una montagna di pneumatici esausti che possono infestare l'ambiente circostante di zanzare tigri o divenire imprevisto combustibile di un fortuito incendio che potrebbe avere dimensioni catastrofiche.
Il Sindacato confederale costretto ad ammettere di essere a conoscenza del
progetto aziendale, ha cercato di annacquare il proprio silenzio nei
confronti dei lavoratori e della popolazione, elencando una serie di
incontri istituzionali in cui avrebbe affrontato la questione. Il tutto
senza perdere l'occasione di attaccare personalmente, in maniera offensiva, il delegato RSU dello Slai Cobas e ovviamente, come in tutte le questioni, ribadendo di non avere pregiudizi sulle scelte padronali. Tradotto in parole comprensibili, significa che dissolta la cortina fumogena di commissioni paritetiche, garanzie di controllo, e bla..bla..bla CGIL E CISL sono per il via libera!
Altro dato emerso è sicuramente quello dello scaricabarili tra le varie
istituzioni in merito ai controlli, autorizzazioni, responsabilità e con
l'unica certezza dell'assoluta inefficienza dei mezzi a disposizioni per
effettuare un serio e continuativo controllo nei confronti di questo tipi
di impianti.
Il dibattito apertosi sul piano istituzionale ha fatto registrare svariate
prese di posizione, molte delle quali si sono appropriate della sincera
preoccupazione emersa tra la popolazione mentre sul piano operativo sono
sfociate nella convocazione di un Consiglio Comunale straordinario a cui è
stata espressamente invitata anche l'A.D.L..
In mezzo a tutte queste chiacchiere, dichiarazioni d'intenti, articoli,
opinioni, polemiche, ecc., l'A.D.L. ha scelto un percorso concreto, creando uno specifico gruppo di lavoro che ha iniziato un percorso di controinformazione e di indagine diretta che si è già materializzato in una PUBBLICA ASSEMBLEA di confronto con i lavoratori, la popolazione, i gruppi e le associazioni ambientaliste, con comitati popolari che si sono opposti ad analoghi progetti e con la confezione di una video inchiesta.
Da queste attività sta emergendo in termini più precisi il rischio
connesso a questo tipo d'incenerimento (tra cui la produzione di clorurati,
nerofumo, diossina) e la consapevolezza che il consistente aumento di
fatturato del gruppo Italcementi non può tradursi solo in un aumento dei
rischi alla salute e dei carichi di lavoro per i dipendenti, ma va
quantomeno indirizzato verso un miglioramento delle condizioni di lavoro
ed una riduzione dell'inquinamento ambientale.
Questa zona, che nello spazio di un paio di chilometri vede concentrarsi
tre cementifici, ponendosi con ciò alla testa dell'Europa, non ha
certamente bisogno di altre pericolose sperimentazioni ( tese a sfruttare
i miliardari finanziamenti CEE) che andrebbero ad aggiungersi alla già
forte presenza di polveri e altri agenti inquinanti, nonché allo scempio
prodotto dell'escavazione selvaggia di questi decenni.
LA POPOLAZIONE ED I LAVORATORI HANNO GIÀ' PAGATO E STANNO PAGANDO IL
PREZZO DI QUESTE SCELTE, ADESSO E' ORA DI FAR CAMBIARE REGISTRO AI
CEMENTIERI E AI LORO CORTIGIANI!!!:
Monselice 11/4/ '96
ASSOCIAZIONE DIFESA LAVORATORI
federata SLAI COBAS
torna a cementificio di monselice
CHI BRUCIA COPERTONI INQUINA ANCHE TE...
I giorni passano, e si avvicina pericolosamente il mese di
settembre, data in cui l'Italcementi ha deciso di usare copertoni
esausti come combustibile per i suoi forni.
Dopo le prese di posizione delle varie associazioni, delle
assemblee, degli incontri, dei consigli comunali, delle
interrogazioni alla provincia, sembra essere nuovamente calato il
silenzio...Il silenzio degli amministratori, delle USL, della
provincia, del parco colli, dei sindacati, e' un silenzio
complice!
Sissignori, perche' le leggi attuali non prevedono nessuna
autorizzazione per un progetto come quello dell'Italcementi,
funziona la norma del "silenzio=assenso".
Nel convegno promosso dall'Associazione Difesa Lavoratori il 12 e
13 giugno all'interno del CAOS in festa, autorevoli esponenti
quali Francesco Francisci (GRRENPEACE), e Gianni Tamino
(Europarlamentare Verde), hanno ribadito l'estrema pericolosita'
di questo tipo di incenerimento.
Bruciare copertoni e' altamente rischioso, si aumenta
l'inquinamento atmosferico e si produce diossina!
Siamo gia' in una zona a rischio ambientale per quanto riguarda le
emissioni in atmosfera, lavoratori e popolazione non hanno certo
bisogno di queste pericolose sperimentazioni.
Il tempo dei distinguo e' finito, e' ora che tutti gli organismi e
istituzioni interessate, scoprano le loro carte, che diano una
risposta alle centinaia di firme che il comitato "Lasciateci
Respirare" sta raccogliendo per chiedere l'immediata sospensione
dei propositi dell'Italcementi.
I copertoni possono essere recuperati o riciclati per usi diversi
e con un impatto ambientale molto meno pericoloso. Bruciarli e' un
affare solo per l'Italcementi e l'azienda di stoccaggio RACC PELL
di Schiavonia.
*A questo proposito e riferendoci agli effetti dell'incendio
di un deposito di copertoni a Hoboken in Belgio , avvenuto
recentemente, chiediamo:
*Quali norme di sicurezza esistono in un deposito a cielo
aperto e senza protezione come quello di Schiavonia, dove la RACC
PELL continua ad ammassare migliaia di copertoni.
*In caso di incendio, chi risponde degli effetti catastrofici
prodotti da un simile evento?
*E' previsto un piano di evacuazione della popolazione da parte
della Prefettura e della Protezione Civile?
*Cosa potrebbe succedere alle migliaia di abitanti di paesi
come Monselice, Este, Schiavonia, Solesino, S.Elena, se fossero
investiti da questi fumi?
Su queste domande, piu' che risposte, esigiamo dalle autorita' (in
primo luogo del sindaco Bettin ), degli interventi concreti.
Sottovalutare questi rischi sarebbe da criminali irresponsabili.
CHI BRUCIA COPERTONI INQUINA ANCHE TE!!!!
FALLO SMETTEREL
Associazione Difesa Lavoratori SLAI-COBAS
torna a cementificio di monselice
MERCOLEDI' 12 & GIOVEDI' 13 GIUGNO 96
CONVEGNO
LASCIATECI RESPIRARE
INTERVENGONO:
Gianni Tamino (europarlamentare)
normativa comunitaria sui combustibili alternativi
Francesco Francisci (greenpeace)
incenerimento
Sergio Martino (comitato di crisi ACNA valle Bormida)
LEGA AMBIENTE Merone (Como)
esperienza sull'utilizzo dei materiali alternativi
sulla cementeria di Merone
Nottaran Luigino
comitato anti SEBA di Adria (RO)
Marazzini Giuseppe (Medicina Democratica)
Fulvio Grimaldi (RAI 3)
LEGAMBIENTE di Padova
COMITATO CONTRO L'INCENERITORE DI Pederobba
Gianni Sandon (Comitato difesa Parco Colli)
Graziano Zuanti (comitato difesa ambiente e salute di Camin-Padova est)
Avv. Vinicio Ramor (Coordinamento comitati della riviera del Brenta)
Comitato Salvaguardia ambiente, Ponte delle Alpi (BL)
Roberto Forner (Comitato Popolare per la salvezza del PARENTON)
Comitato Popolare LASCIATECI RESPIRARE Monselice
Monselice (PD) CAMPO DELLA FIERA
torna a cementificio di monselice
Lacorte
ADL
slaicobas
copertoni
cellulari