D
opo il volantino dell'A.D.L (in cui si denunciava il progetto dell'Italcementi di utilizzare i vecchi copertoni come combustibile), distribuito ai cancelli del cementificio, affisso sui muri del paese e consegnato alla stampa locale, è partita una sequenza d'interventi che vede come protagonisti gli organismi e le istituzioni chiamate in causa. E così, quotidianamente i giornali locali ospitano articoli che esprimono le posizioni di tutti i soggetti interessati.La prima a pronunciarsi è stata la Direzione dell'Italcementi che ha fatto confezionare un paio di articoli in cui si cercava di tranquillizzare dal punto di vista della sicurezza i lavoratori e la cittadinanza, e dove al contempo si magnificava l'utilità sociale di questo tipo di smaltimento.
Ma intanto a qualche centinaio di metri, senza l'autorizzazione comunale, si è istallata una nuova azienda, la RAC PELL che forte di una convenzione con l'Italcementi stessa, sta ammassando all'aperto migliaia di copertoni destinati in gran parte ad alimentare i forni del cementificio. L'attuale traffico dei grossi camion provenienti da tutta Italia sta creando a Schiavonia un disagio destinato ad aumentare e coinvolgere tutto il territorio. La popolazione di questa zona che ha dovuto attuare nell'80, un mese di blocco per ottenere la chiusura del vecchio inceneritore di rifiuti, che ha dovuto mobilitarsi nuovamente per impedire che l'ex fornace diventasse sede di un impianto di trattamento di rifiuti tossico nocivi, si vede ora collocata nello stesso luogo una montagna di pneumatici esausti che possono infestare l'ambiente circostante di zanzare tigri o divenire imprevisto combustibile di un fortuito incendio che potrebbe avere dimensioni catastrofiche.
Il Sindacato confederale costretto ad ammettere di essere a conoscenza del progetto aziendale, ha cercato di annacquare il proprio silenzio nei confronti dei lavoratori e della popolazione, elencando una serie di incontri istituzionali in cui avrebbe affrontato la questione. Il tutto senza perdere l'occasione di attaccare personalmente, in maniera offensiva, il delegato RSU dello Slai Cobas e ovviamente, come in tutte le questioni, ribadendo di non avere pregiudizi sulle scelte padronali. Tradotto in parole comprensibili, significa che dissolta la cortina fumogena di commissioni paritetiche, garanzie di controllo, e bla..bla..bla CGIL E CISL sono per il via libera!
Altro dato emerso è sicuramente quello dello scaricabarili tra le varie istituzioni in merito ai controlli, autorizzazioni, responsabilità e con l'unica certezza dell'assoluta inefficienza dei mezzi a disposizioni per effettuare un serio e continuativo controllo nei confronti di questo tipi di impianti.
Il dibattito apertosi sul piano istituzionale ha fatto registrare svariate prese di posizione, molte delle quali si sono appropriate della sincera preoccupazione emersa tra la popolazione mentre sul piano operativo sono sfociate nella convocazione di un Consiglio Comunale straordinario a cui è stata espressamente invitata anche l'A.D.L..
In mezzo a tutte queste chiacchiere, dichiarazioni d'intenti, articoli, opinioni, polemiche, ecc., l'A.D.L. ha scelto un percorso concreto, creando uno specifico gruppo di lavoro che ha iniziato un percorso di controinformazione e di indagine diretta che si è già materializzato in una PUBBLICA ASSEMBLEA di confronto con i lavoratori, la popolazione, i gruppi e le associazioni ambientaliste, con comitati popolari che si sono opposti ad analoghi progetti e con la confezione di una video inchiesta.
Da queste attività sta emergendo in termini più precisi il rischio connesso a questo tipo d'incenerimento (tra cui la produzione di clorurati, nerofumo, diossina) e la consapevolezza che il consistente aumento di fatturato del gruppo Italcementi non può tradursi solo in un aumento dei rischi alla salute e dei carichi di lavoro per i dipendenti, ma va quantomeno indirizzato verso un miglioramento delle condizioni di lavoro ed una riduzione dell'inquinamento ambientale.
Questa zona, che nello spazio di un paio di chilometri vede concentrarsi tre cementifici, ponendosi con ciò alla testa dell'Europa, non ha certamente bisogno di altre pericolose sperimentazioni ( tese a sfruttare i miliardari finanziamenti CEE) che andrebbero ad aggiungersi alla già forte presenza di polveri e altri agenti inquinanti, nonché allo scempio prodotto dell'escavazione selvaggia di questi decenni.
LA POPOLAZIONE ED I LAVORATORI HANNO GIÀ' PAGATO E STANNO PAGANDO IL PREZZO DI QUESTE SCELTE, ADESSO E' ORA DI FAR CAMBIARE REGISTRO AI CEMENTIERI E AI LORO CORTIGIANI!!!
03.12.96