da le monde diplomatique
Dove sono i "punti neri"?
I terreni su cui erano o sono installate industrie inquinanti o
discariche, e che hanno assorbito sostanze tossiche, sono
considerati inquinati. In Germania, nel 1992, il numero di
questi punti neri rappresentava tra il 10% e il 15% dei 139.200
siti sospetti censiti. Dal 1990 già 5 miliardi di franchi (1
franco = circa 300 lire) sono stati spesi per la realizzazione
di studi o per la messa in sicurezza e 7 miliardi saranno spesi
per la bonifica. Nei Paesi Bassi si stima in 110.000 il numero
dei siti inquinati, di cui un migliaio già bonificati; 5
miliardi di franchi sono già stati investiti e 15 miliardi lo
saranno, per i casi più urgenti, nel corso dei prossimi dieci
anni. Il Regno unito non ha stabilito una lista nazionale.
L'organismo pubblico incaricato dei siti inquinati, Survey of
Derelict Land, stima in 40.495 ettari l'estensione dei terreni
da bonificare.
In Francia un rilievo eseguito nel 1992 su richiesta della
signora Ségolène Royal, allora ministro dell'ambiente, parlava
di appena 100 "punti neri". Nel 1994 il loro numero era salito a
669, di cui 55 ufficialmente dichiarati "orfani", ovvero senza
responsabilità solvibile. In realtà, secondo il ministero
dell'ambiente, tra il 10% e il 15% dei 250.000 ex siti
industriali sono sospetti.
Secondo la legge Barnier del febbraio 1995, le operazioni di
bonifica dei punti neri "orfani" da parte dell'Ademe sono
finanziate solo con una tassa sui rifiuti industriali speciali
inviati ai centri collettivi di trattamento. Questa tassa ha
portato circa 65 milioni di franchi nel 1995 e dovrebbe
raccoglierne 80 milioni nel 1996, una cifra ridicola. Inoltre,
tutte le operazioni di disinquinamento condotte dall'Ademe sono
state sospese in Francia da ormai oltre un anno: infatti il
decreto che crea il Comitato di gestione di questa tassa non è
ancora stato pubblicato (1)...
Il mercato annuale del disinquinamento dei suoli in Francia è
stimato in circa 350 milioni di franchi. Dovrebbe raggiungere i
7 miliardi di franchi nei prossimi cinque anni, 30 miliardi di
franchi per l'intera Europa. La Francia appare in grave ritardo
in questo campo, in confronto alla Germania o ai Paesi Bassi. Ma
i paragoni internazionali sono resi difficili dalla mancanza di
definizioni e di regolamentazioni europee sui siti inquinati.
note:
torna al testo (1) Speriamo che la sua comparsa sia accelerata. Il 3 maggio
1996, in un quartiere di Bordeaux, roccaforte elettorale di
Alain Juppé, è stato scoperto l'inquinamento causato da 200
tonnellate di olio contenente piralene. Dei fusti rovinati erano
stati immagazzinati illegalmente dalla Società di riparazioni di
materiali elettrici, che aveva cessato le sue attività il 27
giugno 1994.
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