Mi si chiese che agenti ufficiali di P.G. potessero accedere agli stabilimenti senza dover sottostare ai normali controlli per poter circolare liberamente nell'azienda senza il pericolo di essere fermati per controlli. Inventai per loro un tesserino di colore bianco che consentiva di accedere a tutti gli stabilimenti del gruppo.
Mi venne detto che costoro oltre a svolgere particolari indagini all'interno avevano anche contatti con nostri dipendenti che erano loro informatori.
I Prefetti, De Francesco prima e Sparano poi, si resero garanti dell'elenco degli informatori. L'elenco annoverava I nominativi degli informatori dei CC, Polizia, Sisde e Sismi. All'inizio il loro rimborso era effettuato dall'autorità competente. Poi ci venne chiesto se eravamo disponibili a dare un contributo per il rimborso di queste persone. Per questo si decise con l'ing. Tufarelli di disporre di denaro contante. Poichè le forze dell'ordine che indagavano erano diverse, e sapendo la ben nota rivalità, mi venne chiesto…in modo che uno di questi non sapesse quello che facesse l'altro….ed inoltre, di divenire organismo di collegamento fra I singoli confidenti e le forze di polizia.
Il numero dei confidenti da un massimo di 80 persone scese a 40 unità nel 1990 quando io lasciai il servizio al mio successore Centonze. Costoro continuarono ad avere un occhio di riguardo al fenomeno terroristico, per prevenire ogni forma di rigurgito. Il numero degli informatori sarebbe sceso ancora prima di quando avvenne se non ci fosse stata la necessità di fronteggiare l'emergenza Arese e Pomigliano : a seguito dell'acquisto dell'Alfa Romeo l'Azienda dovette far fronte ai problemi del terrorismo ad Arese e della camorra a Napoli. Alcuni informatori furono trasferiti ad Arese e a Pomigliano.
Cesare Romiti ha ammesso ufficialmente che negli stabilimenti Fiat fu istituita una struttura clandestina:
" ... e fu all'ora che fu istituito, si organizzò questo servizio…… fu organizzato da questo Pagella. Io non conosco le modalità, non le abbiamo mai chieste per ovvie ragioni e abbiamo…, nè conosco, naturalmente, i nomi dei confidenti che lui…, so però che io dovetti collaborare diverse volte con i servizi, come li chiamate, i servizi a Roma, perchè mi chiamavano, mi dicevano: Dott.Romiti, dobbiamo infilare questo dentro un vostro stabilimento, quindi per infilarlo bisognava assumerlo e farlo figurare…, io naturalmente dicevo a Ghidella …"
"…Questa spesa è molto alta, è molto alta, …ha superato certamente il miliardo l'anno,… nei momenti di Ghidella … anche il doppio di questa spesa …".
In particolare, sugli stabilimenti Alfa :
"quando prendemmo gli stabilimenti Alfa, perchè a Milano erano pieni di terroristi e giù a Pomigliano c'era invece la camorra, quindi c'è stata una recrudescenza che pian piano l'abbiamo smantellata con una certa fatica…. perchè quando uno istituisce una catena di questo tipo di confidenti non è facile poi, non è che siano dei gentiluomini i confidenti,…però pian piano le abbiamo e oggi abbiamo un certo tipo…Su questo punto vi può parlare il dott.Pagella….che ora lo abbiamo spostato in un'altra azienda Fiat (vedi riquadro Sepin) e quello che lo sostituì e che è tuttora capo della sicurezza nella Fiat Auto, che si chiama Centonze".
Sulle imprese di pulizia all'interno dei reparti Fiat :
" Si però noi siamo costretti, loro sono costretti a infilare nei dipendenti di queste aziende anche qualcuno di questi confidenti perchè è l'unico modo per sapere, perchè il servizio interno si, guarda, però…Oh, tenga presente un'altra cosa : il servizio interno per ragioni sindacali non può entrare nei reparti… e allora ..."
La necessità di mantenere questa struttura derivava dal fatto che in Fiat lavoravano molte ditte esterne, appaltatrici di lavori edili e di pulizie tecniche che dovevano in qualche modo essere controllate…. Noi abbiamo il sistema di controllo ufficiale delle guardie giurate, ma queste non possono entrare, per lo statuto dei lavoratori, nei reparti di lavorazione, in ogni caso, essendo in divisa, non riescono efficacemente ad osservare I fenomeni interessati .
2. Con accordo sindacale, bocciato dai lavoratori, vengono messi in cigs 1.600 lavoratori (800 ad Arese e 800 a Pomigliano) che vanno ad aggiungersi agli oltre 4.000 già in cigs da diversi mesi. La Fiat ripete quindi l'operazione già fatta nell' 80 a Torino : disfarsi dei settori operai avanzati con l'espulsione di massa in cigs. Inizialmente per un anno, poi rinnovata anno dopo anno con accordi sindacali.
"per il controllo del personale la Fiat usava anche agenzie esterne. Un ex capo delle guardie, il signor Iandiorio lasciò l'azienda e apri un'agenzia in proprio che lavorava per conto della Fiat, garantendo servizi di sorveglianza. Io stesso ricordo che a Iandiorio venivano pagati da Nojer fatture fino a 30 milioni a saldo di quei servizi."
" sono a conoscenza di casi in cui le guardie a fine turno quando gli uffici sono deserti, aprivano i cassetti di impiegati e ci mettevano documenti compromettenti, e il giorno dopo su richiesta della direzione questi cassetti venivano controllati dai guardiani".
" Io sono qui per chiuderla Arese "
" Il gruppo dei militanti ex DP andava controllato quotidianamente dentro e fuori la fabbrica. Una volta, nel corso di una delle solite riunioni, Nojer pose un quesito : quale è il modo migliore per mettere la museruola a C. ? un incidente automobilistico davanti al centro tecnico ? oppure malmenarlo per tenerlo lontano dalla fabbrica almeno tre mesi in ospedale e fare in modo che si dica che era stato lui a provocare ? " ( fatto realmente accaduto ad opera di guardiani che sono sotto processo il prossimo febbraio)
" Comunque sapevamo che dall'arrivo della Fiat I telefoni erano sotto controllo".
3. Rispetto a Torino, la Fiat si trova davanti una situazione diversa :
• negli stabilimenti Alfa i lavoratori in cigs si organizzano in maniera autonoma da Cgil, Cisl, Uil e mettono in discussione gli accordi da loro siglati
• la magistratura di Milano esprime un diverso orientamento sui criteri usati per mettere in cigs i lavoratori.
Questi due fattori hanno consentito il rientro in fabbrica dei lavoratori più combattivi di cui la Fiat aveva pensato di disfarsi.
4. Di fronte a questa insospettata resistenza, la Fiat intensifica la repressione passando dalla cigs ai licenziamenti :
• Il 27/7/87 , quattro giorni prima della causa intentata contro le sospensioni in cigs dal nucleo trainante dei lavoratori di Democrazia Proletaria, con il pretesto di una pacifica manifestazione sindacale al Portello, dove venivano convocati e minacciati i lavoratori in cigs, la Fiat licenzia 9 lavoratori ( tra cui Canavesi, Delledonne, Lilliu, Perrotta, Rongone )
• Cosi avviene anche a Pomigliano con il licenziamento di V.Granillo.
• Nel 1988 altri 8 lavoratori vengono licenziati ad Arese ( tra cui Calini, D'Arpa, Muccilli ).
5. La struttura clandestina predisposta dalla Fiat per controllare il terrorismo, si attiva a pieno campo contro i licenziati. Reintegrati undici volte dai tribunali e altrettante volte ributtati fuori. Al Centro Direzionale dello stabilimento di Arese si forma uno staff con a capo Nojer. Lavorano alle sue dipendenze : Giordano, Gallo Modena, Camerlengo, Camicia ecc. ecc. (vedi riquadro interviste al manifesto).
Questa struttura poteva contare
Presidente è Castagnola Giorgio, già dirigente della sicurezza industriale in Fiat e, guarda caso, dirigente del 2 gruppo Sad, l'omonimo gruppo Orione di Gladio.
Si tratta di un'ottantina di persone provenienti dalle Forze di Polizia in congedo. Richiesta prestanza fisica e superamento degli esami di tiro al poligono nazionale e di scuola guida (De Adamich).
I servizi prestati dal consorzio sono :
• scorta ai valori
• scorta ai vertici aziendali
• scorta a personalità straniere in visita a società del gruppo Fiat
Tutte le vetture utilizzano un sistema di radio collegate tra loro da una consolle, che le tiene sempre collegate. Nelle testimonianze al processo Romiti, la sua segretaria Carbonato ha dichiarato di servirsi di Orione come scorta per depositare i soldi delle tangenti e delle spese non documentate.
• su una agenzia esterna creata nel 1988 dalla stessa Fiat con numerosi ex guardiani fiat (vedi riquadro OSIRC),
• una struttura creata da Camerlengo (con infiltrati nelle imprese esterne, guardiani e tecnici di computer) che di notte apriva scrivanie e armadietti dei lavoratori per controllare e anche per introdurre documenti compromettenti (vedi riquadro).
• sull'ex capo delle guardie Battiato ed altri guardiani trasferiti a dirigere i pompieri interni che potevano liberamente circolare nei reparti.
6. Ufficialmente la funzione di questa struttura viene giustificata via via in modi diversi. Costretta ad ammetterne l'esistenza e a dichiarare che essa è stata funzionante fino alla fine del 1993, la Fiat tenta di giustificarsi dicendo d i averla dovuta tenere in servizio per controllare il patrimonio aziendale dai furti del personale delle ditte esterne.
In seguito alle dichiarazioni di Romiti, tre lavoratori dello Slai-Cobas presentano una denuncia.
Interrogati dal pretore di Torino incaricato delle indagini preliminari, i responsabili della sicurezza Fiat Pagella e Centonze, hanno descritto dettagliatamente come funzionava questa struttura clandestina (vedi riquadro). Dalle loro dichiarazioni emerge che la Fiat pagava direttamente in proprio gli infiltrati dei servizi segreti. Che l'elenco di costoro era noto ai Prefetti di Torino (che erano anche a capo di Sisde e Cesis). Che gli uomini Fiat ricevevano le informazioni dalle varie strutture, spesso in competizione tra di loro, ed erano quindi gli unici a essere in possesso di tutte le notizie.
Nonostante tali gravi dichiarazioni il dott. Rinaudo, titolare dell'indagine, chiede per ben due volte di archiviare l'inchiesta, perchè a suo dire la mole di lavoro da svolgere richiede molto tempo.
E per due volte il Gip, dott.ssa Cervetti, respinge le richieste di archiviazione.
Dalle nuove indagini vengono estromessi i Carabininieri e vengono tutte condotte dalla Digos di Torino.
In queste ultime settimane, decine di uomini Fiat sono stati interrogati per ore e messi in contraddittorio tra loro.
Nella dichiarazione di consenso, tra i dati trattabili si elencano :
" I dati anagrafici suoi e dei suoi familiari a carico, o comunque componenti del suo nucleo familiare, e gli estremi del suo conto corrente bancario, e le variazioni di tali dati.... a rivelare un suo stato di salute,…ad una situazione di invalidità,….. certificati relativi ad assenze per malattia, maternità, infortunio, dati relativi alla idoneità a determinati lavori, eventuale presenza di inabili al lavoro agli effetti del riconoscimento degli assegni per il nucleo familiare, l'adesione ad un sindacato, ….l'adesione ad un partito politico,…….convinzioni religiose…".
Viene poi annotato che la Fiat ha assegnato il trattamento di questi dati di tutti i 300.000 dipendenti Fiat alla Sepin con sede a Torino in via Marocchetti 11.
Luigi Pagella dirige oggi la Sepin ! (vedi riquadro)
Intanto anche i procuratori romani che indagano su Gladio, hanno presentato alla Commissione Stragi della Camera una relazione che contiene un capitolo specifico sulle attività di "gladio" nella Fiat (vedi riquadro).
Anche se in ritardo, forse qualcosa comincia a muoversi. C'è però il rischio reale che tutto si chiuda definitivamente.
Su tutta l'indagine pende il grave rischio che, pur magari riconoscendo che la Fiat abbia messo in atto comportamenti gravemente illegali, tutto quanto venga qualificato come "roba ormai vecchia" e si proceda quindi all'archiviazione "per prescrizione dei reati".
Basta poco per rendersi conto che i risultati che la Fiat si era prefissata di raggiungere con queste illegali strutture di controllo stanno tuttora esplicando le loro pesanti conseguenze. Il vero obiettivo che la Fiat voleva raggiungere utilizzando il pretesto del terrorismo, era quello di liquidare, in tutti i suoi stabilimenti, ogni possibilità di resistenza operaia.
Venivano inoltre sospesi dal servizio
Mariani Rodolfo, ispettore della Digos di Milano
Calabro' Franco, maresciallo CC in servizio alla polizia giudiziaria di Livorno
Rizzi Giancarlo, maresciallo CC a Roma
Spaziani Claudio, in servizio alla polizia giudiziaria di Roma.
Secondo l'accusa i quattro pubblici ufficiali, ricevevano denaro dai quattro arrestati per acquisire informazioni da trasmettere alla OSIRC. Numerose perquisizioni sarebbero avvenute a Livorno Roma e Genova. La OSIRC aveva così accesso ai computer dei ministeri dell'interno, della giustizia e della Montedison.
La Osirc è nata nel 1988 ad Arese e sicuramente per i primi tempi ha lavorato esclusivamente per la Fiat. Come si può ricavare dalle fatture con cifre fino a 30 milioni.
Numerosi personaggi Osirc sono stati capi e dirigenti della sorveglianza della Fiat :
• Iandiorio Vito, il titolare della Osirc, ex dirigente delle guardie Fiat di Arese, guarda caso, fino al 1988,
• Galafassi Alberto, responsabile della divisione informativa della Osirc e fino al 1992 dirigente delle guardie Fiat di Arese
• Costantino Alfonso, ex guardiano Fiat di Arese per conto della Osirc ha aperto una agenzia a Garbagnate M. la A.B.R.
• Introcaso Vincenzo ex guardia Fiat di Arese.
Già dalla fine del 91, in interviste rilsciate al quotidiano il manifesto, numerosi ex dirigenti Fiat hanno parlato della Osirc definendola "un'agenzia che lavorava per conto della Fiat".
Dalle indagini risulta, come abbiamo detto, che la Osirc aveva accesso anche ai terminali della Montedison. Non dice niente a nessuno il fatto che Gallo Modena Luciano, ex dirigente della sorveglianza Fiat, e Bosso Pietro, ex guardiano Fiat Arese, si siano trasferiti dal 1994 in Montedison, dove svolgono la funzione di responsabili della sicurezza industriale ?
Con il presupposto ideologico che la conflittualità operaia è contigua al terrorismo e occorre estirparla per togliergli linfa, la Fiat ha programmato scientificamente la distruzione di tutto ciò che poteva disturbare la sua assoluta libertà di manovra. Con la convivenza, naturalmente, dei vertici sindacali che per anni hanno consentito e consentono cigs discriminatorie e licenziamenti collettivi.
Le vicende dell'acquisto e dello smantellamento dell'Alfa e la permanente ingiustizia dei licenziati politici sono fatti perseguiti dalla Fiat con l'illegale utilizzo di strutture clandestine. Fino a quando essi sussistono, il reato non può essere prescritto.
Audino viene segnalato da Castagnola, attuale presidente del Gruppo Orione (Gruppo Fiat) e già responsabile del 2 gruppo della SAD. Risulta aver aderito alla struttura nel maggio 72.
Audino, mentre era responsabile del personale alla Fiat di Rivalta, segnalò per il reclutamento alcuni dipendenti Fiat.
Gli elementi segnalati da Audino sono Samaritani Piercarlo, Francioli Piercarlo, Borruso Angelo, Masanotti Pasquale, Giglioli Giuseppe, Oggero germano, Salvaneschi Sergio, Dotti Franco.
Dai fascicoli appare che alcuni sono già stati utilizzati in altre occasioni
• Samaritani ("... ha già collaborato in azioni particolarmente delicate rivelandosi persona dotata di nervi saldi.... )
• Francioli ("... è stato introdotto a Rivalta con l'incarico di costituire un sindacato democratico, cosa in cui è riuscito brillantemente ... ")
• Borruso ("..dotato di notevole coraggio, in ottime relazioni personali coi componenti della Questura di Torino, ha reso notevoli servizi delicati .... ")
Masanotti, Giglioli, Francioli e Samaritani risultano far parte del Fismic -Sida : attraverso l'attività sindacale veniva gestito un anomalo servizio informativo all'interno degli stabilimenti Fiat :
• Samaritani dichiara di aver ricevuto compensi per questo servizio
• Masanotti "segnalavamo all'Azienda gli elementi più facinorosi"
Tra i dipendenti Fiat presenti negli elenchi dei "gladiatori" si segnalano
• Bonello Augusto, iscritto al Sida, "ho saputo di essere stato assunto dalla Fiat da personale dell'Arma dei Carabinieri"
• Anacar Giuseppe, dirigente dei gruppi giovanili dell'Associazione dei Partigiani Autonomi, "ho segnalato molti giovani che frequentavano le nostre formazioni sportive per l'assunzione in Sipra il cui direttore generale era il Comandante Martini Mauri, presidente dell'Associazione dei Partigiani Autonomi".
Non è in questione la legittimità di una attività informativa svolta da "gladio" ma le attività pretestuosamente giustificate da tale esigenza e in realtà finalizzate ad altro.
Dal rapporto dei giudici romani
Franco Ionta, Giovanni Salvi, Pietro Saviotti
che indagano su "Gladio"
Audino è stato capo del personale a Rivalta e ad Arese
Castagnola capo della sicurezza di tutti gli stabilimenti Fiat - Ora in pensione dirige il gruppo Orione (Fiat)
Giglioli capo del personale a Mirafiori.
Masanotti dirigente nazionale del Fismic
Borruso addetto alla sicurezza pesonale di Agnelli.
Se poi la magistratura torinese riuscisse finalmente ad avere gli elenchi degli oltre 200 (tra CC, PS, Sisde, Sismi) infiltrati negli stabilimenti Fiat, si potrebbe verificare che quella struttura è ancora li operante più che mai.
Basterebbe avere la volontà di andare fino in fondo alla vicenda Osirc (vedi riquadro) con tutti gli uomini Fiat che vi sono implicati. A tal proposito non si riesce a capire come mai, nonostante le nostre ripetute richieste, il giudice Rinaudo si sia finora ben guardato dall'interrogare i protagonisti arrestati a Milano per oltre un mese, e non si è provveduto a richiedere se le informazioni che la Osirc pagava ai funzionari delle questure e dei tribunali erano di natura sindacale e politica.
Nessuno ha chiesto conto delle imprese esterne presenti in Fiat, usate tranquillamente per aggirare lo statuto dei lavoratori.
Nessuno si è mai posto il problema della regolarità dei processi contro i licenziati Fiat, infarciti di testimoni attinti a piene mani da questo campionario di infiltrati