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ALLA CORTESE ATTENZIONE DEL DIRETTORE E/O DEL CAPOCRONISTA:
E, PER CONOSCENZA, AL DOTTOR MARCELLO CARNIMEO, QUESTORE DI MILANO
E AL MINISTRO DELL'INTERNO, ONOREVOLE ROBERTO MARONI
In merito agli incidenti di sabato 10 settembre intendiamo precisare che le aggressioni subite da giornalisti e fotoreporter sono state di una tale violenza, ed in numero tale, da far ritenere che non si sia trattato solo di "incidenti quali possono capitare durante operazioni di ordine pubblico".
I quotidiani hanno riportato i casi di Carlo Lovati, del Corriere della Sera e di Marina
Porpurgo dell'Unita' (appunti distrutti dalla polizia e minacce: "non dovete scrivere niente"
e "vi ammazziamo"). E di un non meglio precisato fotografo. Solo questi sono stati
contestati al questore, che ha poi fatto le sue scuse.
Dino Fracchia, fotografo, e' stato inseguito e picchiato da unomini del reparto mobile guidati da un funzionario in giacca ed elmetto. In particolare Fracchia, benche' urlasse "sono un giornalista", e' stato colpito piu' volte con un manganello ed un moschetto, e gli sono stati danneggiati il flash ed un obiettivo. Luca Pioltelli, fotografo, e' stato sbattuto contro un muro in via Turati da un funzionario, spalleggiato da due o tre agenti, che gli ha strappato la macchina fotografica di mano, macchina ritrovata distrutta qualche metro piu' in la'. L'aggressione piu' brutale da parte della polizia l'ha subita Roberto Ponti, fotografo. Colto in flagrante mentre riprendeva il pestaggio di un ragazzo, e' stato a sua volta buttato a terra, coperto di calci e colpi con i calci dei fucili. Due macchine fotografiche gli sono state danneggiate, i suoi occhiali da vista distrutti. A Pino Mastrullo, fotografo, e' stata requisita con la forza la macchina fotografica con i rullini dal dirigente della polizia scientifica Marcello Cardona, e solo grazie all'intervento di un altro giornalista che conosceva il Cardona, non e' stato arrestato. Mastrullo si e' presentato il giorno dopo in questura per ottenere la restituzione della macchina fotografica. Lo stesso dirigente, dopo avergli fatto i complimenti per la bellezza delle fotografie, ha comunicato a Pino che la sua macchina fotografica non si sarebbe piu' trovata. Paolo Repetto, cronista di Liberazione, e' stato fermato mentre rientrava in redazione, e dopo essersi qualificato, e' stato ripetutamente schiaffeggiato. Insultato e ammanettato, e' stato portato in questura e fotosegnalato. E' stato rilasciato dopo quattro ore. Maso Notarianni, redattore di Liberazione, e' stato fermato al termine manifestazione, portato in questura e fotosegnalato. A questi si aggiungono le aggressioni ai fotografi Gin Angri e Isabella Balena, al giornalista Umberto Sebastiano, collaboratore dell'Unita' e probabilmente altri casi non ancora documentati. Non si tratta, come poteva sembrare dalle prime versioni dei fatti, di piccoli incidenti. Sembrerebbe piuttosto una caccia sistematica al giornalista, in particolare al fotografo. Ricordiamo che le forze dell'ordine non possono impedire a nessuno di fotografare gli avvenimenti sulla pubblica piazza, giacche' la stampa non e' sottoposta a censura.
Ricordiamo inoltre che il sequestro del rullino puo' avvenire solo in casi eccezionali
e richiede sempre un verbale. Detto sequestro dev'essere convalidato dal PM entro
quarantotto ore. Ogni tipo di requisizione e' da considerarsi illegittimo.
Si rileva che la maggior parte di questi episodi sono avvenuti in situazioni di relativa calma, in cui non poteva esserci alcuna confusione tra giornalisti e manifestanti.
Marina Porpurgo - l'Unita'
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