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Questo e' un breve sunto, di taglio giornalistico,
di quello che e' successo oggi a Milano.
A Milano, oggi Sabato 10 Settembre, si e' svolta la
manifestazione indetta dal Leoncavallo, a cui hanno
aderito molti centri sociali di tutta Italia, che
intendeva protestare sullo sgombero della sede
provvisoria del C.S. Leoncavallo e per la politica
di attacco ai bisogni di aggregazione dei giovani.
La manifestazione, regolarmente autorizzata, era
stata preceduta da una serie di dichiarazioni molto
bellicose del Sincaco di Milano Formentini che
chiedeva a gran voce l'immediato sgombero della
nuova occupazione e del questore che metteva in discussione
il percorso gia' concordato adducendo problemi
con i turisti convenuti a Milano per il
GranPremio. Al concentramento dei Bastioni di Porta
Venezia alle 15:30 si erano riuniti in 4.000 circa.
Tensione subito rientrata anche perche' le persone
erano nel frattempo diventate il doppio. Partito il
corteo, subito si avvertiva una strana tensione e
ci si rendeva conto dell'imponente schieramento di
polizia e carabinieri. Si contrapponeva un servizio
d'ordine molto efficiente composto da manifestanti
che indossavano un appariscente keyway in goretex
bianco. Efficiente perche' si frapponeva con solerzia,
ogni volta che incontrava un concentramento di
forze dell'ordine, che magicamente sbucavano da
ogni via laterale rispetto a quella percorsa dal
corteo. Il corteo, che doveva rappresentare
l'opposizione sociale e non solo l'area dei centro
sociale, era anche composto da persone di tutte le
eta', anziani e meno anziani, genitori con i figli,
cani e gruppi di giovani come ad una scampagnata.
Fino all'arrivo di fronte al palazzo di Giustizia
il corteo si era svolto pacificamente e a tratti
anche festosamente, a quel punto le grida sono aumentate
e sono volati petardi e bottiglie. La polizia, negando piazza del Duomo, obbligava il corteo a concentrarsi in piazza Cavour, dove si sarebbe dovuto tenere un comizio. Subito ci si e' resi conto che tutte quelle persone non ci sarebbero state in una piazza cosi' piccola e quindi, a sentire quello che dicono gli organizzatori della manifestazione, avrebbero chiesto di concordare con i responsabili della polizia di poter defluire in via Turati e poi in P.zza della Repubblica, sicuramente piu' ampia e consona per cosi' tante persone. Nel frattempo la tensione e il senso di imbottigliamento nella piazza si facevano piu' evidenti. La polizia chiudeva con ingenti forze sia Via Fatebenefratelli che via Manzoni, chiudendo di fatto ogni via d'uscita. Alle 18:45, ottenuto il permesso di defluire in via Turati la testa del corteo si trovava la sorpresa di uno paio di cordoni di polizia schierati in Pzza Donegani con gli scudi. Per evitare l'imbottigliamento gente normale del corteo, non il servizio d'ordine, sfondava quel blocco usando sassi e incendiando un cassonetto della spazzatura. La polizia rispondeva con lacrimogeni e a loro volta con sassi, dovendo presto lasciare il campo. Nella mezzora che seguiva e nel parapiglia generale vengono danneggiane alcune macchine, mentra altre vengono messe di traverso sulle strade nell'evidente intento di difendersi dalle micidiali cariche effettuate con i mezzi blindati (Varalli docet). Dopo che quella ventina di poliziotti si era ritirato e il corteo stava defluendo verso Piazza della Repubblica, partiva a freddo e senza nessuna motivazione apparente una carica da via Palestro, una via che si immette in Pzza Cavour, spezzando cosi' il corteo in due e imbottigliando di fatto molte persone tra Pzza Cavour e Pzza Donegani. Solo allora ci si rendeva conto che tutte le vie laterali pullulavano di poliziotti, i quali evidentemente alterati si scatenavano in un feroce pestaggio indiscriminato (passanti, giornalisti e manifestanti) dando vita ad una vera e propria caccia all'uomo. Testimonianze riferite a radio popolare parlano di carabinieri che sfondano portoni e rincorrono gente sin ai piani alti per poi lasciarsi andare a sistematici pestaggi di gruppo. Intanto il grosso del corteo che era riuscito a sfondare il blocco si avvia verso la Stazione Centrale conb la polizia alle calcagna. Le provocazioni e i pestaggi, non che le cariche e i lanci di lacrimogeni, si susseguono nonostante il corteo si stia dirigendo con passo spedito verso il nord della citta'. Durante questo inseguimento si susseguono le testimonianze di cittadini e di manifestanti di episodi di pestaggio e violenza da parte della polizia e dei carabinieri, nonche della digos. Ne fanno le spese anche i residenti che si azzardano a protestare chiedendo che terminino i pestaggi. Durante questo tragitto il corteo cerca di imporre una distanza di sicurezza dalla polizia che lo inseguiva anche mettendo alcune macchine di traverso sulle strade. Questa situazione allucinante si trascina sino a che il corteo ha raggiunto la nuova sede del centro in via Watteau. All'interno si asserragliano in circa 1.000/1.500 manifestanti, mentre fuori alcune centinaia di polizziotti cingono d'assedio lo stabile, minacciando lo sgombero immediato e violento.
Comincia cosi' una contrattazione tra i manifestanti
all'interno che chiedono di poter defluire senza
incidenti e i responsabili che chiedono l'immediata
uscita di tutti senza condizioni. Si arriva cosi
alle ore 21:30 in un crescendo di tensione, sino al
punto che neanche un'ambulanza chiamata da dentro
il centro per soccorrere un ragazzo che stava male
veniva negato il permesso di avvicinarsi. Solo un
appello di Radio Popolare riusciva a convincere i
responsabili della polizia a farla passare. In un
primo tempo l'ambulanza veniva trattenuta fuori con
la scusa che doveva curare dei poliziotti feriti.
La questura nella serata ha diffuso le seguenti cifre
su feriti e fermati: 25 feriti (21 poliziotti e
4 manifestanti) e 20 fermati. E' chiaro che le cifre
dei feriti e' molto maggiore anche perche' molti
hanno rifiutato di farsi medicare negli ospedali. La mia impressione e' che lo scontro e' stato cercato deliberatamente, ne sono prova le varie testimonianze e la protervia con cui e' stato impedito a stampa e fotografi di documentare l'episodio. Il terreno fertile a una soluzione militare e' stato creato dalla irresponsabile politica di chiusura e di persecuzione perseguita dalla giunta leghista e dal Ministro degli interni Leghista pure lui. Chi ha un po' di sale in zucca puo' ben immaginare due sgomberi, che i cinque divieti consecutivi di manifestare e che ottocento denunce collezionate dai militanti del centro sociale puo' portare solo a situazioni espolsive e incontenibili. A voi l'ardua sentenza, la mia e' di piena condanna per chi non sa dare risposte ma solo repressione. Se non c'e' giustizia, non ci puo' essere pace!!! |