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QUESTURA DI MILANO
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Milano 10.09.94
OGGETTO: Relazione di servizio. Al Signor Dirigente la D.I.G.O.S. e, per conoscenza Al Signor QUESTORE Verso le ore 16.00 odierne ha avuto inizio da Porta Venezia la manifestazione nazionale dei centri sociali organizzata in questo capoluogo dal C.S. Leoncavallo per annodare e tessere le fila di tutte le "opposizioni sociali". Forti della presenza di circa 10.000 persone, i manifestanti hanno voluto fin dall'inizio imporre la loro impronta allo svolgimento della riunione ponendo alla testa e alla coda del corteo alcune file di militanti con il volto assolutamente travisato. A dimostrazione di questa volonta' gli autonomi delle prime file hanno dato un primo assaggio di quello che poi avrebbero fatto lanciando grossi sassi e bottiglie contro i reparti delle forze dell'ordine. Immediate sono state anche le grida che hanno accompagnato lo scorrere del corteo, improntate al vilipendio delle Istituzioni della Repubblica e dei suoi organi amministrativi ("POLIZIA BASTARDA POLIZIA ASSASSINA" "DIGOS BOIA" etc. etc.) e caratterizzate dalla volonta' di raggiungere lo scontro e il contatto fisico con i militanti di altre organizzazioni politiche ("FORMENTINI BOIA" "FINI, BOSSI, FORMENTINI FARETE LA FINE DI MUSSOLINI" "BERLUSCONI ASSASSINO" etc etc) Lo stato di altissima e palpabile tensione presente tra i manifestanti non e' mai venuto meno nel corso del corteo, raggiungendo i suoi picchi piu' elevati durante lo scorrere dei manifestanti lungo le zone e i luoghi considerati piu' a rischio (cosi' la Prefettura, il Palazzo di Giustizia, le grandi arterie che conducono direttamente nel centro cittadino, interdetto, come noto ai manifestanti con disposizione gia' comunicata e notificata al Signor Questore). Verso le ore 18.00 la testa del corteo raggiungeva piazza Cavour, luogo di previsto scioglimento della manifestazione. Qui i militanti dell'"opposizione sociale" esprimevano pero' subito, cosi' come daltr'onde ci si aspettava, la volonta' di ignorare le disposizioni impartite dall'Autorita' di P.S. cercando con insistenza di "sfondare" la via Manzoni per raggiungere piazza Scala e piazza Duomo. Il deciso schieramento di polizia opposto all'inizio di via Manzoni impediva con decisione l'avanzata degli scatenati autonomi, che decidevano comunque di sfogare la loro delusione investendo gli stessi reparti con un nutrito lancio di sassi che infrangevano i vetri di un blindato della Polizia di Stato. Alle successive 18.30 i manifestanti, in forma compatta, iniziavano a defluire verso via Turati dove si verificavano i primi contatti e incidenti tra forze dell'ordine e autonomi. All'altezza del civico ove si trova la sede del Milano, infatti, la testa del corteo, sempre composta da diverse centinaia di persone travisate, si lanciava all'assalto con lanci di grosse pietre, del piccolo contingente di polizia posto a difesa dell'obbiettivo, provocandone la ritirata. L'avanzata degli autonomi proseguiva verso largo Donegani, ove si trovava posizionato un'altro contingente di polizia. La "vittoria" riportata in via Turati imbaldanziva ed elevava il morale dei manifestanti che iniziavano a danneggiare in modo inconsulto numerose autovetture e ad ingaggiare una vera e propria battaglia in largo Donegani, via Turati, piazza della Repubblica. Dopo una ventina di minuti di avanzamenti ed arretramenti (caratterizzati da lanci di sassi, "sampietrini", sbarre e biglie di ferro, razzi e grossi petardi da parte degli autonomi, e di numerosi lacrimogeni da parte delle forze dell'ordine) i contingenti di polizia mettevano in fuga i manifestanti che si allontanavano precipitosamente percorrendo via Vittor Pisani verso la Stazione Centrale. Il tratto di via Turati compreso tra largo Donegani e piazza della Repubblica appariva dopo il ristabilimento dell'ordine come un vero e proprio campo di battaglia, disseminato di autovetture danneggiate, ribaltate e anche incendiate. In piazza della Repubblica le forze dell'ordine all'inseguimento dei delinquenti dell'autonomia operavano alcune cariche per disperdere e allontanare dalla zona dei disordini i manifestanti ancora presenti. Nell'occasione le forze di polizia operavano alcuni fermi bloccando diverse persone che avevano attivamente partecipato alla riunione sediziosa. (...) La ritirata "strategica" degli autonomi si concludeva in via Watteau dove i manifestanti trovavano riparo, verso le 19.30, all'interno della nuova sede del Centro Sociale Leoncavallo. Anche in questo caso il percorso seguito dai manifestanti veniva costellato da alcuni danneggiamenti di autovetture, dall'abbandono di cumuli di immondizia in mezzo alla carreggiata e dallo sbarramento di alcune strade con sbarre e cartelli stradali. Alla presente relazione viene allegato un elenco contenente i nomi dei partecipanti alla manifestazione che sono stati riconosciuti da personale di quest'Ufficio.
Commissario della P. di S.
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