Appendice 1
Documento del collegio difensivo

Il processo per radunata sediziosa iniziato a Milano il 14 Dicembre 1994 si e' senza dubbio caratterizzato per le specifiche e gravi violazioni del diritto di difesa.

Del resto gia' l'imputazione mossa si connotava per la totale astratezza, nel senso che in contrasto con quello che impongono i principi generali di ogni ordinamento civile, agli imputati non erano addebitati comportamenti concreti ("hai fatto questo", "hai contribuito con altri a commettere quel fatto"), ma la sola presenza alla manifestazione. Per giunta, sempre in violazione del fondamentale principio per cui l'imputato deve ben conoscere il perche' dell'accusa, neppure era chiaramente enunciato per qual motivo la manifestazione - autorizzata! - sarebbe stata sediziosa, ed in cosa sarebbe consisstita questa famosa "sediziosita'".

Ma, se questo era il quadro (che nel contesto delle procedure della giustizia italiana non stupisce piu' di tanto, soprattutto se si ha presente la metodologia dei processi politici dei primi anni 80), nel corso del dibattimento quel che restava della possibilita' di difesa (e del relativo, sacrosanto diritto) e' stato poi del tutto vanificato.

Basti ricordare che all'inizio dell'udienza del 23 Dicembre '94 gli avvocati difensori hanno innanzitutto dovuto protestare per il fatto che l'udienza iniziava ( nel ben noto "bunker" di Piazza Filangeri) senza che gli imputati potessero raggiungere l'aula, dal momento che le (arbitrarie) operazioni poliziesche di identificazione e perquisizione procedevano al rallentatore. E si pensi che la presenza fisica dell'imputato e' il dato base, preliminare ad ogni forma di difesa.

D'altra parte tutto il meccanismo di identificazione di chi voleva assistere all'udienza appariva illeggittimo, dal momento che era evidentemente lesivo del principio di pubblicita' del processo, da intendersi, quest'ultima, come possibilita' per chiunque di assistere al giudizio, senza dover sottostare ad alcuna forca caudina od intimidazione.

La risposta del giudice a queste eccezioni e' stata quasi paradossale dal momento che ha demandato, anche formalmente, ai CC di attestare chi, degli imputati, fosse assente o presente!

Ma il "crescendo" delle violazioni del diritto alla difesa si e' ulteriormente sviluppato quando il pubblico ministero ha chiesto, ed ottenuto, di acquisire agli atti fra le centinaia e centinaia di carte poliziesche riguardanti manifestazioni promosse dal C.S. Leoncavallo, proprio l'intestazione della notizia di reato trasmessa dai CC all'auorita' giudiziaria a proposito della manifestazione del 10 Settembre 1994. Bene, da tale notizia di reato (assolutamente non acquisibile agli atti per chiare disposizioni del codice di procedura) risultava che anche uno dei difensori, l'avv. Mirko Mazzali, risultava essere oggetto di indagine per radunata sediziosa...

A questo punto era evidente che l'unico scopo che si poteva intravvedere nella acquisizione di quell'atto, era quello di tendere ad appiattire la posizione dei difensori su quella degli imputati.

E se tale "appiattimento", sul piano umano e politico, non ha sicuramente in se' nulla di offensivo ed oltraggioso, tende pero' a rappresentare una realta' che non corrisponde al vero e, quel che piu' conta, a comprimere del tutto lo spazio processuale del proprio difensore.

Infine, l'impossibilita' di proseguire nella difesa diventava indiscutibile quando, successivamente alla rinuncia al mandato da parte dell'avv. Mazzali (difensore di 15-20 imputati), il pretore rifiutava di concedere un adeguato termine agli imputati per munirsi di altro soltanto dalle 12 e 30 alle 14 e 30, per iniziare a quel punto, si badi bene, quella quisquilia che e' l'esame dei testi d'accusa!

Ai difensori presenti non restava, percio' che, cortesemente, augurare buone feste al giudice ( si era all'antivigilia di natale) e abbandonare l'aula rinunciando a proprio volta al mandato.

Spesso la prospettiva del "comico" consente una intuizione profonda della realta': circola in questi giorni la battuta "BEATI COLORO CHE HANNO FIDUCIA NELLA GIUSTIZIA, PERCHE....SARANNO GIUSTIZIATI"!