Appendice 5
Cronistoria

MILANO E' LA CITTA' PIU' LIBERA DEL MONDO

Abbiamo in questi mesi denunciato il regime speciale a cui e' sottoposto il diritto a manifestare nella citta' di Milano, a opera della Questura e della macchina amministrativa del Comune di Milano, completamente assoggettata ai fini politici della giunta leghista. Quello che segue e' una cronistoria delle vicende legate agli ultimi due anni di vita del C.S. Leoncavallo a questa si intreccia anche l'innumerevole sequela dei divieti posti alle iniziative di carattere politico e culturale proposte dai centri sociali milanesi, e dal C.S. Leoncavallo in particolare, che soprattutto da dopo lo sgombero del C.S. Leoncavallo del 20 Gennaio ha trovato la strada sbarrata ad ogni richiesta di uscita pubblica del centro.


GIUGNO '93
Formentini (ex PSI), primo sindaco leghista di Milano. Punto centrale della sua campagna: sgomberare il Leoncavallo. Contemporaneamente la Questura ordina la chiusura di Radio Onda Diretta che da un anno trasmetteva illegalmente dal Centro Sociale, e il sequestro delle strutture di trasmissione. Il Leoncavallo risponde con 4000 compagni in corteo e la riapertura della radio.

LUGLIO '93
Formentini vieta la quinta edizione del meeting di Parco Lambro malgrado l'approvazione data dalla commissione tecnica del Comune.
Il quinto meeting dei centri sociali si terra' lo stesso. Inizia il presidio permanente del centro, le iniziative e la mobilitazione proseguono a pieno ritmo.

AGOSTO '93
Bossi accusa il C.S. Leoncavallo di essere un covo di terroristi e gli autori dell'attentato di Via Palestro a Milano. Inizino ad arrivare gli attestati di solidarieta', mentre i compagni continuano a vigilare sui tetti.

SETTEMBRE '93
Il comune concede alla proprieta' dell'area. la Cifim di Carlo Cabassi, la licenza edilizia. Pochi giorni dopo Formentini con due ordinanze esige verifiche e controlli sulla strutture e la demolizione di alcune parti dello stabile ritenute abusive.

OTTOBRE '93
Formentini chiede l'intervento della forza pubblica per poter eseguire lo sgombero. Un corteo nazionale di 10.000 compagni, uno cittadino di migliaia di persone. assemblee, iniziative con attori registi gruppi musicali in difesa dell'autogestione e del diritto ad esistere dei centri sociali. Inizia il braccio di ferro tra Sindaco e Prefetto, mentre il questore fa sapere che non sgomberera' se prima non sara' trovata una nuova sede al C.S. Leoncavallo. il prefetto in accordo con il ministro degli interni impone al sindaco la ricerca di aree alternative. Vengono individuate: Bovisa, Parco delle Cave, Ponte Lambro. Nessuna rispetta il principio di territorialita' richiesto dagli occupanti. Il prefetto requisisce l'area del parco Trotter a non piu' di 200 mt dal Leoncavallo. La stuttura, inagibile ed adiacente ad una scuola, viene bocciata grazia alla mobilitazione comune degli occupanti e degli abitanti del quartiere.

NOVEMBRE '93
Su inziativa della proprieta' dell'area viene avanzata la proposta di Via Adriano una piccola parte dei 341.000 mt quadrati di area industriale dismessa ex Marelli. Un manipolo di leghisti e fascisti bloccano per protesta Via Adriano, il blocco durera' 2 mesi senza l'intervento delle forze di polizia. Continuano le manifestazioni di migliaia di persone in solidarieta' e per l'esistenza di spazi autogestiti.

DICEMBRE '93
Continuano le proposte senza senso di trasferire il C.S. Leoncavallo in luoghi inadatti. Prima in una scuola inagibile vicino all'aula bunker di Via Ucelli di Nemi e successivanmente, data la ridottissima metratura che quella scuola offriva, la Cascina Van Gogh di Parco Lambro. La minaccia di sequestro del tendone "agibile" del C.S. Leoncavallo da parte della Pretura blocca l'ultimo possibile trasferimento prima dell'ordinanza di sgombero del 20 Dicembre. Quel giorno davanti al C.S. Leoncavallo a rispondere allo sgombero c'erano piu' di ottocento persone che daranno vita alla tre giorni di presidio davanti al C.S. Leoncavallo che riesce a far slittare l'ordinanza di sgombero al 20 Gennaio.