Articolo da "il Manifesto"
L'erba del Centro e' la migliore.
Piantiamola dappertutto

Partita a Milano la campagna dei centri sociali per la liberalizzazione della cannabis.
Dieci giorni antiproibizionisti e due volumi autoprodotti per coltivare in proprio e scoprire gli effetti terapeutici della marjuana

da Milano SANDRO DAZIERI

   
NELL'AMBITO della dieci giorni antiproibizionista "Piantatela dappertutto" che i centri sociali milanesi Conchetta 18 e Leoncavallo hanno fatto partire il weekend scorso, oltre a torte e cocktail di varia natura capaci di stimolare le fantasie degli articolisti di differenti testate - che si sono esibiti, in questi giorni, in esercizi di stile degni dell'"Eco di Paperopoli" -, saranno presentati questa sera in via Watteau due libretti estremamente interessanti per il dibattito su marjuana, hashish e derivati.
Si tratta de Il canapaio, tecniche agronomiche e Canapa, benefici-potenziale economico-proibizione di Franco Casalone, il primo dedicato a chi voglia coltivarsi in proprio le simpatiche piantine, e il secondo a chi desideri conoscere meglio i vari utilizzi di una pianta, quasi sempre e solo considerata per le sue potenzialita' ludiche.
Secondo Casalone, infatti, questa visione limitata e' il prodotto di decenni in cui l'informazione e' stata deliberatamente manipolata, a partire dalle campagne degli Anni Venti di William Rundolph Hearst, tycoon della stampa statunitense. A colpi di immagini colorite come quello del "messicano pigro" e del "negro animato da istinti bestiali" che trovavano nella marijuana lo stimolante per i loro turpi comportamenti, Hearst impose nell'immaginario wasp la demonizzazione della canapa, costringendo tutti gli organi di stampa ad allinearsi e il governo a proibire.
Piu' recentemente, pero', sono state riscoperte le applicazioni mediche, come per la cura del glaucoma o nella terapia del dolore, e nutritive: i semi della canapa sono secondi solo a quelli della soia come quantita' di proteine, e molto piu' digeribili. Oggi, quando ormai i guasti dovuti al petrolio e al disboscamento selvaggio sono fin troppo evidenti, ci si puo' rendere facilmente conto come la coltivazione intensiva della canapa avrebbe potuto migliorare di molto la situazione del nostro ecosistema, senza contare le milioni di persone passate per le galere, il mercato nero, e le spese per organizzare le spettacolari quanto inutili imprese della Dea.
Ma consumare, vendere, produrre e possedere marijuana e' vietato, e - aggiunge Casalone - c'e' poco da tentare di aggirare i divieti coltivando le varieta' a basso contenuto di Thc, la sostanza attiva che fa la differenza tra uno spinello e una sigaretta; il Thc e' infatti un anticrittogamico naturale e le varieta' "legali" della canapa sono deboli, poco resistenti e di utilizzo piu' limitato. C'e' solo da sperare quindi che un forte movimento di opinione si imponga per far cambiare le assurde leggi che vietano una verdura con la debole scusa che puo' mettere di buon umore.