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Giornata di calma ieri in via Watteau, dopo il blitz delle forze dell'ordine che l'altra notte hanno fatto irruzione con un blindato e effettuato alcuni fermi davanti al centro sociale. I leoncavallini hanno affisso ai cancelli della struttura un cartello con la scritta: «Siamo antirazzisti, antifascisti, antisionisti e antiproibizionisti. Non siamo una piazza, siamo un centro sociale. Riprendiamoci la citta'.
Mentre questore e magistrati hanno confermato che indagini approfondite sono tuttora in corso», il sindaco Marco Formentini non ha voluto commentare i nuovi sviluppi della vicenda. Formentini viene invece incalzato dall'onorevole pidiessino Franco Bassanini, che negli anni scorsi si e' piu' volte occupato della vicenda Leoncavallo: «Credo che il sindaco dovrebbe imparare dalle altre citta' d'Italia, dove il problema dei centri sociali e' stato risolto.
Bassanini cita ad esmepio il caso romano: In una metropoli di oltre 3 milioni di abitanti esistono almeno 30 centri sociali che convivono con il resto della citta'. Mi chiedo perche' qui si' e non a Milano. Sara' davvero perche' i leoncavallini sono piu' facinorosi e indisciplinati degli altri giovani? Beh, io so soltanto che la giunta Rutelli ha dovuto lavorare per un anno alla questione, ma alla fine l'ha risolta.
I suggerimenti all'amministrazione milanese non finiscono qui. L'errore - insiste Bassanini - sta probabilmente nell'aver posto il problema in chiave ideologica e in questo senso si e' sbagliato da entrambe le parti arrivando al braccio di ferro».
L'amministrazione romana - come riferisce sempre Bassanini - ha anzitutto individuato alcune sue strutture immobiliari da affidare ai giovani a prezzo modico. In cambio, i centri sociali si impegnano a rispettare le regole pre-concordate. «Infatti - precisa Bassanini - il centro sociale non deve e non puo' essere una "zona franca", lo stato non deve e non puo' perdere il controllo del territorio e la gente del quartiere ha diritto di circolare e dormire senza essere disturbata. A Roma l'equilibrio e' stato raggiunto: perche' a Milano no?.
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