A Pisa ci saremo. Una decisione sofferta, in cui le ragioni di cio' che ci puo' accomunare oggi hanno prevalso su quanto, non poco, ci ha diviso in questi anni. Una specie di costituzione di parte civile contro la repressione esercitata sui movimenti e contro una magistratura che se ne e' fatta strumento e poi protagonista.

Ci saremo per Liberare tutti i prigionieri politici di questo paese ma anche perche' gli esuli ritornino. Ci saremo pero' anche con quel singolare "pacchetto giustizia" con cui abbiamo in questi anni presidiato le carceri della Repubblica; dunque per la scarcerazione dei malati di AIDS e gravi, per la depenalizzazione dei reati minori, per un radicale immediato cambiamento della legislazione proibizionista in materia di stupefacenti e delle condizioni di vita materiali nelle prigioni.

Ragioni del passato e del presente, storie di militanti e di quotidiana coercizione sociale volutamente confuse, cosi' come lo sono state fortunatamente le vicende politiche da cui origina anche la carcerazione di Sofri, Bompressi, Pietrostefani.

Ragioni del presente, ovvero quelle di un cambiamento sociale ancora egualmente necessario e di migliaia di compagni in tutto il paese, processati oggi per miriadi di reati, spesso con gli stessi PM di allora, a testimoniare sinistramente la trasformazione mancata e la continuita' dei poteri.

Ragioni del passato, di una storia dell'emergenza che procede nel governare la legislazione: storie di pentiti, di aggravanti, di reati associativi, concorsi morali.

Liberare tutti, anche contro quelle arbitrarie divisioni della storia che leggiamo in molti interventi di queste settimane. Quell'essere altro, essere prima, essere differenti che puo' spiegarsi con le ragioni della politica ma che non ha attinenza con i fatti reali, gli accadimenti di allora. Il che, senza voler avallare il falso speculare, ovvero che eravamo tutti eguali, serva a far avanzare, finalmente, una soluzione politica generale per i prigionieri politici di questo paese.

CENTRO SOCIALE LEONCAVALLO