Aiuti non proprio disinteressati: il piano Marshall

L'esito della seconda guerra mondiale sanziona la definitiva affermazione degli Stati Uniti come potenza egemone del campo capitalistico. L'egemonia economica e poi militare e politica su scala mondiale passa definitivamente da quella britannica (in lento declino dalla fine dell'Ottocento) a quella statunitense.

Mentre l'Europa e' devastata, gli Usa mantengono intatto il loro apparato produttivo. Possono produrre tante merci e hanno tanti capitali da investire, ma occorre un mercato di consumatori per poter vendere le merci, e per impiegare i capitali. L'Europa e' il mercato principale, il resto del mondo e' troppo povero. Non solo per beni di consumo di massa, ma soprattutto per macchinari e mezzi di produzione in generale. Inoltre gli Usa possono esportare cosi' un modello produttivo e uno stile di vita a propria immagine e somiglianza. L'americanizzazione e' un processo impetuoso (tu vuo' fa' l'americano ... dice una nota canzone di Carosone); cicche, carne in scatola, film western e pop corn (Alberto Sordi in Un americano a Roma), Nike e Reebok (non facciamo pubblicita': queste multinazionali, come tante altre, impiegano lavoro schiavistico e minorile nei paesi del cosiddetto terzo mondo).

Il Programma di ricostruzione europea e' passato alla storia come Piano Marshall (da George Marshall, l'allora segretario di Stato Usa) e tra il 1948 e il 1951 l'Italia e la Germania ne beneficiarono ampiamente.
Esso fu varato mentre l'allora Presidente Usa Truman lanciava la cosiddetta Dottrina Truman per isolare l'Urss e i paesi socialisti.

La guerra fredda, iniziata con il massacro atomico di Hiroshima e Nagasaki, inteso a terrorizzare l'Urss e il mondo intero, prontamente accolta da Stalin e dall'Urss per dominare sull'Est europeo, veniva esplicitamente assunta come asse della politica estera e della politica interna dei due blocchi.
Nel blocco sovietico, perseguitando i dissidenti o chi semplicemente cercava di pensare con la propria testa, pur rimanendo comunista, in Usa scatenando il maccartismo (dal senatore McCarthy) degli anni Cinquanta: persecuzione di artisti, intellettuali, gente comune, anche solamente democratici e non allineati al sistema, con l'accusa di essere comunisti e quindi per cio' stesso al soldo dell'Urss.