Nel gennaio del 1949, l'Esercito Rosso, guidato dai comunisti cinesi, entra a Pechino
e il primo ottobre dello stesso anno viene proclamata la Repubblica Popolare Cinese.
Il Pcc, com'era nella tradizione dei partiti socialisti e comunisti occidentali, assunse inizialmente
come asse strategico del suo intervento la conquista degli esigui settori di classe operaia urbana,
ritenuti guida naturale delle immense masse di contadini.
Mao Tse-tung, grazie alla sua esperienza di dirigente del movimento contadino, elabora una
diversa strategia che in seguito riesce a far prevalere nel partito.
Il centro dell'iniziativa politica del partito diventa l'immensa campagna,
la cui conquista precede l'accerchiamento delle citta'.
L'adesione al Pcc di milioni di contadini e' la chiave di questa duplice vittoria.
La giovane Repubblica Popolare Cinese, dopo pochi anni dalla sua fondazione, si stacca dall'Unione Sovietica.
I contrasti tra i due paesi riflettono anche diverse strategie di transizione al socialismo.
E' l'esito di una lunga e travagliata storia del piu' popoloso paese del mondo.
Il Partito Comunista Cinese, costituito nel 1921, dapprima segue le direttive
dell'Internazionale Comunista - considerata alla stregua di un governo mondiale
del proletariato rivoluzionario - collaborando con il Kuomintang, il movimento nazionalista
fondato da Sun Yat-sen e protagonista della liberazione della Cina dalla dominazione coloniale.
E' la strategia vincente sia nella guerra civile contro il Kuomintang di Chang Kai-shek,
succeduto a Sun Yat-sen, sia nella guerra di liberazione nazionale contro l'invasione giapponese.
A differenziarsi sono prevalentemente le strategie economiche.
Mentre l'Urss fonda il proprio modello sul primato dell'industria pesante, la Cina da' priorita' all'agricoltura
da cui dipende la sopravvivenza della grande maggioranza della popolazione.
Le Comuni Popolari, tanto osannate in tutto il mondo negli anni Sessanta, quanto vituperate in seguito,
costituiscono forse il fulcro del modello cinese di socialismo.
Sul piano internazionale, la Cina tenta, senza grande convinzione, di diventare un punto di riferimento
per i paesi del cosiddetto terzo mondo, ma anzitutto bada, nella propria area geografica, a contenere
la potenza sovietica e ad affermare la propria.